giovedì 26 aprile 2007

Ogni musica a suo tempo

Gli Who all'Arena di Verona, i Deep Purple a Genova, i Police a Torino,













i Devo non so dove (bel gioco di parole), Bob Dylan...Tutti artisti che adoro, che ho adorato per la musica che facevano a suo tempo, tanti anni fa. Vederli e sentirli, magari un po' scoppiati, vecchi e stanchi mi fa tristezza. Rock della terza età?! Preferisco ricordarli e ascoltarli al loro meglio, nel pieno della loro forma artistica e personale. Ha senso il ritorno dal vivo, la riproposta di tutta questa musica del passato remoto? Non sono tristi adesso Sex Pistols, Stooges, i Velvet? Ma che senso ha? Non si sentono patetici? Certo, lo fanno per i soldi, sempre meglio che zappare, non certo per urgenza espressiva-creativa. Spiacente, a me non mi beccate. Avevo una mezza tentazione di Police (e soprattutto del mio batterista-idolo Stewart Copeland): 80 euro nel prato dello stadio delle Alpi?! Tiè! Per tanto così mi compro la discografia completa su cd, che i vinili li ho consumati (20 anni fa). C'è un fatto inquietante, però: chi ha preso il posto di questi grandi del passato? Cosa c'è di altrettanto emozionante? Ora sembra tutto già sentito, già fatto, rimasticato, riverniciato. E' così difficile sentire una canzone (non parlo neanche di un disco intero) e rimanere scioccati, impressionati, elettrizzati, come tanti (troppi) anni fa. Personalmente credo che non mi succeda più dai tempi di Nevermind dei Nirvana e Grace di Jeff Buckley. Aspetta: gli Afterhours, forse. Ma anche loro hanno le loro radici negli anni 80...Niente da fare, non se ne esce. Ridatemi un'annata musicale come quelle fra il 1976 e il 1981, per piacere! Ma forse non ci sono più le condizioni, le situazioni, e neanche le orecchie e i cuori di quegli anni là. Amen.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

sono del tutto d'accordo con te... tempo fa ho discusso di queste cose con una mia collega (10 anni meno di noi) che voleva a tutti i costi andare a vedere i rolling stones, perché, diceva, *magari poi muoiono ed è l'ultima occasione*. io l'ho trovata una cosa così orribile... come passare l'*ultimo natale* coi nonni. i cd e le canzoni che amo di più hanno tipo 20 anni, ma la stessa cosa la dice il mio chitarrista che ha 30 anni e suona quasi tutta musica scritta prima della sua nascita! è strano no?

Anonimo ha detto...

Le radio che ascolto (esclusivamente):
Nostalgia, 105 Classic, Capital, Babboleo suono.
Però c'é anche da dire che almeno per noi (ultra) quarantenni si parla del periodo musicale in cui di anni ne avevamo venti, e questo credo che influenzi un po' il giudizio.
E' anche vero che all'epoca (fine '70 inizio '80) suonavo, oltre alla musica contemporanea, quella dei decenni precedenti (più orientato sui '60 e qualcosa dei '50) e dopo ho continuato così, fermando idealmente l'orologio musicale. Non so se sia strano, semplicemente la musica che fanno adesso non mi emoziona, a parte ogni tanto un pezzo qua e là. Forse i periodi storici ai quali ci riferiamo sono stati realmente innovativi, e non solo musicalmente, mentre adesso si vive di rigurgiti più o meno risusciti. Le riedizioni del Maggiolino, della Mini e della Cinquecento, l'arredamento e la moda; guardatevi un po' in giro e vedrete che si fatica a trovare qualcosa di "nuovo" (e gradevole).
A proposito Franco, il pezzo dei Madness di cui non ricordavo il titolo é "Embarrassment".
Andrea

Anonimo ha detto...

però i devo caz me li vedrei! il brutto è che noi generazione nata negli anni '80 eravamo piccoli anche per i nirvana (quando è morto kurt cobain avevo 12 anni...)! ma 80 carte per i police mi sembrano un po' esagerate.
mi sa che a settembre mi rivedo i cari vecchi nofx che anche loro, ad età non scherzano mica!
diego husker

Anonimo ha detto...

Forse era il 1980 quando ho visto i Police a Milano, non ricordo con precisione, studiavo, lavoravo, suonavo, amavo, bevevo, fumavo. Alcune di queste piacevioli pratiche l'ho perse per strada, alcune altre le coltivo ancora gelosamente dopo 45 anni come se fosse il primo giorno.
I Police, una bomba, ma cazzo un pò di rispetto 80 euro per il prato?
Altra cosa è il Rock and Roll.
Attilio

Arimondi ha detto...

Vero. Nulla di più triste di vedere il tuo mito che si agita goffo e anchilosato su un palco. Ho amato i Police (fino a Zenyatta...) ma ora mi mette ansia l'idea di vederli (per altro, già al tempo di Synchronicity - in pieni Anni Ottanta - erano difficili da digerire, vedi DVD omonimo).
Solo Iggy mi piacerebbe vedere, ma credo sia perché non l'ho mai ammirato dal vivo negli anni d'oro, né nei Settanta, né nei primi Ottanta (sob).
I Devo? mumble. Come si sta a sessantanni con un cilindro rosso in testa e una tuta gialla??

Quanto alla musica che dà il brivido, io non sarei così pessimista. E' vero che niente è più stato come Nevermind e Grace ma oggi riascoltavo PJ Harvey (To bring you my love) e Elliott Smith (Either/or), qualche giorno fa Portishead (Dummy). Sono album da brivido. Album che restano. Più discreti, intimi, subliminali, ma bellissimi. Comunque da brividi.

Franco Zaio ha detto...

Concordo col musicologo Arimondi sui dischi citati. Verissimo. Ma quanto tempo fa sono usciti? Secolo scorso!

Arimondi ha detto...

Hai ragione. Portishead '94, PJ Harvey '95, Smith '97. Dieci anni.

Ci conviene cercarli e trovarli però questi dischi. Altrimenti ci tocca confermare che il rock'n'roll è morto davvero e pensare sia normale vedere i Deep Purple e Mick Jagger che duettano con Pavarotti. O ancora peggio vivere nel dubbio che sia stata tutta una infatuazione adolescenziale, che tutto era entusiasmante solo perché allora avevamo vent'anni e che ora ci si è raffreddato il cuore.

Io ci riprovo. Blocparty "Silent alarm" (2006). Per me "Parachute" dei Coldplay (2000) è un gran disco. Lanegan "Bubblegum" (2004). Tool? Sigur Ros? Strokes? Kings of Convenience? il primo Yeah Yeah Yeahs? Turin Brakes?

Voi altri che ne dite?

Anonimo ha detto...

Queen of Stone Age, Artic Monkey,
Audioslave (valgono anche se derivano dagli anni 90?), e sicuramente qualcun'altro sicuramente bravo, sicuramente ispirato dagli anni 80 (che grazie a dio ho vissuto in prima persona), che fugacemente compare e fugacemente scompare.
Seppellitemi con London Calling.

Attilio