venerdì 31 ottobre 2008

Maria Obama Gelmini

"Il mio punto di riferimento è quello che sta facendo Barack Obama in America" (Maria Stella Gelmini, ministro dell'Istruzione, Corriere della sera, 27 ottobre 2008).
"Questo è il momento di affrontare il nostro obbligo morale di garantire a ogni bambino un'educazione di primo livello, perché questo è il minimo che serve per competere in un'economia globale...Recluterò un esercito di nuovi insegnanti, pagherò loro retribuzioni più alte e darò loro maggiore supporto" (Barack Obama, discorso di accettazione della candidatura alla Casa Bianca, 9 settembre 2008).

Oltre al danno la beffa: questa bella gente ce lo mette NEL prendendoci anche PER IL. Dev'essere una bella soddisfazione, a giudicare da come sorridono. Occhio, però: non dimenticate, bella gente, di mettere tanta bella vaselina, perchè la gente normale si incazza in malo modo se le fai male e la prendi anche in giro, senza neanche chiedere scusa o almeno "Ops, sono scivolato, non volevo".

giovedì 30 ottobre 2008

Sapere di non sapere

Oggi (giorno di riposo mio e sciopero delle scuole) ho accompagnato i miei figli al Festival della Scienza , e come tutte le altre volte sono rimasto piacevolmente sorpreso da questa manifestazione che ha il pregio di farti sentire un po' ignorante socraticamente ("so di non sapere e non me ne vanto anzi mi dispiace e voglio rimediare"), anche quando bazzichi gli eventi per ragazzini. Un bagno di umiltà, diciamo, e di curiosità: quando non hai più curiosità, pensi di "saperne abbastanza", non ti stupisci più di niente, beh, amico mio, per me sei un uomo morto, almeno intellettualmente parlando, anche se nel tuo campo, nel tuo mondo tecnocratico sei "bravissimo".

mercoledì 29 ottobre 2008

Un brutto mondo? Ma no...

Questo blog da un po' è monopolizzato dal mio disco e dalla musica in genere, me ne rendo conto, anche se lo so, del mondo e anche del resto, lo so, che tutto va in rovina (L'illogica allegria di Giorgio Gaber). L'attacco alla scuola pubblica, la Gelmini. Lo tsunami della crisi finanziaria globale. Berlusconi col 70% di consensi. Forse la musica, la mia musica, è un rifugio antinucleare, un cercare bellezza e poesia in un mondo sempre più brutto e sporco, contaminato dalle radiazioni del "pensiero unico" e della cattiveria. Ci sarebbe da rassegnarsi, incattivirsi, diventare stronzi, "tirare i remi in barca", "coltivare il proprio orto" (frase con cui si conclude il bel Candido messo in scena dal Teatro della Tosse). Ma non è ancora detto che "il vento" non cambi, nel mondo in cui vivo, e nel mio piccolo mondo antico. Mi può bastare un niente, forse un piccolo bagliore, un'aria già vissuta, un paesaggio, che ne so...e sto bene, io sto bene come uno che si sogna, non è mica colpa mia, ma sto bene, che vergogna (sempre Gaber).
Potere della musica. Meno male che c'è. Come ci sono sempre i figli, le mogli, gli amici, gli affetti, le emozioni, a dare un senso e una gratificazione a tutto, nonostante tutto.

martedì 28 ottobre 2008

"Tu sei come una terra" live in Acqui 26/10/2008

Grazie al mitico Andygo (http://andegolost.blogspot.com) su YouTube potete vedere e sentire questa e altre canzoni del set di domenica scorsa.

lunedì 27 ottobre 2008

Live in Acqui Terme

E' andata bene, benissimo. Per un resoconto dettagliato leggete l'esauriente post di Andrea Perso sul treno :-) a cui ho poco da aggiungere se non che ero emozionatissimo (erano anni che non suonavo dal vivo) e preoccupato per la resa sonora (anche l'asta del microfono rottasi nel montaggio, mannaggia, vedi scotch che tiene il mic), che invece è stata eccellente nonostante un soundcheck improvvisato. Ringrazio la Mariangela della libreria Cibrario , l'ottimo giornalista e uomo di cultura Giulio Salvi, e soprattutto Francesca e Pierpaolo che organizzano cose del genere in una città piuttosto "ostica" e destrorsa. Una menzione di lode alla degustazione (viva il Barbera vivace, e il Dolcetto è sopravvalutato) e un arrivederci alla trattoria per assaggiare le già leggendarie RAVIOLE e ritornare su bagnet, bujì, busecca e tajarin. Un grazie speciale ad Andrea Perso(che sta insidiando Fritz a capo del fans club) e Anita+Davide+Chiara che mi hanno commosso con la loro presenza. Peccato che Marcello sia arrivato tardi, ma ho apprezzato, eccome.
Una domenica speciale. In attesa che Ale, Lorenzo e i due Matteo mettano su una rock'n'roll band :-)

