giovedì 28 giugno 2007

Un'altra vita


Finchè siamo vivi, ci sono due cose che non possiamo smettere di fare: respirare e pensare. Quando ci sembra di non pensare/riflettere, vuol dire che siamo impegnati nei flutti della vita, nuotando, cadendo, vivendo. Se no si pensa sempre. E quello che è la nostra salvezza (=speranza) è anche la nostra condanna (=disperazione): il pensiero di un’alternativa, il pensare ad un Altrove, un’altra vita, fatta di altre scelte, altre facce, altri posti, una vita possibile, migliore, o almeno diversa. Se fossimo convinti che “La mia vita è questa, punto e basta, non ho altre possibilità” potremmo anche essere felici, spesso e volentieri. Il prigioniero, il malato e l’invalido possono, anzi devono farsene una ragione, se no impazziscono: noi uomini “normali”, “liberi”, invece, a meno di lavaggi del cervello di vario tipo, sappiamo/sentiamo sempre che tutto, noi compresi, potrebbe essere diverso/migliore. Ci stiamo lavorando. Quando non crolliamo per stanchezza o scoraggiamento. Ma questa consapevolezza, piena di speranza, responsabilità e disperazione allo stesso tempo, ci fa andar avanti. E meno male che ce l'abbiamo. Però, sempre questa sognante sensazione di nostalgia/rimpianto/anelito non fa stare molto bene...

venerdì 15 giugno 2007

Prima di partire per un lungo viaggio...


Non era male quella canzone di Vasco cantata da Irene Grandi.
Allora: obiettivi dell'imminente vacanza, terza consecutiva laggiù in Costa Brava, ma si sa, squadra vincente non si tocca (anche se invecchia).
In ordine casuale
1) non ingrassare più di 5 chili come le altre volte mangiando meno carnazza e più frutta e verdura
2) riscoprire il gusto di stare coi figli, non solo accompagnare e razionare la Nintendo DS
3) visita ai luoghi del mito Salvador Dalì
4) un altro salto a Barcellona, probabilmente la più bella città del mondo (ovvero come potrebbe essere Genova se non ci fossero i genovesi lamentosi-e-basta)
5) farmi passare il mal di schiena a suon di nuotate
6) smettere di mangiarmi le unghie a 43 anni suonati
7) rilassarmi e pensare pochissimo, solo vivere, sorridere, no stress, no problem
8) tornare con un sorriso idiota-ebete stampato sul viso
9) camminate ed esplorazioni di spiaggie/calette
10) immersioni coi figli
11) Matteo che nuota senza braccioli
12) nessun panico nel viaggio
13) imparare un po' di spagnolo meno maccheronico (quello con l'aggiunta delle esse a ogni parola, penoso)
14) nuova macchina fotografica digitale usata con gusto e non sofferenza come sempre
15) dimenticare Genova e Milano.
Penso che siano obiettivi facilmente raggiungibili. La resa dei conti al ritorno.
Bye bye, adios!




martedì 12 giugno 2007

Stankabbestia

Come ogni giugno, sono stancoabbestia, quasi esaurito. Il rush finale della scuola dei due fantastic kids (un sacco di impegni e scarrozzamenti), il caldo, la burocrazia che rompe (ICI e multe), lo smarrimento della macchina fotografica, la preparazione della partenza per la Spagna, un sacco di cose da fare/mettere a posto in casa, e in più stavolta un importante e sofferto dilemma di scelta di lavoro/vita, risoltosi in un nulla di fatto che mi ha “smontato”, insomma: sono agli sgoccioli. Sabato prossimo per la terza volta me ne vado nel limbo di S’Agarò, Costa Brava, a ricaricare le pile, a godermi la famiglia e un po’ di sano Nulla.
Summertime, and the livin’ is easy…

venerdì 8 giugno 2007

Cuccioli di razza Zaio

E' proprio estate: oggi ultimo giorno di quarta elementare per Ale, ultimo di asilo per Matteo (eccoli immortalati mentre scrutano l'orizzonte da Sant'Apollinare). Altro giro di boa della vita, soprattutto perchè non dovrò più fare il mio faticoso "rally del mattino" (prepararne e accompagnarne uno a Granarolo e uno a S. Francesco, su per una strada strettissima per l'auto), da settembre andranno nella stessa scuola. Ma non mi dite che il tempo vola, però. Mi sembrano dieci anni che faccio sta vita. Certi giorni con mia moglie si ha la sensazione di contare solo in quanto autisti/accompagnatori/guardie del corpo. Adesso andranno a fare una settimana di "camp" di basket, e poi si parte verso la Spagna, due settimane di oblìo e limbo. E noi genitori? Stanchissimi, un po' esauriti, con tanti progetti che non realizziamo mai, grandi e piccoli. Fino al prossimo giro di boa: quando saranno autonomi, e con noi potranno anche non venirci sempre. E allora torneremo ad essere un po' egoisti, non sacrificati 100% alla loro felicità. Che, comunque, quando è manifesta, è una gratificazione che non ha prezzo. Come dice il luogo comune "Chi non ha figli non può capire". E poi in auto adesso apprezzano anche gli Husker Du...