giovedì 31 agosto 2006

Le pagine della vita



Io: "Amico mio, non riesci a goderti la felicità che hai?" Lui: "Ma se mi bastasse tutta la felicità che ho non avrei - non avremmo - questa inquietudine, questa carogna addosso di vivere tutte le vite possibili". E finalmente ho riscoperto perchè il mio amico (e la maggior parte dei lettori) si legge così tanti romanzi/racconti, direi che ho capito il significato, il senso nascosto della letteratura, addirittura (bum). Io invece leggo pochissima fiction. Vivo faticosamente una vita sola, e la esamino/torturo/viviseziono (appunto) con libri di psicologia e filosofia, al limite un po' di poesia e musica. Le pagine della mia vita sono piene di note a margine ed errori rimarcati con la matita, segni rossi, segni blu. Sul mio diario do un voto a ogni giorno. Faccio crocette sugli obiettivi raggiunti, come se fossero test, prove di una vita vissuta. Ma a furia di rileggere/correggere/aggiungere le pagine si consumano. Potrebbero quasi lacerarsi, alcune, creare dei buchi. Devo leggere più narrativa, se voglio vivere un po' di più, o almeno un po' meglio. Ciao Aldo, grazie di esserci.

mercoledì 30 agosto 2006

Il vulcano Franco

(Immagine da www.nationalgeographic.com)
Quanti coming-out, questa estate, quanti scoop, quante rivelazioni, tutto intorno a me. Dichiarazioni d'amore, rinsavimenti, coming-out gay e bisex, revival, nostalgie, tradimenti, occasioni perdute per cambiare lavoro e vita, malattie, guarigioni...E io? Cosa mi è successo? Cosa ho combinato? Niente, tutto resta dentro, come un vulcano che prima o poi esploderà. Sono tutti cazzi vostri, amici miei: abitate a Pompei e non lo sapete :-)) Ma no, tranquilli, vi andrà bene: il vulcano si assopirà, giusto qualche borbottio di lava per ricordare al mondo che è sempre ancora vivo, sotto sotto, che crea, brucia, che quel fuoco non si è spento. Il tempo passerà, e il vulcano starà lì a guardarvi, senza passare alla storia, se non rimanere in ricordi tipo "Sembrava sempre che esplodesse, che venisse fuori, in qualche modo, e poi invece sempre niente". Anche sul lavoro mi hanno definito spesso un vulcano. Quanta energia sprecata, o mai utilizzata, o mai venuta fuori.

martedì 29 agosto 2006


Dai che ce la faccio anche quest'anno: sabato 2 traghetto per Porto Torres, destinazione Stintino. Vivo intere annate aspettando questa settimana: ho troppi ricordi (è dagli anni 70 che ci vado al mare, ho fatto le medie a Sassari), troppe emozioni, quei colori, il profumo della macchia mediterranea (cardi, mirto e ginepro), la sabbia delle Saline, l'acqua della Pelosa, i vecchi amici, i miei genitori (che stanno là tutta l'estate). Lo confesso: io mi sento sardo adottivo, è gente speciale, fiera e con un cuore e un'anima da giganti. Ci ho lasciato un pezzo di cuore, laggiù, è sempre là, e quando torno ricomincia a battere forte. Cuore sardo, cervello piemontese, anima irlandese, moglie genovese, lavoro milanese, spirito emiliano: Frankenstein!

sabato 26 agosto 2006

Le canzoni dell'estate

I versi di due tormentoni di questa estate dal clima bislacco riassumono bene i pensieri delle mie notti insonni a Paveto.
-"E' meglio una delusione vera di una gioia finta" (Neffa). Io ci aggiungerei il punto di domanda, però.
-"La vita che non spendi che interessi avrà?" (Ligabue, e nessuno mi tocchi il Liga: sarà tamarro/retorico, ma per me è un eroe).
In conclusione gli Afterhours: "Perciò io maledico il modo in cui sono fatto, il mio modo di morire sano e salvo, dove m'attacco, il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia quello che non c'è".
Non ho molto altro da aggiungere, vediamo al ritorno dalla Sardegna se sono più allegro.
PS La teribbile foto a fianco me l'ha fatta col cellulare mio figlio Matteo, 5 anni. Io sono ancora qui a picchiarmi con Winzozz 98, sic.

venerdì 25 agosto 2006

Cavalcare la propria tigre


"Ognuno di noi va a dormire ogni notte con una tigre accanto. Non puoi sapere se questa al risveglio vorrà leccarti o sbranarti. " Con questa metafora la saggezza antica cinese vuole ricordare la relazione che ognuno di noi ha con i propri limiti. Solo cercando di migliorarci costantemente possiamo renderci amica la nostra tigre, un quanto nessuno può evitare la peggiore e la più pericolosa di tutte le compagnie: noi stessi (Giorgio Nardone, ed. Ponte alle Grazie 2003).
Un piccolo grande libro, Cavalcare la propria tigre, uno di quelli che chiamo libri-miniera, da cui nascono un sacco di spunti, curiosità, rimandi. In questo caso le arti marziali, vari filosofi, la terapia strategica breve (www.centroditerapiastrategica.it, da cui è tratta l'immagine) che si esplica in psicosoluzioni pratiche, veloci ed efficaci, il concetto di liquidità di Bauman.
Quanto poi al migliorare costantemente, beh, lasciamo perdere va.

