giovedì 11 ottobre 2007

Francolino va in città


Ogni volta che riguardo Caterina va in città lo metto nei miei film di culto assoluto. Castellitto, con la sua opera d'arte sempre appresso nella valigia, che nessuno vuole pubblicare, artista e insegnante incompreso e mobbizzato, la sua vecchia moto per una fuga verso il niente, le sue crisi isteriche o depressive, una moglie (una bravissima Margherita Buy) che lo compatisce, Caterina che non è a suo agio con nessuno dei compagni di scuola se non la musica, che la fa volare nei sogni...uhm...vi ricordano niente? E poi la tragicomica scenata da Costanzo (Perchè si sa che in Italia se non si fa parte di qualche conventicola non si va da nessuna parte!), il sentirsi tagliato fuori sia dagli intellettuali di sinistra che dai fascisti in doppiopetto, che dagli altri genitori, da tutta la società. A parte Caterina che realizza i suoi sogni musicali, il film è un po' desolante e disperato, in effetti. Ma è uno specchio molto realistico della vita di tutti i giorni nelle città italiane dell'inizio millennio. Consigliato.

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