domenica 31 dicembre 2006

Chi si ricorda Pino e gli Abeti?

Stanotte non mi incontrerete a Deferrari a calpestare vetri rotti e a farmi innaffiare di spumante. Non è tempo, non è cosa. Non lo è mai stato. Prima di avere dei figli (avanti Cristo, direi) passavo i capodanni coi vecchi amici caccalli in luoghi sperduti e freddi, tipo il Beigua della foto. Ricordo che un anno con Arimondi andammo a dormire col cappotto: non c'era il riscaldamento! In questi veglioni tragicomici, veri massacri enogastronomici, si materializzava la leggendaria one night band Pino e gli Abeti: 6 o 7 ubriachi col fez in testa e occhialinasobaffi finti che stupravano classici del rock da party con testi pecorecci. Un manager della Piaggio si trasformava in un rapper incredibile, un altro passava la notte a guardare il cielo, in trance per le canne e il due di picche della ventenne romana, altri si prendevano a pugni, un altro restava coricato mormorando Lassateme murì, un altro vomitava a furia di ridere, le future mogli assistevano con divertita compassione...Che robe, ragazzi! Come dicono i vecchi: ci divertivamo con poco. Appena i figli crescono, però, raga, li riuniamo Pino e gli Abeti? Nel 2016, dai.
Auguri a tutti, ma soprattutto a chi ha passato un capodanno al suono di Pino e gli Abeti.

sabato 30 dicembre 2006

Memorabilia 2006

Il post più importante e temuto dell'anno: bilanci, classifiche, compilation, propositi, obiettivi, sogni nel cassetto, memorabilia.
Avevo 47 obiettivi all'inizio dell'anno, alcuni enormi, altri ridicoli: raggiunti 16, uno su tre. I mancati me li porto quasi tutti dietro nel 2007, vediamo fra un anno (molti me li porto dietro da un pezzo...).
Ho visto SOLO 37 film (ma per visti intendo dall'inizio alla fine), letto 35 libri (niente male, quasi 3 al mese!), acquistati/acquisiti SOLO
27 cd (ho tagliato le spese in cd). Molti i magic moments, bene!
E ora le liste, per iniziare l'anno senza specchietto retrovisore...
Il 2007 sarà un anno straordinario. Lo vedrete, lo leggerete.

I 10 libri preferiti
Pessoa, Il libro dell'inquietudine (Feltrinelli)
Labranca, Il piccolo isolazionista (Castelvecchi)
Fromm, Fuga dalla libertà (Mondadori)
Hodgkinson, L'ozio come stile di vita (Rizzoli)
Emily Dickinson, Lacrime di seta (Feltrinelli)
Philopat, Lumi di punk (Agenzia X)
TVOR 1980-1985 (lovehate80.it)
McNeil-McCain, Please kill me (Baldini C. Dalai)
Lydia Lunch, Paradoxia (Leconte)
Krishnananda, A tu per tu con la paura (Feltrinelli)

I 10 film preferiti
Million dollar baby
La stella che non c'è
Sin city
The terminal
Donnie Darko
Sideways
Yellow submarine
Neverland
La febbre
Romanzo criminale

Programmi preferiti alla TV
MTV Brand:new
Nip/Tuck
Quello che gli uomini non dicono
David Letterman
SOS Tata
Simpsons/Griffin
Parla con me (Dandini)
Desperate housewives 2
Everybody hates Chris
Happiness (BBC)

I cd più ascoltati
The Clash, London calling
Joy Division, Closer
Rolling Stones, tutto fino al 1970
REM, In time
U2, All that you.../The unforgettable fire
Circo Fantasma, I knew Jeffrey Lee
Ramones, tutto fino al 1980
Fabrizio De Andrè, tutto
Tom Waits, Orphans
The Beatles, tutto

Le canzoni per una compilation
Johnny Cash, Hurt
Tori Amos, Enjoy the silence (dei Depeche Mode)
The Clash, Working for the claampdown/I'm not down
Ivano Fossati, I treni a vapore
De Andrè, Hotel Supramonte
Rolling Stones, Wild horses
U2, The unforgettable fire
The Smiths, There's a light that never goes out
REM, Daysleeper/At my most beautiful
Placebo, A song to say goodbye
Afterhours, Quello che non c'è
Strokes, Heart in a cage
Bloc party, Two more years
Talking heads, Once in a lifetime
Contrazione, La mia vita

Magic moments
Registrare il mio cd
Il mare a Stintino
Pejo e Cogolo (medaglia di Ale, pasticceria e sci di fondo)
S'Agarò e Barcellona
L'Enrico a Genova
Ritrovare/rivedere vecchi amici di Genova, Sassari, Biella
Andare per boschi coi figli
Il "Cinema Zaio" (i film visti in 4 sul divano coi pop-corn)
I messaggi di Aldo
Le pause-pranzo con Franco e Marcello
Andare a trovare i miei a Chiavari

Frasi emblematiche
Quello che non mi uccide mi rende più forte (Nietzsche)
Hope I die before I get old (The Who)
I problemi che abbiamo sono solo quelli che desideriamo avere (Jodorowsky)

giovedì 28 dicembre 2006

"Contro le donne"



















Mia moglie si commuove leggendo Una madre lo sa della Concita De Gregorio, una collega di Milano scrive una toccante recensione dell'ultimo Erri De Luca, la tv in chiaro è una imbarazzante parata di tette-culi-coscie, e allora, per combattere indifferenza/misoginia/maschilismo striscianti, mi sono letto questo indignato pamphlet (la Ballestra lo definisce "una scenata") sulla condizione delle donne, per rinfrescare il "femminismo" a cui mi iniziarono circa 23 anni fa la Miriam dei Contrattacco e i Crass di Penis envy. Lo consiglio alle amiche e anche agli amici maschietti, tanto per prendere coscienza dei passi indietro che hanno fatto negli ultimi venti anni i diritti, la dignità, la qualità della vita delle donne. E non solo quella delle più "sfortunate", come le immigrate-schiave perseguitate dall'infame legge Bossi-Fini, ma anche le nostre più o meno emancipate e benestanti compagne/sorelle/madri/figlie.

Maledetti specchietti retrovisori


Il passato mi insegue, mi tallona, certi giorni sembra quasi che stia per superarmi, surreale. Vorrei andare avanti, viaggiare, senza guardare mai nello specchietto retrovisore. Dovrei/potrei/vorrei vivere hic et nunc, ho delle ottime ragioni per godermi il presente, e costruire un futuro, e invece da sempre mi diletto in fantabiografie di me stesso, giro nella mia testa stucchevoli e inutili film, con sceneggiature tipo "Cosa sarei / Cosa sarebbe potuto accadere se / Cosa avrei potuto fare o essere / Che fine avrei fatto se", titoli così. Un cineclub sfigatissimo, sempre vuoto e silenzioso. Ma non so cosa farci, è nella mia natura. E Dicembre è un mese micidiale per la mia cineteca: in libreria sotto natale passano tutti gli attori e le comparse del mio fare cinema, soprattutto del passato.
Ma come si fa a viaggiare senza specchietti retrovisori?

martedì 19 dicembre 2006

Odio il Natale
























Così come odio le feste comandate in genere: capodanno, befana, carnevale, pasqua+etta, ferragosto, le abolirei tutte. Sono solo pretesti per spendere o far spendere soldi ed energie. Sarà un caso se il numero dei suicidi aumenta alla fine dell'anno, vuoi per l'ansia consumistica, la mancanza di una famiglia alla Mulino bianco, e poi è tempo di bilanci. Tutti nervosi e di fretta. Da ragazzo risolvevo con abbuffate e bevute, ora non posso più, con moglie astemia e due figli, sai che spettacolo. Odio l'ansia da regalo (che tanto mi riduco sempre all'ultimo giorno), e poi soprattutto il lavoro da me diventa esasperato, furioso, da esaurimento. Ogni anno lo stesso pensiero: non vedo l'ora che sia il 7 gennaio!

