mercoledì 31 dicembre 2008

Memorabilia 2008

Tradizionale post di fine anno, bilanci e top ten. Raggiunti 26 obiettivi su 52, forse 52 erano troppi, ma più probabilmente è stata una brutta annata (l'anno scorso 39 su 57!). Quelli del 2009 (quelli pubblicabili), le buone intenzioni, i progetti, i sogni (no, quelli li tengo per me), in un post nei prossimi giorni.
Le "classifiche" sono tutte in ordine cronologico e non di preferenza.

Magic moments:
con la famiglia a Sant'Apollinare
al cinema con Aldo a vedere "Into the wild"
sciare
l'uscita del mio disco
la spiaggia di Sa Conca in Spagna
mio padre uscito dal coma
la spiaggia della Pelosa alle 6 del mattino
gli amici sardi
le serate "da fidanzati" con mia moglie
la giornata ad Acqui.

Bad moments:
l'incidente coi cani in autostrada
la depressione di fine aprile
la stanchezza e la gelosia di mia moglie
mio padre in ospedale
la morte dello zio

Libri (letti solo 30):
Maggiani, Mi sono perso a Genova
McCarthy, La strada
Jodorowsky, Cabaret mistico
Labranca, 78.08
D'Arino, Manuale di sparizione
Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena
Marcoaldi, Il tempo ormai breve
Demetrio, Raccontarsi
Pozzi, Parole
Bianchi, Il pane di ieri

Dischi più ascoltati (oltre al mio, ovviamente):
Bob Mould, District line
Baustelle, Amen
Ligabue, Secondo tempo
REM, Accelerate
Afterhours, I milanesi ammazzano il sabato
AA.VV., The Trojan Dub box set
Coldplay, Viva la vida
Steve Wynn, Crossing Dragon Bridge
Joy Division, tutto
PJ Harvey, tutto

Film preferiti (ben 8 al cinema, ma visti in tutto solo 40: i ragazzi vanno a dormire sempre più tardi...):
Into the wild
The future is unwritten (Joe Strummer)
Onora il padre e la madre
Tutta la vita davanti
The Truman show
This is England
Kung Fu Panda
Changeling (Eastwood)
Funeral party
Redacted (De Palma in Iraq)

Alla TV:
Desperate housewives
MTV brand:new
Parla con me (Dandini)
Crozza Italia live
David Letterman
Passepartout
AnnoZero
Glob l'osceno del villaggio
TG3
The office (BBC)

Gli oroscopi dicono che il 2009 sarà per me l'anno del Cambiamento: non dicono se in meglio, però, stronzetti. Comunque è già un buon auspicio, il pensiero di poter cambiare, rinnovarsi, ripartire, ricominciare. Vedremo. Spero (ma non ci scommetto) che sarà un anno migliore. Lo auguro anche ai miei "blogsimpatici", che considero quasi degli amici veri e propri, ormai, e anche a quel centinaio di persone che ogni giorno mi leggono senza lasciare commenti.
Buon anno, e buon capodanno.

venerdì 26 dicembre 2008

Il gusto dell'ultima volta

Da qualche tempo (da quando è stato male mio padre) mi conforta il cosiddetto "pensiero apocalittico", ossia fare le cose (vivere) con la consapevolezza, o anche solo la sensazione che potrebbe essere l'ultima volta. Tutto assume un gusto diverso, anzi migliore. Una situazione piacevole viene goduta più intensamente, diventa indimenticabile, e una spiacevole viene vissuta con più leggerezza ("forza, chè tanto è l'ultima volta"). Senza andare nel panico da apocalisse, ovviamente (tipo "Oddio mi restano pochi giorni da vivere").
Due esempi personali. 1) La sensazione (la probabilità) che fosse l'ultima volta ha reso indimenticabile la mia vacanza in Sardegna a settembre, anche senza tante foto, souvenir e filmati, è un ricordo che scalda il cuore. 2) La consapevolezza che fosse l'ultima volta in quel posto ha reso meno pesante il lavoro di dicembre in libreria (l'anno prossimo cambio location). Sorridendo rincuoravo i colleghi dicendo "Dai che è l'ultima volta". Ma la maggior parte mi guardava male, non capisco perchè ;0)

E questo potrebbe essere l'ultimo post che scrivo. Lo trovo bellissimo.

mercoledì 24 dicembre 2008

Regali, solitudine, stanchezza

Fatti tutti i regali? E soprattutto: avete qualcuno a cui fare dei regali? Penso che non ci sia maggior momento di solitudine del Natale, e anche del Capodanno. Intendo: oltre i parenti e le formalità (spesso ipocrite), a Natale la solitudine si sente di più. Non c'è persona più sola di chi non ha nessuno a cui fare un regalino, un pensierino a Natale. So benissimo che è una riflessione indotta dal consumismo amerikano, dalla pubblicità, dalla tv, ma è così.

Anche stavolta arrivo al giorno di Natale molto stanco. Non come qualche anno fa, forse, vuoi per la Crisi, vuoi per una certa cinica amara saggezza arrivata con gli anni. Spero almeno che siano due giorni di serenità famigliare, oltre che cibo+alcool e relax assoluto. Auguri a tutti, comunque. Non magnatebevete troppo chè poi state male, vi conosco. Ci risentiamo poi a fine anno, bilanci-classifiche-progetti.

domenica 21 dicembre 2008

A Genova non si butta via niente

Finalmente è arrivato il nuovo numero di Compost, valorosa free-zine genovese a cura di Disorder Drama. Su questo numero lunga intervista "consuntiva" al sottoscritto (oggi ho visto Husker , autore dell'articolo, e gli ho detto: Beh, ora non mi resta che morire..). Dategli una letta on line oppure procuratevi la versione cartacea da Disco Club in Via San Vincenzo 20r, Books In The Casba in Via Prè, Grrrzetic Editrice in Vico Valoria. In effetti fa impressione (e anche un po' malinconia) vedere riunite le cose (e le stronzate, dirà qualcuno) combinate in campo musicale e paramusicale in oltre 20 anni. Tutto concorre a far presumere una svolta, o una fine. Per ora vado avanti. Esempio? Ore 8, metro di domenica mattina: strano 45enne registra al cellulare una melodia per una poesia di Antonia Pozzi. Cose così. Finchè se ne ha l'ispirazione e la forza necessaria. Finchè la Stanchezza non prende il sopravvento. Grazie Husker, grazie Matteo, e grazie al cielo che sono ancora qui a raccontare la mia storia, con la dovuta modestia, ma anche con il dovuto orgoglio.

venerdì 19 dicembre 2008

Anche questo mi nuoce

"L’intelligenza non avrà mai peso, mai, nel giudizio di questa pubblica opinione. Neppure sul sangue dei lager tu otterrai da una delle milioni d’anime della nostra nazione un giudizio netto, interamente indignato.
Irreale è ogni idea, irreale ogni passione di questo popolo ormai dissociato da secoli, la cui soave saggezza gli serve a vivere e non lo ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza, alzare la mia sola puerile voce non ha più senso. La viltà, avvezza a vedere nel modo più atroce gli altri con la più strana indifferenza.
Io muoio e anche questo mi nuoce."
Ascoltare queste parole dalla voce di Pier Paolo Pasolini mi fa sempre venire i brividi.

giovedì 18 dicembre 2008

Non parlo di politica

Meglio che non parlo di politica, in questi giorni, anzi in questi anni. Se no va a finire come nel bar di "Ecce bombo" (1978). Comunque NON sono tutti uguali. Però sempre più spesso mi chiedo: OK, ma dove sono, quelli diversi?

mercoledì 17 dicembre 2008

"Ma cosa fa Zaio nella pausa?!"


I miei colleghi sono perplessi. Vi dirò le possibili risposte:
-passeggiata fino a Disco Club con panino in piedi al Gallese
-giro da Ricordi o FNAC per sentire qualche disco "in ascolto"
-lettura di libretti come questo a fianco (a proposito, consigliato: quando eravate giovani e gaudenti regalavate con 1000 lire la Lettera sulla felicità di Epicuro, ora che siete giovanili e decadenti spendete 3 euro per queste 19 pagine meravigliose) in magazzino-rese o al cinese dal leggendario Chan
-d'estate gelato in piazza delle Erbe
-a dicembre in galleria Mazzini per la Fiera del Libro o in giro per regali
-a fare la spesa alla vicina Coop o commissioni varie
-a mangiare qualcosa con mia moglie, le pochissime volte che può venire a trovarmi.

