venerdì 16 giugno 2006

Io sparisco, per un po'


Quasi una fuga, un mettermi in salvo prima di impazzire del tutto, tra il lavoro, la famiglia, il disco. Questa volta arrivo particolarmente impreparato alla partenza, ma mi lancio, vada come vada. Faccio il bis della Spagna dell'anno scorso, con tappa ad Avignone (ho imparato solo a dire "Mi dispiace, non parlo francese"). Tra l'altro in questi tempi è uscito un Manuale di sparizione della Castelvecchi, molto interessante. Per recuperare/essere se stessi bisogna sparire, esporsi il meno possibile? Mah. Per ora mi basta ricaricare le pile, e stare un po' sereno, leggero, e svegliarmi col sorriso, anzichè masticando preoccupazioni e bestemmie. Sono solo due o tre settimane all'anno, ma se non ci fossero sarebbero guai. Addio, mondo crudele. Ci risentiamo a luglio.

lunedì 12 giugno 2006

Il disco è pronto


Finalmente! Ho in mano il master del mio disco (all by myself, tutti gli strumenti, eccetto due assoli by Andrea Frascolla e Michele Ferrari, e una parte vocale by Francesca "Anais" Pongiluppi) sulle poesie di Pavese. Prossimi passi: iscrizione alla SIAE della musica, e spedizione demo a giornalisti/etichette, sperando che qualcuno mi aiuti a stamparlo. A me sembra bellissimo, obiettivamente, però... Questa estate ci sarà lo sbattimento-ricerca-produzione, poi in autunno (perchè è un disco struggentemente autunnale...), se non avrò trovato nessuno disposto a "investire" su queste canzoni, farò la solita autoproduzione casalinga, in vendita esclusiva da Disco Club. Non ho ancora deciso il titolo, e il referendum bandito via mail ha dato risultati molto eterogenei.
In anteprima i titoli dei brani/poesie:
Tu sei come una terra
Ti ho sempre soltanto veduta
Sei la terra e la morte
Come uno che si lasci cadere
The night you slept
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Last blues, to be read some day
Sono emozionatissimo, è un progetto a cui lavoro da anni, e non potete immaginare quanto mi sia costato, in tutti i sensi, non solo finanziario.
Il disco dell'anno, anzi della vita. Credo. Vediamo. Sarà l'ultimo?

mercoledì 7 giugno 2006

Like a Rolling Stone


Da un mesetto sono ossessionato dai Rolling Stones, quelli con Brian Jones, però. Dalla sua morte (uccisione?) in poi sono solo dei fattoni miliardari sgangherati, anche un po' coglioni (Keith che cade da un albero di cocco, l'altro giorno...). Li ascolto ogni mattina, 19th nervous breakdown, Child of the moon, Let's spend the night together... Hanno un che di ammaliante, sottilmente diabolico, ma estremamente vitale. Mick mi sa che ha fatto un patto col Diavolo veramente (a proposito, il giorno 6/6/06 non è successo niente di strano, mah). E Brian Jones è una di quelle figure di beautiful loser irresistibile, per me, come Syd Barrett, Nick Drake, Tim Buckley. Angeli caduti, sacrifici umani, vittime dei brutti e cattivi. Brian Jones è morto per i vostri peccati. E adesso nessuno è innocente. Ed ecco che arriva, ecco che arriva, il tuo diciannovesimo esaurimento nervoso...

sabato 3 giugno 2006

L'antipatia dei milanesi


L'elezione a sindaco della Moratti (una che sembra una preside bastarda a cui taglieresti le gomme) e una telefonata a un collega di Via Manzoni confermano il luogo comune che i milanesi siano degli stronzi antipatici presuntuosi arroganti. Certo, non tutti, ho degli amici stupendi che stanno a Milano, ma il problema è che quella città ti entra dentro, ti riempe di merda, col suo smog psicologico, il mito del profitto, del successo e dei soldi, la sensazione di essere nel centro del mondo, "a Milano c'è tutto". Non dimentichiamo che il Berlusca è il prodotto per antonomasia della milanesità. E come sono simpatici poi quando vanno in vacanza! Sarà per questo che sopra la prima galleria dell'autostrada arrivando da Milano c'è la scritta MILANESI TUTTI APPESI? Come mai scappano tutti nel weekend? Grazie al cielo (e agli Afterhours) "Milano non è la verità".