mercoledì 13 dicembre 2006

Le classifiche di dicembre


Dicembre, tempo di classifiche, bilanci, nevrosi e gran lavoro (un po’ atteso, un po’ temuto) in libreria. Grazie al cielo un libro è sempre uno dei migliori (in tutti i sensi) regali che si possano fare/ricevere. Però che mazzi ci facciamo sotto Natale! E allora, per farci due risate, sommersi da colli e pilazze di libri, dalle mie parti durante l’anno registriamo le richieste più divertenti, assurde e bizzarre, e a Natale ci stampiamo le migliori. Molte farebbero la gioia di Stefano Bartezzaghi… Eccovi la compilation con “il meglio” del 2006: il libraio più bravo è quello che le raccoglie senza battere ciglio, perché il cliente ha sempre ragione, soprattutto se vuole un libro, anche quando ti fa le seguenti richieste:
-Vorrei un libro sul cubo di Kubrick
-Il rosso e il nero di Standby
-L’apocalisse di Socrate
-Avete le cronache di Ernia?
-Lo tenete qui Sant’Antoine d’Exupery?
-Avete un manuale su come fare le messe nere?
-La luna e i falò di Cesare Prandelli
-In filosofia non trovo Sofocle
-Ieri ho perso da voi una protesi dentaria, l’avete mica trovata?
And the winner is:
-Vorrei qualcosa su LSD, elettroshock e urinoterapia.
Ma anche i librai danno delle risposte eclatanti/imbarazzanti/disperate, a volte. La migliore, la più emblematica dell’anno (vedi alla voce “Sindrome da megastore”), è la seguente:
-Ce ne sono 199 copie, ma non lo trovo.
(dal Mucchio di Dicembre 2006, rubrica "L'angolo del libraio", pag. 127)

martedì 12 dicembre 2006

Cani sciolti, amici miei


Nella recente riunione di vecchi amici grazie alla lucida arguzia di Arimondi si è arrivati a una constatazione enorme, epocale, esistenziale: se non ci si conforma a un gruppo sociale, una lobby, una minoranza, una tipologia, una ideologia, ragionando con la propria testa senza paraocchi nè pregiudizi preconfezionati, si fa poca strada, si fa fatica, in società e anche nel privato. "Ragazzi, gli emarginati siamo noi!", altro che gay, comunisti, fascisti, ebrei, nazisti, massoni, cattolici, diessini, ruffiani, arrivisti, spie, alternativi, intellettuali, rovinati, ultras...C'è un gruppo, una tribù, una bandiera per tutti i gusti e i talenti. E poi ci sono "quelli come noi", i cani sciolti. Persone piuttosto normali, ma col difetto di pensare troppo, gente che non perde mai il senso dell'umorismo e dell'autoironia, e per questo siamo strani, antipatici, mal visti. Poveri cani sciolti. Vanno in giro un po' perplessi e divertiti, fanno qualche cagata in giro e nessuno che gliela raccoglie o nasconde, anzi, tutti a disprezzare e prendere a calci. Perchè non hanno un padrone, nè fanno parte di un branco. Qualcuno poi va in paranoia e diventa una mina vagante. Ma non è il nostro caso, amici miei. Che fatica però, la vita del cane sciolto.

martedì 28 novembre 2006

Disco Club


Finalmente on line Disco Club, in via San Vincenzo, negozio di culto (alla Hornby) e meeting point di un'umanità disparata e disperatamente "attaccata" alla musica come valore, come cosa che dà un senso alla vita (ricordiamoci Nietzsche: "La vita senza la musica sarebbe un errore"). Da DC capita di assistere a dibattiti e teatrini incredibili, con personaggi tipo il collezionista di rock polacco o il fan dei Tuxedomoon israeliano (giuro). Gian dovrebbe scriverci un libro! E capita di sentire rispondere all'incauto cliente "Non teniamo dischi di Laura Pausini nè Gigi D'Alessio". Un must, per gli amanti della musica "non commerciale" (non usa più questa definizione eh?). Magari dopo un panino al Gallese, altro luogo cult delle mie pause-pranzo.

Task manager, reset, restart


Arrivano dei momenti nella vita , in genere di stanchezza e disillusione, in cui emerge la fatidica domanda Ma chi me lo fa fare? oppure Che cosa ci guadagno da tutto questo? Non parlo del blog, parlo della vita "sociale", pubblica ma anche privata. Fai questo e quello, ti prendi responsabilità e impegni, investi a fondo perduto denaro e soprattutto tempo, creatività, energie, persino salute, ma cosa ritorna da tutto questo sbattimento, che feedback hai? Gratificazione personale? Soldi? Gloria, stima, affetto? Giusto qualche pat pat sulle spalle (grosse ma doloranti).
Allora calma. Userò il pc come metafora. Ctrl+Alt+Canc: task manager. Quali attività, quali programmi sono bloccati/obsoleti/not responding? Cancellare, "termina operazione", lavorare con quello che è responding, valorizzarlo aggiornandolo, potenziarlo. Svuotare l'hard disk, tutte quelle canzoni mai riversate, quei film mai visti, quei documenti vecchi di anni, tutte quelle foto mai stampate. E poi riavviare. Il pc (alias il cervello) funziona meglio se è più leggero/pulito/vuoto. Svuotare e alleggerire, che quasi sembra di volare. Quasi sembra di fare quello che vuoi, che ti piace, che ti gratifica concretamente. Che ti svegli la mattina con serenità e hai un sorriso istintivo e spontaneo.
Tiro fino a Natale, poi faccio un bel task manager, ok?

mercoledì 22 novembre 2006

I Clash in autoradio


Il cd più ascoltato sulla mia macchina nel 2006 è stato sicuramente London calling. Pensare che lo ascolto da 26 anni, ormai! Eppure mi emoziona e diverte sempre. E' una specie di enciclopedia della musica rock: c'è tutto, persino il reggae (impossibile resistere alla gioiosità di Revolution rock). Sicuramente uno dei dischi fondamentali della mia vita. C'è una canzone per ogni stato d'animo, ogni momento storico: la voglia di far festa, la ribellione (o il ribellismo), la rabbia per il fottuto lavoro (Clampdown), la storia (Spanish bombs), l'orgoglio e la resistenza (I'm not down), lo squallore, la violenza (Guns of Brixton), l'amore (Train in vain), il sogno amerikano...Ho deciso di scrivere questo post dopo essermi ritrovato all'uscita dal discount a canticchiare Lost in a supermarket : -Mi perdo completamente al supermarket, non riesco più a fare la spesa serenamente, ero venuto qui per quell'offerta speciale, "Personalità garantita"...
Canzoni stampate nel cuore, nell'anima e nel cervello, con le quali vado avanti un po' più a testa alta, caricandomi di energia e rabbia consapevole. "Sono stato battuto, sono stato buttato fuori, ma non sono a terra. Sono stato messo alla berlina, ma sono cresciuto, e non sono a terra, non sono giù...Non ho intenzione di arrendermi". Capito?

martedì 21 novembre 2006

Senza patria


SMS di A., ore 8.14, martedì: Nebbia e palazzi scrostati. Cammino e mi sembra di non appartenere a questa città, è una vita che vado e ancora non so quale è il mio posto. La mia risposta: Idem, nonostante sole e mare. Siamo apolidi, eterni stranieri senza patria (e poco Dio). Anche E. domenica mi comunicava la stessa sensazione. Mio padre, anche se ha cambiato una dozzina di città per fare carriera, aveva sempre il paese natìo come centro di gravità permanente, la casa della sua infanzia/gioventù come luogo a cui tornare, indipendentemente dalla bellezza del posto. E io e i miei amici? Niente, non sapremmo dire, nominare un solo posto in cui ci sentiamo a casa, o almeno non uno solo, ne abbiamo diversi. Io potrei dire le colline del Monferrato, le Saline e Cosciadidonna a Stintino, oppure mete di vacanze come certe zone sperdute dell'Irlanda, Bali, Rodi, persino Londra. Sostanzialmente posti dove siamo (o pensiamo di essere) stati felici, forse è quello a renderli luoghi dell'anima. Anche a Genova sono stato felice, per carità, ma non mi sento "a casa mia", non c'è niente da fare.
PS Nella foto Cosciadidonna: ecco, è lì che mi piacerebbe fossero sparse le mie ceneri, se possibile.
PPS Sì, sono un po' ossessionato dalla morte, o per meglio dire dalla vita vissuta poco e male. Sorry somehow (struggente canzone degli Husker Du che rifacevamo coi Lost 15 anni fa...).

martedì 7 novembre 2006

La Bocca della verità?