Allora, calcolando una media di 8 ore di lavoro e 7 di sonno, restano ben 9 ore di vita privata. 2 partono di viaggio (autobus/metro/a piedi) andata e ritorno dal lavoro, ma si possono utilizzare benissimo per leggere e sentire musica. Restano altre 7 preziose ore: la pausa-pranzo è una di queste.
Con questo veloce calcolo rispondo anche alla frequentissima domanda "Ma dove lo trovi il tempo?!".

martedì 16 dicembre 2008

Farina del mio sacco

"Ogni successo che si rispetti chiama almeno un sequel, come sanno bene Omero, i Dumas e Federico Moccia, e Il fu Mattia Bazar (Orme, 2007) non poteva restare da solo a difendere l'onore degli stupidari da libreria. Ecco quindi Il buio oltre le seppie che deve il titolo a un'acrobazia linguistica carpiata e rovesciata (quel buio che allude a neri intingoli da risotti) e il contenuto alla acribia filologica e allo scrupolo collezionistico di diversi appassionati del genere: Paolo Di Stefano, Alberto Rollo, Stefano Furini, Lino Apone, Brunella Schisa, Gianluigi Zecchin, Giovanni Mipa Moliterni della libreria dell'Arco di Matera, i librai della libreria il Trittico di Milano, Romina Scotto della libreria Feltrinelli di Napoli, i librai di www.bookavenue.it e di neurolibreria.blogspot.com e naturalmente Franco Zaio della Feltrinelli di Genova che anche quest'anno ha aperto gli scrigni del suo infinito archivio di scemenze ascoltate sul posto di lavoro e registrate con l'amorevole disciplina del ricercatore.
Il buio oltre le seppie (non mi stancherei mai di ripeterlo, ogni volta mi fa ridere) si distingue rispetto a Il fu Mattia Bazar (neanche questo era male, però) perché a quella degli autori e dei titoli di libri storpiati, aggiunge la categoria delle "scene da libreria". Dialoghi poco platonici fra librai e clienti, surreali e fulminanti Tragedie in due battute (di Carlo Campanini, giusto?) che descrivono, meglio di un trattato di marketing editoriale, la vita quotidiana nelle librerie italiane.
Due parole sull'autenticità dei contenuti del Buio oltre le seppie. Come per Il Fu Mattia Bazar qualche lettore sosterrà che alcune delle sue perle non possano essere vere. Le due parole sono giurin e giuretta. Tutto quello che abbiamo scritto è stato pronunciato in libreria da un cliente o da un libraio . Giurin giuretta. Va bene così? Cos'altro si pretende da noi? Un atto notarile?
Bene, buon divertimento e alla prossima raccolta (che potrebbe intitolarsi, chissà, Il maestro e la pizza Margherita, di Bulgakov naturalmente)." Questa l'introduzione di Stefano Tettamanti.
E ora sapete quale libretto spiritoso regalare a Natale ;-)

domenica 14 dicembre 2008

"Ti devo parlare"

Ho già scritto altre volte che le cose, soprattutto se importanti, vanno dette/comunicate al più presto, senza essere impulsivi, forse, ma bisogna "togliersi il rospo", "svuotare il sacco". Perchè le cose che si devono dire (o che si vogliono sentire) col tempo sbiadiscono, perdono significato e pregnanza, spesso cambiano e scompaiono le condizioni per dire/sentire certe cose. Lo stesso vale per i concetti, i progetti, i valori: il passare del tempo li cambia, li consuma, li rende irriconoscibili e inutili. Anche i Valori che si pensano fondamentali e indistruttibili.
Ora pensate di avere una persona che ha un ruolo molto importante nella vostra vita (amore, lavoro, famiglia, tempo libero, whatever) che vi dice "Ti devo parlare (di una cosa importante)". Vi dà un appuntamento per questo rendez-vous e lo rimanda di mese in mese. Quando le coincidenze poi ve lo mettono di fronte, questa persona sfugge, scusandosi sentitamente, dando un altro appuntamento e promettendo un colloquio decisivo. Cosa pensate di questa persona?
1. non ha niente (più niente) da dirvi
2. vi tiene in sospeso per interesse (personale o professionale)
3. non ha il coraggio o non trova le parole
4. non è più credibile nè affidabile.
E col passare del tempo, a furia di rimandare, anche voi non siete più gli stessi, per esperienza e stanchezza. E viene il giorno in cui non ve ne frega più niente, di quello che vi doveva dire. Avete perso anche la curiosità. E voi avete perso l'ispirazione e la voglia di dirgli quello che volevate dirgli. Ve lo siete addirittura dimenticato (se non l'avete scritto da qualche parte pro memoria). Ecco perchè da sempre scrivo un diario privato (oltre a questo blog): per non dimenticare. E non dimenticherò.

venerdì 12 dicembre 2008

Bastian contrari

Mentre riscoprivo Billy Bragg ho visto il film di Hal Ashby Questa terra è la mia terra, scoprendo la figura di Woody Guthrie, che conoscevo (confesso l'ignoranza) solo per sentito dire come vate antesignano di Bob Dylan, Billy Bragg, Springsteen, e tutto il folk-rock americano. Davvero un Personaggio, quasi un Eroe. Potere della musica.
E mi sembra un accostamento azzeccato parlare di lui il giorno dello storico sciopero generale della CGIL in solitudine, uno sciopero a cui ho aderito. "Credo che sia il contrario di ciò che bisognerebbe fare e che non può avere nessun effetto", ha dichiarato Berlusconi: bene, ora so cosa fare. E l'effetto lo vedremo.

martedì 9 dicembre 2008

Billy Bragg - Sexuality

E in vista del gay Pride a Genova, beccatevi questo inno delizioso. Quando dico che è un idolo!

Billy Bragg - Waiting for the great leap forward

Billy Bragg introdotto da Henry Rollins, scusate se è poco. Billy Bragg è uno dei miei Eroi musicali. Vi invito a scoprirlo/conoscerlo. E' il mio Woody Guthrie, il mio Bob Dylan, il mio Guccini, il mio De Gregori. Uno che faceva i Clash e i Jam, nei bis. Uno che ha fatto un disco di canti socialisti (nel senso bello del termine). Uno che non si è mai rassegnato (anche se un po' intristito). Uno che crede ancora nel "messaggio2 che la musica può dare. Un Eroe, ripeto. E ho una gran voglia di suonare dal vivo come lui, diretto, semplice, onesto. Chissà, l'anno prossimo. "Aspettando il grande salto in avanti".

lunedì 8 dicembre 2008

Solonle, solonle, solonleee

"Mi avevano avvisato. Ma io li mandavo a quel paese, discorsi da vecchi amareggiati, dicevo. Poi un giorno ho cominciato a fare degli esperimenti, e ho capito quanto fossi stato sempre solo. E' che col tempo, diventando più vecchi e stanchi, cominciando a morire, insomma, il senso di solitudine è più evidente, palpabile. L'esperimento più efficace è quello di diradare fino a interromperli i contatti umani e sociali. Basta lettere (ora mail), SMS, telefonate rituali periodiche, inviti, chiacchierate, commenti, anche i saluti per strada. Quelli che mi cercavano, dopo qualche giorno di sparizione, o che mi chiedevano spiegazioni con un minimo di preoccupazione e turbamento, ecco: quelli erano o sono veri amici, quelle sono persone che mi volevano o vogliono ancora bene. Loro ci tengono davvero. Indipendentemente dal lavoro, dalle cose in comune, dall'interesse. Tanto che sono arrivato alla conclusione che i miei migliori amici sono quelli con cui non ho niente in comune, se non l'amicizia e la stima reciproca" (dalla mail di un vecchio vero amico).

sabato 6 dicembre 2008

La domenica a messa



















Those - dying then,
Knew where they went -
They went to God's Right Hand -
That hand is amputated now
And God cannot be found -
The abdication of Belief
Makes the Behaviour small -
Better an ignis fatuus
Than no illume at all -
(Emily Dickinson, 1882)
Una volta - chi moriva
sapeva dove andava -
Si andava alla destra di Dio -
Ora però questa mano è amputata
e Dio, introvabile -
La rinuncia alla fede
fa assumere atteggiamenti meschini -
Meglio un fuoco fatuo
che l'assenza - completa - di luce
(trad. di Barbara Lanati)
Ed ecco spiegato perchè, quando posso (non lavoro), ogni domenica accompagno volentieri a messa i miei figli. Nonostante le piazzate in campo sociale della Chiesa, nonostante le ipocrisie, nonostante i conformismi, nonostante i benpensanti e i malpensanti. Meglio un fuoco fatuo, in questo buio.

giovedì 4 dicembre 2008

Nick Drake - Place to be

When I was younger, younger than before
I never saw the truth hanging from the door
And now I'm older see it face to face
And now I'm older gotta get up clean the place.
And I was green, greener than the hill
Where the flowers grew and the sun shone still
Now I'm darker than the deepest sea
Just hand me down, give me a place to be.
And I was strong, strong in the sun
I thought I'd see when day is done
Now I'm weaker than the palest blue
Oh, so weak in this need for you.

