domenica 18 marzo 2007

Divento mio padre





Sarà la festa del Papà, ma da un po' di tempo mi sorprendo in atteggiamenti molto, troppo simili a mio padre. Non l'avrei mai detto, da ragazzo: io sarei stato diverso, non avrei fatto le sue scelte (anche se poi ho scoperto che erano quelle giuste, ehm), bla bla bla. Ma abbiamo tutti quanti nostro padre dentro, che esce fuori, si rivela senza che lo vogliamo, senza che ce ne accorgiamo. Un esempio? Quando venimmo a vivere a Genova mio papà aveva la fissa delle navi in arrivo/partenza: si alzava da tavola addirittura per assistere a queste epifanie, o restava sul balcone delle mezzore in attesa. E io pensavo: ma guarda te, nostalgia senile, tic emblematico, malinconia poetica, anelito a un altrove. Ora faccio anche io così ( foto dal mio balcone all'alba...). Sarà colpa di Genova? No, perchè ho altri piccoli gusti, piaceri e gesti impensabili, come il lardo, o l'attaccamento alla casa nel paese natale (Quargnento), non ne ravvisavo un'estetica. Ma non è questione di estetica, bensì di pelle, odori, sangue, cromosomi. Che mi piaccia o no, io sono un po' mio padre, lo divento sempre di più, col passare degli anni. E col passare degli anni gli voglio sempre più bene. Auguri, Pino.

giovedì 15 marzo 2007

Non ho difetti: solo nei

Ieri mi hanno "tolto" l'ennesimo neo diventato "brutto" (modificatosi diventando nero). E' proprio vero che Internet è micidiale per gli ipocondriaci: fai un giro per "informarti" su cosa hai, anzi, su cosa potresti avere, e vai in paranoia (vedi qui per esempio). Beata ignoranza, in salute! Non ho guardato l'operazione (iniezione, estrazione, qualche punto): non voglio vedere, non voglio sentire, non voglio sapere niente! E ho pensato, in quei momenti: ma che gusto c'è a farsi tatuaggi e piercing? Non lo saprò mai, non ci tengo, anche se esteticamente mi piacciono parecchio voglio soffrire il meno possibile, nella vita. A meno di farmeli in anestesia totale :-)

La natura mi fa male

Che giornate di sole, che primavera, meraviglioso! Io vorrei anche godermi la natura, fare passeggiate, fotografie, respirare aria buona, ma mi sa che alla Natura gli sto sulle palle. Campagna, primavera? Allergia con asma, uno strazio. Mare, sole? I dottori mi sconsigliano di abbronzarmi, ho tantissimi nei "brutti" che non devono prendere sole. Montagna? Non so sciare. Vabbè, quest'anno mi sono lanciato, ma da sempre zero. Animali? Sono allergico ai gatti e un cane mi ha morsicato da bambino, causandomi odio e schifo per la categoria. Va a finire che, in giornate splendide come oggi, sto nascosto in casa a leggere/scrivere/ascoltare musica.Eppure mi piacerebbe "godermi" le bellezze del creato. Davvero! Non ci credete?
(La bella foto è di Arimondi, su www.flickr.com, lui sì che è un padre perfetto-amante della natura-ma tecnologico. Che invidia.)

Meno amici, migliori amici


Alla base dell'amicizia c'è la stima. Poi la solidarietà. La maggior parte delle amicizie (maschili: le donne non capisco come ragionano) si basano invece sulla condivisione storica e geografica, insomma luoghi, tempi, divertimenti, fighe e sfighe. Oggi mi rendo conto che i miei amici "migliori" spesso sono lontani (Milano e Torino, per esempio) e hanno una vita molto diversa dalla mia. Col passare del tempo ti rendi conto che molte amicizie giovanili non avevano alla base la stima nè la comprensione reciproca, e te ne accorgi quando cambiano le coordinate/priorità della vita: lavoro, moglie, figli, salute, casa, soldi. Finchè la priorità-collante è cazzeggiare e divertirsi ti sembra di avere un casino di amici. I veri amici, i migliori, sono invece quelli su cui senti/capisci di poter contare nel bisogno e nelle difficoltà, e che non disprezzano le tue scelte di vita, le accettano anche se con vigile spirito critico costruttivo, perchè ti vogliono bene a prescindere dalle contingenze. Così realizzi che il vecchio amico geniale e sarcastico è un egotista antipatico che se ne frega della tua vita (anzi ti disprezza). Realizzi che l'amico con cui hai fatto tante esperienze parallele ti considera uno sfigato o un marziano se non lo segui sul suo binario. Qualche stronzo diceva Tanti nemici, molto onore. Io invece penso Pochi amici, tanto amore.
P.S. Ogni riferimento a persone realmente esistenti/conosciute è casuale e non voluto.

(Immagine tratta da www.guitarprinciples.com)

mercoledì 7 marzo 2007

Scio ergo sum


Ebbene sì: alla mia veneranda età di 42 anni ho trovato voglia e coraggio per imparare a sciare. Stavo per diventare un emarginato anche in famiglia, ora che anche il piccolo Matteo viene giù tranquillamente. E poi mi annoiavo sulla neve a far niente. Devo dire grazie anche alla presenza/complicità del mio collega Renzo, anche lui a Pejo, con cui mi sono lanciato (è il caso di dire). Due lezioni, di cui una alle 16 (!?), tanto per iniziare. Poi l'anno prossimo mi alleno/imparo dal primo giorno della settimana. Come è andata? Prima volta nessuna caduta, due scivolate la seconda. Comunque è uno sport-passatempo molto emozionante (anche se fra le varie emozioni c'è anche la paura). Pensare che ho sempre rifuggito il fatto di sciare, da bravo adolescente alternativo e un po' depresso. A Biella, al liceo, 1980, avevo le piste a due passi, ma no, dovevo stare in cameretta a leggere e sentire dischi di Clash-Police-Joy division, io. Bravo ciula. Comunque: meglio tardi che mai. Forse è vero che la vita comincia a 40 anni. O comincia a finire?
(Immagine tratta da www.bozzetto.com)