Ma avete sentito Bocca ospite da Fazio? Impressionante, soprattutto in quella trasmissione, sempre molto garbata e sostenuta a un certo livello culturally e politically correct. Riassumendo, Bocca, che già qualcuno definisce "il Fallaci di sinistra", ha detto che:
-la maggior parte degli italiani è fascista
-per Napoli non c'è niente da fare, citando anche lo slogan leghista "Forza Vesuvio"
-Fazio è un buonista (perchè, visibilmente imbarazzato, cercava di stemperare i toni polemici, dicendo anche che a 85 anni uno dice quello che gli pare).
Sarei curioso di sapere come hanno reagito i napoletani, soprattutto i miei colleghi di Feltrinelli!
Secondo me su Napoli ha davvero sbroccato: i napoletani che non sono complici neanche culturalmente della delinquenza e dell'illegalità prepotente sono la stragrande maggioranza. Certo, se si riuscisse a imporre una cultura del rispetto delle regole anche più banali e quotidiane, come ha suggerito la sera dalla Dandini l'ottimo Carofiglio, qualcosa cambierebbe.
Sul fascismo degli italiani, beh, non ha tutti i torti. Basti vedere chi abbiamo avuto al governo negli ultimi tempi. Sabato a Genova abbiamo dato il permesso di manifestare a Forza Nuova! Con la polizia a proteggerli dalle proteste. Un mio cliente ieri sosteneva che siamo fascisti culturalmente, nei valori, nei gesti: il campanile, la volgarità sessuale maschilista, la convivenza con la Chiesa, il nonnismo/mobbing, il voler essere furbi, cialtroni, guasconi e prepotenti...Se non siamo sotto minaccia di manganello (metaforicamente) non rispettiamo regole, non paghiamo tasse, non facciamo la fila, non rispettiamo niente e nessuno. Triste, squallido, pessimista, ma vero, ammettiamolo.
Vale sempre il ritornello di Gaber: "Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono"...

domenica 5 novembre 2006

Il Festival della Scienza...


...è una figata! Davvero. Sono sempre stato negato in scienze e matematica, ma questo festival incuriosisce e intriga chiunque. Genova in questi giorni sembrava in festa, fra turisti e genovesi meno perplessi e diffidenti del solito. C'erano tante di quelle cose da vedere, fare, sentire...Gran bella cosa, speriamo che diventi un'appuntamento che duri negli anni.
Aneddoto attinente: mattina, colazione in casa Zaio. Ale (9 anni): -Papà, tu sai cos'è la teoria del caos? FZ:- Ehm... Ale:- E quella della complessità? FZ:-Ehm...facciamo una ricerca su Wikipedia, magari, un giorno di questi...E poi sai Ale, io ho una formazione umanistica, non scientifica. (Ale mi ha guardato come fossi una foto dell'800) :-))
Adesso chiudo questo post e faccio la ricerca con lui. Tempi duri per chi ha fatto il classico! Mio padre diceva però che alla distanza poi emergono...Sarà. Io galleggio, e annaspo un bel po'. Anche gli stronzi galleggiano, e non annaspano mica.

Sanguineti sindaco


E perchè no? L'altro giorno era in libreria per parlare con Antonio Gnoli del suo libro Sanguineti's song (le cose belle del mio lavoro sono queste!), e si è parlato anche della sua candidatura alle primarie. L'amato Professore ha spiegato la sua visione della politica: non promesse/obiettivi/interessi da difendere, ma ascolto della gente e condivisione delle scelte. Aumentare i prezzi di un servizio, per es. gli autobus? Prima si consulta l'utenza, e non fare scelte autoritarie che cadono "dall'alto". Il Terzo Valico? Prima risolviamo i problemi dei pendolari. Lo so, i politicanti di mestiere sorridono, considerano questo atteggiamento utopistico. A me sembra invece che la gente, anche a Genova che è una roccaforte della Sinistra, sia stufa di questi "carrieristi in politica", dei loro giochi di potere, della loro lontananza dalla realtà di chi li vota.
Sarebbe triste che la candidatura di Sanguineti facesse la fine di Dario Fo a Milano, Genova potrebbe dare un segnale nuovo, oserei dire rivoluzionario. Voglio però vedere quanti voti prenderanno i candidati "di partito", rispetto al Prof. e soprattutto la Vincenzi ("il partito" non si rassegna alla sua popolarità). Concludo questo mio eccezionale post "politico" con le parole sentite da Sanguineti: La piccola e media borghesia è stata spazzata via. Il mondo è diviso tra capitalisti e proletari. Anche se il 98% dei proletari non sa, non si rende conto di esserlo.
Io voterò Sanguineti. E vado a leggermi i vari Marx, Gramsci, Benjamin e Adorno citati dal mio candidato.

Tommaso Labranca


Sono un fan di TL fin dai tempi di Andy Warhol era un coatto (Castelvecchi editore), in cui trovò le parole per definire/descrivere quel gusto del trash/pecoreccio che, da vecchio punk in pectore, ho sempre avuto. TL scrive benissimo, secondo il mio umile parere, e soprattutto pensa davvero con la sua testa, è culturally scorrect, non solo politically. Se uno è noioso o cialtrone lui te lo scrive, con garbo e stile, anche se è un intoccabile, una icona culturale-artistica-politica. Credo che ebbe dei guai per Chaltron Hescon, se non ricordo male. Dopo il post-pasoliniano (pardon) Neoproletariato ora con questo nuovo bellissimo libro sintetizza il suo pensiero sarcastico su società, musica, letteratura, tutto. Con amarezza, a volte, ma spesso con un tono poetico-malinconico che mi ha quasi commosso. Riesce a fare filosofia/poesia/critica musicale parlando di Kraftwerk, Cerrone, Donna Summer, la tangenziale di Milano, i bauscia sui suv, il papa, il suo papà, la nostalgia per il mondo degli Abba, gli Intellettuali Accettati...Queste pagine comunicano scoramento, solitudine, sarcasmo, ma anche dolcezza e nostalgia, senza essere mai svenevole o intellettualoide ipercolto e autocompiaciuto. Insomma, l'avete capito: uno dei libri dell'anno, per il sottoscritto.

martedì 31 ottobre 2006

Basile e Fisher


Una botta di vita: domenica scorsa sono andato a un concerto! Anche se parlare di botta di vita forse non è l'immagine migliore. Ho visto Cesare Basile e Robert Fisher, alla sala Carignano, in versione nuda-cruda-acustica, con un ottimo contrabbasso (suonato con archetto) in supporto. Basile non mi ha esaltato, mi ha ricordato il De Andrè più cupo (La domenica delle salme, per es.), comunque è un personaggio di qualità indiscutibile, da tenere d'occhio (andrò a sentirmi il suo disco "suonato"). Grande voce (il Johnny Cash dei poveri?) Robert Fisher, e canzoni emozionanti, anche se un po' troppo simili le une alle altre (più di una volta ho pensato "Ma questa non l'ha già fatta?"). I Willard GC sono un'altra cosa: sono un casino di persone che arricchiscono-abbelliscono la struttura minimalista dei pezzi, dando un "respiro" e una "spazialità" enorme. Saremmo stati una cinquantina di persone...Onore e gloria a Disorderdrama che ha il coraggio di fare proposte così "difficili" e di qualità (indimenticabili gli Evens l'anno scorso!). Peccato che a Genova "siamo" veramente quattro gatti, ad andare a vedere certe cose. Peccato che siamo a Genova, per tutto.