domenica 26 ottobre 2008

Blues Brothers - Rawhide

Oggi torno a suonare dal vivo, dopo un secolo, insieme al fido Andrea. Sono in pieno "stage fright" :-( Mi è venuto per fortuna in mente per sdrammatizzare questo pezzo dei BB, perchè ricorda molto certe serate dei Tupelo Twins, come quelle da Fred ad Alassio, col barman che sparava l'ossigeno sui tavoli, o quella volta che abbiamo magnato e bevuto tanto che abbiamo dovuto pagare noi a lui, ha ha, che bestie. ROCKENROLL! E inoltre, diciamolo, i due BB sembriamo io e Wilson, fateci caso :o) Fred, Alassio, Tupelo: sono passati 15 anni o sbaglio?

sabato 25 ottobre 2008

SLF - Strummerville - Manchester 15/03/08

Ecco come sono adesso. Ce ne fossero! Buona serata a chi va a sentirli allo Zapata.

Stiff Little Fingers - Gotta Gettaway

Stasera (stanotte) allo Zapata ci sono loro, trent'anni dopo. Da giovane ho consumato i loro dischi,i loro inni irresistibili, trascinanti canzoni alla Clash però più pop. Domani mattina mi devo svegliare presto per andare a presentare il disco ad Acqui, e non ce la posso fare. Non si può fare nè avere tutto. Peccato davvero. Spero che qualche amico blogger o spacer faccia un resoconto (Paolo, Fritz, Andrea, Giacomo...). Chissà come sono, trent'anni dopo. Pare che si siano conservati discretamente, da buoni irlandesi.

Pavese in piazza Bollente





Da L'Ancora di ieri, articolo di Giulio Sardi. Cliccateci sopra due volte per vederlo più grosso e leggibile.

Wow, va a finire che mi monto la testa, ha ha ha.

Ne riparliamo dopo Acqui.

giovedì 23 ottobre 2008

Non voglio più soffocare

Si può vivere soltanto se, con una certa frequenza, non si fa quello che ci si propone.
L'arte consiste nel proporsi la cosa giusta da non fare.
Chi obbedisce a se stesso soffoca non meno di chi obbedisce ad altri. Soltanto l'incoerente non soffoca, colui che si dà ordini ai quali si sottrae.
Talvolta, in circostanze particolari, è giusto soffocare.
(da "Il cuore segreto dell'orologio" di Elias Canetti, ed. Adelphi 1987)

Strano che citi certe parole uno come me che a detta di molti fa un sacco di cose ("Ma dove lo trovi il tempo?", mi sento dire spesso) e ha tutta una riga di propositi e progetti (più o meno creativi o personali-spirituali, quindi del tutto inutili economicamente) . Sta di fatto che voglio respirare sempre meglio, non voglio più sentirmi soffocare, nè per causa mia nè per causa altrui. Quindi: "tagliare i rami secchi" e smettere di essere "un can da botte". Chè non ti danno neanche un osso. Da nessuna parte, in nessuna situazione.

mercoledì 22 ottobre 2008

Metti una domenica mattina ad Acqui Terme


Domenica prossima, se tutto va bene, presento per la prima volta il disco dal vivo, insieme ad Andrea "Fenderman" Frascolla, presso la libreria Cibrario di Acqui Terme, alle 11. "Seguirà degustazione di prodotti tipici", e anche il racconto dell'esperienza.

martedì 21 ottobre 2008

U2 Sometimes you can't make it on your own (live in Milano)

In tutte le recensioni e i commenti sulla mia musica non compaiono mai gli U2 (i Coldplay però sì, strano). Eppure io mi commuovo, e sento mie, profondamente, canzoni come questa. Per quanto retoriche e pompose sembrino. Ciao papà: a volte non ce la puoi fare da solo.

Amy Winehouse 'You Know I'm No Good'

Come si fa a non volerle un po' bene? Una che canta così tutta sminchiata "Lo sai che non sto bene" (o "Non vado bene"?!), con quei tatuaggi traditional old school, una che invoca la reunion degli Specials durante i concerti? Speriamo che non si bruci da sola, dalle parti di Camden. (Ma io mi chiedo, e ora vado a vedere: chi li scrive certi pezzi? Bacharach?!)

