martedì 17 ottobre 2006

Cronologie e necrologi


In un recente sms a un mio amico ho scritto cronologi anzichè necrologi, bel lapsus freudiano, dopo un funerale della mamma di un mio amico. Eh sì, la Chiesa, o perlomeno alcuni riti da lei gestiti, scandisce la cronologia delle nostre vite, e degli incontri con facce note e amate. Va un po' a periodi : c'è stato il periodo degli addii al celibato, il periodo dei matrimoni (e poi ognuno a casa sua, scomparso), il periodo dei battesimi. Adesso è il periodo dei funerali, bisogna cominciare a tener d'occhio i necrologi sul giornale, cosa che ho sempre evitato/detestato. Una specie di bollettino di guerra: a chi tocca adesso? Inutile toccarsi i balot, ora cominciano a mancare i più vecchi (i genitori). Cercando di continuare a ridere, almeno sorridere, mentre il conto alla rovescia procede. Che angoscia, eh? Ma no: forse è l'occasione per apprezzare maggiormente quelloche si è/si fa/si ha. E per non rovinarsi la vita con delle stronzate irrilevanti. Sperando di tenerci in forma per il prossimo periodo di matrimoni: quelli dei figli (per chi li ha fatti). La clessidra in silenzio, intanto, si svuota... Macabro? No: solo un po' di coscienza storica. Tutta salute. Mentale.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

oi franco se domani sei da feltrinelli ti porto contrattacco. passo in mattinata.
ciao
diego husker "makes no sense at all" du...

Arimondi ha detto...

Deve essere proprio radicato nel nostro DNA italiano il fatto che alla fine ci si trova spesso in chiesa. Anche a me è capitato questo fine settimana di riunire persone care che non vedevo da anni in un'occasione religiosa (che per fortuna non era un funerale ma l'inaugurazione di una piccola cappella votiva restaurata). Pur con tutto lo scetticisimo che ci portiamo dentro, si può dire che siamo circondati. Spesso ciò ci rassicura un pò e ci diciamo (almeno a me capita di dirmi) che c'è molto di peggio.