martedì 22 agosto 2006

Un sereno fancazzismo

A ferragosto Grillo sul suo blog (da cui è tratta l'immagine a fianco), domenica il Papa, lunedì Galimberti: da più parti l'allarme dell'incapacità di oziare, di indugiare nel riposo, nel nulla, nella meditazione, ossessionati come siamo dall'efficienza, dalla maledetta produttività, dai mutui e dalle tasse da pagare col lavoro, dalle cose da fare fuori dal lavoro per sentirci vivi e non solo macchine. Beh, non ditelo a me! Io e il mio prato "da meditazione" a Paveto, io e le mie "schienate" al mare in pagana adorazione del Dio Sole (non riesco a leggere in spiaggia: devo anzi voglio godermi il Grande Nulla).
Però è vero: la maggioranza (rumorosa) non è più capace di stare senza fare un belino, rifugge la cosiddetta Noia come uno spettro, si inventa attività hobbistiche o sportive per riempire il Vuoto dell'Esistere in sè, quello senza senso nè scopo nè vantaggio pratico- economico.
Il libro (a fianco) consigliato da Grillo è una delizia.
Diritto alla pigrizia! La vera rivoluzione è l'ozio! Viva il fancazzismo! Ora e sempre cazzeggio!

venerdì 4 agosto 2006

La terra dei cachi


Che estate storica, gente! No, non parlo dei Mondiali di calcio, parlo delle sentenze di Calciopoli e dell'indulto. Massì, volemose bene, che sarà mai, viva l'Italia, la terra dei furbi, furbetti e furboni, viva l'illecito, la delinquenza, il furto, la prepotenza, tanto poi qualcuno che ti perdona, tra la Chiesa e il condono, lo trovi sempre. Sull'indulto mi sono trovato vicino alle posizioni di Travaglio (ovvio) e Di Pietro, ma anche quelli di Lega e AN erano contro...Cosa succede? Non sono più di sinistra, forse? Allora sono andato su www.voisietequi.it per vedere dove mi collocavo politicamente: il risultato lo vedete nell'immagine (tranquillizzante). Provate anche voi, se non sapete più (come me) come definirvi in politica. Non andare più a votare mi dispiace, non mi sembra giusto (per poi lamentarsi). Però a furia di tapparmi il naso sto soffocando. Una bella boccata d'aria fresca mai eh? Amarezza. Fastidio. Amarezza. Fastidio. (ad libitum)

giovedì 3 agosto 2006

Viva la sincerità


Ho una gran voglia di chiudere il blog, perlomeno questo: mi espongo troppo, e non sono in condizione di parlare liberamente (e male) . Vado avanti fino al 31/12 e poi chiudo, e magari ne apro uno anonimo in incognito, visto che l'uomo è tanto meno se stesso quanto più parla in persona propria; dategli una maschera e vi dirà la verità. Questa non è mia, ma del caro vecchio Oscar Wilde, di cui ho riscoperto gli Aforismi di recente (una miniera, più che un libro). Senza dimenticare che un po' di sincerità è cosa pericolosa, molta sincerità è assolutamente fatale. E come dargli torto? Comunque anche in un blog anonimo è difficile tenere fuori la propria vita, a meno di fare quei pallosissimi blog di fiction letteraria. Quello che siamo/facciamo viene fuori, almeno io penso che farei una fatica boia a essere anonimo. Vi saluto e vi maledico tutti sulle adorate note di "I'm not like everybody else" dei Kinks...

Le inquiete notti d'estate


Ho ripreso in mano Il libro dell'inquietudine di Fernando Pessoa, più o meno lo faccio ogni 10 anni, e ogni volta mi emoziona/commuove in maniera diversa. Sarà il caldo, saranno i pensieri tormentati, i sogni a metà, ma dormo davvero poco, quest'estate. E mi leggo Pessoa, bel quadretto eh? E in queste notti un po' allucinanti penso in continuazione, sento in continuazione; ma il mio pensiero è privo di raziocinio, la mia emozione è priva di emozione! Da una botola situata lassù, sto precipitando per lo spazio infinito, in una caduta senza direzione, infinitupla e vuota. La mia anima è un maelstrom nero, una vasta vertigine intorno al vuoto, un movimento di un oceano senza confini intorno a un buco nel nulla, e nelle acque, che più che acque sono turbini, galleggiano le immagini di ciò che ho visto e sentito nel mondo: vorticano case, libri, casse, echi di musiche e spezzoni di voci in un turbine sinistro e senza fondo (pag. 33, ed. Feltrinelli del 1996). Tranquilli, non sto impazzendo, ma certe notti la mente vola.
Ci pensano poi la quotidianità, la gente, le notizie sui giornali, la politica, il lavoro, il mutuo, la proletarizzazione, a prendere a bastonate certe ali. Che però, doloranti e spennacchiate, la notte dopo volano di nuovo.