Problemi col cibo?


Mi piace mangiare, ma ho dei problemi con il prima (preparare) e il dopo (pulire-lavare). Odio sporcarmi le mani, c'e poco da fare. Schizzinoso e pigro. Mia moglie mi sfotte "Eh, sei troppo nobile tu!"(però forse in una vita precedente...). Colpa di una madre servizievole cuoca e casalinga? Colpa di un padre affezionato cliente di rosticcerie e gastronomie varie? Se vivessi da solo digiunerei spesso, pur di non cucinare(alias sporcare alias faticare). Ho passato delle estati da solo a suon di simmenthal-tonno-risotti knorr-pizze surgelate...Peccato che non facciano affatto bene, ci si intossica, alla lunga. Per fortuna mia moglie è molto attenta e salutista nel suo essere una bravissima cuoca. I canali gastronomici tipo Gambero Rosso o Alice mi danno la nausea. Già da bambino sognavo che nel futuro inventassero delle pilloline con tutto ciò che serve per l'alimentazione (come gli astronauti, pensavo). Il tempo per fare da mangiare e lavare i piatti preferirei usarlo in altro modo, anche solo per leggere un libro, o guardare un film. Per ora ho comprato subito appena sposato la lavastoviglie. Eppure mi piace mangiare (in compagnia, però, da solo mi fa quasi schifo, preferisco fare altro). Ed è così importante, il mangiare in un certo modo, come ben descrive il libro raffigurato a fianco (da www.macroedizioni.it). Siamo quello che mangiamo? Siamo quello che facciamo da mangiare? Allora io sono niente ... E Nowhere man è una delle mie canzoni preferite da sempre. Quasi un inno.

martedì 24 ottobre 2006

Musica per ambienti


Fu Brian Eno negli anni 70 a introdurmi al ragionamento sulla musica adatta, la musica come tappezzeria, come sottofondo, una per ogni luogo (o non-luogo), come lui compose per aereoporti, film etc. Fateci caso, c'è un sottofondo musicale ovunque, ormai. Ma secondo me non è abbastanza preso sul serio, e così siamo stressati anche dall'inquinamento acustico, anche perchè nei luoghi pubblici non possiamo spegnere lo stereo o skippare il cd molesto. L'altro giorno ero in un ristorante cinese: musica trash-latinoamericana in sottofondo, avevo il mal di mare. Poi più tardi Renato Zero da Feltrinelli, agh. Il punto è: quale musica ci si aspetta nel tale luogo? Non vi dico le discussioni dove lavoro sui cd da mettere (tanto che avevo redatto un progetto di radio in-store, molto apprezzato ma mai realizzato). Ho sentito che in America addirittura diffondono degli odori adatti all'ambiente se non addirittura invoglianti all'acquisto, non solo studiano la musica giusta . Potrebbe persino diventare una professione, il "sonorizzatore" di negozi e luoghi pubblici (per esempio le sale d'attesa), l'ambient-dj. Basta trovare dei manager che si rendano conto dell'importanza dell'ambiente sonoro, oltre a luci, mobili e merci in esposizione. E' una questione di immagine. E di qualità della vita. Non solo di persuasione occulta.

L'importanza dei REM


Mi è capitato ieri di commuovermi ascoltando Daysleeper ("Ho pianto l'altra notte/ Non so neanche dire perchè"...) . Di recente è uscito un compendio dei primi REM, quelli degli anni 80, utile per chi li ha conosciuti con Losing my religion (ma che canzone è?!). Io ho tutti i dischi dei REM, molti ancora in vinile, e sono uno dei gruppi più significativi della mia vita. Mia moglie ha come suoneria The one I love, per intenderci. La canzone preferita di mio figlio Alessandro è At my most beautiful. Ha passato da piccolino giornate a guardarsi ipnotizzato il loro concerto MTV Unplugged, oltre a Winnie Pooh. Grazie ai REM ho scoperto i Byrds. Li ho visti due volte dal vivo, Milano e Bologna (con Afterhours e Suede!). I REM sono il gruppo che più mi unisce a mia moglie, oltre ai Beatles. Quando li ascolto mi rendo conto (ulteriormente) di quanto e come la ami. Gli ultimi due dischi (Reveal e Around the sun) non sono niente di che, a dire il vero. I miei preferiti sono Fables, Life's rich pageant, New adventures, Up. Per me sono come dei cugini, degli zii mitici, CI voglio quasi bene. Può bastare?

martedì 17 ottobre 2006

Cronologie e necrologi


In un recente sms a un mio amico ho scritto cronologi anzichè necrologi, bel lapsus freudiano, dopo un funerale della mamma di un mio amico. Eh sì, la Chiesa, o perlomeno alcuni riti da lei gestiti, scandisce la cronologia delle nostre vite, e degli incontri con facce note e amate. Va un po' a periodi : c'è stato il periodo degli addii al celibato, il periodo dei matrimoni (e poi ognuno a casa sua, scomparso), il periodo dei battesimi. Adesso è il periodo dei funerali, bisogna cominciare a tener d'occhio i necrologi sul giornale, cosa che ho sempre evitato/detestato. Una specie di bollettino di guerra: a chi tocca adesso? Inutile toccarsi i balot, ora cominciano a mancare i più vecchi (i genitori). Cercando di continuare a ridere, almeno sorridere, mentre il conto alla rovescia procede. Che angoscia, eh? Ma no: forse è l'occasione per apprezzare maggiormente quelloche si è/si fa/si ha. E per non rovinarsi la vita con delle stronzate irrilevanti. Sperando di tenerci in forma per il prossimo periodo di matrimoni: quelli dei figli (per chi li ha fatti). La clessidra in silenzio, intanto, si svuota... Macabro? No: solo un po' di coscienza storica. Tutta salute. Mentale.

lunedì 9 ottobre 2006

Fibro che?


Finalmente il dolore e la stanchezza che mi perseguitano da qualche mese hanno un nome: fibromialgia, o sindrome fibromialgica (se volete saperne di più andate qui oppure qua ). Niente di grave o degenerativo, ma comunque NON una malattia immaginaria/psicosomatica. Una faccenda lunga (cronica) e dolorosa, rispetto all'affaticamento cronico che un po' le somiglia. Se è vero che bisogna saper ascoltare il corpo, i suoi messaggi, cosa mi comunica adesso? Dolore e stanchezza, ecco cosa. Il problema è che la fibromialgia è una malattia invisibile e poco conosciuta, anche se affligge circa due milioni di italiani, ma è difficilissima da diagnosticare, e viene scambiata con dolori reumatici o problemi psicologici somatizzati. Sintetizzando significa dolore in vari punti nei muscoli, nei legamenti e nei tendini, accompagnato da astenia (affaticamento/stanchezza).
Welcome to sickness? No, c'è di peggio, ci posso convivere alla grande. Certo è che devo prendere delle misure e modificare/migliorare il mio tenore di vita. Anche se tutti mi diranno "Fibro che?".

