venerdì 28 settembre 2007

E il famoso disco su Pavese?

Dovevo andare a presentare il mio disco su Pavese (a proposito, si intitola Last blues) a Barolo, inserendomi nella presentazione di un libro su CP dei miei amici Pierpaolo e Francesca. Gli organizzatori prima mi hanno detto che mi dedicavano tutta una serata, e dopo mi hanno dato il due di picche. Eravamo già tutti esaltati, con Andrea, Barba e Attilio, abbiamo accellerato la preparazione della copertina per stampare tutto al più presto, abbiamo intensificato le prove...che delusione. Comunque il progetto non muore, solo che la tempistica si è di nuovo indefinita, non avendo più scadenze precise. Sicuramente nel 2008 andrò alla Fondazione CP a presentarlo, senza pacchi, la Fondazione mi ha sempre sostenuto e incoraggiato. Ho cancellato dai credits nella copertina l'azienda che mi ha tirato il pacco, e continuo a cullare questo piccolo sogno. Come sempre, nonostante i tempi e i modi a dir poco sfilacciati. E poi è una scusa per passare delle belle serate con gli amici, magari andando a recuperare qualche vecchia emozionante canzone. Non smetterò mai di fare musica, anche se non suono dal vivo da anni. E' un piacere, ma soprattutto quasi un bisogno, di creatività ed espressione. Lo faccio per me, quasi di nascosto.

mercoledì 26 settembre 2007

Pendolare? No, grazie





















Prova di "pendolarismo" GE-MI-GE. Uscito dal mio portone alle 6.30, arrivato sul posto di lavoro alle 9.30. Idem al ritorno, tre ore, tra una cosa e l'altra. Come qualcuno (dei pochi che mi leggono) sa, avevo quasi pensato di fare questa scelta di vita (professionale) nel giugno scorso. Il lavoro "vero", la potenzialità professionale è a Milano, poche balle. In tutti i campi, o quasi. Ma, nel mio caso, non ne valeva la pena sotto alcun aspetto. Mi dispiacque, perchè mi sarebbe piaciuto il lavoro, e ho grande stima per i miei possibili colleghi di MI, però avrei rinunciato alla famiglia (sveglia-colazione-scuola coi ragazzi, cena tutti insieme), e in generale a una certa qualità della vita che MI e fare il pendolare non ti concedono. Che città, meravigliosa e terribile allo stesso tempo. E poi: non sorride nessuno, tutti di fretta, in uno spettro di emotività che va dal frettoloso al disperato, passando per un "Torno subito, forse" e un "Chiuso per lutto" della felicità. Macchè felicità, non si pretende. Un po' di ironia, autoironia, leggerezza. Tutto è così drammatico e drammatizzato. Eppure quanta gente fa GE-MI-GE, ogni giorno. Comunque, una cosa è certa: non sembrano affatto felici, manco sereni. Solo stanchi e malinconici. Sapessi com'è strano, venire a lavorare a Milano...

lunedì 24 settembre 2007

Il grande muro di gomma

Ho la sensazione che l'effetto-Grillo si stia smorzando. Come ogni denuncia, ogni grido di ingiustizia, ogni reclamo di diritti umiliati, vilipesi. Ha ragione il mio vecchio amico giornalista Marco: in Italia viviamo dentro a un gigantesco muro di gomma. Ormai in molti non guardiamo più cose come Report: uno il giorno dopo si aspetta il putiferio, uno scandalo, prime pagine, e invece silenzio, lievi imbarazzi, indifferenza, e si lascia passare il tempo che tutto insabbia ed affievolisce. E allora perchè farsi del sangue marcio, ulteriormente? Guardate questa denuncia del mio amico: niente, non gli rispondono neanche, è pazzesco. Mi ripeto: come si starà in Islanda?