A volte una canzone dice tutto. Tanto vale postarla.


Antonio Cassano e Genova

Servizio di TeleNorba, tv locale pugliese, in missione a Genova sulle tracce di Fantantonio.
NB: avevano intervistato anche un mio collega genoano ma lo hanno "tagliato". Così impara a dire che "Cassano è forte QUASI come Milito" :o)

martedì 2 dicembre 2008

Io e la musica "suonata a caso"

Grazie al buon Mario "Uriah Heep" ho potuto assistere a un concerto memorabile, ieri sera al Teatro della Corte. Conoscevo la musica di Rava (mi piacque un sacco Easy living) e Bollani ("un funambolo in bilico tra genio e follia"), ma la combinazione divertita, emozionante e divertente dei due non la conoscevo. Mi ha impressionato soprattutto l'approccio molto fisico di Bollani allo strumento, e ho provato i momenti di vertigine che la musica, quando si spinge "oltre", mi dà (come quando ascolto Coltrane, per esempio).
Io e il jazz: un rapporto difficile e diffidente, direi di timore reverenziale. La sua libertà di espressione quasi mi spaventa, mi sembra che ci sia da impazzire, da perdersi, in certe improvvisazioni, in certi arrangiamenti, in certe divagazioni. Per non parlare della manifesta capacità tecnica (la ricerca della nota della tromba, la velocità sulla tastiera), che mi lascia basito e ammirato. Pelle d'oca per la versione della seppur inflazionata Estate di Bruno Martino. Grande serata, grazie Mario!

domenica 30 novembre 2008

Non siamo tutti così

Il protagonista di questo libro, il Maschio, è un padre capace di tenerezza e di attenzione, è un marito allegro e appassionato. Ma ha molte altre donne. Relazioni di lunga durata, in cui il sesso è il veicolo primario attraverso il quale passano la comunicazione, l'affetto, la curiosità, la scoperta dell'altro. Il sesso è un pensiero costante, un'ossessione e una consuetudine, un modo per entrare in contatto con il mondo esterno. Più ancora della seduzione e della conquista, più dell'amore che in forme diverse è parte fondamentale di ciascuna di queste relazioni. È questa la separazione del maschio, dunque. Dove per maschio s'intende davvero, genericamente, il maschio di uomo nell'apice dell'età riproduttiva, in un ambiente circostante quanto mai generoso di sollecitazioni e stimoli. E per separazione s'intendono due cose: quella, letterale, dalla moglie, a cui condurrà fatalmente il percorso del libro; e quella, fisica e metaforica, che divide all'interno dello stesso uomo il padre dal marito e dall'amante. Quasi che fosse impossibile conciliare gli impulsi e i sentimenti, quasi che l'unica strada per tenere tutto insieme fosse una rigida compartimentazione, cioè: vivere molte vite.
Ho letto questo libro, l'ho trovato scritto molto bene, brillante, intrigante e illuminante, anche se non provo simpatia nè empatia alcuna col protagonista "dick for brains" (anzi mi sta discretamente antipatico). Lo consiglio soprattutto ai miei amici maschi, dato che le femmine probabilmente lo impugneranno come prova del classico "voi uomini siete tutti così, anche se non lo ammettete, lui è sincero almeno" (che palle!). E poi "molte vite", ma de che: fatichiamo già con una sola...

sabato 29 novembre 2008

Dead Kennedys - Nazi punks fuck off (in studio)

Se riuscite a restare impassibili ascoltando/vedendo questa musica siete morti (o in coma). Persino mio figlio Alessandro (11 anni), quello che ascolta Allevi, Beethoven e Einaudi, si è divertito. O padre degenere che dà questo genere di educazione musicale :-)
Questo video si collega anche a quanto dicevamo stamattina con Paolo Dogzilla (che ringrazio per le chicche musicali che mi procura): è così che vanno registrati i dischi, porco cane! "Nel vero quarto Reich sarete i primi a essere fatti fuori".

giovedì 27 novembre 2008

The Sound - I Can't Escape Myself

"Non riesco a sfuggire a me stesso", già. Canzone che darà i brividi a molti miei amici. (Qualcuno sa da che film sono tratte le immagini?)

mercoledì 26 novembre 2008

Un sano disordine?


Ecco, finalmente è tutto a posto. Le foto, i libri, i video, i vestiti, i documenti: tutto ha finalmente un ordine, un senso. E' una situazione che sogno da sempre. Da quando sono andato a vivere da solo, è stato tutto un accumulare, accatastare, radunare alla rinfusa: in ordine cronologico, quando andava bene, in ordine geografico, a seconda della provenienza del souvenir, o in ordine topografico, ovvero dove trovavo posto, in una casa che certi giorni sembrava aver subito una perquisizione, o un furto furioso. Pile di libri letti a metà ovunque per terra, fogli scritti e disegnati infilati ovunque, scarpe, bottiglie vuote, vestiti sgualciti, foglietti con elenchi di cose da fare e progetti da perseguire, cd con e senza copertina ovunque, cuscini, tazze con caffè e zucchero incrostati sul fondo, foto incorniciate, ritagli di giornale, foto appannate dalla polvere o usate come segnalibri. Sembrava la casa di un biografo impazzito.
E' così difficile scegliere cosa buttare via, dei propri ricordi, della propria vita. Ma è necessario. Anche se dopo ci si sente un po' più leggeri, ma anche più vuoti. E un po' mi ha sempre terrorizzato immaginare di avere una casa perfettamente in ordine, catalogata, a posto. Mi sarebbe sembrata la casa di uno che è andato via, o che è morto. Invece, forse, solo a quel punto si potrebbe vivere diversamente. Ma da quando non vivo più coi miei non ho mai potuto dire: -Ecco, sono a posto.
Oggi finalmente sono in grado di dirlo. Oggi sono pronto. Tutto è a posto.

Il mio sano disordine: in realtà ho quasi paura dell'ordine perfetto. Mi sembra una cosa che si fa prima di andarsene, una specie di preparazione. E ho paura anche del senso di vuoto che proverei. Mi fanno paura, oltre ad essermi in genere antipatici, i perfettini, quelli con tutto sempre al suo posto, tutto in ordine: mi sembra che non siano mica tanto a posto con la testa, più che altro. Quando il mio Tutto sarà in ordine, "al suo posto", catalogato e reperibile, ci sarà da preoccuparsi. Sarà stranamente inquietante, sembrerà quasi pericoloso. Come una fine, o un nuovo inizio.

martedì 25 novembre 2008

Placebo - Twenty Years

"Dobbiamo concentrarci su quello che va oltre l'apparenza", quello che non si vede a occhio nudo. I sospetti, i veleni invidiosi, i segreti di Pulcinella, le ipocrisie, le pacche sulle spalle, i sorrisi stiracchiati. Dobbiamo andare avanti, andare oltre, senza ignorare nè sentirci superiori (solo orgogliosamente diversi)ma neanche farci fregare e subire, senza andare altrove, senza nasconderci, senza sparire, anzi. Fermarci e concentrarci su cosa è davvero importante, focalizzare, coltivare. Come sbraitavano i Fugazi, "è solo una questione di sapere quando dire sì o no". E perchè dirlo.

domenica 23 novembre 2008

La speranza inconscia


Per quanto disincantati siamo, ci è impossibile vivere senza alcuna speranza. Ne serbiamo sempre una, a nostra insaputa, e quella speranza inconscia compensa tutte le altre, esplicite, che abbiamo respinto o esaurito. (E.M. Cioran, pag. 55 di L'inconveniente di essere nati, ed. Adelphi 1991).
Per quanto "ci mettiamo l'animo in pace", per quanto "tiriamo i remi in barca", per quanto "tagliamo i rami secchi", per quanto rinunciamo ad ambizioni e progetti, per quanto viviamo senza il pensiero del futuro e del passato, immersi nel presente e nel quotidiano, facendo possibilmente in modo che non siano sabbie mobili, è proprio così. Una specie di istinto di sopravvivenza, forse. Qualcuno la chiama Fede, qualcuno Speranza, qualcuno Anima, qualcuno Saggezza, qualcuno Illusione, qualcuno Pensare positivo, qualcuno Buona Volontà, qualcuno Sogni, qualcuno Futuro, qualcuno addirittura Amore. Io non so come chiamarla, ma so che non riesco a sopprimerla o eliminarla. A volte la dimentico o la ignoro, questo sì, per non provare delusione e amarezza. Ma so che è sempre lì, dentro di me, da qualche parte. Ed è meglio così. Se no si è come piante, bestie, o robot.
PS Lo so che moltissimi ammirano (o vorrebbero essere) piante, bestie o robot, e non le ritengono condizioni disdicevoli. De gustibus...