Rotten butter (burro marcio)

Ecco che fine hanno fatto i grandi anarchici degli anni 70, i grandi ribelli, sic. Foto fatta (per Fritz) dal piano rialzato di un bus a Londra: notare la telecamera. Pare che ogni londinese sia filmato ogni giorno mediamente da 300 telecamere diverse. Noi invece in Italia facciamo venire l'esercito, per dare sicurezza ai cittadini. Siamo proprio dei tamarri in tutto, non c'è niente da fare.

The Cramps - Goo goo muck (live)

Questa è per i Tupelo Twins (ma vi rendete conto che pezzi facevamo?!) e per Maury che a Londra a colazione metteva i Meteors.
Psychobilly rules ok :o)

lunedì 20 ottobre 2008

Macchè Leone: Sisifo sono

L'oroscopo del mio iGoogle sabato recitava così: Non ci sono né pause, né tempi morti e i tuoi ritmi di lavoro e di divertimento sono incalzanti. Ben lungi dall'esaurirti questa è proprio la vita che fa per te: eccessiva, spinta al limite della resistenza, capace di trovare le energie più impensabili. Le stelle consigliano di accettare l'aiuto di persone influenti o degli amici più cari se hai intenzione di cimentarti in imprese faraoniche.
Ogni tanto, coi suoi luoghi comuni e i suoi giri di parole retoriche, l'oroscopo fotografa la situazione. E' stato un weekend molto intenso. Sul lavoro ritmi e folle tipo Natale causa 4 giorni di sconti. Ho ospitato a cena due cari amici della Sardegna, Massimo e Maria Rosaria, sigillando l'evento con la favolosa Abbardente. Su Repubblica una bellissima recensione del disco. Ho provato in studio la rendition semiacustica in duo con Andrea Fenderman, registrando anche un bootleg. Sto organizzando la presentazione di domenica prossima ad Acqui Terme alla Libreria Cibrario. L'unica cosa che mi sfugge dell'oroscopo sono le "imprese faraoniche", ma forse è un'impresa faraonica di questi tempi già solo tenersi in piedi, non deprimersi, trovare/mantenere serenità e soddisfazione, non trascurare moglie e figli, pur coltivando interessi e passioni. Meglio dire "impresa titanica": chiamatemi pure Sisifo :-)

giovedì 16 ottobre 2008

London calling (back)


Lo so, sono un po' ripetitivo/ossessivo, ma, davvero, mi sento cambiato, diverso, migliore, al ritorno da Londra, dove sono andato a trovare i deliziosi Annalisa e Maurizio nella loro casa psychobilly in quel di Crouch End. Londra è sempre Londra, anche se non siamo andati alla Tate, a Portobello nè a Camden, come facevamo sempre quando eravamo giovani e rockettari. In compenso i figli hanno apprezzato e cominciato ad amare come noi questa città magica, anche se abbiamo trovato una società cambiata in peggio (sanità allo sfascio, aumentato divario di classe, ragazzi violenti che si ammazzano come niente, un tasso altissimo di ragazze madri "white trash"- tanto poi gli danno il council flat), anche se il clima è piuttosto deprimente (a parte una domenica di sole, memorabile barbecue in the backyard con Nicky e Patrick special guests), anche se...Non vediamo l'ora di tornarci (ora poi con Ryan Air costa meno che andare in treno a Milano).
Purtroppo mentre ero lassù mi è giunta come un pugno nel fegato la notizia della morte improvvisa e del tutto imprevedibile di mio zio Nino, così sono andato spesso "in botta" (trad.: mi sono incupito) mescolando i ricordi e le riflessioni sul destino e sul tempo che abbiamo a disposizione. Lo shock l'ho accusato soprattutto perchè lui nei miei pensieri era il parente più lontano dalla morte, così vitale, salutare, pieno di interessi (leggeva anche il mio blog, alla sua età). Mi mancherà. Ciao zio: come giocano a tennis lassù?