domenica 23 settembre 2007

Noi siamo come l'erba dei prati

Forse non è nemmeno vero
quel che a volte ti senti urlare in cuore:
che questa vita è,
dentro il tuo essere,
un nulla
e ciò che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l'abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati -
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.
Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.
Ma noi siamo come l'erba dei prati
che sente sopra sé passare il vento
e tutta canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa così crescere
da fermare quel volo supremo
né balzare su dalla terra
per annegarsi in lui.
(Milano, 31 dicembre 1931. Tratto da Antonia Pozzi, Parole, ed. Garzanti, pag.68).
Antonia Pozzi morì suicida a 26 anni. Io no.

sabato 22 settembre 2007

Daimon vs. padre

Dopo avermi inflitto la croce (è il caso di dire) del libro Il padre l'assente inaccettabile di Claudio Risè (ed. San Paolo), il mio prezioso amico Aldo si è rifatto segnalandomi le pagine 108-114 del Codice dell'anima di James Hillman (ed. Adelphi). Prevenuto e sospettoso, ho letto invece delle pagine che mi hanno aperto in due, e che consiglio caldamente di leggere a tutti i genitori. Entrate in una libreria, e leggete quelle benedette pagine. Sono pagine anche un po' dolorose, per un papà "responsabile", ma, come diceva quella filosofa, la verità ti fa male lo so. Grazie a Hillman (che devo rivalutare), ma soprattutto grazie agli amici speciali che ho (come Aldo, Andrea, Massimo, Giuliano, Lorenzo, Ezio e Arimondi) che condividono con me le molte fatiche e le poche gioie dell'essere papà nel 2007, in questa Italia, in questo mondo. Chissà in Islanda, però, come stanno...

venerdì 21 settembre 2007

Illogica allegria

C'è un clima stupendo, oggi, lo dico da sempre che settembre è il mese più bello dell'anno. Uscito dall'osteopata, inforco i miei rayban da Blues Brother e passeggio leggero, quasi sorridendo. E mi viene in mente questa vecchia immortale (per me) canzone di Gaber:
L'illogica allegria
di Gaber - Luporini
(1980 © Edizioni Curci Srl - Milano)
"Da solo lungo l'autostrada, alle prime luci del mattino, a volte spengo anche la radio e lascio il mio cuore incollato al finestrino. Lo so del mondo e anche del resto, lo so che tutto va in rovina. Ma di mattina, quando la gente dorme col suo normale malumore, mi può bastare un niente, forse un piccolo bagliore, un'aria già vissuta, un paesaggio, o che ne so. E sto bene. Io sto bene come uno quando sogna. Non lo so se mi conviene, ma sto bene, che vergogna. Io sto bene, proprio ora, proprio qui. Non è mica colpa mia se mi capita così. È come un'illogica allegria di cui non so il motivo, non so che cosa sia. È come se improvvisamente mi fossi preso il diritto di vivere il presente. Io sto bene...Questa illogica allegria, proprio ora, proprio qui. Da solo, lungo l'autostrada, alle prime luci del mattino."
Mi sento un po' fesso, ma sto abbastanza bene, oggi.

giovedì 20 settembre 2007

Paura eh?

Quanti anni sono che diciamo "Se Grillo si presentasse vincerebbe le elezioni"? Adesso scende in campo (almeno indirettamente), e il mondo politico è nel panico. Qualunquista, demagogo, terrorista, gliene hanno dette di tutti i colori. Perchè in realtà i politici di professione hanno paura, di venire scavalcati, estromessi. Ma come, tutti gli anni di gavetta? Non voglio generalizzare troppo, ci sono persone che fanno politica per passione e onestà, ma una bella "ripulita" e "rinfrescata" ci vuole. Lo sanno tutti che la politica è una carriera, ormai, quasi di tipo manageriale, con un marketing, un target, un budget. E gli elettori, soprattutto a sinistra, si sono un po' stufati, perchè la vita non migliora mai (servizi, sanità, lavoro, ambiente, giustizia, sicurezza, serenità). Stiamo a vedere, sperando che questo casino non faccia la fine dei girotondi, e dia davvero una svolta alla politica italiana.

mercoledì 19 settembre 2007

Meglio Briatore o un libraio?!