martedì 3 ottobre 2006

La ruota dei mesi


Ad agosto il sole scalda l'uva, fecondandola, promettendo vini e feste speciali. Qualche temporale rovina l'attesa, ma il sogno continua, inebriato dall'odore della terra bagnata. Settembre: vendemmia. Fatica stanchezza sudore, per avere i frutti, i sogni realizzati. Ottobre: il disincanto. Il vino ottenuto non è così speciale come sembrava, anzi, è proprio uguale, sempre lo stesso da sempre. La festa? Un evento malinconico e dimenticabile.
Comincia a fare freddo. Sta arrivando il mese dei morti. Lo affrontiamo sorridenti, senza tristezza, solo un po' di dolcezza malinconica. A dicembre i regali, e i bilanci. E i propositi per la prossima vendemmia. Avanti così. La ruota gira, gira sempre, per sempre...

lunedì 25 settembre 2006

When I'm 44



40 anni, giro di boa. La vita comincia a 40 anni. Sarà. Dicono che siamo nel meglio, l'età migliore, nè vecchi nè giovani stupidi. Maturi, si diceva una volta. Ma guardateci. Quasi tutti si separano, almeno dalle mie parti. Se non si separano si fanno un'amante. C'è chi si fa crescere i capelli. Chi se li rasa a zero e fa del proprio corpo un tempio del fitness. Chi rimane sempre uguale, fa la stessa vita fino a morire silenziosamente, solo e quasi sereno. Chi si risposa e fa pure un figlio, e ai giardinetti penseranno "Che nonno giovanile!". C'è chi diventa tossicodipendente di sport. C'è chi diventa tossicodipendente e basta (coca e soprattutto alcool). Chi si compra la moto mega. Chi si rende conto di essere gay, e diventa un gay pride ambulante. Molti diventano buddisti nagorenchecchiò. Chi va a vivere in campagna, orto, vino, e si trasforma in un 60enne bolso e rincoglionito. C'è chi entra nel giro del porno più o meno virtuale, scambi di coppia, e giù di lì. Chi si butta nel volontariato, chi va a stare in un monastero buddista per sei mesi all'anno.
I talk about my g-generation... E io? Io non faccio storia. Sono un caso a parte, l'eccezione che conferma la regola. Strano, eh?

venerdì 22 settembre 2006

Gli sbagli sono positivi

























Sbagliando s'impara e Chi non fa niente non sbaglia mai erano concetti già assodati. Di recente invece faccio miei Da un errore nasce una cosa bella e Da una cattiva notizia ne nasce una buona.
Esempio: sbagli sul lavoro, ti aspetti un cazziatone/una punizione/una manfrina minimo, e ti arriva un attestato di stima e apprezzamento per tutto il resto da più parti. Oppure fai uno sgarbo, e l'offeso dice che in fondo la pensa come te, che hai ragione, e che ti stima lo stesso.
Mio padre in Sardegna ha avuto dei problemi a rinnovare la patente: ha ritrovato famiglia e nipoti uniti in suo aiuto e ha scoperto l'amicizia e la bontà dei vicini di casa.
A volte capita anche in campo creativo: per esempio scrivendo una canzone, una nota "sbagliata" diventa una genialata, un tocco in più, una "trovata", un arrangiamento.
Viva gli errori, e chi li sa apprezzare.

mercoledì 20 settembre 2006

Spazi liberi?


Gaber, in un ritornello spesso citato, diceva che "la libertà non è star sopra un albero, non è uno spazio libero, libertà è partecipazione". A cosa, ai profitti, forse?! No, io penso che la libertà sia tirarsi fuori, sparire, andarsene. Lo so, "eh ma così fuggi, non cambi niente". Affuttiddinni, cambio la mia vita, se non altro. Anche Internet pensavo fosse uno spazio di libertà a cui partecipare: le balle! Ormai è una vetrina, in cui esponiamo con stile quello che possiamo esporre, una vetrina che tutti, anche i nemici hanno sott'occhio. Conoscete l'aneddoto di quel ragazzo inglese che aveva messaggiato dei titoli di canzoni dei Clash da coverizzare col suo gruppo (Tommy gun, Guns of Brixton) ed è stato arrestato dai Servizi Segreti, passando dei bei momenti? Io sul mio blog mi espongo in prima persona, ma non sono libero di dire proprio tutto quello che mi pare, potrei andare nei casini. Metterò su un blog anonimo, forse, per sputare il veleno e il sangue marcio. Ma non so se ne ho voglia/tempo/coraggio. Come capisco De Andrè in Gallura! O Paolo Villaggio in Corsica. Ma bisogna avere dei bei soldi, per uscire dalle gabbie. E poi forse è impossibile oggettivamente sottrarsi. E allora mordo il morso, tiro avanti, non preoccupatevi. Faccio anche del mio meglio, non mi tiro indietro nei miei doveri professionali, sociali, famigliari. Ma certi giorni, che voglia di tirare i remi in barca.

martedì 19 settembre 2006

Stintino, giro di boa


Ogni volta tornare in Sardegna/Stintino è un giro di boa, uno psicodramma. Rivedere i posti delle mie estati da adolescente, risentire quella parlata, riacquisire quei ritmi (per es.: unico supermercato nel raggio di 50 km chiuso dalle 13 alle 17, altro che orario continuato, loro sì che vivono bene), respirare quei profumi, tuffarsi in quelle acque. E ogni volta pensare: papà, ma perchè non siamo rimasti qui, nel 1979? E ogni volta ripensare la propria vita in continente, vederla con occhi diversi, più sereni e meno stressati, e pensare "Affuttiddinni gaz...".
Ho ricaricato le pile, vediamo quanto ci metto a scaricarle di nuovo.
Nella mia foto a fianco, il mare delle Saline. Chi diceva "Lavorare, lavorare, preferisco il rumore del mare"? Baggassa manna...

venerdì 15 settembre 2006

Grazie Manuel

"Il tuo diploma in fallimento è una laurea per reagire"
"Sono sano così? E' così che è essere sani?"
"Non si esce vivi dagli anni 80"

Grazie Manuel. Tu trovi le parole. E la musica.

giovedì 31 agosto 2006

Le pagine della vita



Io: "Amico mio, non riesci a goderti la felicità che hai?" Lui: "Ma se mi bastasse tutta la felicità che ho non avrei - non avremmo - questa inquietudine, questa carogna addosso di vivere tutte le vite possibili". E finalmente ho riscoperto perchè il mio amico (e la maggior parte dei lettori) si legge così tanti romanzi/racconti, direi che ho capito il significato, il senso nascosto della letteratura, addirittura (bum). Io invece leggo pochissima fiction. Vivo faticosamente una vita sola, e la esamino/torturo/viviseziono (appunto) con libri di psicologia e filosofia, al limite un po' di poesia e musica. Le pagine della mia vita sono piene di note a margine ed errori rimarcati con la matita, segni rossi, segni blu. Sul mio diario do un voto a ogni giorno. Faccio crocette sugli obiettivi raggiunti, come se fossero test, prove di una vita vissuta. Ma a furia di rileggere/correggere/aggiungere le pagine si consumano. Potrebbero quasi lacerarsi, alcune, creare dei buchi. Devo leggere più narrativa, se voglio vivere un po' di più, o almeno un po' meglio. Ciao Aldo, grazie di esserci.

mercoledì 30 agosto 2006

Il vulcano Franco

(Immagine da www.nationalgeographic.com)
Quanti coming-out, questa estate, quanti scoop, quante rivelazioni, tutto intorno a me. Dichiarazioni d'amore, rinsavimenti, coming-out gay e bisex, revival, nostalgie, tradimenti, occasioni perdute per cambiare lavoro e vita, malattie, guarigioni...E io? Cosa mi è successo? Cosa ho combinato? Niente, tutto resta dentro, come un vulcano che prima o poi esploderà. Sono tutti cazzi vostri, amici miei: abitate a Pompei e non lo sapete :-)) Ma no, tranquilli, vi andrà bene: il vulcano si assopirà, giusto qualche borbottio di lava per ricordare al mondo che è sempre ancora vivo, sotto sotto, che crea, brucia, che quel fuoco non si è spento. Il tempo passerà, e il vulcano starà lì a guardarvi, senza passare alla storia, se non rimanere in ricordi tipo "Sembrava sempre che esplodesse, che venisse fuori, in qualche modo, e poi invece sempre niente". Anche sul lavoro mi hanno definito spesso un vulcano. Quanta energia sprecata, o mai utilizzata, o mai venuta fuori.

