domenica 30 dicembre 2007

Memorabilia 2007


Tradizionale post-fiume di fine anno (per i curiosi i precedenti sono qui e qua), tempo di bilanci, resoconti, classifiche e memorabilia. Invito i miei frequentatori a postare o mandarmi via mail le loro liste di fine anno. I buoni propositi, le speranze e il futuro nel post del 1° gennaio. Ordunque...
-I dischi più ascoltati (in ordine sparso):
Dream Syndicate, Ghost stories
Elisa, Soundtrack 96-06
Placebo, Meds
Air, Pocket symphony
Editors, An end has a start
AA.VV., The Trojan dub box set
Waterboys, Room to roam
The Doors, tutto
U2, tutto
Husker Du, Warehouse
PJ Harvey, White chalk
Social Distortion, tutto
Housemartins, tutto
Stray Cats, Rant'n'rave
Mùm, And finally we are no-one.
-Le canzoni più "significative", per una commovente compilation (in ordine cronologico):
Elisa, Gli ostacoli del cuore
Colplay, Fix you
Stooges, Gimme danger
Giorgio Gaber, L'illogica allegria
Police, Walking on the moon
Germs, Land of treason
Placebo, A song to say goodbye
Cure, Untitled
Smiths, There's a light that never goes out
Prefab Sprout, Appetite
Niccolò Fabi, Offeso
Editors, The weight of the world
PJ Harvey, Dear darkness
Social Distortion, Winners and losers
U2, Sometimes you can't make it on your own
Elisa, Qualcosa che non c'è
Talking Heads, Once in a lifetime
-Letti 35 libri (come l'anno scorso). Quelli che mi sono piaciuti di più sono stati:
Galimberti, L'ospite inquietante
Adorno, Minima moralia
Steiner, Dieci (possibili) ragioni etc.
Hillman, Puer aeternus
Debord, La società dello spettacolo
Franco, Usodimare
Curcio, Rumore di carta
Cioran, Confessioni e anatemi
Blush, American punk hardcore
Schopenhauer, L'arte di invecchiare
Dickinson, Sillabe di seta
AA.VV., Pillole situazioniste
-I programmi più guardati e apprezzati alla TV:
I Simpson
Brand:new (MTV)
Desperate housewives
Parla con me (Dandini)
Che tempo che fa (Fazio)
Nip/Tuck
Decameron (Luttazzi)
il TG3 delle 23
Anno zero (Santoro)
Punkzone (Rock TV)
-Visti 53 film (+16>2006!), di cui "ben" 5 al cinema (se mi tenete voi i bambini ci vado più spesso, ok?). I preferiti sono stati:
Una canzone per Bobby Long
Walk the line (Johnny Cash)
Little Miss Sunshine
Caterina va in città
The departed
The Simpsons
la saga del Padrino
The commitments
Spiderman 3
Young @ heart
Matchpoint
Anche Libero va bene
-Reparto Alimentari:
Red Bull
il pane fatto da mia moglie
caffè solubile e latte
i panini del Gallese
le more di Paveto
gli stick della Cameo
la pizza surgelata del discount
la trattoria "del Genoano" in piazza delle Erbe
le pizzette del forno di Sestri
la pizzeria Borgo antico a Sestri
-Magic moments (in ordine cronologico):
serata milanese con Adolfo
Giovanni Allevi live con mio figlio
settimana bianca a Pejo
fare musica a casa con Andrea
gita di famiglia a S. Apollinare (sopra Recco)
26/4, such a perfect day
le riunioni dei vecchi amici Caccalli
le due settimane in Spagna
andare per boschi a Paveto
la Sardegna e i Sardi
i 90 anni di nonna Luisa
Aldo a Genova
uscire "da soli" con mia moglie
sentire di non essere solo, grazie a chi sa perchè
-Raggiunti 39 obiettivi su 57, non male. Dei 18 rimanenti molti me li porto dietro da tanti anni, ma non ci rinuncio. Non ancora.










sabato 29 dicembre 2007

Rumore di fanzine

I più anziani di voi si ricorderanno di quando non c'era Internet per veicolare/pubblicare le proprie idee/passioni/cazzate varie. A quei tempi i più determinati mettevano su, o per meglio dire si autoproducevano una fanzine: fotocopie e fotocopie di collage di foto e articoli, per riassumere il format. Il mio amico-blogger Husker ha pubblicato questo libro che secondo me è molto importante perchè oltre a raccontare la storia e l'evoluzione delle fanzine (o punkzine) fa una bella panoramica d'insieme di tutta la faccenda punk in Italia (storia, dischi e cassette, interviste a personaggi, bibliografia). Insomma, anche se Diego si schermisce, questo è un libro fondamentale per sapere cosa sono stati il punk e l'hardcore in Italia. Che io sappia non esistono libri più completi sull'argomento.
Complimenti, e grazie! Un onore comparire nei credits!
PS Fa un certo effetto vedere sulla copertina e a pagina 70 la fanzine dei Contrattacco di Genova (chi se li ricorda?)...

PPS Se non lo trovate nelle librerie della vostra città (a Genova si trova) contattate l'editore qui.

venerdì 28 dicembre 2007

Il tempo malato

Quanto è lunga una giornata, se non si fa niente. In questi giorni di nulla malato sono rimasto impressionato dalla diversa percezione del tempo a seconda di quello che si fa: una giornata è lunghissima! Abituato al rotolare delle ore sul lavoro, avevo perso questa percezione (che recupero in genere in vacanza al mare). Qualcuno dice che il tempo vola quando si fa qualcosa che piace, che "ci prende". Qualcun altro invece sente che il tempo vola quando sei preso sì ma da attività frenetiche e forzate (come il lavoro) o da situazioni di emergenza. Io in questi giorni di inattività forzata ho constatato come sia lentamente brutto vedere il tempo e la vita che passano senza di te, e non perchè te ne vuoi tirare fuori/escludere, come spesso si desidera, ma perchè non sei in grado di fare/essere niente, se non un peso (che cala) e una preoccupazione (se hai qualcuno che ti vuole bene). Rispetto, stimo e ammiro molto i cosiddetti volontari che passano il loro tempo (appunto) facendo compagnia ai malati gravi lasciati soli negli ospedali. Temo che non sarò mai (non troverò il tempo di essere) così forte e altruista, ma mai dire mai.

giovedì 27 dicembre 2007

La notte del vomito


E' veramente deprimente e squallido quando il corpo (inteso come viscere, cacca, schifezze varie) ha il sopravvento su qualunque pensiero, quando si sta male. Era già dal 24 che mi sentivo strano, e mio figlio era stato male. Il malessere è esploso la notte tra il 26 e il 27, ogni ora un pellegrinaggio alla tazza per vomitare abbestia. Che schifezza. Mattina e pomeriggio passati schiacciato a letto (se mi sollevo vomito!), senza riuscire a fare/pensare alcunchè.
Ci tenevo a rendere nota ai miei amici la mia situazione vomitevole: la nostra è quella che si dice un'amicizia viscerale.......

mercoledì 26 dicembre 2007

Once in a Lifetime

"Same as it ever was, same as it ever was..."

