mercoledì 29 luglio 2009

Sol Invictus - In Days to Come

Scusate, ma non ho molte altre parole, in questa estate indimenticabile. Io vi voglio ABBASTANZA bene, ma l'estate è lunga, e forse dovrei dirvi che...

And in the days of to come,
The sound of iron and the sound of drums.
And in the days of to come,
The earth shall seethe and the clouds will bleed.
And in the days of to come,
Will we be drowned in a sea of scum?
And in the days of to come,
Will man spew out a bastard son?

But from the forest and the field,
Here she comes, here she comes.
And beneath the turning of the sun's wheel,
Here she comes, here she comes.
And from a womb of growing corn,
We are reborn, we are reborn.
Her moon that lights us til the dawn,
Here she comes, here she comes.

And in the days that will be,
The doors of hope will have no key.
And in the days that will be,
No books or gods, only greed.
And in the days it will show,
That the rule of gold will drag us low.
And in great halls where treason breeds,
Even noble hearts become diseased.

But from the forest and the field,
Here she comes, here she comes.
And beneath the turning of the sun's wheel,
Here she comes, here she comes.
And from a womb of growing corn,
We are reborn, we are reborn.
Her moon that lights us til the dawn,
Here she comes, here she comes.

And from the forest and from the field,
Here she comes, here she comes.
And beneath the turning of the sun's wheel,
Here she comes, here she comes.
And from a womb of growing corn,
We are reborn, we are reborn.
Her moon that leads us to the dawn,
Here she comes, here she comes.

Here she comes, here she comes.
Here she comes, here she comes.

Album: In the Rain
Year: 1995

giovedì 23 luglio 2009

Nick Drake - Day is Done

La canzone che canticchio la sera, in questi lunghi giorni, mentre torno stancamente a casa. Un giorno dopo l'altro, un giorno alla volta. Passerà.

Swans - Failure

"I, I've been lonely
And I, I've been blind
And I,. I've learned nothing
So my hands are firmly tied
To the sinking leadweight
of failure
I've worked hard all my life
Money slips through my hands
My face in the mirror tells me
It's no surprise that I'm
Pushing the stone up the hill
of failure
They tempt me with violence
They punish me with ideals
And they crush me with an image of my
life that's nothing but unreal
Except on the goddamned slaveship
of failure
I'll drown here trying
to get up for some air
But each time I think I breathe
I'm laid on with a double share
of the punishing burden
of failure
I don't deserve to be down here
But I'll never leave
And I've learned one thing
You can't escape the beast
In the null and void pit
of failure
When I get my hands on some money
I'll kiss it's green skin
And I'll ask it's dirty face
"Where the hell have you been?"
"I am the fuel that fires the engine
of failure."
I'll be old and broken down
I'll forget who and where I am
I'll be senile or forgotten
But I'll remember and understand
You can bank your hard-earned money
on failure
I saw my father crying
I saw my mother break her hand
On a wall that wouldn't weep
But that certainly held in
The mechanical moans of a dying man
Who was a failure
My back hurts me when I bend
Because I carry a load
My brain hurts me like a knife-hole
Because I've yet to be shown
How to pull myself out from
The sucking quicksand
of failure
Some people lie in hell
Many bastards succeed
But I. I've learned nothing
I can't even elegantly bleed
Out the poison blood
of failure"

Pacifico featuring Malika Ayane - Verrà L'estate (Nuovo Singolo Estate 2009)

Arriverà ottobre, con queste canzoni estive a gonfiare un po' il cuore amareggiato dalle persone e dai loro comportamenti. "
"Verrà l'estate
sarà nel vento
nel fiato caldo dietro le persiane
nelle campagne gialle consumate
nelle strade vuote
Verrà l'estate
senza avvisare
Un treno lento che costeggia il mare
Sul marciapiede vuoto alla stazione
ti farai trovare
Sempre ti aspetto
Apro per te ogni finestra
respiro e l'aria e' fresca
Salterà i muri,
le cancellate
Starà nei pozzi, in fondo ai corridoi
E verrà a prenderti, a portarti fuori
Sempre ti aspetto
salvami stanco e infelice
Nell'aria la tua luce"
...