martedì 29 agosto 2006


Dai che ce la faccio anche quest'anno: sabato 2 traghetto per Porto Torres, destinazione Stintino. Vivo intere annate aspettando questa settimana: ho troppi ricordi (è dagli anni 70 che ci vado al mare, ho fatto le medie a Sassari), troppe emozioni, quei colori, il profumo della macchia mediterranea (cardi, mirto e ginepro), la sabbia delle Saline, l'acqua della Pelosa, i vecchi amici, i miei genitori (che stanno là tutta l'estate). Lo confesso: io mi sento sardo adottivo, è gente speciale, fiera e con un cuore e un'anima da giganti. Ci ho lasciato un pezzo di cuore, laggiù, è sempre là, e quando torno ricomincia a battere forte. Cuore sardo, cervello piemontese, anima irlandese, moglie genovese, lavoro milanese, spirito emiliano: Frankenstein!

sabato 26 agosto 2006

Le canzoni dell'estate

I versi di due tormentoni di questa estate dal clima bislacco riassumono bene i pensieri delle mie notti insonni a Paveto.
-"E' meglio una delusione vera di una gioia finta" (Neffa). Io ci aggiungerei il punto di domanda, però.
-"La vita che non spendi che interessi avrà?" (Ligabue, e nessuno mi tocchi il Liga: sarà tamarro/retorico, ma per me è un eroe).
In conclusione gli Afterhours: "Perciò io maledico il modo in cui sono fatto, il mio modo di morire sano e salvo, dove m'attacco, il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c'è".
Non ho molto altro da aggiungere, vediamo al ritorno dalla Sardegna se sono più allegro.
PS La teribbile foto a fianco me l'ha fatta col cellulare mio figlio Matteo, 5 anni. Io sono ancora qui a picchiarmi con Winzozz 98, sic.

venerdì 25 agosto 2006

Cavalcare la propria tigre


"Ognuno di noi va a dormire ogni notte con una tigre accanto. Non puoi sapere se questa al risveglio vorrà leccarti o sbranarti. " Con questa metafora la saggezza antica cinese vuole ricordare la relazione che ognuno di noi ha con i propri limiti. Solo cercando di migliorarci costantemente possiamo renderci amica la nostra tigre, un quanto nessuno può evitare la peggiore e la più pericolosa di tutte le compagnie: noi stessi (Giorgio Nardone, ed. Ponte alle Grazie 2003).
Un piccolo grande libro, Cavalcare la propria tigre, uno di quelli che chiamo libri-miniera, da cui nascono un sacco di spunti, curiosità, rimandi. In questo caso le arti marziali, vari filosofi, la terapia strategica breve (www.centroditerapiastrategica.it, da cui è tratta l'immagine) che si esplica in psicosoluzioni pratiche, veloci ed efficaci, il concetto di liquidità di Bauman.
Quanto poi al migliorare costantemente, beh, lasciamo perdere va.

martedì 22 agosto 2006

Un sereno fancazzismo

A ferragosto Grillo sul suo blog (da cui è tratta l'immagine a fianco), domenica il Papa, lunedì Galimberti: da più parti l'allarme dell'incapacità di oziare, di indugiare nel riposo, nel nulla, nella meditazione, ossessionati come siamo dall'efficienza, dalla maledetta produttività, dai mutui e dalle tasse da pagare col lavoro, dalle cose da fare fuori dal lavoro per sentirci vivi e non solo macchine. Beh, non ditelo a me! Io e il mio prato "da meditazione" a Paveto, io e le mie "schienate" al mare in pagana adorazione del Dio Sole (non riesco a leggere in spiaggia: devo anzi voglio godermi il Grande Nulla).
Però è vero: la maggioranza (rumorosa) non è più capace di stare senza fare un belino, rifugge la cosiddetta Noia come uno spettro, si inventa attività hobbistiche o sportive per riempire il Vuoto dell'Esistere in sè, quello senza senso nè scopo nè vantaggio pratico- economico.
Il libro (a fianco) consigliato da Grillo è una delizia.
Diritto alla pigrizia! La vera rivoluzione è l'ozio! Viva il fancazzismo! Ora e sempre cazzeggio!

venerdì 4 agosto 2006

La terra dei cachi


Che estate storica, gente! No, non parlo dei Mondiali di calcio, parlo delle sentenze di Calciopoli e dell'indulto. Massì, volemose bene, che sarà mai, viva l'Italia, la terra dei furbi, furbetti e furboni, viva l'illecito, la delinquenza, il furto, la prepotenza, tanto poi qualcuno che ti perdona, tra la Chiesa e il condono, lo trovi sempre. Sull'indulto mi sono trovato vicino alle posizioni di Travaglio (ovvio) e Di Pietro, ma anche quelli di Lega e AN erano contro...Cosa succede? Non sono più di sinistra, forse? Allora sono andato su www.voisietequi.it per vedere dove mi collocavo politicamente: il risultato lo vedete nell'immagine (tranquillizzante). Provate anche voi, se non sapete più (come me) come definirvi in politica. Non andare più a votare mi dispiace, non mi sembra giusto (per poi lamentarsi). Però a furia di tapparmi il naso sto soffocando. Una bella boccata d'aria fresca mai eh? Amarezza. Fastidio. Amarezza. Fastidio. (ad libitum)

giovedì 3 agosto 2006

Viva la sincerità


Ho una gran voglia di chiudere il blog, perlomeno questo: mi espongo troppo, e non sono in condizione di parlare liberamente (e male) . Vado avanti fino al 31/12 e poi chiudo, e magari ne apro uno anonimo in incognito, visto che l'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria; dategli una maschera e vi dirà la verità. Questa non è mia, ma del caro vecchio Oscar Wilde, di cui ho riscoperto gli Aforismi di recente (una miniera, più che un libro). Senza dimenticare che un po' di sincerità è cosa pericolosa, molta sincerità è assolutamente fatale. E come dargli torto? Comunque anche in un blog anonimo è difficile tenere fuori la propria vita, a meno di fare quei pallosissimi blog di fiction letteraria. Quello che siamo/facciamo viene fuori, almeno io penso che farei una fatica boia a essere anonimo. Vi saluto e vi maledico tutti sulle adorate note di "I'm not like everybody else" dei Kinks...