Il panorama dentro di me


Spiaggia delle Saline, Stintino, Sardegna, estate 2007: "Quando, osservando un vasto panorama, mi rendo conto che si forma in quanto le funzioni del mio cervello - tempo, spazio e causalità - vengono applicate a certe macchie che sono sorte sulla mia retina, allora sento che quel panorama lo porto dentro di me, e in quel momento l'identità fra la mia essenza e l'intero mondo esterno mi diventa più che mai tangibile" (da L'arte di invecchiare di Arthur Schopenhauer, ed. Adelphi). Il problema, il brutto è che questa identità non mi è affatto tangibile, per molto, troppo tempo, troppe volte, troppi giorni. And you may ask yourself: Well, how did I get here? Letting the days go by...(Talking Heads, Once in a lifetime)

martedì 25 dicembre 2007

Metropolitana con vista


Che strana città, Genova. Questa è la vetrata della mia fermata della metropolitana (Dinegro). Già, perchè si da il caso che a Genova la metro sia allo stesso livello sul porto: quella che si vede tutta deformata è la sagoma di un traghetto che mi potrebbe portare nella mia amata Sardegna. O chissà dove. Due caratteristiche essenziali della genovesità: una struttura urbana in verticale anzichè in orizzontale, e l'avere sempre negli occhi e nella testa quella idea un po' visionaria di un mare, di un altrove, di uno spazio libero. Moltissimi genovesi dicono "Non potrei vivere in una città senza mare". Avere quella visuale fa parte della loro impostazione mentale. Aggiungete un forte vento costante, l'attitudine al lamento vittimista e sarcastico (il famoso mugugno) e capirete che in questa città sono tutti un po' matti, anche solo per adattarsi all'ambiente. Eppur parenti siamo un po’ di quella gente che c’è lì che in fondo in fondo è come noi selvatica, ma che paura che ci fa quel mare scuro che non sta fermo mai. Ma quella faccia un po’così, quell’espressione un po’così che abbiamo noi mentre guardiamo Genova, ed ogni volta l’annusiamo e circospetti ci muoviamo, un po’ randagi ci sentiamo noi (sottoscrivo ancora, dopo 25 anni che ci vivo, queste parole di Paolo Conte).

lunedì 24 dicembre 2007

Bello fare regali


Come adoro mia moglie che comincia a fare i regali di Natale a fine novembre, scegliendo con cura e amore, impacchettandoli personalmente. I suoi regali sono proprio gesti di amore/amicizia. Se non diventa un dovere stressante, è una gran bella cosa fare regali, non solo a Natale. Anche leggendo questa riflessione di Galimberti postata da Filippus. Il problema è che io sono sempre sotto pressione sul lavoro (un libro è sempre uno dei regali più belli che si possa fare), e arrivo sempre a pezzi alla notte fatidica sia fisicamente che a livello nervoso. Ma ogni anno il Natale è per tutti simbolo di vita che fiorisce nel grembo oscuro della storia (avete letto il bel pezzo di Ravasi sull'inserto domenicale del Sole 24 ore di ieri?). No, non sono in crisi mistica. Ma se facessi un altro lavoro mi piacerebbe tanto il Natale. Adesso scappo: devo lasciare il latte e i biscotti per Babbo Natale...

domenica 23 dicembre 2007

Arrendersi è cominciare a morire


E' così dappertutto. Sono tutti uguali. Non cambierà mai niente. Ecco le frasi che mi fanno irrigidire. Il fatto che la stragrande maggioranza delle persone e delle organizzazioni (aziende, partiti, umanità assortita) si comporti e pensi in un modo che non apprezzo nè condivido non giustifica una arrendevolezza, una rassegnazione. Quando mi sentirete dire certe frasi vorrà dire che mi sono arreso, che ho perso ogni speranza/fiducia, che ho cominciato a morire (dentro). Esiste un altro modo di fare le cose di tutti i giorni, di ragionare, di lavorare, insomma di vivere. Un'altra vita, migliore, più bella (in tutti i sensi) è possibile. Le alternative esistono, o perlomeno ce le possiamo inventare. NON viviamo in un brutto posto destinato al disastro ecologico, circondati da gente tutta cattiva allo stesso modo, inseriti in situazioni tutte uguali. Questa è la mia forma di fede laica, una specie di amore/fiducia/speranza, la mia forma di impegno sociale e politico, il mio essere ottimista/progressista/riformista, in un certo senso. Credo nel potere e nella volontà che ho di cambiare e migliorare, le persone e le cose, oltre a me stesso. Quando avrò la sensazione che "non c'è più niente da fare" inizierà la mia sigla finale. Senza titoli di coda. Toglierò il disturbo.

sabato 22 dicembre 2007

Comandare per fottere

La telefonata intercettata fra Berlusconi e Saccà resa pubblica l'altro giorno (e invito tutti ad ascoltarla qui, è un'esperienza illuminante) si commenta da sè. Quello che volevo rimarcare è che tante, troppe persone hanno trovato normale e prevedibile questo tipo di comportamento, soprattutto dopo aver visto le immagini della raccomandata che serviva ad avere la maggioranza. Come si suol dire: il famoso carro di buoi è sempre fermo inutilizzato, rispetto al mitico Pelo che tutto trascina e muove. Insomma, d'accordo che 'sti politici spesso sono brutti e sfigati (ma ve lo ricordate Mele?) e quindi si tolgono delle soddisfazioni grazie al loro potere, ma quello che mi deprime è la comprensione se non la simpatia e l'invidia che suscitano nei loro elettori e nella gente comune, che anzi sogna nascostamente di essere come loro. Persino le donne! Se fossi stato una femminista delle battaglie degli anni 70 sarei disperato, davanti a questa folla di prostitute orgogliose che affolla gli schermi tv. Non sono moralista, ma tutta questa gente quali valori ha in comune con me? E soprattutto: come faccio a sopportarli e ad averci a che fare? Su quali basi si poggia il mio rapporto con questa preoccupante folla di persone? Sono circondato: sono ovunque, sono la metà dei miei connazionali. E non li trovo più nè simpatici nè divertenti. Ma non ho scampo.

venerdì 21 dicembre 2007

martedì 18 dicembre 2007

Più giovane di ieri

Due botte di autostima.
-Ieri sera in pizzeria con i compagni di classe di Matteino i genitori (si conoscevano tutti fin da ragazzi) ricordavano le loro peripezie e i loro imbarazzanti look da giovani. E io? "Tu sei sempre uguale", "Ma tu sei un papà alternativo". Erano complimenti (non sono invecchiato) o mi compativano (sono patetico ancora con basettoni+mosca e i Social Distortion in autoradio)?
-Rivista dopo tanti anni una tipa che mi spezzò il cuore nel 1986, causando il leggendario "macigno" e la scrittura di memorabili canzoni dei Lost come Tonight e Goodbye. Mamma mia, una vecchia marcia! Ok, ha tre figli, una gioventù spericolata a base di alcool-fumo-modificatori di coscienza, ma io sembro suo figlio, giuro. Così impara a lasciarmi nel culmine del mio amore.
Insomma, mi sto conservando discretamente, finchè non arriva la brizzolatura traditrice, o una frana improvvisa. Per ora cammino con apparente disinvoltura sulle sabbie mobili del tempo che passa.

