venerdì 25 luglio 2008

Ci vorrebbe un amico

Ieri sono andato fino ad Andora a trovare di persona (via SMS ci sentiamo quasi ogni giorno) il mio vecchio amico/testimone Aldo. Stasera riunione della Loggia del Caccallo, con la partecipazione straordinaria del Mago d'Oriente e del Ministro del Cinismo. A tutta questa bella gente, che mi rende la vita più vivibile e divertente, dedico questa toccante poesia di Franco Fortini (1957), si intitola "Agli amici":

Si fa tardi. Vi vedo, veramente
eguali a me nel vizio di passione,
con i cappotti, le carte, le luci
delle salive, i capelli gia' fragili,
con le parole e gli ammicchi, eccitati
e depressi, sciupati e infanti, rauchi
per la conversazione ininterrotta,
come scendete questa valle grigia,come la tramortita erba premete
dove la via si perde ormai e la luce.
Le voci odo lontane come i fili
del tramontano tra le pietre e i cavi...
Ogni parola che mi giunge e' addio.
E allento il passo e voi seguo nel cuore,
uno qua, uno la', per la discesa.

9 commenti:

silvano ha detto...

Bellissima ed indovinata poesia. Non rientro purtroppo tra i tuoi amici, ma son sicuro una sera a partecipare alla "loggia del caccallo" e si potrebbe rimediare.
ciao Franco.
silvano.

Anonimo ha detto...

ma allora ti spingi a ponente!
la prossima volta potresti passare dal Voltri Memorial Hospital...
Fra

Anonimo ha detto...

Amico fragile, la canzone che amo di più di De andré

...
pensavo è bello che dove finiscono le mie dita debba in qualche modo incominciare una chitarra.

E poi seduto in mezzo ai vostri arrivederci,
mi sentivo meno stanco di voi
ero molto meno stanco di voi

Potevo stuzzicare i pantaloni della sconosciuta
fino a vederle spalancarsi la bocca
Potevo chiedere ad uno qualunque dei miei figli
di parlare ancora male e ad alta voce di me
Potevo barattare la mia chitarra e il suo elmo
con una scatola di legno che dicesse perderemo
Potevo chiedervi come si chiama il vostro cane
il mio è un po' di tempo che si chiama Libero
Potevo assumere un cannibale al giorno
per farmi insegnare la mia distanza dalle stelle
Potevo attraversare litri e litri di corallo
per raggiungere un posto che si chiamasse arrivederci.

E mai che mi sia venuto in mente,
di essere più ubriaco di voi
di essere molto più ubriaco di voi.

Se non ricordo male avevi già postato questa poesia, ed io avevo citato i versi di questa canzone. Preferisco la versione orginale a quella dal vivo con la PFM.
Vi voglio bene bestiacce.

Andrea

Franco Zaio ha detto...

@Silvano: ma io ti considero un amico, per quanto virtuale :-)
@Andrea: vero, già postata. Sai com'è, a una certa età si diventa ripetitivi :-) Un altro giropizza entro settembre, please! Magari con Jack...

Anonimo ha detto...

Senza Jack non é la stessa cosa (anche perché voglio arrivare alla micidiale panna/gamberetti).

Andrea

Anonimo ha detto...

C'e' stato un attimo di panico quando io e Franco abbiamo pensato di vedere la pizza capricciosa prendere vita...
E quanta invidia per la caccallissima auto di Putro!

Ciao a tutti

Giulio B.

Anonimo ha detto...

Giulio, perché hai voluto sollevare quella fetta di prosciutto?

Andrea

Anonimo ha detto...

@Andrea: la curiosita' e' stata piu' forte del timore...

Giulio B.

Franco Zaio ha detto...

Però mica abbiamo capito cosa (o chi) c'era sotto quella fetta di cadavere...Paura eh? :o)