venerdì 22 agosto 2008

Una poesia per l'estate

Amo la poesia, per me è come musica scritta, come una canzone che aspetta delle note (e infatti sentirete cosa ho combinato con Cesare Pavese, come in passato con Emily Dickinson, insieme ai Sybil). All'interno di questo bellissimo libro (che consiglio, ovviamente, a tutti i linkati e i miei "lettori") c'è una poesia che riassume la mia estate 2008, e anche molte altre estati. Si intitola

Leggere e nuotare

Oggi ho letto l'intero libro di uno scrittore
amico, che amo tanto. Purtroppo però
non mi è rimasto in testa niente.
E dal momento che concordo
con quello che lui stesso dice
- ovvero, che si scrive (e si legge)
essenzialmente per capire -
allora tanto vale che passi
ad altro e decida di nuotare.
A lungo, lentamente, respirando
regolarmente ogni tre bracciate alterne.
E via via che procedo nel nuoto,
mi domando: ma siamo poi così sicuri
che ci sia davvero qualcosa
da capire? Non sarà che vivere,
in fondo, si riduce a questo?
Immergersi nell'acqua, tornare
in superficie e respirare?

(da Il tempo ormai breve di Franco Marcoaldi, pag. 45, ed. Einaudi 2008)

6 commenti:

silvano ha detto...

Bellissima poesia. Domande, domande, nessuna risposta ma ognuno di noi cerca e si chiede.
Non so nulla ma quel "Se ti abbraccio forte forte, ho qualche chance in più di sfuggire alla morte?" mi piacerebbe tanto che la risposta fosse sì. In ogni caso val sempre la pena di abbracciare forte forte qualcuno.

ciao e grazie. silvano.

listener-mgneros ha detto...

Meglio legare...in certi casi, in altri evitare...
il primo evento lascia segni violacei e incrostazioni di piacere.
Il secondo ci esonera da possibili abbracci e domande sulla salute.
Tanto la morte viziosamente evita il nostro affannoso evitarla.

leorso ha detto...

Ma tra Thor e Loki quanti anni c'erano di differenza?

Elsa ha detto...

Come Silvano...bellissima poesia...
anche lasciarsi abbracciare forte da qualcuno è meraviglioso. Spesso nel mondo in cui viviamo pensiamo di poterne fare a meno. Grande ERRORE.
Elsa

Clelia ha detto...

Mi associo agli altri, questa poesia è davvero bella. Il finale è così spiazzante e logicamente pertinente, anche se rimesso in discussione dal punto interrogativo. mi fa capire come le risposte semplici sono sempre le più giuste : Immergersi e tornare in superfice, questa è la vita.

Clelia

Anonimo ha detto...

Beh, mi sa che il libro di Marcoaldi finirà tra i prossimi acquisti per l'estate che per me deve ancora cominciare, altro che ferie...quindi per dirla con la Dickinson..."dimmi luglio - dov'è l'ape - do'è il rosso - dov'è il fieno?"