Young@heart - I wanna be sedated (Ramones)

Dedicato ai miei vecchi amici con cui ho condiviso la passione per i Ramones che hanno apprezzato il mio racconto del mio primo concerto, nel 1980 (Ramones, Milano). Gabba gabba hey forever!

lunedì 17 dicembre 2007

Il film di Natale


Per sdrammatizzare il periodo prenatalizio, le mie crisi mistiche e l'isterismo-regalo di massa, cercate di vedere da qualche parte Babbo bastardo. Cinismo, scorrettezza verbale e spirituale, e un film che non dimenticherete per tutta la vita. Un mito, perdente e nobile, cattivo e buono allo stesso tempo. Più buono (coglione) che cattivo (stronzo). Come i frequentatori del mio blog. Buon Natale!

domenica 16 dicembre 2007

La fede e la salute



Oggi voglio scrivere due banalità assolute, due semplici constatazioni di fatto, che mi attireranno qualche fulmine nei commenti.
1. Chi ha una Fede ha una marcia in più, più forza, più speranza, più luce. Il credere a un aldilà, a un Essere superiore, all'esistenza dell'Anima, rende sicuramente la vita, soprattutto quando è brutta e difficile, più vivibile, più magica ed emozionante. Qualcuno dice: come una droga (il famoso oppio dei popoli). Sia quel che sia, anche se ci sono i fanatici, gli antipatici e gli intolleranti, la differenza fra materialisti e credenti è evidente. I credenti sono più sereni.
2. La salute prima di tutto. Oggi sono stato malissimo, a letto tutto il giorno distrutto da maldipancia/nausea/malessere diffuso (credo sia una cosa virale che sta girando). Non mi sono goduto niente, non sono stato in grado di fare alcunchè sia dal punto di vista fisico sia di quello intellettuale. Altro che paturnie, depressioni, turbamenti esistenziali, crisi di mezz'età. Se stai male non ti fai altri problemi, non te li puoi permettere.
La constatazione 1 anela/rimpiange una spiritualità, la 2 si arrende a un'evidenza che di spirituale ha ben poco. Una brutta giornata fatta di paradossi, oggi. Una vita di contraddizione e incoerenza, forse. Se non altro posso dire di aver santificato la giornata di festa...

sabato 15 dicembre 2007

Il libraio del futuro?


-Papà, da grande voglio fare il tuo lavoro!
-Eh, chissà se esisterà ancora il mio lavoro!

Non voglio parlare del mio lavoro sul blog, rischio di fare delle frittate. Non posso però non segnalare l'esistenza dei Libromat e di Kindle, e comunicare una sottile inquietudine per il mio futuro professionale. Tutto qui.

-Si ricordi che siamo tutti necessari ma nessuno insostituibile (mi diceva la mia direttrice, 20 anni fa. La sua libreria in compenso ha chiuso i battenti, tiè).

venerdì 14 dicembre 2007

Come se vedessi solo il sole


Ieri notte ho visto lo special su Elisa su ItaliaUno (concerto del nuovo cd + intervista). Il mio 2007 è iniziato sulle note degli Ostacoli del cuore e si conclude con quelle di Qualcosa che non c'è, le cui parole mi hanno fatto pensare, preoccupare, commuovere. Io ho una vista mozzafiato dal mio balcone, ma non me la godo, non ne sono contento, come se non fosse lì per me, come se non avesse importanza. E quando parlo di panorama e prospettiva intendo traslando anche futuro e speranza. Ho aspettato a lungo qualcosa che non c'e, invece di guardare il sole sorgere. E miracolosamente non ho smesso di sognare, e miracolosamente non riesco a non sperare. E se c'e un segreto è fare tutto come se vedessi solo il sole. Parole sacrosante: il problema è che non riesco a vedere solo il sole, anzi, certe mattine non lo vedo neanche all'alba, molto spesso non colgo la Bellezza che rende meno squallida la vita.
A parte le mie paturnie, grande artista e grande persona, Elisa.
Tutto questo tempo a chiedermi cos'e che non mi lascia in pace. Tutti questi anni a chiedermi se vado veramente bene così, come sono, così.

giovedì 13 dicembre 2007

The Doors - Love Me Two Times

In questo mese sta uscendo in edicola l'intera discografia su cd dei Doors a 7 euro e 99. Avevo già i dischi di vinile, ma non ho resistito. Dedico questo video ai Tupelo e alla mia ormai leggendaria "cugina vagabonda" Chiara. E a mia moglie Luana, per come ama questa canzone e me.

mercoledì 12 dicembre 2007

Chiedi chi erano i Tupelo Twins


Ieri Wilson ha rispolverato questa foto: un tuffo al cuore. Penso che risalga a 17 anni fa. Che belli che eravamo. I TT erano un grande gruppo di cover che riuscivano a rendere rock'n'roll qualsiasi canzone. Nati inizialmente come tributo al Re del R'n'R, Elvis, nato a Tupelo (il suo gemello morì), i TT iniziarono a spaziare: Bo Diddley, Chuck Berry, Beatles, Stones, Animals, Doors, Hendrix, Dylan, Clash, U2, Soft Cell (Tainted love, ovvio)...il tutto nel nome del rock'n'roll, ossia energia, divertimento, casino, ma con stile. Pi al basso fretless, An alla Fender "Keith Richards", Ez alla Gibson "free jazz", At all'armonica a bocca (nonchè imbonitore e idolo delle folle, ogni volta) e FZ alla voce e batteria in piedi alla Stray Cats. Per un po' ci furono anche The Barba (chitarra) e l'Orco Infricciatore (basso). Fichissimi. Quaalude, Mister Do, Coccodrillo, Alassio, Loano...Ogni concerto si trasformava in una festa, a volte delirante: eravamo una vera party-band (feste di laurea degne di Animal house, travolgenti Louie Louie mixate a Vicious e Wild thing). Solo due pezzi originali: "One gin, three beers and my highway" e "Sunday morning blues" (che titoli eh), con cui vincemmo un concorso a Videomusic (!). Cosa rimane? Tanti bei ricordi, e il Rock'n'roll che, come direbbe Wilson, scorre ancora silenziosamente nel sangue e ci fa sentire vivi e migliori, alla faccia del colesterolo e dei fighetti che ci circondano. Dopo questo post pioveranno le richieste di reunion, ma non se ne farà niente: ogni cosa ha il suo tempo, le nostre vite sono molto cambiate e impegnate, e i TT resteranno una piccola leggenda metropolitana, per chi li ha visti e vissuti...and I feel so good and young, babe, I don't think I will get old...

lunedì 10 dicembre 2007

La chiusura di Decameron


"Come faccio a sopportare la chiusura di Decameron? Penso a Giuliano Ferrara in una vasca da bagno, con Berlusconi e Dell'Utri che gli pisciano addosso, Previti che gli caga in bocca e la Santanchè in completo sadomaso che li frusta." (http://www.danieleluttazzi.it/) Brutta storia, brutto mondo.

Perchè leggere


Mi hanno colpito e mi sembrano importanti, anche per il lavoro che faticosamente faccio, tra l'altro, le seguenti parole:
"Chi vive, vive la propria vita. Chi legge, vive anche le vite altrui. Ma poiché una vita esiste in relazione con le altre vite, chi non legge non entra in questa relazione, e dunque non vive nemmeno la propria vita, la perde. La scrittura registra il lavoro del mondo. Chi legge libri e articoli, eredita questo lavoro, ne viene trasformato, alla fine di ogni libro o di ogni giornale è diverso da com'era all'inizio. Se qualcuno non legge libri né giornali, ignora quel lavoro, è come se il mondo lavorasse per tutti ma non per lui, l'umanità corre ma lui è fermo. La lettura permette di conoscere le civiltà altrui. Ma poiché la propria civiltà si conosce solo in relazione con le altre civiltà, chi non legge non conosce nemmeno la civiltà in cui è nato: egli è estraneo al suo tempo e alla sua gente. Un popolo non può permettersi di avere individui che non leggono. E' come avere elementi a-sociali, che frenano la storia. O individui non vaccinati, portatori di malattie. Bisogna essere vaccinati per sé e per gli altri. Perciò leggere non è soltanto un diritto, è anche un dovere. Nelle relazioni tra i popoli, la prima e più importante forma di solidarietà è dare informazioni: mai l'altro dev'essere convertito alla nostra supposta superiorità, ma sempre messo in condizioni di scegliere tra le sue informazioni e le nostre. Quando una cultura si ritiene nella fase di superiorità tale che tutte le altre culture devono apprendere da lei, per il loro bene, e lei non può apprendere da nessuna, comincia la sua decadenza."
(Ferdinando Camon. Tratto da Tenebre su tenebre. Quando Dio si vergogna degli uomini e gli uomini si vergognano di Dio. Saggi. 368 pagine. € 18.00 (Lire 34853) ISBN 881159797-8. Editore Garzanti)