giovedì 20 novembre 2008

Fugazi - Blueprint

Li vidi dal vivo nel 91 al Macchia Nera di Pisa. Arrivai presto, stavano facendo il soundcheck suonando più volte questa canzone che mi è rimasta nel cuore per sempre. Erano così intensi, e veri, mentre cantavano versi come
"I'm not playing with you,
I'm not playing with you,
I'm not playing with you,
I clean forgot how to play.
But you can still come around,
In fact I invite you down,
Maybe together we can wipe that smile off your face.
'Cause what a difference, what a
difference, what a difference
A little difference would make.
We'll draw a blueprint, it must be easy,
It's just a matter of knowing when to say no or yes.
Frustrating, frustrating, always waiting
for the bigger axe to fall.
A patient game that I can't find my way to play.
Never mind what's been selling,
It's what you're buying
and receiving undefiled".
Un inno, praticamente.

martedì 18 novembre 2008

Lucio Fontana al Ducale

"Sono capace anch'io, a fare dei tagli o dei buchi su una tela!" (sentita più volte, alla mostra). SIC.
Mi ha emozionato la mostra in corso a Genova (Palazzo Ducale) su Lucio Fontana, un grandissimo artista che conoscevo solo per tagli e buchi (giustappunto) e che invece aveva una personalità e una visione da gigante del Novecento (dalla ricerca sullo spazio perseguita da F nasce l’invenzione del monocromo nell’arte concettuale, anticipando di dieci anni quella che normalmente viene attribuita a Yves Klein , uno dei miei artisti preferiti in assoluto, nel 1958), oltre a una grande tecnica espressiva a 360 gradi (scultura, installazioni, ceramiche).
Se siete a Genova non perdetela (guardate almeno questo spot). E se la perdete non lamentatevi che a Genova fanno solo noiosissime mostre sul Barocco o sull'Ottocento. Come mi ha scritto il saggio RC: "Per una volta che c'è qualcosa di moderno!", in questa vecchia città di semprevecchi.

lunedì 17 novembre 2008

Eastwood è un mostro

Quello che si dice "un filmone", l'ultimo Eastwood (che tra l'altro firma anche le musiche del film: Clint è un mostro). Come già con Mystic river e Million dollar baby si esce dalla sala leggermente incurvati dalle emozioni e dal peso delle tematiche affrontate: "l'individuo solo contro il Potere corrotto, l'infanzia segnata da traumi irreparabili, il rapporto tra il sistema sanitario e i pazienti/oggetto, la pena di morte" (questa a dire il vero mi è sembrata quasi un'apologia: il bastardo se la meritava, e senza cappuccio, no mercy). Ero perplesso sulla Jolie come attrice drammatica (tra l'altro esteticamente io sono decisamente Scarlettiano) e invece la Labbrona fa un figurone da probabile Oscar. Uno dei film dell'anno, sicuramente.

venerdì 14 novembre 2008

Tantormai

"Tanto, ormai": è lo slogan, il motto della rassegnazione e dell'inizio della fine, per tutto e per tutti. "Non c'è più niente da fare" di Bobby Solo la colonna sonora. Non voglio arrivare mai a pensare/essere così, anche se sono parecchi i segnali che invitano ad un atteggiamento a scelta fra rassegnazione, autoesclusione, fuga, disperazione, tirare i remi in barca, cinismo, egoismo, disillusione, amarezza, sarcasmo, indifferenza, apatia...Caspita, che libertà di scelta che abbiamo! No, non voglio diventare un Signor Tantormai. Non posso neanche essere però un Signor Cesempretempo, perchè sento lo scorrere delle settimane come una clessidra interna, e vedo quanto sono patetici i Sempregiovani e i Semprestativecchi che fanno la stessa vita da 30 anni. E hai voglia a cercare di fissare tutto, a creare ed aggiornare dei file, il tempo come la sabbia scivola tra le dita. Così non smetto di fare progetti ed avere/creare motivi ragionevoli (non illusioni stupide o folli) per continuare a pensare che tutto può-anzi-deve migliorare col tempo, seppur invecchiando, anzichè avere la sensazione di morire un pochino ogni settimana. Mi aiuta vedere coetanei che "ricominciano" una vita (sia privata che professionale) alla mia età, che ti viene da dire: Però, vedi che allora non è mai troppo tardi per...(completare la frase a piacimento). E quello che sembrava un tramonto in realtà è un'alba, si era solo fermato l'orologio :-) Come dicevano con ironia i Beatles: It's getting better all the time...O no?

PS Il film della locandina non l'ho mai visto, non so come sia: mi interessava solo una immagine per illustrare il post. Cinefili avvisati.

martedì 11 novembre 2008

Amici come prima?

Quando si vede, e come si capisce, che una persona ti è amica, che è un tuo "vero amico"?
Quando ci stai bene insieme?
Perchè hai condiviso un po' di vita?
Quando ti confida i suoi segreti? O quando custodisce bene i tuoi?
Quando ti chiede aiuto? O quando ti offre aiuto?
Quando ti rende partecipe dei suoi dolori? O quando ti rende partecipe delle sue gioie?
Quando è felice se tu sei felice, senza essere invidioso?
Quando è triste se tu sei triste, perchè ci tiene a te, ti stima e ti vuole bene?
Quando ti cerca solo per sapere come stai, senza alcun altro interesse?
Nei momenti tristi o in quelli allegri?

Oggi non so rispondere a molte di queste domande. Ho riflettuto spesso sull'amicizia, e due brutte notizie di ieri mi hanno fatto venire tutti questi dubbi. Che inutili non sono: è meglio fare chiarezza, in certi campi. La lezione è: non si finisce mai di imparare delle lezioni, nè di capire le persone. Non si finisce mai. A meno che non se ne abbia più voglia, energia e tempo.

lunedì 10 novembre 2008

Yes we are different

"Questo blog nasce da una frustrazione, da un sentimento di vergogna ed indignazione nei confronti dell'inciviltà e della volgarità della politica italiana, e naturalmente delle esternazioni del Presidente del Consiglio. Noi non ci riconosciamo e vogliamo marcare la differenza. Non rinunciamo ad essere persone perbene e non vogliamo nemmeno scendere al livello del Presidente del Consiglio e della sua coalizione.Questa non è un'iniziativa CONTRO il Governo ed il Signor Berlusconi, questo è un dato scontato ed acquisito, bensì è un'iniziativa PRO noi che vogliamo far sapere al maggior numero di persone con un manifesto che esistiamo ancora, un'altra Italia c'è, e che resisteremo con la nostra umanità e tolleranza, non ci cancellerà niente e nessuno .Il nostro progetto è molto semplice, vogliamo comprare una pagina di un grande quotidiano internazionale per pubblicare questo testo:
Siamo milioni di italiani e siamo invisibili. Siamo milioni e non siamo volgari. Siamo milioni e non siamo razzisti. Siamo milioni e non abbiamo dimenticato la nostra storia. Siamo milioni e non abbiamo dimenticato di essere un popolo di emigranti. Siamo milioni e non abbiamo dimenticato che eravamo dalla parte sbagliata nella seconda guerra mondiale. Siamo milioni e siamo onesti e civili. Siamo milioni e NON CI riconosciamo nelle parole del signor Berlusconi.
IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO NON PARLA PER NOI - SI' NOI SIAMO DIFFERENTI"

Per aderire a questa iniziativa e seguirla l'indirizzo è http://yeswearedifferentit.blogspot.com/

domenica 9 novembre 2008

Il doppio sguardo


Quante volte si è detto
il mondo deperisce.
Quante volte si è detto
il mondo fa naufragio.
Dovremmo misurare meglio
le parole: chè il mondo
deperisce eppure ingrassa;
e mentre naufraga galleggia.
E' questa la fatica
a cui siamo votati: sostenere
un doppio sguardo, capace
di fissare in faccia la rovina
e assieme la lamina di sole
che accende ogni mattina.
(Franco Marcoaldi, "Il doppio sguardo", da "Il tempo ormai breve", ed. Einaudi 2008).
Da farsene un tatuaggio, o un quadretto eh? Diciamo che le giornate e l'umore cambiano a seconda di quale dei due sguardi prevale. Lo sforzo più importante è vedere la lamina di sole la mattina, come quella che vedevo all'alba questa estate a Stintino , anche se ci si vede circondati di rovine.
(La foto l'ho scattata invece a Chiavari, sulla passeggiata, nel tardo pomeriggio).

venerdì 7 novembre 2008

Il diritto di essere felici

"La vita è questa, qui e ora, abbiamo il dovere di viverla a pieno, cercando di essere il più felici possibile e di far star bene le persone che amiamo. Altrimenti non ha davvero senso niente. Tutte le seghe mentali e gli spleen degli animi cupi sono modi vigliacchi di mettersi in aspettativa dalla vita, per poi morire nell'angoscia di non averla vissuta. E poi, diciamocelo: che palle la gente che è sempre ombrosa e tormentata. La trovo noiosissima. Tuttavia può capitare di avere momenti così, ne abbiamo tutti diritto, l'importante è non adagiarsi su quella pericolosa e subdola poltrona."
Per tornare sul tema della felicità e del buonumore, in tempi di destino terrorista, stavolta uso le parole di una mail ricevuta ieri da una persona sensibile e simpatica che mi aveva visto un po' cupo. Grazie B!

giovedì 6 novembre 2008

John Doe "Here comes a regular" (Replacements!)