martedì 14 ottobre 2008

Oggi sul Secolo XIX, pagina 30

NUOVO CD
Zaio: «I versi di Pavese perfetti per la musica»
Il musicista genovese in “Last Blues” propone sette famosissime liriche tra cui “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”. Le malinconie di Pavese, le sue sigarette solitarie, i suoi amori inghiottiti tra le vie di Torino e le nebbie delle Langhe. Questo il territorio poetico scelto da Franco Zaio in “Last Blues”, disco appena uscito daDevega che mette in musica sette poesie dell’autore di “La luna e i falò” tra cui la famosa “Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”, tutte cantate da Zaio che è anche autore delle musiche. Nato ad Alessandria nel ‘64 ma genovese di adozione da più di venticinque anni, Franco Zaio, storico commesso della libreria Feltrinelli, ha un passato musicale decisamente “forte”: a 18 anni batterista del gruppo punk rock Crapping Dogs, poi frontman e autore dei testi dei Lost con puntata ad Arezzo Wave nell’88, fondatore degli Anticorpi, cantante e batterista dei Tupelo Twins, dei Ramoni, dei Sybil e degli Anais. Nel 2001 il primo cd da solista, autoprodotto, dal titolo “Le canzoni nel cassetto”. Adesso a distanza di sette anni ecco “Last blues” in cui canta e suona chitarra acustica ed elettrica, basso, batteria, tamburello, organo e pianoforte, con la partecipazione di musicisti come Michele Ferrari, Andrea Frascolla e Francesca Pongiluppi voce in “Last blues”. Perché Cesare Pavese? «Mi è entrato dentro fin dal liceo – spiega. Facevo mie le sue emozioni, certe sue malinconie esistenziali, poi da ragazzo ho vissuto tra le colline piemontesi, sento molto di mio nei suoi luoghi. Ho subito visto le sue poesie perfette per diventare canzoni». Il disco esce nel centenario della nascita dello scrittore nato a Santo Stefano Belbo nel 1908 e morto suicida in una camera d’albergo a Torino nel 1950. «Ho chiesto l’autorizzazione per usare i testi alla Fondazione Pavese, sorprendentemente mi hanno detto subito di sì, in autunno presenterò il disco da loro. Non è la prima volta che Pavese viene messo in musica, è già stato fatto in versione classica o jazz, io però volevo renderlo pop, senza dissacrarlo. Ci sarà qualcuno che griderà allo scandalo ma sono convinto che la poesia dovrebbe essere più popolare, dovrebbe essere come la musica legegra. Abbassare l’elitarietà della poesia è stata una sfida». Tempi di produzione? "Fabrizio De Ferrari si è subito entusiasmato e ha dato la disponibilità della Devega ma i miei tempi di gestazione sono stati lunghissimi, ho sfruttato i ritagli di tempo, mi è capitato anche di registrare alle otto di mattina prima di andare al lavoro». Il titolo, “Last blues”, viene da una poesia che Pavese ha scritto in inglese, lingua che conosceva benissimo, lui traduttore di “Moby Dick” per Einaudi. «Forse il titolo è un po’ fuorviante, il blues non è in senso strettamente musicale ma nel senso di malinconia. Più che triste lo definirei un disco autunnale, trovo Pavese intenso e insieme nitido, asciutto, la speranza è di far venir voglia di leggerlo a chi non l’ha mai letto». Progetti? «Un disco dalle poesie di Emily Dickinson,un altro dai versi di Antonia Pozzi, un progetto ispirato alle filastrocche di Tim Burton, uno di cover dei Joy Division con i testi tradotti in italiano». Cosa è rimasto del retroterra punk? «Il concetto di musica come qualcosa di anticommerciale e senza compromessi». RAFFAELLA GRASSI

Un grande Grazie alla signorina Grassi per l'intervista e l'articolo. La foto...ho ricevuto un sacco di messaggi tipo "Stavi dormendo?" o "Sembri morto!": ne avevo fatte un bel tot, con tanto di fotografo (ciao Davide, ancora grazie della pazienza), non so perchè il giornale ha scelto proprio quella, boh. Forse si abbinava a "Verrà la morte e avrà i tuoi occhi" :o)
Nonostante tutta la mia modestia e il mio understatement, oggi sono famoso, almeno a Genova :-)
PS Grazie dei numerosi messaggi, arrivatimi a Londra, tra l'altro! Ho un nutrito fans club :-)

sabato 11 ottobre 2008

"Noi siamo nuvole"