domenica 9 dicembre 2007

Distorsione sociale

Vincitori e perdenti, giro le pagine della mia vita. Siamo noi a supplicare e a scegliere, in tutte le battaglie e i conflitti. Non ho motivo di girare la testa e guardare da un’altra parte. Siamo buoni e cattivi, quale dei due sarò oggi? Ci sono santi e peccatori. La vita è un gioco d’azzardo e tu potresti perdere. Ci sono codardi ed eroi. Entrambi sanno come infrangere le regole. C’è chi ama e chi odia. I forti e i deboli avranno tutti il loro giorno. Siamo diavoli e angeli, che cosa sarò oggi?
Sei felice adesso di tutte le scelte che hai fatto? Ci sono momenti nella vita in cui sai che avresti dovuto rimanere? Farai dei compromessi per poi realizzare che il prezzo da pagare è troppo alto? Vincitori e perdenti, che cosa sarai tu oggi? C’è una luce e una parte oscura all’incrocio là dove ci incontreremo. Là ci sono profeti e stupidi. Le bugie e la verità saranno ai nostri piedi. Non ho ragione di girare la testa e guardare da un’altra parte. E’ paradiso e inferno qui, che cosa vivrò oggi? (Winners and losers, Social Distortion)

Mike Ness è una specie di eroe maledetto, un punk sopravvissuto all'autodistruzione che ha saputo far sua la tradizione country americana migliore (Johnny Cash e Hank Williams). Un grande personaggio e musicista che mi ha fatto conoscere ed apprezzare a fondo il mio amico Claudio, fan-collezionista assoluto ("Ci ho tutto!"). Non a caso è ammirato e citato da Springsteen, Neil Young, Mick Jagger...Se vi piace il rock'n'roll suonato da punk con malinconia dark-country andate subito alla scoperta dei Social! Il testo che ho tradotto forse suona retorico, un po' troppo amerikano (l'ossessione del dualismo e della vita come vittoria/sconfitta), ma vi assicuro che cantato da Michelino è molto credibile (ha avuto una vita lui...). E io? Which one will I be today?




sabato 8 dicembre 2007

Natale è sempre Natale


Tutti gli anni la stessa storia, da quando lavoro in libreria (da 20 anni). Sono sull'orlo dell'esaurimento. Posso anche postare pari pari il post di un anno fa, il seguente:

"Odio il Natale. Così come odio le feste comandate in genere: capodanno, befana, carnevale, pasqua+etta, ferragosto, le abolirei tutte. Sono solo pretesti per spendere o far spendere soldi ed energie. Sarà un caso se il numero dei suicidi aumenta alla fine dell'anno, vuoi per l'ansia consumistica, la mancanza di una famiglia alla Mulino bianco, e poi è tempo di bilanci. Tutti nervosi e di fretta. Da ragazzo risolvevo con abbuffate e bevute, ora non posso più, con moglie astemia e due figli, sai che spettacolo. Odio l'ansia da regalo (che tanto mi riduco sempre all'ultimo giorno), e poi soprattutto il lavoro da me diventa esasperato, furioso, da esaurimento. Ogni anno lo stesso pensiero: non vedo l'ora che sia il 7 gennaio!".

Come cantavano i grandissimi Specials: Nothing ever change, oh-oh-oh...

venerdì 7 dicembre 2007

Canzoni, serate, risate


A proposito di musica>ricordi/emozioni: l’altra sera al tramonto in auto Radio Babboleo Suono (solo anni 70 e 80, molto meglio di Radio Nostalgia) mi ha messo KO con la seguente scaletta: Back on the chain gang dei Pretenders, Sexy+17 degli Stray Cats, e poi colpo basso con Wishful thinking dei China Crisis, e mazzata-macigno finale con A warm summer night degli Chic (lentazzo che chiudeva le serate della discoteca Life di Mirabello Monferrato, 27 anni fa, gulp). Questi lenti-da-fine-serata sono delle leggende metropolitane, veri e propri inni alla Ennesima Sconfitta (dicesi anche Conferma di Sfiga). Non ero certo un discotecaro, ci si andava giusto per fare gli scemi in compagnia, con l'aiuto di un Cuba Libre o un Negroni. Ma chi non ricorda echeggiare funestamente le note di Careless whisper di George Michael (come odiavo quel sax!) alle tre di notte al Diva di fine anni 80 di piazza Tommaseo…e poi tutti alla Vacca Rosa e dal Lercio a distruggersi lo stomaco di porcherie…Che tempi! Però sorrido nel ricordarli, anche senza rimpiangerli, chissà perché…ah già: perché mi divertivo. Perditempo, perdigiorno, coglione, scemotto, ma mi facevo certe risate! E ridere di gusto (de panza) fa un gran bene, al corpo e alla mente. Certi giorni adesso ho un sorriso che sembra una ferita, altri una crepa, altri una contrazione involontaria. Riiidi pagliaaaaccioo

giovedì 6 dicembre 2007

A volte serve un futuro


Si vive meglio un giorno alla volta, facendo del proprio meglio, traendone il meglio possibile chè doman non v'è certezza, a testa bassa sulle piccole cose, o con un futuro davanti, una prospettiva, un traguardo? Sono stato sempre scarso in obiettivi e loro perseguimenti, e tutte le filosofie/psicologie sedicenti positive consigliano di apprezzare (accontentandosi) quello che si ha e si fa nel modo più sereno possibile. Io però sono in un momento (sarà la famosa "crisi di mezza età"?!) in cui sento un bisogno quasi fisiologico di avere e pensare il mio futuro, sia professionale che privato. Sapere o capire dove sto andando, se sto andando da qualche parte, o sto camminando in cerchio sulle sabbie mobili. Nel privato me la cavo con famiglia e figli, che danno un senso, una nobile giustificazione, a tutta questa fatica/noia. Ma quello è il Loro futuro, sto facendo del mio meglio per loro. E per me? Devo rassegnarmi a pensare che sono loro il mio futuro, e io, come individuo, non ne ho più?
Libri, dischi, chitarre, Tai Chi, fotografia, internet, carriera, palestra, sesso, sport estremi...ognuno ha il suo salvagente. Ma ogni salvagente si sgonfia, lentamente, inesorabilmente, col tempo. Io è così che ho imparato a nuotare da bambino: a un certo punto il salvagente era talmente sgonfio da essere inutile. Tanto valeva nuotare senza.

mercoledì 5 dicembre 2007

Tori Amos - Enjoy the Silence

Meravigliosa versione del classico dei Depeche. Tori Amos è una grande. Io no: devo imparare a godermi il silenzio più spesso.