Visto in tv da colleghi: veniva chiesto a questo simpaticone come mai avesse così successo con le donne (giovani e belle). E illo rispose: "Ma cos'è meglio, Flaviobriatore o un libraio? Con chi dovrebbero andare, con un bibliotecario?". Già il personaggio non era il massimo della simpatia, ma questo disprezzo del mio lavoro e della cultura in genere fa innervosire, e parecchio. D'altronde, fintanto che i Valori fondanti della nostra società sono i Soldi, la Fama e la Foca, beh, ha ragione lui. Non si è indignato nessuno, infatti, tranne i librai e i bibliotecari che si sono sentiti dare dello sfigato (appunto). A livello più generale è disgustosa l'arroganza mista ad ignoranza di questo bel tomo che probabilmente non legge un libro dai tempi della scuola. Amarezza, e un po' di sconforto.

martedì 18 settembre 2007

Drinking problem?

Oggi ho saputo che M, il barista "storico", dove si andava coi colleghi 20 anni fa a bere il bianchetto, il biancamaro, il campari, con la focaccia o un tramezzino, quando ero giovane e "furioso", è morto di cirrosi epatica a 50 anni. Fegato spappolato, fanculo Vasco. Vomitava sangue a fiotti, negli ultimi tempi. Aveva avuto due tumori al fegato, ma niente, ha continuato a distruggersi, di nascosto. L'alcool è una brutta bestia: innanzi tutto è legale, come droga, la compri quando e dove vuoi. E poi passa sempre sotto un velo di goliardia (fuori pasto) o convivialità (a pasto). Il problema è quando diventa un'abitudine-dipendenza quotidiana, una necessità di cui ci si vergogna, giustificata col cibo, col "bere poco ma bene", col "non ne ho mica bisogno, mi diverte", "ma cosa vuoi che sia". M era palesemente "cotto": tutto rosso, nasone butterato, perenne stato confusionale-sorridente. Ma mi mancherà la sua dolcezza e la sua gentilezza. Si stava uccidendo lentamente, come un'anoressica, in un certo senso. Ma non dava fastidio a nessuno, se non a chi gli voleva bene e non riusciva ad impedire il suo lento ma determinato suicidio. Via Fieschi è più triste, da quest'estate.

lunedì 17 settembre 2007

Dischi nuovi

Compro pochissimi dischi "nuovi": un po' per i prezzi, un po' per i gusti, un po' perchè spesso sono dischi nuovi di artisti "vecchi". Sono ancora meno i dischi "nuovi" che mi convincono. Il problema è che qualche canzone "nuova" mi piace, ma tutto un disco raramente lo reggo. Questa però è stata un'estate fortunata. An end has a start (gran titolo) degli Editors è epico, poetico, romantico ma carico al punto giusto: grandioso. Mi ha fatto riprovare le emozioni di Revolutionary spirit dei Wild Swans , chi se li ricorda? forse giusto il mio vecchio amico Lorenzo (ciao Cugiulò!). Smokers e The weight of the world saranno nella mia compilation Ciapaquay 2007. Notevole ma meno sorprendente il nuovo Interpol, Our love to admire: l'iniziale Pioneer to the falls vale il cd (anche se Rest my chemistry ricorda un po' troppo Where is my mind dei Pixies). Gli Interpol li seguo già dal primo disco (un fan dei Joy Division non poteva tirarsi indietro), ma adesso hanno raggiunto maturità e stile personale (sembrano gli Interpol, e non qualcun altro). C'è ancora speranza per la musica rock dopo il 1984. E mi posso sentire "aggiornato" e al passo coi tempi, per una volta.