Le inquiete notti d'estate


Ho ripreso in mano Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa, più o meno lo faccio ogni 10 anni, e ogni volta mi emoziona/commuove in maniera diversa. Sarà il caldo, saranno i pensieri tormentati, i sogni a metà, ma dormo davvero poco, quest'estate. E mi leggo Pessoa, bel quadretto eh? E in queste notti un po' allucinanti penso in continuazione, sento in continuazione; ma il mio pensiero è privo di raziocinio, la mia emozione è priva di emozione! Da una botola situata lassù, sto precipitando per lo spazio infinito, in una caduta senza direzione, infinitupla e vuota. La mia anima è un maelstrom nero, una vasta vertigine intorno al vuoto, un movimento di un oceano senza confini intorno a un buco nel nulla, e nelle acque, che più che acque sono turbini, galleggiano le immagini di ciò che ho visto e sentito nel mondo: vorticano case, libri, casse, echi di musiche e spezzoni di voci in un turbine sinistro e senza fondo (pag. 33, ed. Feltrinelli del 1996). Tranquilli, non sto impazzendo, ma certe notti la mente vola.
Ci pensano poi la quotidianità, la gente, le notizie sui giornali, la politica, il lavoro, il mutuo, la proletarizzazione, a prendere a bastonate certe ali. Che però, doloranti e spennacchiate, la notte dopo volano di nuovo.

giovedì 27 luglio 2006

Bloggo, ergo sum? NO


Tranquy, sono ritornato dalle vacanze, e che rientro...:-/
Tutto bene, bis dell'anno scorso, in più gita a Barcellona, posterò qualcosa. Sai cos'è? Non ho più tanta voglia di bloggare, ho la forte tentazione di cancellare tutto. Ok, è una specie di diario in pubblico, ma TROPPO pubblico. Quasi quasi torno alla newsletter / mailing list. Nascondermi, covare in segreto, coltivare le cose davvero importanti, dopo aver tagliato i rami secchi (tanti). Tanto il tempo è sempre meno, a meno di svegliarsi all'alba o non dormire molto (che sarebbe tutta salute: mi faccio certe pise su in campagna! scriverò un Elogio della pennichella, pardon, PECCHINELLA, come diceva la mitica zia Riccarda ;-)).
Cos'è la foto? Foto aerea di S'Agarò, dove sono andato a fare il signore in vacanza. E ci torno, altro che. Mio papà ci portava a Milano marittima, negli anni 70, io in Spagna, mi difendo no?
Ripescare "Long hot summer" degli Style Council, please.
Non vedo l'ora che sia settembre (ripescare anche Settembre, Alberto Fortis).

domenica 16 luglio 2006

I veri amici


Lo ammetto, ho passato un lungo periodo in cui non credevo nel valore dell'amicizia. Soprattutto quando c'è stato un fuggi-fuggi dopo il matrimonio e i figli, per cui si cordializzava solo con compagni di sventura (all'asilo, per esempio). Le mail e le riunioni dei mitici Caccalli della SIP, certe parole come quelle di Andrea su Syd Barrett (vedi il post "Like a rolling stone"), i messaggi di Aldo, i caffè con Franco, mi hanno rincuorato e scaldato il cuore. Finchè si cazzeggia a vent'anni ok, ma il vero amico lo vedi nei momenti difficili, anche in quelli dolorosi. Si offre di aiutarti, puoi confidargli un segreto tranquillamente, si interessa a te, anche se non hai più vent'anni e il rock'n'roll (suonato e vissuto) è un ricordo che fa sorridere.

Elogio della pennichella


La pennichella, anzi la pecchinella della zia Riccarda, è una figata, salute e serenità. D'inverno un po' scomodi con un plaid corto, d'estate con le tapparelle abbassate e un ventilatore...Ho sempre avuto il mito del sempre sveglio, dormire il meno possibile, ora invece no, starò invecchiando. "Un riposo senza sogni, un sonno di pietra roccia montagna fresca bosco vuoto assoluto respiro profondo e sorridente distacco indifferenza superiorità" (appunti sul cellulare...). Spesso fare sogni fa stare solo male. Il riposino è un lusso da signori, altro che vecchi. E al risveglio un bel caffè, o un the freddo. Piccoli piaceri, chi si accontenta gode.

domenica 9 luglio 2006

Che bella Barcellona


Sono riuscito, quest'anno, ad andare a Barcellona (un'oretta da S'Agarò): ma che figata è?! Un mix di Londra, Parigi, e ...Genova! E che emozione la Sagrada Familla. Ovviamente agli Itaglioti cosa piace? La Rambla! Mio figlio l'ha definita sagacemente "una strada di circensi" (condivido, ma un po' Ale mi preoccupa, ha 9 anni!). E la Sagrada Familla: "Ma ci sono ancora le impalcature, che pacco". Ignoranti, state almeno zitti! Ho capito perchè Barcellona sta sostituendo Londra come meta di "emigrazione" commerciale ed artistica. E quanto e come siamo indietro, in Italia. Io all'estero intanto cerco di non farmi riconoscere, altro che campioni del mondo.

sabato 8 luglio 2006

Sono più responsabile, ora


Ci vuole senso della responsabilità in ogni cosa che facciamo, diciamo, scriviamo. Prevedere le conseguenze, per evitare di fare danni, materiali e intellettuali, agli altri, e a se stessi. Anche in un blog. Perchè un blog è un nonluogo pubblico, visitabile da tutti, se no faremmo delle newsletter, delle e-mail a pochi amici. Ci si espone, che ci piaccia o no. Esiste sì la libertà di espressione, ma è un oggetto pericoloso, con cui si rischia. E bisogna essere consapevoli che
1) nulla sfugge a nessuno (mai sentito parlare di Echelon?)
2) ci sono persone permalose e vendicative, quindi occhio a fare nomi
3) non tutti hanno lo stesso senso dell'umorismo , dell'autoironia, dell'autocritica
4) non bisogna confondere lavoro e vita privata, nè pensare che siano due cose separate.
Perchè scrivo questo avviso un po' terroristico? Perchè io sono sempre stato un po' ingenuo, incosciente, mai calcolatore, troppo sincero, nella vita, e nel blog (un blog con nome e cognome!). E sono qualità che ti fanno rischiare brutti colpi. Sbagliando si impara. Ma se non si è coscienti della possibilità di sbagliare si diventa coglioni pericolosi. Soprattutto per se stessi.

venerdì 16 giugno 2006

Io sparisco, per un po'


Quasi una fuga, un mettermi in salvo prima di impazzire del tutto, tra il lavoro, la famiglia, il disco. Questa volta arrivo particolarmente impreparato alla partenza, ma mi lancio, vada come vada. Faccio il bis della Spagna dell'anno scorso, con tappa ad Avignone (ho imparato solo a dire "Mi dispiace, non parlo francese"). Tra l'altro in questi tempi è uscito un Manuale di sparizione della Castelvecchi, molto interessante. Per recuperare/essere se stessi bisogna sparire, esporsi il meno possibile? Mah. Per ora mi basta ricaricare le pile, e stare un po' sereno, leggero, e svegliarmi col sorriso, anzichè masticando preoccupazioni e bestemmie. Sono solo due o tre settimane all'anno, ma se non ci fossero sarebbero guai. Addio, mondo crudele. Ci risentiamo a luglio.

lunedì 12 giugno 2006

Il disco è pronto


Finalmente! Ho in mano il master del mio disco (all by myself, tutti gli strumenti, eccetto due assoli by Andrea Frascolla e Michele Ferrari, e una parte vocale by Francesca "Anais" Pongiluppi) sulle poesie di Pavese. Prossimi passi: iscrizione alla SIAE della musica, e spedizione demo a giornalisti/etichette, sperando che qualcuno mi aiuti a stamparlo. A me sembra bellissimo, obiettivamente, però... Questa estate ci sarà lo sbattimento-ricerca-produzione, poi in autunno (perchè è un disco struggentemente autunnale...), se non avrò trovato nessuno disposto a "investire" su queste canzoni, farò la solita autoproduzione casalinga, in vendita esclusiva da Disco Club. Non ho ancora deciso il titolo, e il referendum bandito via mail ha dato risultati molto eterogenei.
In anteprima i titoli dei brani/poesie:
Tu sei come una terra
Ti ho sempre soltanto veduta
Sei la terra e la morte
Come uno che si lasci cadere
The night you slept
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Last blues, to be read some day
Sono emozionatissimo, è un progetto a cui lavoro da anni, e non potete immaginare quanto mi sia costato, in tutti i sensi, non solo finanziario.
Il disco dell'anno, anzi della vita. Credo. Vediamo. Sarà l'ultimo?