Communication breakdown


No, non mi riferisco ai Led Zeppelin (della cui reunion non mI può fregare de meno). Un post (appena cancellato) sul mio vecchio amico LT, su come si riesca a migliorare/cambiare la propria vita anche a 44 anni, ha scatenato un putiferio, un dibattito sulla privacy e sulla netiquette, dato che avevo scritto i nomi di L e dei suoi famigliari. Teotrash ha chiuso il suo blog, e anche io ci ho pensato perchè mi sembra di essere in una specie di corto circuito comunicativo. Wilson mi manda una mail, e non capisco cosa vuol dire. E per finire ho appena ricevuto una mail di LT che mi dice di non postare la sua vicenda per "riservatezza", aiuto!! Boh, sono molto confuso e perplesso. Per fortuna qualcuno mi ha incoraggiato a non mollare (Andrea, Mik, L'Assente), però cazzarola quanti problemi. Io che volevo solo fare dei complimenti all'amico e trarne una lezione. Tra l'altro anni fa ho avuto un casino col blog, peccando in sincerità e facendo nomi e cognomi. Da allora conto fino a 100 prima di postare alcunchè. E non mi va neanche l'idea del blog anonimo con nick tipo porcozìo.blogspot.com in cui sparare merda, giudizi e sentenze "di nascosto"...OK la pianto qui: chiedo ufficialmente scusa a chiunque si sia sentito "maltrattato", abusato, incompreso, non era mia intenzione. Però com'è difficile comunicare! E come avevano ragione i Depeche con Enjoy the silence...

sabato 1 dicembre 2007

Il ricordo di G


Oggi, giornata mondiale dell’AIDS, il mio pensiero va a G, un mio amico morto di AIDS tanti anni fa. G per la nostra "compagnia" era una leggenda vivente: il più bello di tutti, era uscito dall'eroina, dopo anni di casini e comunità, si era sposato una sex bomb a Torino (un matrimonio indimenticabile con lancio di colombe e orchestra-una portata-un giro di ballo), aveva un lavoro discreto, una bella casetta. Un idolo. Ci perdemmo di vista, presi dal tran tran lavoro-casa-moglie. Poi il disastro, forse il destino. La malattia è venuta fuori, G ci è ricascato (non so se prima o dopo la notizia), insomma si è eclissato, sparito, consumato. Mi rimangono dentro indelebili il suo sorriso (che mi riscalda come un tiepido sole di ottobre) e la sua scomparsa (che mi raggela come un tagliente soffio di tramontana a novembre). Quando seppi della sua morte ero in libreria, ricordo che mi chiusi in bagno a piangere come un ragazzino, senza più santi né eroi, un po’ più cinico, solo, triste e vecchio di prima.

venerdì 30 novembre 2007

Produci, consuma, crepa


"Produci, consuma, crepa". Se c'è una scritta sui muri che mi angoscia è proprio quella. La vedo tutte le mattine mentre porto i miei due figli a scuola. La sensazione di essere una specie di tubo digerente: produco merda, mangio merda, e poi alla fine sono troppo vecchio e stanco, e crepo. Una macchina da soldi (per qualcun altro!), nel mio piccolo, un oggetto (o anche soggetto) inutile alla società e al mondo in genere, nonchè a me stesso.
Grazie a chi scrive certe cose (anzichè "Doria/Genoa merda").
Ecco perchè prolifera il volontariato: si nutre di sensi di colpa, di autobiografie imbarazzanti!

No, voglio lasciare qualcosa dietro di me (che non sia merda), tracce significative (=con un significato) e piacevoli, memorabili, amabili, della mia esistenza. Per quanto ancora possa durare. Dischi, canzoni, libri, foto, film, case, posti, arte, visioni, persone, sorrisi, abbracci, divertimento, amore, sesso, magic moments. La vita è tutta qui. Secondo me.

giovedì 29 novembre 2007

Pogues - Dirty old town

Questo video è per Ezio, il Mago irlandese, e Marco The Barba, e per chi si ricorda dei Coverlovers, che facevano canzoni di questo livello al Penny Grace di Boccadasse, 20 anni fa.

L'importanza della determinazione



Conta di più il Talento e la Qualità di una persona, nella vita sociale, o la Persistenza e la Determinazione? La storia di R e L mi fa sempre pensare. R era il più bravo alle elementari, l'unico che mi tenesse testa anche se a 10 anni leggevo la Storia di Montanelli (!), per dare un'idea. R è morto di overdose a 20 anni: sensibile-fragile-confuso, cominciò a sconvolgersi al liceo fino a morirne. L invece faticava sempre a raggiungere la sufficienza in tutto. Non era "l'ultimo della classe" perchè i suoi sforzi e la sua fatica venivano comunque premiati alla fine dell'anno. L è diventato un medico specialista, gira il mondo al seguito di una Nazionale di sport ed è un padre di famiglia felice e spiritoso. E' quello che si dice "un uomo realizzato".
Con questo aneddoto non voglio dire che la Qualità delle persone non vada riconosciuta e coltivata. Dico solo che spesso, senza Qualità, si può avere una vita sociale migliore, se si è abbastanza determinati, se ci si applica, con un obiettivo ben preciso (determinato, appunto) e raggiungibile (non fantascienza).
E io, e voi, quali obiettivi abbiamo? Abbiamo degli obiettivi? E cosa stiamo facendo per raggiungerli?

mercoledì 28 novembre 2007

Non è mai stato tempo per noi

Ci han concesso solo una vita Soddisfatti o no qua non rimborsano mai E calendari a chiederci se stiamo prendendo abbastanza, abbastanza Se per ogni sbaglio avessi mille lire che vecchiaia che passerei Strade troppo strette e diritte per chi vuol cambiar rotta oppure sdraiarsi un po' Che andare va bene pero' a volte serve un motivo, un motivo Certi giorni ci chiediamo "E' tutto qui?" E la risposta e' sempre si' Non e' tempo per noi che non ci svegliamo mai Abbiam sogni pero' troppo grandi e belli sai Belli o brutti abbiam facce che pero' non cambian mai Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai ...Dicono che noi ci stiamo buttando via ma siam bravi a raccoglierci Non e' tempo per noi che non ci adeguiamo mai Fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori dai Abbiam donne pazienti rassegnate ai nostri guai Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai Non e' tempo per noi che non vestiamo come voi Non ridiamo, non piangiamo, non amiamo come voi Forse ingenui o testardi Poco furbi casomai Non e' tempo per noi e forse non lo sara' mai (Luciano Ligabue, 1990)
Dopo 17 anni non fa mica tanto piacere sentire che questo testo del Liga, nella sua ingenuità, è ancora attuale. Lo dedico a tutti i miei Amici, quelli di sempre, e quelli "paralleli" anche se lontani. Ce n'è per tutti. Pazienza. E un certo orgoglio.

martedì 27 novembre 2007

Niente paura, c'è il Liga



"A parte che ho ancora il vomito per quello che riescono a dire.Non so se son peggio le balle oppure le facce che riescono a fare. A parte che i sogni passano se uno li fa passare, alcuni li hai sempre difesi, altri hai dovuto vederli finire...Tira sempre un vento che non cambia niente mentre cambia tutto, sembra aria di tempesta. Senti un pò che vento, forse cambia niente, certo, e cambia tutto, sembra aria bella fresca. A parte che i tempi stringono e tu li vorresti allargaree intanto si allarga la nebbia e avresti potuto vivere al mare. Ed anche le stelle cadono, alcune sia fuori che dentro, per un desiderio che esprimi te ne rimangono fuori altri cento. Niente paura, niente paura. Niente paura ci pensa la vita mi han detto così…Niente paura, niente paura, niente paura, si vede la luna perfino da qui. "
(Niente paura, Ligabue 2007).
Il Liga mi frega sempre. Lo so, per molti è tamarro, rozzo e retorico (un Vasco più colto, la versione italiana di Bruce Springsteen - ma a me il Boss piace!), l'imitazione di Marcorè (la Struttocaster!) è irresistibile, però questo uomo trova sempre delle parole che mi toccano, mi emozionano. Fin da Non è tempo per noi (una specie di inno, da 15 anni almeno), passando per Una vita da mediano arrivando a Gli ostacoli del cuore. Non so cosa farci. Non mi sembra si sia mai sputtanato, il film era discreto, il libro notevole. Sarà che è un coetaneo ed esprime cose che conosco/sento vicine...Gli voglio quasi bene, toh. Alla faccia dei musicofili alternativi-snob sempre all'avanguardia.

lunedì 26 novembre 2007

Bicchiere mezzo pieno, ma di cosa?