John Doe è uno dei miei eroi, e questa è una delle mie canzoni preferite di sempre. Enjoy.

Uno specchio e una finestra, NON una vetrina

Un amaro commento di mia moglie e una mail accorata di AS mi hanno fatto riflettere, per l'ennesima volta, sul senso e l'utilità di questo blog. Potrei disabilitare i commenti, per dimostrare che scrivo soprattutto A e PER me stesso, oltre che SU me stesso. Avrei la mia fanzine personale sul computer, dischi, libri, film, riflessioni, senza interscambio. Non mi interessa Facebook, teribbile, e ho chiuso dopo pochi giorni il myspace personale (quello musicale invece è utile e dilettevole assai, altro che, oserei dire indispensabile, per la musica). Potrei chiudere sto blog con nome e cognome e aprirne uno anonimo dove sputo sentenze e veleno con un nick di marketing così poi divento famoso e magari ne fanno un libro. SIC. Non mi interessa. Così come non mi interessa farmi bello, avere una vetrina di me stesso. Concordo con AS che dice Mi sembra che ci sia una stortura di fondo di questi tempi moderni per cui tu esisti solo se lasci delle tracce mediatiche. Sarebbe molto più facile e rilassante rintanarsi, rinchiudersi in cameretta, però: scrivere su un blog è un po' mettersi in gioco (non in vista, badate), rendersi disponibile a confronti, critiche, commenti. Qualcuno parlava di un diario lasciato aperto in una sala d'aspetto di una stazione, qualcun altro di messaggi nella bottiglia abbandonati nel mare della rete.
Io le mie intenzioni le dichiaro nella "testata" in alto nella homepage. Per quanto riguarda il discorso delle "tracce", beh, chi non vuole avere prova (e magari un minimo di gratificazione) della propria esistenza? Non dico "Web ergo sum", ma solo "Cogito e scrivo ergo sum". Non mi sembra una brutta cosa. Solo un bisogno di comunicare, fosse anche solo allo specchio o al nulla, e l'intenzione di mantenermi aggiornato e vivace intellettualmente. Tutto qui. Scusate il disturbo. E lo so cosa pensano molti: ma cosa ci scrive a fare, cosa ci guadagna? Che pirla, uno che fa le cose senza pensare a cosa ci guadagnerà, eh? Stupido nowhere man che non sono altro...
PS Questo blog ha una media di 110 visitatori diversi al giorno. 110 persone al giorno a cui dico, evidentemente, qualcosa.

mercoledì 5 novembre 2008

Pretenders - Back on the Chain Gang (unplugged)

Questa è per Andrea F., e anche per me. No problem, no stress, Fender man. Children first, e la musica in sottofondo.

martedì 4 novembre 2008

Destino terrorista

Insomma: prima mio zio, poi il collega di Arimondi, stamattina la notizia di Max Parodi. Qui non si tratta di chiodi stanchi di tenere su un quadro, come diceva Arimondi. E' come se la vita e il destino stessero facendo degli attentati terroristici. Bombe, fulmini, messaggi minatori. E allora ti viene da vivere più che si può, meglio che si può, finchè si può. Ogni giorno è un dono, un regalo, forse. Dovremo vivere di più e meglio, finchè ne abbiamo la possibilità, anzichè avvelenarci l'esistenza.
Max Parodi il 2 ottobre scorso mi lasciò sul myspace questo messaggio: "Bentrovato e Benvenuto sul mio Space! Grazie per la req! Ci rivedremo tra altri mille anni? Libertà! Max". E mi viene la pelle d'oca, adesso. Comincia a fare freddo, più dentro che fuori.

lunedì 3 novembre 2008

Sì, possiamo. Sperare.

Domani è il grande giorno delle elezioni americane. Non sono così sicuro che Obama vinca, anche se lo spero tanto. Temo che la maggioranza silenziosa americana sia razzista, conservatrice, guerrafondaia, liberista, antisocialista, ergo anti-Obama. Sarebbe una svolta storica, un nero alla Casa Bianca, al di là dei contenuti e dei propositi che a noi europei spesso sembrano a seconda dei casi scontati, retorici, ingenui. Diciamo che potrebbe essere il segno di un Cambiamento di rotta dell'intero pianeta (a me preme soprattutto l'argomento ambientale), un cambiamento di cui si sente un vago bisogno, perchè anche solo inconsciamene abbiamo tutti la sensazione che il mondo stia andando a rotoli, in campo ambientale, economico e anche morale; è come se la vittoria di McCain significasse: "Non cambierà mai niente, rassegnamoci alla rovina, prepariamoci al disastro". Lasciatemi sognare ancora qualche ora. Sì possiamo. Sperare, illuderci, sognare. Lo so bene, che "chi visse sperando et cetera". Però, non si può mica sempre perdere, e che diamine.
PS Per farvi due risate in tema leggete questo blog demenziale.

domenica 2 novembre 2008

Soft Cell - Youth

Chissà perchè, chissà come (forse Marcello V. e Andrea S. lo sanno), è da stamattina che mi risuona nella testa questa vecchia canzone dell'adorabile Marc Almond. Non mi sento vecchio, ma "la gioventù è andata".

sabato 1 novembre 2008

La "Lieve offerta" di Antonia Pozzi

Oggi, dato che ero a casa dal lavoro e clima e parenti sconsigliavano il canonico giro dei camposanti di inizio novembre in Piemonte, ho lavorato (musicalmente) sulle struggenti poesie di Antonia Pozzi: è un progetto che ho già annunciato anche ai giornali (quindi mi sono preso un piccolo impegno pubblico: se poi la Garzanti mi concederà l'utilizzo come fece Einaudi allora il prossimo disco è questo, qui lo dico e lo scrivo). Avevo già pubblicato una delle mie prossime canzoni, si chiama "Noi siamo come l'erba dei prati".
Oggi vi propongo questa "Lieve offerta" (riscritta metricamente come la canto io) del 5 dicembre 1934:


Vorrei che la mia anima ti fosse leggera
come le estreme foglie dei pioppi
che s'accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati di nebbia
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale
segnato d'esili ombre
fino a una valle d'erboso silenzio, al lago
ove tinnisce per un fiato d'aria il canneto
e le libellule si trastullano
con l'acqua non profonda
Vorrei che la mia anima ti fosse leggera
che la mia poesia ti fosse un ponte
sottile e saldo,
bianco
sulle oscure voragini della terra.

venerdì 31 ottobre 2008

Maria Obama Gelmini

"Il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Barack Obama in America" (Maria Stella Gelmini, ministro dell'Istruzione, Corriere della sera, 27 ottobre 2008).
"Questo è il momento di affrontare il nostro obbligo morale di garantire a ogni bambino un'educazione di primo livello, perché questo è il minimo che serve per competere in un'economia globale...Recluterò un esercito di nuovi insegnanti, pagherò loro retribuzioni più alte e darò loro maggiore supporto" (Barack Obama, discorso di accettazione della candidatura alla Casa Bianca, 9 settembre 2008).

Oltre al danno la beffa: questa bella gente ce lo mette NEL prendendoci anche PER IL. Dev'essere una bella soddisfazione, a giudicare da come sorridono. Occhio, però: non dimenticate, bella gente, di mettere tanta bella vaselina, perchè la gente normale si incazza in malo modo se le fai male e la prendi anche in giro, senza neanche chiedere scusa o almeno "Ops, sono scivolato, non volevo".

giovedì 30 ottobre 2008

Sapere di non sapere

Oggi (giorno di riposo mio e sciopero delle scuole) ho accompagnato i miei figli al Festival della Scienza , e come tutte le altre volte sono rimasto piacevolmente sorpreso da questa manifestazione che ha il pregio di farti sentire un po' ignorante socraticamente ("so di non sapere e non me ne vanto anzi mi dispiace e voglio rimediare"), anche quando bazzichi gli eventi per ragazzini. Un bagno di umiltà, diciamo, e di curiosità: quando non hai più curiosità, pensi di "saperne abbastanza", non ti stupisci più di niente, beh, amico mio, per me sei un uomo morto, almeno intellettualmente parlando, anche se nel tuo campo, nel tuo mondo tecnocratico sei "bravissimo".

mercoledì 29 ottobre 2008

Un brutto mondo? Ma no...

