venerdì 20 gennaio 2006

Non si esce (vivi) dagli anni 80


In questi giorni sono ossessionato da "Two more years" dei Bloc Party e "Juicebox" degli Strokes, due grandi canzoni. Ma quanti anni 80, ovunque. Ben vengano Franz Ferdinand, Rakes, Maximo Park, Kaiser Chiefs, Interpol (grandi) ma ho un problema: sanno di "già sentito". Ok, sono vecchio, al liceo consumavo i vinili di Cure, Gang of Four, XTC, Jam, Clash, Stranglers, il primo Costello, Bauhaus, Joy Division...e il confronto non regge, per me. Ma perchè fare confronti? Forse bisogna accontentarsi dell'ispirarsi a quelle sonorità, quelle emozioni sono sempre attuali! O è solo una moda passeggera? Fra un po' recupereremo gli anni 90? E come, cosa? Per me il "botto", la sensazione di "novità originale" si è fermata a metà anni 80. C'è poco da fare, al cuore (delle orecchie) non si comanda. And love, love will tear us apart, again...

1 commento:

Anonimo ha detto...

avendo vissuto la mia adolescenza negli anni '90, li amo molto anche dal punto di vista musicale (ci sono canzoni legate a momenti speciali, che solo quando hai sedici-diciassette anni puoi provare). se devo parlare dei miei attuali gusti musicali, invece, gli anni ottanta e il periodo 77-78 sono la mia fonte inesauribile di emozioni. proprio poco fa ho ricevuto per posta (acquisti su ebay): living in darkness degli agent orange, still screaming-this side up degli scream e germfree adolescents degli x-ray spex. degli anni novanta salverei il grunge, tutta la scena legata alla lookout e alla epitaph (queers, screeching weasel, mr t experience, nofx, pennywise, rancid...) e un po' di scena alternative italiana (aferthorus, marlene, timoria, interno 17...). i gruppi di revival come strokes, maximo park, franz ferdinand ecc non mi piacciono per niente (gli unici che mi hanno colpito sono stati i libertines)
ciao
diego (husker)