sabato 6 ottobre 2007

Fermarsi, respirare, sentire

Andare dall’osteopata mi ha cambiato la vita. E pensare che mi sono rovinato mezza estate, tra mal di schiena (se stavo seduto) e dolori alle gambe (se stavo in piedi). Per non parlare delle notti in apnea, coi crampi durante e il torcicollo dopo, la fibromialgia. E giù antinfiammatori micidiali. L’osteopata è un incrocio olistico “illuminato” fra fisioterapista, ortopedico, chiropratico, massaggiatore, che ti manipola, allunga, scioglie (ecche dolor!) ossa e muscoli facendoti capire che tutto è collegato, dentro di noi (mi toccava una spalla -> mi faceva male una gamba!?). La cosa più importante che ho acquisito è la benefica necessità, ogni tanto, di fermarmi a ragionare su respirazione e postura. Avevo un diaframma tipo tavola da surf! E respiravo sempre (da sempre) dalla gola in su, come in emergenza Lo sterno: una corazza, una botte de fero (arrugginita). I muscoli del collo: una corda, una specie di cappio. Certo, nelle giornate convulse di fretta e troppe cose da fare, è difficile trovare la lucidità, il tempo, la forza di prendere consapevolezza di se stessi. Certi giorni non mi guardo neanche nello specchio. In fondo ho sempre vissuto il corpo un po’come un mezzo di trasporto, un treno su cui passo il tempo ma che non saprei guidare, non guido e non so come funzioni. Un furgone che, per quanto malandato e pieno di robaccia accumulata, continuava a portarmi in giro. Senza fare mai manutenzione. I nodi (è la parola giusta) con la mezza età (o la fine della giovinezza, fate voi) sono venuti al pettine. Ora perlomeno sto (altra parola giusta) meglio. Ora so cosa devo fare/evitare, come devo (com)portarmi, se non voglio stare male. Non devo perdermi di vista, non devo smettere di sentirmi. In tutti i sensi. Ce la posso fare. Grazie Fabietto!

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