Certi lunedì è proprio dura trovare la spinta, la motivazione, persino l'energia. Poi ci sono i ragazzi da portare a scuola, e allora una buona ragione la trovo. E penso alla vecchia solfa del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Io sono uno di quelli che notano la metà piena. Ma se quella metà è amara o addirittura velenosa?...Cominciamo bene, questa settimana!

sabato 24 novembre 2007

Mio figlio, Elton John e i miei consiglieri


Mio figlio Alessandro, 10 anni, apprendista tastierista, mi ha chiesto un cd di Elton John dopo averlo visto alla tv, colpito in particolare dalla canzone Don't let the sun go down on me, che si cantava a squarciagola la mattina (gulp). Colpito e un po' turbato dalla richiesta (e dal testo della canzone, anche se Ale non lo conosce) ho chiesto consiglio ad alcuni amici fidati.
Queste le migliori risposte ricevute:
TL "Ma fa solo Elton John o anche la parte di George Michael?"
AR "Domandarti tante cose. Ecco cosa devi fare :-D"
EM "A differenza di tuo padre con te, seguilo con discrezione. Che so...prendi la chitara e accompagnalo, così in un colpo evitiamo sia i noduli alle corde vocali e che cresca un disadattato come te".
That's what friends are for...

venerdì 23 novembre 2007

Sincronicità Messaggiate Stupitamente


Mando ad Aldo la frase di Pasolini "Grazie a Dio si può tornare indietro. Anzi, si deve tornare indietro. Anche se occorre un coraggio che chi va avanti non conosce". Risposta: "Oi. E io giusto ieri ho ripreso in mano le Lettere luterane...". Io: "A questo punto vado a leggermi la Sincronicità di Jung". Aldo: "Libro che ho comprato la settimana scorsa, infatti...".
Mando ad Andrea "Quando piove così penso a Rain dei Beatles e mi sollevo il morale" e lui "E' stata la prima cosa che ho pensato stamattina".
Sì che l'amicizia è questo essere sintonizzati sulla stessa frequenza emozionale. Ma certe coincidenze sono sempre misteriose e affascinanti. Sembra quasi ci sia un Destino, a volte. Un disegno che non vediamo, nè sappiamo modificare. Bah, lasciamo perdere. La quotidianità mi travolge, c'è poco tempo per pensare, fare filosofia. E Cioran mi dice "Chi non crede al Destino dimostra di non aver vissuto". Giustappunto. Mumble mumble...

giovedì 22 novembre 2007

Genovesità




A parte il film di Soldini e il nuovo libro di Maggiani, di cui vi parlerò appena riesco a sottrarlo a mia moglie, c'è nell'aria un certo ritrovato orgoglio, soprattutto estetico ma anche sentimentale, della città di Genova. Ieri, sfidando il tempaccio, sono andato con moglie e figli (Ale entusiasta) alle 18,30 al palazzo della Borsa a sentire l'anteprima del nuovo cd di Antonella Ruggiero dedicato a Genova. AR potrebbe cantare anche la guida del telefono, per me, ma ieri mi ha steso inanellando Un giorno dopo l'altro di Tenco, Canzone dell'amore perduto di De Andrè, Ritornerai di Lauzi, per finire con una Ma se ghe penso che era una coltellata al cuore anche se non sono/mi sento genovese. Grandissima. Questa città ha bisogno di lasciarsi alle spalle il mugugno, il maniman, il complesso di provincialismo. Festival della Scienza, Soldini, Maggiani, Ruggiero: aspettiamo la prossima occasione.

mercoledì 21 novembre 2007

Chi si ferma è perduto


"Avere relazioni interpersonali soddisfacenti ed essere rispettati sul lavoro. Queste le cose che rendono la vita felice. Seguite a pochissima distanza dall'avere dei figli, tenere a bada le malattie (il vecchio "la salute prima di tutto" è un po' passato di moda), comprare una casa, comprare la macchina dei sogni, superare gli esami o raggiungere degli obiettivi di carriera. Lo sostiene una ricerca condotta in Inghilterra e pubblicata sull'ultimo numero della rivista International Journal of Epidemiology.
Al di là della mera classifica l'aspetto più interessante che emerge da questo studio è che la vera felicità, pare, sia data dalla dinamicità; essere in una condizione di "sabato del villaggio" rende la vita più gustosa. Non a caso, infatti, le donne si sono dichiarate più felici di essere incinte che della condizione di genitore, le persone in generale si definiscono più contente nel cominciare una nuova relazione che nel mantenerne una, più soddisfatte di un lavoro vario e dinamico che di uno sempre identico e senza stimoli. La dinamicità come dimensione personale è una delle chiavi per essere felici o, per lo meno, per sentire la differenza tra quando si è tristi e quando si è contenti; sentire che le cose possono cambiare predispone ad un atteggiamento positivo nei confronti di ciò che ci accade intorno; al contrario, percepire le cose come immutabili genera sfiducia, rassegnazione e aggressività.
Ovviamente la dinamicità viene percepita positivamente quando coincide con un'evoluzione, se invece il cambiamento porta a situazioni percepite come "peggiori" le cose cambiano.
La felicità viene seriamente minata dalla perdita degli affetti più cari, dalla fine di una relazione, dalla perdita del lavoro.
Fonte: Ballas D et al. Measuring the impact of major life events upon happiness. Int J Epidemiol. 2007;1-9 doi:10.1093/ije/dym182. " (Emanuela Grasso)

martedì 20 novembre 2007

Una simpatica famigliola

Ieri sera ho visto un film che mi è piaciuto tanto, Little Miss Sunshine, destinato a diventare un mio piccolo cult personale. Ci sono tanti elementi straordinari, tanta America decadente, demenziale e perdente ma adorabile, c'è un metodo in questa follia, direbbe qualcuno. Un cortocircuito di emozioni on the road to nowhere, sai che dovresti piangere/commuoverti e invece ridi spassosamente, stranissimo. Indimenticabile Paul Dano ammutolito e il nonno eroinomane (I'm old, so what?). Niente male la colonna sonora, e alcuni dialoghi memorabili. E poi l'ossessione del padre sulla dicotomia perdenti/vincitori, rendendosi conto alla fine di essere un perdente proprio lui. Alla fine spunta quasi un orgoglio, una bellezza dell'essere losers ma simpatici e con un cuore gonfio così (di rabbia ma anche di amore e sentimento). Consigliato. Una scheda la trovate qui.

lunedì 19 novembre 2007

Casa dolce casa


Il post di ieri era l'ideale, come mi piacerebbe fossero le giornate in casa. La realtà poi spesso è: luci accese in ogni camera, tv accesa su Discovery Real Time (moglie) o Cartoon Network (figli), musica manco a parlarne, giusto due pennate in stile Spain alla 12 corde, continuo work in progress pulizie-cucinare-mettere in ordine-buttare-stendere-aspirapolvere, leggere giusto al cesso, continua lotta di convivenza un minimo civile con due cinghiali umani di 10 e 6 anni, Gormiti e Bionicle dappertutto (Nobel della pace all'inventore del Gameboy, please), film fino alle 22 niente da fare, parossismo con occhi sbariuati (intraducibile Luese) che sfocia nel panico dopo poche ore così, la sensazione di non aver mai la casa a posto. Se penso a mio padre, che quando tornava a casa mia mamma Lasciate in pace papà che è stanco, si deve riposare, e vai di giornale, siga e calcio in tv... Boh, forse tra qualche anno le giornate d'inverno in casa saranno più rilassanti. Per ora ci sono volte che diciamo, vergognandoci, Ma a lavorare mi diverto di più. Il che è tutto dire.