Tori Amos: Enjoy the Silence (live)

Sere d'estate 2009. Solitarie, stanche, vuote, amareggiate, un'umanità in cui ho sempre meno stima e fiducia. La famiglia altrove, una nuvola di odio intorno, un sorriso spento, la casa vuota, coltivare valori, affetti, obiettivi, sogni, entusiasmi e passioni, di nascosto, come se fossero cose di cui vergognarsi: robe da matti.

martedì 21 luglio 2009

The Brogues - I ain't no miracle worker

Uno degli inni di questa dura estate, e una delle canzoni preferite di sempre dei coniugi Zaio. La ripresero i Corvi e diventò "Un ragazzo di strada", ma il significato cambiò. Quando parte l'assolo ho i brividi.

"Don't ask me to move a mountain
Don't ask me to swim your sea
Don't think that I am a tower of strength
Don't lean too much on me
When looking to the future
Don't build your dreams too high
I beg you to remember
I'm just an ordinary guy
I ain't no miracle worker
I do the best that I can
I ain't no miracle worker
Oh Lord, I ain't no miracle man
And I don't have a fortune
You know I sweat for each dime I make
But I'm always living now just looking
To that get love you bring
Every day I keep on trying
To do my best for you
And every trying just ain't enough, baby
Well, tell me what would you have me do?
I ain't no miracle worker
I do the best that I can
I ain't no miracle worker
Oh Lord, I ain't no miracle man
Ask me to be tender
Ask me to be true
Ask me for all the love I have
And girl, I'll give it all to you
But girl, I just can't offer
No storybook romance
Girl, that's what you're looking for, baby
I tell you, we just don't have a chance
I ain't no miracle worker
I do the best that I can
I ain't no miracle worker
Oh Lord, I'm not a miracle man"

lunedì 20 luglio 2009

Amy Winehouse 'You Know I'm No Good' (unplugged)

S.O.S. (Save Our Singers)

Sto guardando Live in London 2007 di Amy Winehouse, sul canale Live di Sky (302, consigliato). Colpito, quasi commosso da questo personaggio, al di là della proposta musicale di gran classe. Guardate questo video, e scioglietevi. Il "problema", se di problema è giusto parlare, è lei, la Amy: fragile, disperata, commovente, piena di talento ma in balia completa della sua autodistruttività. Che peccato, che spreco, si potrebbe dire. Più cinicamente, si dovrebbe sempre separare l'artista dalla persona, dal suo inferno privato, ma si diventa ipocriti, perchè forse Amy canta come vive, così come Jimi hendrix suonava la sua vita, esprimeva la sua vitalità, con la chitarra. Com'è difficile separare la persona dall'opera d'arte. Umanamente, forse, non è giusto. A volte il privato invade la sfera artistica, straborda nel pubblico, così come il pubblico invade il privato.
Io, stasera, mi auguro solo che Amy riesca ad arrivare ad incidere un altro disco. Lo spero per le mie orecchie, ma anche per lei, per la sua fragile, naufragante vita.
PS Come se non bastasse, fa sempre qualche sgangherata cover degli adorati Specials, tra l'altro.

giovedì 16 luglio 2009

Presenze e incoscienze

Avevo promesso una giornata al mare a mio figlio Alessandro (12 anni), giornata che volevo far saltare per ragioni di lavoro. La sua reazione triste e rabbiosa mi ha un po' stupito, non pensavo (non avevo capito) che fosse una cosa così importante e gradita, la mia presenza. Cercherò di esserci, figlio mio. Mi ha convinto il tuo dire tra le lacrime "Non è giusto". Ci sono già così tante ingiustizie al mondo, non voglio crearne un'altra io, e con te. Non te lo meriti. Nessuno se le merita, le ingiustizie.