Noi siamo come nuvole
(il nostro è un cielo strano)
che lente si dissolvono
sparite piano piano
come certi nuvoloni
che dici "Adesso piove"
e invece si allontanano
e non saprai mai dove
vanno le nuvole
Noi siamo nuvole
sfuggenti e superiori
per quanto irrilevanti
veloci mutamenti
di forme incolori
Noi siamo nuvole

venerdì 10 ottobre 2008

London Calling (live 1988): i Pogues con Joe Strummer

Sono Anni che non vado a Londra, anche se è sempre lì che mi chiama, con Annalisa, Maurizio, and the gorgeous Baughan family. Forse stavolta ce la faccio. Sono confuso e felice, come la Carmen :o) AR dice che sono "ciclotimico e bipolare", ma me ne fotto: meglio che una "aurea mediocritas", secondo me. "London is drowning and I, I live by the river!". Bye bye Genova

The suicidal show


Ma che società, che gente, che mondo è quello in cui succedono cose come questa? Io non ho parole. Voi?
Mi viene in mente l'episodio che aveva poi originato quella meravigliosa canzone degli Zincoblenda (new-wave, Genova 1983) chiamata "Sospeso". Tipo sul Ponte Monumentale in via Venti che minaccia di buttarsi giù, capannello di persone che guardano, e un anziano genovese alla moglie: Dai andiamo via che tanto non si butta.
Che brutto mondo, che brutta gente.
(Nella foto: il ragazzo suicida)

giovedì 9 ottobre 2008

Urlatori alla radio

In quel di Varazze ci stanno due ragazzi che fanno un programma imperdibile, "Urlatori alla sbarra", ogni martedì verso le 21 su www.radioskylab.com , e io, accompagnato dalla mia guardia del corpo Fritz, ho avuto il piacere di partecipare come ospite martedì scorso. E' stata una serata memorabile per più di un motivo. Innanzitutto onore e rispetto a due appassionati di musica a 360° che affiancano senza problemi in scaletta Kinks, Crapping Dogs, Drull, Kina/Frontiera, Ronettes, e gruppi punk del Kazakistan (giuro). Io ho presentato il mio disco parlando anche del mio passato punk (che stava palesemente a cuore ai nostri due eroi dell'etere), e ho dovuto commentare a sorpresa una lettera inviata a Cronaca Vera (giuro). Arrivati a Varazze al suono di "Strength through Oi" (colonna sonora della mia guardia del corpo), sentiamo risuonare in passeggiata le note dei Real Kids! Io e Fritz ci siamo guardati come se fossimo in uno strano sogno, ha ha. La serata poi è passata parlando di musica e aneddoti relativi di ogni tipo (tipo la sola di Killed by death vol.11), una birretta, due ricordi, due amarezze sugli snob della scena alternativa ligure che non rispondono agli inviti dei due DJ...Insomma, siamo persone semplici: basta poco a scaldarci il cuore e accenderci un sorriso. Ci torniamo, in quella specie di Isola che non c'è, magari con Andrea Perso e Wilson. Grazie UAS, e grazie Husker che mi hai messo in contatto.

mercoledì 8 ottobre 2008

Antidoti ai veleni del mondo

Noto che da qualche tempo non commento le disgrazie e le brutture della società, a parte il post sulla Decrescita. Borse che crollano, gesti di razzismo violento, la scuola sotto attacco, e quant'altro. Beh, non sono un giornalista nè un attivista, e sinceramente per reazione all'attualità allarmante mi sto dedicando alle piccole cose belle della mia vita, in questo periodo soprattutto la musica (in seguito all'uscita del disco). Ieri ho passato una serata alla radio con Fritz e gli Urlatori alla sbarra (due leggende metropolitane, anzi rivierasche) che vi racconterò nei dettagli perchè resterà memorabile ed emblematica.
Certo che leggo il giornale, mi tengo informato, mi guardo attorno (oltre che dentro), e il panorama è sconfortante. Ma non mi do al catastrofismo, nè mi faccio deprimere/opprimere più di tanto, pur rimanendo scettico, disilluso e fondamentalmente pessimista. In fondo poi mi basta poco per sorridere ancora: Garbo che mi lascia un commento sul myspace, Fritz che si porta da ascoltare in macchina "Strength through Oi", una radio che trasmette i Real Kids sulla passeggiata di Varazze, una risata di mia moglie, il pensiero che vado qualche giorno a Londra, gli Stiff Little Fingers allo Zapata. Vi sembra poco?! A me no.

martedì 7 ottobre 2008

"Ai sogni" di Charles Simic























Ancora vivo in tutte le mie vecchie case
e porto occhiali neri anche dentro
e divido in segreto il mio letto
con i fantasmi, e vado in cucina
dopo mezzanotte a controllare il rubinetto.
Esco in ritardo e quando arrivo a scuola
nessuno ha l'aria di riconoscermi.
Mi siedo, rinnegato, segregato, appartato.
Solo di notte aprono questi piccoli negozi
in cui faccio i miei acquisti discreti,
questi cinematografi clandestini in quartieri brutti
che ancora proiettano sgranati film della mia vita.
L'eroe sempre pieno di speranza eccessiva
che alla fine perde tutto? - qualunque cosa fosse -
e poi esce al freddo, dove l'incredula luce
aspetta a labbra strette.