domenica 18 novembre 2007

E' arrivato il freddo


Dopo un autunno di giacca di velluto o di pelle ho dovuto arrendermi agli orribili cappotto e piumino. Detesto il freddo. A Genova poi è caratterizzato da un vento che ti taglia la faccia e ti rompe gli ombrelli. Unico aspetto positivo del freddo: si è autorizzati socialmente a essere asociali, cioè Io uscirei anche ma fa un freddo bastardo. Anche se si hanno dei figli vale Vuoi mica fargli prendere un accidente? Il freddo ti costringe a fare i conti con la tua dimora, i tuoi conviventi e i tuoi/loro passatempi. Cosa c'è di meglio di un bel film/libro, una tazza di the, piumone o plaid Ikea, musica rilassante (in questo periodo stravedo per il dub, mi mette di buon umore), luci soffuse, ritmi da bradipo...Buon inverno a tutti. Spero che abbiate le condizioni e le compagnie per godervelo. Islanda: la Terra Promessa (ha superato l'Irlanda, nel mio cuore).

sabato 17 novembre 2007

Giorni e nuvole



Due o tre volte all'anno vado al cinema anche io, e non solo coi ragazzi per film come Spiderman o i mitici Simpsons (comunque entrambi una goduria). L'altra sera da soli (senza figli, ebbene sì!) io e mia moglie siamo andati a vedere Giorni e nuvole. Il film è imperdibile per chi vive/stima Genova, una città che non finirò mai di scoprire (nel film alcuni scorci erano ignoti ai più). La Buy e Albanese sono bravissimi, e Soldini riesce a rendere un tributo a Genova che non gli era tanto riuscito con Agata e la tempesta (un po' confuso e meno "a fuoco"). Mi chiedo se piacerà anche fuori Genova, il mio giudizio non è imparziale. Certo che Genova è una città speciale, affascinante, ma strana e scorbutica. Con tutto sto vento e sto mare che non stanno mai fermi c'è da uscire pazzi, se non ci si è abituati da sempre. Quando ancora non ci abitavo e la vedevo dal traghetto per la Sardegna mi sembrava una cosa folle, tutto quel cemento ammucchiato in verticale, un gran casino con un piano s-regolatore. Poi ci sono venuto dentro nel 1982, e ho capito che la salvezza, ma anche la maledizione, di questa città è la prospettiva, tutta quella visione di mare e cielo davanti, che ti permette di respirare e continuare a sognare. Anche se i sogni si realizzano altrove, quasi sempre.

giovedì 15 novembre 2007

Sono già passati 30 anni ma...


E' uscito un libro che farà la gioia di molti miei amici (Fritz, su tutti, Arimondi, Husker, Stefano Gilardino, Putro...), un libro di cui ci sognamo l'uscita da quasi 30 anni. Come bene recita la scheda editoriale:"Per gli studiosi il solo, vero punk rock è quello delle origini: la musica aspra, scandalosa, selvaggia che sbocciò più o meno intorno al 1976 e imperversò fino al 1978, anno in cui la sua iniziale, irruente genuinità si stemperò in posa, maniera, business. Dedicato proprio a quella prima, indimenticabile generazione, questo volume racconta il manifestarsi del punk in tutto il mondo affrontando singolarmente ogni scena nazionale, regionale o cittadina: da New York a Londra, da Manchester alla California, dall'Ohio a Detroit, dall'Australia alla Francia alla Scandinavia, fino alla timida ma baldanzosa scena italiana. Una straordinaria guida storica, con oltre 1000 band citate, migliaia di singoli e album, un juke box di brani fondamentali imperdibili e un mostruoso apparato iconografico per la gioia dei semplici curiosi e dei più depravati collezionisti." Personalmente ritengo che l'irruente genuinità si sia palesata anche dopo il 1978, almeno fino al 1981. Comunque: un libro impressionante, per certi versi commovente. Where have all the boot boys gone?

mercoledì 14 novembre 2007

A quale punto della piramide?

Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, soprattutto a me stesso. Sarà una settimana che non mi guardo in faccia allo specchio, quindi...
















lunedì 12 novembre 2007

No comment?

Oggi RG viene in libreria e mi dice, ammiccando, "Come va?". MP via mail si dichiara lurker del mio blog. Ma, dico io, perchè non lasciate un commento, persone simpatiche e belle che non siete altro?! Ho un contatore delle visite: lascia commenti una persona su dieci. Dovrei forse impedire i commenti, chiudermi e fare un sito senza interazione? Ma no, dai. Però, quasi quasi...T-La sarebbe d'accordo. Non ho ancora chiuso la mia finestra sul mondo, in fin dei conti.

domenica 11 novembre 2007

"Come va?"

Non sopporto più il teatrino del "Come va?". Negli anni ho sempre tagliato corto con "Non c'è male, solo un po' stanco" e un sorriso che sembrava una smorfia di dolore, se non addirittura "Bene, grazie, e tu?".
Ora basta, mi sono stufato, non risponderò mai più così. Ecco il ventaglio di decenti risposte possibili a seconda dell'umore e del momento contigente.
-"Lasciamo perdere" (sbrigativo)
-"Vuoi la verità o una risposta formale?" (inquisitorio)
-"Cos'è che vuoi sapere?" (sospettoso)
-"Senza infamia ma soprattutto senza lode" (demotivato)
-"Ha qualche importanza?" (disperato)
-"Ti interessa davvero?" (sfiduciato)
-"Potrebbe andare peggio ma non so come" (pessimista)
-"Boh! Non lo so" (in analisi o in attesa di esami medici)
La mia preferita del momento però è :
-"Non rimpiango il passato, non mi entusiasma il presente, non vedo un futuro migliore" (da usare come seconda risposta, se l'intervistatore insiste). State certi che non me lo chiederà più, come va. E cosa rispondere all'ottimista "Tutto bene?" o addirittura, come usa fare il mio direttore di canale, "Sei felice?"? "Se fossi felice non saprei di esserlo", per citare Adorno, non è male. Altrimenti un secco "No" può bastare.

sabato 10 novembre 2007

Il libro dell'anno

Finalmente è uscito. Ora sapete cosa regalare a Natale. I miei amici e colleghi sanno che da anni raccolgo castronerie, lapsus e strafalcioni in libreria. Stefano Tettamanti li ha assemblati con quelli raccolti da altri (fra cui Giovanna Zucconi e Stefano Bartezzaghi) e ne è uscito un "libretto a densissima comicità, distillato di strafalcioni detti e/o ascoltati in una frequentazione quarantennale di librai, commessi di libreria, rappresentanti editoriali, autori, editori, agenti letterari (come noi) lettori e aspiranti tali, raccolta di capolavori di contorsionismo e virtuosismi su classici di tutte le epoche e ultimissime novità. Capita così a uno sbalordito commesso di sentirsi domandare: “Dove posso trovare Il fu Mattia Bazar di Luigi Pirandello?” e due minuti dopo: “Cerco un vecchio libro della Fallaci, Cincillà”. Ma il comico involontario a volte non è il povero cliente, sta dall’altra parte dell’ipotetico bancone. Cliente: “Avete qualcosa sui Monty Python?” Commesso: “Deve chiedere al piano di sotto, settore guide turistiche, reparto alpinismo”. Va da sé che questa specie di stupidario dotto non nasconde intenti sociologici, tentazioni moralistiche e tantomeno volontà di dileggio. Il suo scopo profondo è uno solo: dimostrare che le librerie sono posti allegri e accoglienti in cui si pratica naturalmente la tolleranza e che bisognerebbe frequentarle di più. (dal comunicato stampa)
E se diventasse un bestseller? Vi aggiornerò su recensioni e vendite.