domenica 16 settembre 2007

Agnelli o camerieri


Ho rivisto una vecchia intervista a Gianni Agnelli in cui gli si chiedeva se si fosse mai innamorato. GA, col suo disgustoso "stile signorile" e la sua mitica evve, rispondeva: Innamorarsi è roba da camerieri. Pelle d'oca. Ma ho capito anche come mai suo figlio Edoardo ha fatto la fine che ha fatto, e suo nipote è diventato quel bel personaggio di Lapo Elkann. Ho messaggiato la frase al mio amico AR che mi ha risposto: Il signore desidera? :-D

venerdì 14 settembre 2007

I nodi dentro

Finalmente sono andato dal fisioterapista a farmi "strosciare", stiracchiare, snodare i nodi di nervi e ossa che ho dentro. Un male da bestia. Ma poi una giornata di sollievo. Come se avessi allentato i nodi dentro. Sono una matassa ambulante di nodi. Collo sterno diaframma schiena polpacci, tutto tirato e sempre teso, senza volerlo. E alla lunga arriva la stanchezza e poi il dolore. Altro problema: io respiro con la gola, ho i polmoni in gola. Dovrò fare degli esercizi per imparare a respirare profondamente, fino in fondo. Sento che sono sulla strada giusta, per rilassarmi e stare meglio. Grazie FP! Ma quanti cristi ti ho mandato durante il trattamento...It' getting better all the time (it can't get no worse)...

mercoledì 12 settembre 2007

Conciarsi per le feste

Oggi sono andato a lavorare a Milano in vestito e cravatta. Ho fatto un esperimento di lookologia, diciamo. Io coi miei jeans, i basettoni, la mosca alla Tom Waits, i capelli medio-lunghi, le spillette dei Clash e dei Joy Division, sembravo sempre un disadattato affidato alla mia azienda dai Servizi Sociali, in confronto ai miei colleghi in sede, sempre inappuntabili, “tirati” tipo CdA, o matrimonio sobrio . L’abito fa il monaco? Un po’ sì, forse. Me ne ero già accorto in negozio: vestito in un certo modo risulti alla maggior parte della gente più autorevole, importante, competente, persino intelligente. Ti prendono tutti più sul serio. Triste, quasi incredibile, ma vero. Come indossare un costume, una uniforme. Basta entrare nella parte. Anche se qualche piccolo particolare tradisce sempre il mio travestimento: scarpe con punta strana, colletto della camicia da soffocare, nodo della cravatta storto-dadaista, gli occhiali da sole alla Blues Brothers, sbarbatura irregolare con taglietti da fretta, dita-unghie torturate, la borsa-tracolla dell’Ikea, continuo cambio di posizione sulla sedia per maldischiena maledetto etcetera. Uniamo a questi minuscoli vizi di forma la tendenza alla critica costruttiva, un anticonformismo di fondo, l’incapacità di fare il cosiddetto yesman, il trattare le persone tutte con lo stesso rispetto, sia “superiori” che “inferiori”, una impostazione mentale ironica e autoironica, un po’ di humour nero, e voilà, ecco visualizzato l’outsider, il “tipo strano”, simpatico ma un po’ inopportuno e mai opportunista. “Perché ti sei vestito così? Ma tu hai un tuo stile originale!”: è un complimento o un “Lascia perdere che tanto...”? Comunque sia, mi sono divertito un sacco. E poi in giro mi danno tutti del Lei e del Signore, quando sono conciato per le feste. Un giorno poi racconterò di quando mi ero rasato da mohicano a 18 anni, nella preistoria (1983)…Dico solo che la polizia mi fermava “per controlli” un giorno sì e l’altro pure. Com’è cambiato il mondo, eh? O no?

sabato 1 settembre 2007

Fra poche ore

sarà questo quello che vedrò la mattina. Mi sta già passando il mal di schiena. Speriamo bene col clima. Vi racconto lunedì 10/9. E' stata dura ma sono sopravvissuto a me stesso un'altra estate. Sono emozionatissimo: potrebbe essere l'ultima volta in quella casetta. Me la godrò ancora di più, se è solo questo il problema. Bye bye.