mercoledì 7 giugno 2006

Like a Rolling Stone


Da un mesetto sono ossessionato dai Rolling Stones, quelli con Brian Jones, però. Dalla sua morte (uccisione?) in poi sono solo dei fattoni miliardari sgangherati, anche un po' coglioni (Keith che cade da un albero di cocco, l'altro giorno...). Li ascolto ogni mattina, 19th nervous breakdown, Child of the moon, Let's spend the night together... Hanno un che di ammaliante, sottilmente diabolico, ma estremamente vitale. Mick mi sa che ha fatto un patto col Diavolo veramente (a proposito, il giorno 6/6/06 non è successo niente di strano, mah). E Brian Jones è una di quelle figure di beautiful loser irresistibile, per me, come Syd Barrett, Nick Drake, Tim Buckley. Angeli caduti, sacrifici umani, vittime dei brutti e cattivi. Brian Jones è morto per i vostri peccati. E adesso nessuno è innocente. Ed ecco che arriva, ecco che arriva, il tuo diciannovesimo esaurimento nervoso...

sabato 3 giugno 2006

L'antipatia dei milanesi


L'elezione a sindaco della Moratti (una che sembra una preside bastarda a cui taglieresti le gomme) e una telefonata a un collega di Via Manzoni confermano il luogo comune che i milanesi siano degli stronzi antipatici presuntuosi arroganti. Certo, non tutti, ho degli amici stupendi che stanno a Milano, ma il problema è che quella città ti entra dentro, ti riempe di merda, col suo smog psicologico, il mito del profitto, del successo e dei soldi, la sensazione di essere nel centro del mondo, "a Milano c'è tutto". Non dimentichiamo che il Berlusca è il prodotto per antonomasia della milanesità. E come sono simpatici poi quando vanno in vacanza! Sarà per questo che sopra la prima galleria dell'autostrada arrivando da Milano c'è la scritta MILANESI TUTTI APPESI? Come mai scappano tutti nel weekend? Grazie al cielo (e agli Afterhours) "Milano non è la verità".

giovedì 25 maggio 2006

TVOR e Contr*azione


Il benemerito Husker Diego mi ha portato da Torino due libri per me importantissimi (avevo la pelle d'oca quando li ho visti), e che consiglio a tutti, se ci si vuol fare un'idea di cosa volesse dire "punk" e "punx" negli anni 1980/1985: la raccolta dei numeri di Teste Vuote Ossa Rotte (la più bella fanzine punk del mondo, lo dicevano anche in America all'epoca!) e il libro dei/sui Contrazione, punx anarchici di Torino (un giorno vi racconterò quandodovecome li vidi dal vivo, gennaio 1984...). TVOR lo trovate solo su www.lovehate80.it, Contr*azione anche in libreria (edito da Nautilus, distribuito da Diest). Non riesco a descrivere le emozioni e i ricordi che mi assalgono nel legere questi due bellissimi libri. Il Punk ha cambiato (rovinato, forse, dirà qualcuno) la mia vita, il mio modo di ragionare/vedere le cose/le persone. In fondo in fondo, quell'energia vibra ancora, non se ne andrà mai. E mi mantiene giovane.

Sanguineti/Freud


Come forse sapete da qualche tempo organizzo incontri e presentazioni in libreria (e mi sta venendo l'esaurimento nervoso, ma pazienza). Ogni tanto "succede" qualcosa di emozionante e gratificante: martedì c'era IL prof. Sanguineti che parlava di Freud (150 anni dalla nascita) con lo psichiatra Rossi. Il Sangui ti ammalia, con la sua visione culturale, anche se parla di carciofi, voglio dire. Ma martedì ha stregato e soprattutto divertito (in maniera intelligente: la cultura vera non è noiosa!) un sacco di persone (quanti giovani!) , commentando un brano del "Disagio della civiltà". Un momento "alto" e memorabile. E poi, alla fine, brindare con lui alla fondazione di una società "groddeckiana", beh, sono soddisfe che ricompensano del mazzo che mi faccio. Altro che Effelunga!

lunedì 22 maggio 2006

Genova per noi


Ho passato un bellissimo pomeriggio ieri al Castello D'Albertis. Contenti tutti, bambini e adulti (eravamo io, Luana, Calogero, Mariella, Alessandro, Marika, Ivana, Matteo). E alla fine aperitivo a offerta a cura della Bottega Solidale: un genitore quasi perfetto. Il castello è bellissimo, e ancora meglio conoscere il personaggio D'Albertis, che mi ha fatto riflettere su come Genova sia un punto di partenza, mai di arrivo, sin dai tempi di Colombo. Una città affascinante ma ingrata e arida. Fuori i genovesi si fanno apprezzare, nella loro città c'è solo invidia e ristrettezza di vedute. Bisogna pensare ed agire globale, altro che. Vedi De Andrè, Paganini, Mazzini, Tenco, Lauzi...Lasciatemi tornare ai miei temporali, Genova ha i giorni tutti uguali...Durante la visita, la telefonata di Husker Diego: i Contrazione gli hanno regalato il librocd sentendo il mio nome e quello dei Contrattacco (1983, giù di lì). Quanta vita, c'è da impazzire...

venerdì 19 maggio 2006

Il "nuovo" governo


Come vedete, non parlo quasi mai di politica, sono un po' nauseato da giornali e telegiornali. Preferisco la politica che si fa davanti allo specchio del bagno, come dicevano gli Husker Du. E anche quella che si fa facendo la spesa, coi figli, sul lavoro, nella vita di tutti i giorni (diritti/doveri/servizi).
Ok, vediamo cosa combinano. E soprattutto vediamo come Prodi riesce a tenere insieme gente così lontana come Mastella e Pecoraro Scanio (wow, all'Ambiente, sta a vedere che mettiamo i pannelli solari, finalmente!). Questa armata Brancaleone comunque non è male, a parte il succitato Mastella e la odiosa Bonino, ma mi rendo conto che RP abbia dovuto "spartire". Vediamo cosa fanno di concreto, ora. Li aspettiamo tutti soprattutto su: evasione fiscale, legge Moratti, legge Biagi, ambiente, giustizia, calcio. E soprattutto ci aspettiamo subito una drastica riduzione di quei costi lussuosi tipo auto blu e cortigiani superstipendiati. Alla faccia di metà degli italiani. Facciamogli vedere come si diventa un paese "normale", europeo, moderno, colto ma divertente, tipo la Spagna, dai. Vediamo.

giovedì 18 maggio 2006

"Vendere l'anima"

E' uscito un libro con cui tutti quelli che hanno a che fare coi libri dovranno fare i conti: "Vendere l'anima. Il mestiere del libraio" di Romano Montroni (ed. Laterza).
Montroni è stato il direttore/creatore/trascinatore della catena delle librerie Feltrinelli, ora è andato alla Coop a formare i librai della neonata catena Librerie.coop. Che dire, non sono imparziale: Montroni mi ha assunto in F. nel 1994, è stato un grande motivatore, non dimentico la carica e l'entusiasmo che trasmetteva quando si aveva a che fare con lui in libreria. Questo libro rinnova passione-orgoglio-motivazione-umiltà, tutti valori necessari per fare il mio mestiere con soddisfazione, valori che M. mi trasmise a suo tempo, e per questo gli sarò eternamente grato. Poi non voglio sapere (non mi riguarda!) cosa abbia combinato nelle alte sfere, con manager, direttrici, editori. Posso solo dire che il suo libro mi ha dato nuova carica per il mio lavoro quotidiano. Lo consiglio comunque a chiunque abbia a cuore libri, librerie e librai, escludendo le parti più professionali-tecniche. In fondo c'è una riga di lettere-interventi bellissimi: Galimberti, Serra, Benni, Feltrinelli,Cerati, Calasso, Franco, Ferrero...Prefazione di Umberto Eco, scusate se è poco. Uno dei miei libri dell'anno, c'è poco da fare.