venerdì 9 novembre 2007

L'ospite inquietante

Uno dei libri più importanti, e più belli e pregnanti, dell'anno. A differenza di altri conoscenti sensibili a Galimberti, io ritengo che LA tematica non siano i giovani ma un po' tutti noi. La Questione secondo me è la caduta e la mancanza di Senso, in noi, nella vita che facciamo, nella società in cui viviamo. G esamina soprattutto il vuoto più o meno beota dei giovani perchè è in loro e da loro in quanto futuro che vorremmo trasmettere o ricevere questo senso, smarrito dopo la "morte di Dio" e la disillusione ideologica. A questa analisi G aggiunge quella della dicotomia/convivenza di Psiche (il Senso, l'Anima, il daimon di Hillman, l'emotività, la sensibilità, il cuore, l'interesse spirituale, l'interiorità) e Techne (la technicality, la tecnologia, i numeri, la scienza, l'interesse materiale, l'esteriorità). Il tutto nella ormai tipica prosa di G, spesso un fuoco d'artificio di rimandi e citazioni (vedi il capitolo finale).
Mi viene da dire: un libro necessario. Fate un esperimento: in alcuni brani (per es. a pag. 35) sostituite alla parola "scuola" un termine fra "lavoro", "professione", "amore", "società", "vita quotidiana", e vedete cosa se ne evince...
L'ho letto mentre stavo per rileggere Il mito di Sisifo di Camus, una combinazione? E dopo Galimberti sono passato al Codice dell'anima di Hillman, una conseguenza?




giovedì 8 novembre 2007

Camere con vista

Mi preme segnalarvi una mostra fotografica che ho organizzato dove lavoro . E' un pugno nello stomaco, ma le foto sono, a loro modo, bellissime. Una specie di estetica della miseria, oserei dire "pasoliniana", ossia denuncia, compassione, e (amara) poesia della disperazione. Il fotografo (http://www.andreadapueto.it/) è un grande. I dettagli della mostra qui. Ci vediamo in libreria. Dai, che faccio un bel lavoro.

martedì 6 novembre 2007

Le colline di Pavese


Pierpaolo e Francesca, curatori del libro in questione, sono fra le persone che più mi hanno incoraggiato alla realizzazione del mio ormai leggendario cd sulle poesie di Pavese (lo stampo, lo stampo, che fretta c'è?! Appena Attilio finisce la copertina...). E' quindi con un certo orgoglio da amico che vi segnalo l'uscita di questo libro, perchè bellissimo, e imperdibile per chi ama Pavese e quelle colline. Qui trovate i dettagli. Complimenti, ragazzi.

lunedì 5 novembre 2007

Condannato a leggere!

Riporto da http://www.ansa.it/ questa sconcertante notizia:
>>2007-11-02 14:47
Scuola: picchia compagno, per punizione leggera' un libro.
E' "Il razzismo raccontato a mia figlia" di Ben Jelloun
(ANSA) -GENOVA, 2 NOV- Feri' a calci e pugni un compagno di classe dell'istituto tecnico Gastaldi-Giorgi di Genova, la preside lo ha 'condannato' a leggere un libro. Si tratta del romanzo "Il razzismo raccontato a mia figlia" dello scrittore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun. Lo studente inoltre dovra' uscire da scuola dieci minuti dopo i compagni e sara' assistito da un professore che gli fara' da tutor. Lo studente, 14 anni, accompagnato dai genitori, si e' difeso spiegando di essere stato provocato.<<
Quindi leggere un bel libro è una punizione, per molte persone. La decisione della preside sembra illuminata e sagace, in realtà è l’arrendersi a una triste realtà. Che società, che mondo è quello in cui leggere un libro è una specie di punizione? E io che pensavo che leggere un bel libro fosse un premio, un dono che uno si fa, nel tempo libero. Una benedizione, un momento memorabile, un piacevole passatempo. E non mi ritengo affatto un intellettuale, anche se lavoro fra i libri da vent'anni. Chissà cosa ne pensa Corrado Augias, che ha appena scritto questo delizioso (e meritorio) libro. Quasi quasi gli invio questo post. Buona lettura a tutti.

giovedì 1 novembre 2007

Bel lavoro


Ho stilato una tabella dei 10 valori/pilastri/parametri per valutare quanto si è soddisfatti del proprio lavoro. Parlo di lavoro da dipendente: il lavoro autonomo in proprio penso che abbia parametri diversi almeno in parte.
-GRATIFICAZIONE economica (stipendio, ma anche incentivi, aumenti, premi, partecipazione al buon andamento dell’azienda)
-STIMA (ricambiata) di colleghi e di superiori
-SERENITA’ ossia un clima-ambiente di lavoro collaborativo in cui non ti senti costantemente criticato, minacciato, vessato, boicottato, vilipeso, frainteso
-ORGOGLIO dell’azienda o del marchio per cui si lavora, condivisione di storia e mission
-COMUNICAZIONE aziendale continua, trasparente e coinvolgente a tutti i livelli (orizzontale, non solo verticale)
-ORARI e LOCATION salutare ed esteticamente gradevole o almeno apprezzabile (un ufficio non è una miniera o una discarica)
-SENSO inteso come significato (personale , sociale, storico) ma anche come direzione, obiettivi, prospettiva, sensazione di un futuro
- CREATIVITA’ ossia possibilità di espressione e apprezzamento/concretizzazione di progetti migliorativi e intenti costruttivi pensati individualmente ma funzionali globalmente
-AGGIORNAMENTO e formazione continua professionale (technicality) ma anche culturale e personale
-DIVERTIMENTO come componente del proprio job nel suo svolgersi (ti diverti e "ci godi" mentre lavori).
Se non si valutano soddisfacenti almeno 6 punti su 10 è il caso di fare qualcosa per migliorare la propria situazione, oppure trovare un altro impiego/posto di lavoro. E' un test doloroso, forse, ma necessario.

mercoledì 31 ottobre 2007

Collega e coinquilino

Bisognerebbe ignorare la vita privata di scrittori, musicisti, artisti in genere, per apprezzare le loro opere in sé senza farsi condizionare. Bisognerebbe saper separare autore e opera. Solo che proprio il mio collega “di settore”, Mirko, con cui passo la maggior parte del mio tempo, ha pubblicato un libro inquietante, Il coinquilino (ed. Robin), letto il quale lo guardo con occhi diversi (ma lo sapevo che tanto normale non era, uno che ascolta black metal scandinavo alla Burzum). Uno psycho-thriller che mi ha ricordato molto American psycho di Bret Easton Ellis , angosciante nella sua lucida follia crudele, pieno di odio e violenza che l’assassino del libro sfoga con sadismo e sbudellamenti (il sangue scorre a litri!) che sembrano uscire da un disco dei Carcass o degli Slayer, o dalle scene più efferate di Dario Argento. Capite le coordinate? Non mi sento quindi di consigliarlo a tutti, solo agli amanti del genere (secondo me è più Horror che Giallo, tra l’altro) ma mi ha impressionato. E anche un po’ preoccupato. Ma forse siamo tutti un po’ schizofrenici, con delle personalità represse nascoste, piene di rabbia, rancore, violenza, odio. L’importante è sfogare in qualche modo queste energie negative, con la musica, lo sport, l’arte. Se no si esplode. O si implode. Meglio evitare, no?