Questo blog da un po' è monopolizzato dal mio disco e dalla musica in genere, me ne rendo conto, anche se lo so, del mondo e anche del resto, lo so, che tutto va in rovina (L'illogica allegria di Giorgio Gaber). L'attacco alla scuola pubblica, la Gelmini. Lo tsunami della crisi finanziaria globale. Berlusconi col 70% di consensi. Forse la musica, la mia musica, è un rifugio antinucleare, un cercare bellezza e poesia in un mondo sempre più brutto e sporco, contaminato dalle radiazioni del "pensiero unico" e della cattiveria. Ci sarebbe da rassegnarsi, incattivirsi, diventare stronzi, "tirare i remi in barca", "coltivare il proprio orto" (frase con cui si conclude il bel Candido messo in scena dal Teatro della Tosse). Ma non è ancora detto che "il vento" non cambi, nel mondo in cui vivo, e nel mio piccolo mondo antico. Mi può bastare un niente, forse un piccolo bagliore, un'aria già vissuta, un paesaggio, che ne so...e sto bene, io sto bene come uno che si sogna, non è mica colpa mia, ma sto bene, che vergogna (sempre Gaber).
Potere della musica. Meno male che c'è. Come ci sono sempre i figli, le mogli, gli amici, gli affetti, le emozioni, a dare un senso e una gratificazione a tutto, nonostante tutto.

martedì 28 ottobre 2008

"Tu sei come una terra" live in Acqui 26/10/2008

Grazie al mitico Andygo (http://andegolost.blogspot.com) su YouTube potete vedere e sentire questa e altre canzoni del set di domenica scorsa.

lunedì 27 ottobre 2008

Live in Acqui Terme

E' andata bene, benissimo. Per un resoconto dettagliato leggete l'esauriente post di Andrea Perso sul treno :-) a cui ho poco da aggiungere se non che ero emozionatissimo (erano anni che non suonavo dal vivo) e preoccupato per la resa sonora (anche l'asta del microfono rottasi nel montaggio, mannaggia, vedi scotch che tiene il mic), che invece è stata eccellente nonostante un soundcheck improvvisato. Ringrazio la Mariangela della libreria Cibrario , l'ottimo giornalista e uomo di cultura Giulio Salvi, e soprattutto Francesca e Pierpaolo che organizzano cose del genere in una città piuttosto "ostica" e destrorsa. Una menzione di lode alla degustazione (viva il Barbera vivace, e il Dolcetto è sopravvalutato) e un arrivederci alla trattoria per assaggiare le già leggendarie RAVIOLE e ritornare su bagnet, bujì, busecca e tajarin. Un grazie speciale ad Andrea Perso(che sta insidiando Fritz a capo del fans club) e Anita+Davide+Chiara che mi hanno commosso con la loro presenza. Peccato che Marcello sia arrivato tardi, ma ho apprezzato, eccome.
Una domenica speciale. In attesa che Ale, Lorenzo e i due Matteo mettano su una rock'n'roll band :-)

domenica 26 ottobre 2008

Blues Brothers - Rawhide

Oggi torno a suonare dal vivo, dopo un secolo, insieme al fido Andrea. Sono in pieno "stage fright" :-( Mi è venuto per fortuna in mente per sdrammatizzare questo pezzo dei BB, perchè ricorda molto certe serate dei Tupelo Twins, come quelle da Fred ad Alassio, col barman che sparava l'ossigeno sui tavoli, o quella volta che abbiamo magnato e bevuto tanto che abbiamo dovuto pagare noi a lui, ha ha, che bestie. ROCKENROLL! E inoltre, diciamolo, i due BB sembriamo io e Wilson, fateci caso :o) Fred, Alassio, Tupelo: sono passati 15 anni o sbaglio?

sabato 25 ottobre 2008

SLF - Strummerville - Manchester 15/03/08

Ecco come sono adesso. Ce ne fossero! Buona serata a chi va a sentirli allo Zapata.

Stiff Little Fingers - Gotta Gettaway

Stasera (stanotte) allo Zapata ci sono loro, trent'anni dopo. Da giovane ho consumato i loro dischi,i loro inni irresistibili, trascinanti canzoni alla Clash però più pop. Domani mattina mi devo svegliare presto per andare a presentare il disco ad Acqui, e non ce la posso fare. Non si può fare nè avere tutto. Peccato davvero. Spero che qualche amico blogger o spacer faccia un resoconto (Paolo, Fritz, Andrea, Giacomo...). Chissà come sono, trent'anni dopo. Pare che si siano conservati discretamente, da buoni irlandesi.

Pavese in piazza Bollente





Da L'Ancora di ieri, articolo di Giulio Sardi. Cliccateci sopra due volte per vederlo più grosso e leggibile.

Wow, va a finire che mi monto la testa, ha ha ha.

Ne riparliamo dopo Acqui.

giovedì 23 ottobre 2008

Non voglio più soffocare

Si può vivere soltanto se, con una certa frequenza, non si fa quello che ci si propone.
L'arte consiste nel proporsi la cosa giusta da non fare.
Chi obbedisce a se stesso soffoca non meno di chi obbedisce ad altri. Soltanto l'incoerente non soffoca, colui che si dà ordini ai quali si sottrae.
Talvolta, in circostanze particolari, è giusto soffocare.
(da "Il cuore segreto dell'orologio" di Elias Canetti, ed. Adelphi 1987)

Strano che citi certe parole uno come me che a detta di molti fa un sacco di cose ("Ma dove lo trovi il tempo?", mi sento dire spesso) e ha tutta una riga di propositi e progetti (più o meno creativi o personali-spirituali, quindi del tutto inutili economicamente) . Sta di fatto che voglio respirare sempre meglio, non voglio più sentirmi soffocare, nè per causa mia nè per causa altrui. Quindi: "tagliare i rami secchi" e smettere di essere "un can da botte". Chè non ti danno neanche un osso. Da nessuna parte, in nessuna situazione.

mercoledì 22 ottobre 2008

Metti una domenica mattina ad Acqui Terme


Domenica prossima, se tutto va bene, presento per la prima volta il disco dal vivo, insieme ad Andrea "Fenderman" Frascolla, presso la libreria Cibrario di Acqui Terme, alle 11. "Seguirà degustazione di prodotti tipici", e anche il racconto dell'esperienza.

martedì 21 ottobre 2008

U2 Sometimes you can't make it on your own (live in Milano)

In tutte le recensioni e i commenti sulla mia musica non compaiono mai gli U2 (i Coldplay però sì, strano). Eppure io mi commuovo, e sento mie, profondamente, canzoni come questa. Per quanto retoriche e pompose sembrino. Ciao papà: a volte non ce la puoi fare da solo.

Amy Winehouse 'You Know I'm No Good'

Come si fa a non volerle un po' bene? Una che canta così tutta sminchiata "Lo sai che non sto bene" (o "Non vado bene"?!), con quei tatuaggi traditional old school, una che invoca la reunion degli Specials durante i concerti? Speriamo che non si bruci da sola, dalle parti di Camden. (Ma io mi chiedo, e ora vado a vedere: chi li scrive certi pezzi? Bacharach?!)

Rotten butter (burro marcio)

Ecco che fine hanno fatto i grandi anarchici degli anni 70, i grandi ribelli, sic. Foto fatta (per Fritz) dal piano rialzato di un bus a Londra: notare la telecamera. Pare che ogni londinese sia filmato ogni giorno mediamente da 300 telecamere diverse. Noi invece in Italia facciamo venire l'esercito, per dare sicurezza ai cittadini. Siamo proprio dei tamarri in tutto, non c'è niente da fare.

