mercoledì 2 aprile 2008

La lettera di un amico

Caro vecchio amico,
la nostra "pausa-pranzo" di oggi ha confermato la mia amarezza. Correndo sghignazzando un po'amaramente tra i vari negozi, abbiamo scoperto che sapere chi erano gli Aztec Camera (ho detto AZTL al commesso e lui ha scritto AZTL sul pc), i Monochrome Set, i Prefab Sprout, mettere i Joy Division sotto la D, non ha alcuna importanza anche se ti dici appassionato di musica inglese e lavori nel negozio di dischi più fornito. Scaricarsi un Murakami esaurito, ascoltare in auto un'audiocassetta dei Turtles per tirarsi su di morale (anzichè quegli incubi dei Radiohead come fai tu), rispolverare i primi tre dischi dei Coil, giudicare troppo grosse le pins che sono tornate in voga, sono tutte cose che non servono a niente, in questa città, in questo mondo, anche se lavori nell'edutainment, anzi ti rendono "strano" e antipatico, anzichè "speciale" o interessante. Guardare film, leggere libri, ascoltare dischi, avidamente, il tutto anche a spese del sonno e del portafoglio, a cosa è servito? A sentirci migliori, forse, se non altro. A farci due risate insieme ogni tanto, a condividere qualche emozione. Come dice il tuo profeta siamo "fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori, dai". "Non è tempo per noi, e forse non lo sarà mai". Pazienza, me ne farò una ragione, ma sono un po' stanco e provato. Ora scappo. Ricordati di portarmi quel dvd dei Beatles, io ti porto quel vecchio disco di Nick Cave. Al prossimo panino di corsa, con le prossime cento cose da citare, raccontare, sopportare, commiserare. M.
Ognuno ha gli amici che si merita :-) I miei sono straordinari.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono considerazioni amare, mi capita spesso di farle tra me e me o con i miei amici più cari. Ma ricollegandomi al post precedente, l'unica scappatoia (DeLorean) che vedo é quella di veder crescere i miei figli. Ad esempio questa mattina ho incontrato un vecchio amico dei tempi in cui suonavamo alla Panteca, e guardando mio figlio grande mi ha detto: -ma sembri tu quando ti ho conosciuto!
C'é un tempo per tutto; il nostro, almeno per certi aspetti della vita, é passato. Adesso ce n'é un'altra, con tempi e situazioni diverse, e più avanti altre ancora. Certo, dipende come hai vissuto i vent'anni. Per molti non é un problema, per altri come me e altri "strani" (ognuno a suo modo), ci sono momenti in cui la voglia di evadere da questo tempo é tanta. Ma é solo un attimo, un'istantanea di noi stessi in qualche luogo e tempo lontani. Poi si va avanti, si risponde distrattamente a chi ci ha chiesto qualcosa (Eh, dicevi, cosa?), e il nostro io sovrapposto piano piano svanisce. E aveva un solco lungo il viso..

Andrea

Anonimo ha detto...

Grande Andrea. Sottoscrivo in pieno.

Andrea Sessarego ha detto...

Joy Division sotto la D? come nome e cognome? Ma è geniale! C'è qualche hacker all'ascolto che può creare un programmino per (dis)ordinare alfabeticamente i gruppi con due parole e sconvolgere tutti gli incasellamenti delle grandi catene di negozi di musica? Grazie. Ogni tanto un pò d'anarchia ci fa bene.

Franco Zaio ha detto...

Sessarego, sei un sicario di Disco Club, ammettilo :-))