Segnalo questo piccolo grande libro di poesia (ed. Adelphi, 2008). Certa Poesia sa "trovare le parole" che non troviamo, nel nostro affannarci disperato, e sa "fotografare" cosa siamo e cosa pensiamo. O no?
Abbiamo ancora dei sogni, o evitiamo di farli, perchè arrivano solo incubi?

lunedì 6 ottobre 2008

da QUINTO POTERE (1976!)

Ma allora niente è cambiato, niente è migliorato?! Ohi ohi ohi. Grazie ad Andrea Perso, sperando che si ritrovi. Come tutti quelli a cui questo filmato da "certe emozioni".

venerdì 3 ottobre 2008

Riscoprire Il Suono

Ha ragione l'esperto Fritz: una grandissima influenza sulla musica che faccio adesso sono stati Adrian Borland e i suoi Sound. From the lions' mouth in effetti l'avevo consumato, da giovane. Oggi sono andato a sentirmi anche il Borland solista su myspace (qui e qua) e mi sono venuti i brividi, è proprio "la mia musica". Per non parlare dei testi, vicini a quelli di Ian Curtis ma molto più semplici e diretti (e quindi dolorosi). La non-carriera e la brutta fine fatta da Adrian non fanno che rendermelo ulteriormente caro e prezioso. Su www.brittleheaven.com tutto quello che si può sapere (in inglese) sui Sound e AB. In italiano invece è molto bella questa scheda di Ondarock. Buona scoperta, o riscoperta.

giovedì 2 ottobre 2008

"Ma dove si trova il tuo disco?"

L'altarino da Feltrinelli-Genova ad opera di quel Federico "che ci crede" e "c'è sempre stato" (e infatti compare nei credits) ;-)

PER I GENOVESI: il mio famigerato disco su Pavese (che potete comunque "assaggiare" sul mio myspace) si trova a Genova da Ricordi in via Fieschi, da Feltrinelli in via Venti, e ovviamente da Disco Club in via San Vincenzo. Comunicherò su blog e myspace i prossimi punti-vendita genovesi.

PER I MIEI FANS :o) NEL RESTO DELL'ITALIA: recatevi in uno dei 97 punti-vendita Feltrinelli-Ricordi (da Palermo a Trieste), potete richiederlo lì, ce l'hanno in database tutti, distribuito da Venus. Poi mi raccontate la faccia del libraio/discaio a cui chiedete "Vorrei ordinare il disco di Franco Zaio" :-)
Aspetto recensioni e pareri, di qualunque tipo, no problem, mica mi offendo, anzi :-)
Guardate però cosa ha scritto sul suo blog il buon Husker Diego, quasi commovente, altro che.

Grazie a tutti dell'attenzione.

mercoledì 1 ottobre 2008

Districarsi nel banale

Sul sito del leggendario negozio Disco Club compare una recensione del mio disco che mi ha quasi commosso, perchè sa cogliere alcuni aspetti e significati del mio (insistere a) fare musica. Riporto:
Ci vuole un multiforme ingegno per districarsi nella banale quotidianità della vita. Franco Zaio, libraio, scrittore, musicista, padre di famiglia, ce l’ha e non teme di dimostrarlo, sommessamente, come si confà a un devoto di Cesare Pavese, dalle cui poesie ha tratto le parole per sette brani suonati (chitarre, tastiere e ritmica) e cantati in solitudine (salvo “Last blues” con Michele Ferrari al dobro e la voce di Francesca Pongiluppi e “Come uno che si lasci cadere” con Andrea Frascolla alla Stratocaster). Il rischio era grande: rimanere schiacciato dai versi dello scrittore o stoltamente annacquarli. Invece fin dalla chitarra che introduce “Tu sei come una terra”, la sintesi funziona: originale, con echi riconoscibili, ma sorprendenti, e, considerati i testi, paradossalmente vitale. (Danilo Di Termini)
E' bello, ogni tanto, sentirsi compresi, e apprezzati. Grazie Disco Club.