The Cramps - Goo goo muck (live)

Questa è per i Tupelo Twins (ma vi rendete conto che pezzi facevamo?!) e per Maury che a Londra a colazione metteva i Meteors.
Psychobilly rules ok :o)

lunedì 20 ottobre 2008

Macchè Leone: Sisifo sono

L'oroscopo del mio iGoogle sabato recitava così: Non ci sono né pause, né tempi morti e i tuoi ritmi di lavoro e di divertimento sono incalzanti. Ben lungi dall'esaurirti questa è proprio la vita che fa per te: eccessiva, spinta al limite della resistenza, capace di trovare le energie più impensabili. Le stelle consigliano di accettare l'aiuto di persone influenti o degli amici più cari se hai intenzione di cimentarti in imprese faraoniche.
Ogni tanto, coi suoi luoghi comuni e i suoi giri di parole retoriche, l'oroscopo fotografa la situazione. E' stato un weekend molto intenso. Sul lavoro ritmi e folle tipo Natale causa 4 giorni di sconti. Ho ospitato a cena due cari amici della Sardegna, Massimo e Maria Rosaria, sigillando l'evento con la favolosa Abbardente. Su Repubblica una bellissima recensione del disco. Ho provato in studio la rendition semiacustica in duo con Andrea Fenderman, registrando anche un bootleg. Sto organizzando la presentazione di domenica prossima ad Acqui Terme alla Libreria Cibrario. L'unica cosa che mi sfugge dell'oroscopo sono le "imprese faraoniche", ma forse è un'impresa faraonica di questi tempi già solo tenersi in piedi, non deprimersi, trovare/mantenere serenità e soddisfazione, non trascurare moglie e figli, pur coltivando interessi e passioni. Meglio dire "impresa titanica": chiamatemi pure Sisifo :-)

giovedì 16 ottobre 2008

London calling (back)


Lo so, sono un po' ripetitivo/ossessivo, ma, davvero, mi sento cambiato, diverso, migliore, al ritorno da Londra, dove sono andato a trovare i deliziosi Annalisa e Maurizio nella loro casa psychobilly in quel di Crouch End. Londra è sempre Londra, anche se non siamo andati alla Tate, a Portobello nè a Camden, come facevamo sempre quando eravamo giovani e rockettari. In compenso i figli hanno apprezzato e cominciato ad amare come noi questa città magica, anche se abbiamo trovato una società cambiata in peggio (sanità allo sfascio, aumentato divario di classe, ragazzi violenti che si ammazzano come niente, un tasso altissimo di ragazze madri "white trash"- tanto poi gli danno il council flat), anche se il clima è piuttosto deprimente (a parte una domenica di sole, memorabile barbecue in the backyard con Nicky e Patrick special guests), anche se...Non vediamo l'ora di tornarci (ora poi con Ryan Air costa meno che andare in treno a Milano).
Purtroppo mentre ero lassù mi è giunta come un pugno nel fegato la notizia della morte improvvisa e del tutto imprevedibile di mio zio Nino, così sono andato spesso "in botta" (trad.: mi sono incupito) mescolando i ricordi e le riflessioni sul destino e sul tempo che abbiamo a disposizione. Lo shock l'ho accusato soprattutto perchè lui nei miei pensieri era il parente più lontano dalla morte, così vitale, salutare, pieno di interessi (leggeva anche il mio blog, alla sua età). Mi mancherà. Ciao zio: come giocano a tennis lassù?

martedì 14 ottobre 2008

Oggi sul Secolo XIX, pagina 30

NUOVO CD
Zaio: «I versi di Pavese perfetti per la musica»
Il musicista genovese in “Last Blues” propone sette famosissime liriche tra cui “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Le malinconie di Pavese, le sue sigarette solitarie, i suoi amori inghiottiti tra le vie di Torino e le nebbie delle Langhe. Questo il territorio poetico scelto da Franco Zaio in “Last Blues”, disco appena uscito daDevega che mette in musica sette poesie dell’autore di “La luna e i falò” tra cui la famosa “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, tutte cantate da Zaio che è anche autore delle musiche. Nato ad Alessandria nel ‘64 ma genovese di adozione da più di venticinque anni, Franco Zaio, storico commesso della libreria Feltrinelli, ha un passato musicale decisamente “forte”: a 18 anni batterista del gruppo punk rock Crapping Dogs, poi frontman e autore dei testi dei Lost con puntata ad Arezzo Wave nell’88, fondatore degli Anticorpi, cantante e batterista dei Tupelo Twins, dei Ramoni, dei Sybil e degli Anais. Nel 2001 il primo cd da solista, autoprodotto, dal titolo “Le canzoni nel cassetto”. Adesso a distanza di sette anni ecco “Last blues” in cui canta e suona chitarra acustica ed elettrica, basso, batteria, tamburello, organo e pianoforte, con la partecipazione di musicisti come Michele Ferrari, Andrea Frascolla e Francesca Pongiluppi voce in “Last blues”. Perché Cesare Pavese? «Mi è entrato dentro fin dal liceo – spiega. Facevo mie le sue emozioni, certe sue malinconie esistenziali, poi da ragazzo ho vissuto tra le colline piemontesi, sento molto di mio nei suoi luoghi. Ho subito visto le sue poesie perfette per diventare canzoni». Il disco esce nel centenario della nascita dello scrittore nato a Santo Stefano Belbo nel 1908 e morto suicida in una camera d’albergo a Torino nel 1950. «Ho chiesto l’autorizzazione per usare i testi alla Fondazione Pavese, sorprendentemente mi hanno detto subito di sì, in autunno presenterò il disco da loro. Non è la prima volta che Pavese viene messo in musica, è già stato fatto in versione classica o jazz, io però volevo renderlo pop, senza dissacrarlo. Ci sarà qualcuno che griderà allo scandalo ma sono convinto che la poesia dovrebbe essere più popolare, dovrebbe essere come la musica legegra. Abbassare l’elitarietà della poesia è stata una sfida». Tempi di produzione? "Fabrizio De Ferrari si è subito entusiasmato e ha dato la disponibilità della Devega ma i miei tempi di gestazione sono stati lunghissimi, ho sfruttato i ritagli di tempo, mi è capitato anche di registrare alle otto di mattina prima di andare al lavoro». Il titolo, “Last blues”, viene da una poesia che Pavese ha scritto in inglese, lingua che conosceva benissimo, lui traduttore di “Moby Dick” per Einaudi. «Forse il titolo è un po’ fuorviante, il blues non è in senso strettamente musicale ma nel senso di malinconia. Più che triste lo definirei un disco autunnale, trovo Pavese intenso e insieme nitido, asciutto, la speranza è di far venir voglia di leggerlo a chi non l’ha mai letto». Progetti? «Un disco dalle poesie di Emily Dickinson,un altro dai versi di Antonia Pozzi, un progetto ispirato alle filastrocche di Tim Burton, uno di cover dei Joy Division con i testi tradotti in italiano». Cosa è rimasto del retroterra punk? «Il concetto di musica come qualcosa di anticommerciale e senza compromessi». RAFFAELLA GRASSI

Un grande Grazie alla signorina Grassi per l'intervista e l'articolo. La foto...ho ricevuto un sacco di messaggi tipo "Stavi dormendo?" o "Sembri morto!": ne avevo fatte un bel tot, con tanto di fotografo (ciao Davide, ancora grazie della pazienza), non so perchè il giornale ha scelto proprio quella, boh. Forse si abbinava a "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" :o)
Nonostante tutta la mia modestia e il mio understatement, oggi sono famoso, almeno a Genova :-)
PS Grazie dei numerosi messaggi, arrivatimi a Londra, tra l'altro! Ho un nutrito fans club :-)

sabato 11 ottobre 2008

"Noi siamo nuvole"


Noi siamo come nuvole
(il nostro è un cielo strano)
che lente si dissolvono
sparite piano piano
come certi nuvoloni
che dici "Adesso piove"
e invece si allontanano
e non saprai mai dove
vanno le nuvole
Noi siamo nuvole
sfuggenti e superiori
per quanto irrilevanti
veloci mutamenti
di forme incolori
Noi siamo nuvole

venerdì 10 ottobre 2008

London Calling (live 1988): i Pogues con Joe Strummer

Sono Anni che non vado a Londra, anche se è sempre lì che mi chiama, con Annalisa, Maurizio, and the gorgeous Baughan family. Forse stavolta ce la faccio. Sono confuso e felice, come la Carmen :o) AR dice che sono "ciclotimico e bipolare", ma me ne fotto: meglio che una "aurea mediocritas", secondo me. "London is drowning and I, I live by the river!". Bye bye Genova

The suicidal show


Ma che società, che gente, che mondo è quello in cui succedono cose come questa? Io non ho parole. Voi?
Mi viene in mente l'episodio che aveva poi originato quella meravigliosa canzone degli Zincoblenda (new-wave, Genova 1983) chiamata "Sospeso". Tipo sul Ponte Monumentale in via Venti che minaccia di buttarsi giù, capannello di persone che guardano, e un anziano genovese alla moglie: Dai andiamo via che tanto non si butta.
Che brutto mondo, che brutta gente.
(Nella foto: il ragazzo suicida)

giovedì 9 ottobre 2008

Urlatori alla radio

In quel di Varazze ci stanno due ragazzi che fanno un programma imperdibile, "Urlatori alla sbarra", ogni martedì verso le 21 su www.radioskylab.com , e io, accompagnato dalla mia guardia del corpo Fritz, ho avuto il piacere di partecipare come ospite martedì scorso. E' stata una serata memorabile per più di un motivo. Innanzitutto onore e rispetto a due appassionati di musica a 360° che affiancano senza problemi in scaletta Kinks, Crapping Dogs, Drull, Kina/Frontiera, Ronettes, e gruppi punk del Kazakistan (giuro). Io ho presentato il mio disco parlando anche del mio passato punk (che stava palesemente a cuore ai nostri due eroi dell'etere), e ho dovuto commentare a sorpresa una lettera inviata a Cronaca Vera (giuro). Arrivati a Varazze al suono di "Strength through Oi" (colonna sonora della mia guardia del corpo), sentiamo risuonare in passeggiata le note dei Real Kids! Io e Fritz ci siamo guardati come se fossimo in uno strano sogno, ha ha. La serata poi è passata parlando di musica e aneddoti relativi di ogni tipo (tipo la sola di Killed by death vol.11), una birretta, due ricordi, due amarezze sugli snob della scena alternativa ligure che non rispondono agli inviti dei due DJ...Insomma, siamo persone semplici: basta poco a scaldarci il cuore e accenderci un sorriso. Ci torniamo, in quella specie di Isola che non c'è, magari con Andrea Perso e Wilson. Grazie UAS, e grazie Husker che mi hai messo in contatto.

