giovedì 29 novembre 2007

L'importanza della determinazione



Conta di più il Talento e la Qualità di una persona, nella vita sociale, o la Persistenza e la Determinazione? La storia di R e L mi fa sempre pensare. R era il più bravo alle elementari, l'unico che mi tenesse testa anche se a 10 anni leggevo la Storia di Montanelli (!), per dare un'idea. R è morto di overdose a 20 anni: sensibile-fragile-confuso, cominciò a sconvolgersi al liceo fino a morirne. L invece faticava sempre a raggiungere la sufficienza in tutto. Non era "l'ultimo della classe" perchè i suoi sforzi e la sua fatica venivano comunque premiati alla fine dell'anno. L è diventato un medico specialista, gira il mondo al seguito di una Nazionale di sport ed è un padre di famiglia felice e spiritoso. E' quello che si dice "un uomo realizzato".
Con questo aneddoto non voglio dire che la Qualità delle persone non vada riconosciuta e coltivata. Dico solo che spesso, senza Qualità, si può avere una vita sociale migliore, se si è abbastanza determinati, se ci si applica, con un obiettivo ben preciso (determinato, appunto) e raggiungibile (non fantascienza).
E io, e voi, quali obiettivi abbiamo? Abbiamo degli obiettivi? E cosa stiamo facendo per raggiungerli?

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Senza qualità particolari, i tuoi obiettivi sono per forza più limitati e, di conseguenza, più facilmente raggiungibili. Se l'obiettivo é avere una vita "normalmente appagante" per le persone come L, con un po' di impegno, la strada é ben delineata e tutto sommato (salvo imprevisti) in discesa. Per R, invece, gli obiettivi sono molto diversi. Rendersi conto di non riuscire a raggiungerli, e di non potere/volere ripiegare su quelli di L, ne causano l'autodistruzione. Ognuno di noi conosce storie analoghe a quelle di L e R (io ne ho scritto per analogia, non conoscendoli), ed ognuno di noi E' un pò di entrambi in proporzioni variabili. Per quanto mi riguarda, di obiettivi (sogni) non ne ho più da molti anni e, forse, é meglio così.

Andrea

listener-mgneros ha detto...

conta il distacco..non dai sogni o dagli incubi..conta il distacco dalla realtà...inquinata e lucente...almeno così io riesco a vivere...

Anonimo ha detto...

Sono giunto alla conclusione, che vivere è un pò come andare per funghi. Puoi essere il più bravo del mondo, ma se sbagli posto e momento...
In compenso puoi essere uno che pensa che i funghi sono quelli che prendi in palestra o in piscina, ti infili in un bosco per sbaglio o per vescica debole e...
Puoi essere anche uno che vive su di un'isola dell'oceano indiano e fin da piccolo volevi diventare il più grande cercatore di funghi del mondo e per tutta la vita metti da parte un soldo, ogni giorno e quando finalmente il gruzzolo ti consente di fare un bel viaggio a Sassello...non sai che ci vuole il tesserino.

Dura la vita boyz


Wilson

Arimondi ha detto...

Pochi ingredienti.

Costanza e discreta ma ferrea determinazione, in assenza, ahimé, di talento.

Occhi e sensi aperti contro i funghi avvelenati ma anche per cogliere le sensibilità.
Ricordo che ai concerti e nei locali "annusavo" nell'aria la rissa. Mi scostavo sempre un minuto prima che i due cominciassero a rovesciare i tavoli. Ancora oggi sento l'aggressività o la timidezza delle persone, quando c'è.

Un'alta dose di culo.

Il rifugio nel caldo di se stessi, quando necessario.

I nemici (pochissimi), quelli, passano da soli lungo il fiume, prima o poi.

Lontane origini nelle valli Valdesi.