mercoledì 8 ottobre 2008

Antidoti ai veleni del mondo

Noto che da qualche tempo non commento le disgrazie e le brutture della società, a parte il post sulla Decrescita. Borse che crollano, gesti di razzismo violento, la scuola sotto attacco, e quant'altro. Beh, non sono un giornalista nè un attivista, e sinceramente per reazione all'attualità allarmante mi sto dedicando alle piccole cose belle della mia vita, in questo periodo soprattutto la musica (in seguito all'uscita del disco). Ieri ho passato una serata alla radio con Fritz e gli Urlatori alla sbarra (due leggende metropolitane, anzi rivierasche) che vi racconterò nei dettagli perchè resterà memorabile ed emblematica.
Certo che leggo il giornale, mi tengo informato, mi guardo attorno (oltre che dentro), e il panorama è sconfortante. Ma non mi do al catastrofismo, nè mi faccio deprimere/opprimere più di tanto, pur rimanendo scettico, disilluso e fondamentalmente pessimista. In fondo poi mi basta poco per sorridere ancora: Garbo che mi lascia un commento sul myspace, Fritz che si porta da ascoltare in macchina "Strength through Oi", una radio che trasmette i Real Kids sulla passeggiata di Varazze, una risata di mia moglie, il pensiero che vado qualche giorno a Londra, gli Stiff Little Fingers allo Zapata. Vi sembra poco?! A me no.

martedì 7 ottobre 2008

"Ai sogni" di Charles Simic























Ancora vivo in tutte le mie vecchie case
e porto occhiali neri anche dentro
e divido in segreto il mio letto
con i fantasmi, e vado in cucina
dopo mezzanotte a controllare il rubinetto.
Esco in ritardo e quando arrivo a scuola
nessuno ha l'aria di riconoscermi.
Mi siedo, rinnegato, segregato, appartato.
Solo di notte aprono questi piccoli negozi
in cui faccio i miei acquisti discreti,
questi cinematografi clandestini in quartieri brutti
che ancora proiettano sgranati film della mia vita.
L'eroe sempre pieno di speranza eccessiva
che alla fine perde tutto? - qualunque cosa fosse -
e poi esce al freddo, dove l'incredula luce
aspetta a labbra strette.

Segnalo questo piccolo grande libro di poesia (ed. Adelphi, 2008). Certa Poesia sa "trovare le parole" che non troviamo, nel nostro affannarci disperato, e sa "fotografare" cosa siamo e cosa pensiamo. O no?
Abbiamo ancora dei sogni, o evitiamo di farli, perchè arrivano solo incubi?

lunedì 6 ottobre 2008

da QUINTO POTERE (1976!)

Ma allora niente è cambiato, niente è migliorato?! Ohi ohi ohi. Grazie ad Andrea Perso, sperando che si ritrovi. Come tutti quelli a cui questo filmato da "certe emozioni".

venerdì 3 ottobre 2008

Riscoprire Il Suono

Ha ragione l'esperto Fritz: una grandissima influenza sulla musica che faccio adesso sono stati Adrian Borland e i suoi Sound. From the lions' mouth in effetti l'avevo consumato, da giovane. Oggi sono andato a sentirmi anche il Borland solista su myspace (qui e qua) e mi sono venuti i brividi, è proprio "la mia musica". Per non parlare dei testi, vicini a quelli di Ian Curtis ma molto più semplici e diretti (e quindi dolorosi). La non-carriera e la brutta fine fatta da Adrian non fanno che rendermelo ulteriormente caro e prezioso. Su www.brittleheaven.com tutto quello che si può sapere (in inglese) sui Sound e AB. In italiano invece è molto bella questa scheda di Ondarock. Buona scoperta, o riscoperta.

giovedì 2 ottobre 2008

"Ma dove si trova il tuo disco?"

L'altarino da Feltrinelli-Genova ad opera di quel Federico "che ci crede" e "c'è sempre stato" (e infatti compare nei credits) ;-)

PER I GENOVESI: il mio famigerato disco su Pavese (che potete comunque "assaggiare" sul mio myspace) si trova a Genova da Ricordi in via Fieschi, da Feltrinelli in via Venti, e ovviamente da Disco Club in via San Vincenzo. Comunicherò su blog e myspace i prossimi punti-vendita genovesi.

PER I MIEI FANS :o) NEL RESTO DELL'ITALIA: recatevi in uno dei 97 punti-vendita Feltrinelli-Ricordi (da Palermo a Trieste), potete richiederlo lì, ce l'hanno in database tutti, distribuito da Venus. Poi mi raccontate la faccia del libraio/discaio a cui chiedete "Vorrei ordinare il disco di Franco Zaio" :-)
Aspetto recensioni e pareri, di qualunque tipo, no problem, mica mi offendo, anzi :-)
Guardate però cosa ha scritto sul suo blog il buon Husker Diego, quasi commovente, altro che.

Grazie a tutti dell'attenzione.

mercoledì 1 ottobre 2008

Districarsi nel banale

Sul sito del leggendario negozio Disco Club compare una recensione del mio disco che mi ha quasi commosso, perchè sa cogliere alcuni aspetti e significati del mio (insistere a) fare musica. Riporto:
Ci vuole un multiforme ingegno per districarsi nella banale quotidianità della vita. Franco Zaio, libraio, scrittore, musicista, padre di famiglia, ce l’ha e non teme di dimostrarlo, sommessamente, come si confà a un devoto di Cesare Pavese, dalle cui poesie ha tratto le parole per sette brani suonati (chitarre, tastiere e ritmica) e cantati in solitudine (salvo “Last blues” con Michele Ferrari al dobro e la voce di Francesca Pongiluppi e “Come uno che si lasci cadere” con Andrea Frascolla alla Stratocaster). Il rischio era grande: rimanere schiacciato dai versi dello scrittore o stoltamente annacquarli. Invece fin dalla chitarra che introduce “Tu sei come una terra”, la sintesi funziona: originale, con echi riconoscibili, ma sorprendenti, e, considerati i testi, paradossalmente vitale. (Danilo Di Termini)
E' bello, ogni tanto, sentirsi compresi, e apprezzati. Grazie Disco Club.

martedì 30 settembre 2008

Se Motivato Suono

Finchè ricevo SMS come il seguente io continuerò a fare musica. Grazie S e C!


La sera del mio compleanno io e C abbiamo ascoltato il tuo disco. E' molto bello. E ieri in macchina lo abbiamo riascoltato. E' nel mio porta cd accanto a Celentano, i Nomadi, Gaber, Liga, gli Stadio e la Consoli. Grande Franco! Il tuo disco è tutto da scoprire e da ascoltare e riascoltare e va assaporato ogni volta "come un frutto tra i rami". Con affetto, S e C.


lunedì 29 settembre 2008

Fare di necessità virtù

Rivalutare
Riconcettualizzare
Ristrutturare
Ridistribuire
Rilocalizzare
Ridurre
Riciclare
RESISTERE
No, non sono dei comandamenti esistenziali, anche se potrebbero esserlo (e per me lo sono): sono il "circolo virtuoso delle R" del concetto di Decrescita. Invito tutti ad approfondire la conoscenza di questa istanza ecologica, sociale e politica su http://www.decrescitafelice.it/ e http://www.decrescita.it/ , non voglio annoiare nè pretendo di fare politica, ma la D mi sembra l'ultima spiaggia dell'attivismo politico, l'ultima forma possibile anche perchè necessaria, un "fare di necessità virtù", visto come vanno le cose su questa terra, e visto anche il crollo di immagine e concretezza della Sinistra o perlomeno di quella parte politica che il mondo lo voleva cambiare e rendere più giusto in tutti i campi. In parole povere: la Decrescita ti dà la sensazione che qualcosa si può ancora fare, prima di rassegnarsi definitivamente alla decadenza e al disastro.
E se rileggete le R in chiave umana-personale, beh, c'è di che attaccarsele da qualche parte come programma di vita. Io lo faccio, dai. Prima che sopraggiunga un'altra temuta e diffusissima R: Rincoglionire :o)