domenica 12 luglio 2009

Le canzoni dell'estate

Eh già, è proprio estate. Domani i miei kids si trasferiscono in collina, e inizia una lunga estate da pendolare, anche se quest'anno "salirò" meno spesso, a causa del lavoraccio estivo. Settembre, poi, sarà un inferno, temo. Ma vivo un giorno alla volta, vedremo, per ora me la cavo, e non ho perso il sorriso (nonostante i Current 93).
Ci sono molte canzoni che sono collegate nei miei ricordi all'estate, alle mie estati da ragazzo, soprattutto (parlo di 25/30 anni fa, gulp). Settembre di Alberto Fortis, Estate di Bruno Martino, Warm summer night degli Chic, The first picture of you dei Lotus Eaters, A night like this dei Cure, Eyes without a face di Billy Idol, Appetite dei Prefab Sprout, e tante altre, fra cui anche questa di Don Henley (video bellissimo), rifatta niente male di recente dagli Ataris (http://www.youtube.com/watch?v=db6xHWEPTzo).
Buona estate a tutti.
E v chiedo: quali sono le vostre canzoni dell'estate?

sabato 11 luglio 2009

Un Eco pessimista

Reduce dalla visione, sull'ottimo canale Current , di Citizen Berlusconi e G8 2001, un po' depresso, oltre che prosciugato dal lavoro, ho letto e riporto il parere di Umberto Eco sul cosiddetto Belpaese:
Il problema italiano non è Silvio Berlusconi. La storia (vorrei dire da Catilina in avanti) è stata ricca di uomini avventurosi, non privi di carisma, con scarso senso dello Stato ma senso altissimo dei propri interessi, che hanno desiderato instaurare un potere personale, scavalcando parlamenti, magistrature e costituzioni, distribuendo favori ai propri cortigiani e (talora) alle proprie cortigiane, identificando il proprio piacere con l’interesse della comunità. È che non sempre questi uomini hanno conquistato il potere a cui aspiravano, perché la società non glielo ha permesso. Quando la società glielo ha permesso, perché prendersela con questi uomini e non con la società che li ha lasciati fare?
Ricorderò sempre una storia che raccontava mia mamma che, ventenne, aveva trovato un bell’impiego come segretaria e dattilografa di un onorevole liberale - e dico liberale. Il giorno dopo la salita di Mussolini al potere quest’uomo aveva detto: “Ma in fondo, con la situazione in cui si trovava l’Italia, forse quest’Uomo troverà il modo di rimettere un po’ d’ordine”. Ecco, a instaurare il fascismo non è stata l’energia di Mussolini (occasione e pretesto) ma l’indulgenza e la rilassatezza di quell’onorevole liberale (rappresentante esemplare di un Paese in crisi).
E quindi è inutile prendersela con Berlusconi che fa, per così dire, il proprio mestiere. È la maggioranza degli italiani che ha accettato il conflitto di interessi, che accetta le ronde, che accetta il lodo Alfano, e che ora avrebbe accettato abbastanza tranquillamente - se il presidente della Repubblica non avesse alzato un sopracciglio - la mordacchia messa (per ora sperimentalmente) alla stampa. La stessa nazione accetterebbe senza esitazione, e anzi con una certa maliziosa complicità, che Berlusconi andasse a veline, se ora non intervenisse a turbare la pubblica coscienza una cauta censura della Chiesa - che sarà però ben presto superata perché è da quel dì che gli italiani, e i buoni cristiani in genere, vanno a mignotte anche se il parroco dice che non si dovrebbe.
Allora perché dedicare a questi allarmi un numero de ‘L’espresso’ se sappiamo che esso arriverà a chi di questi rischi della democrazia è già convinto, ma non sarà letto da chi è disposto ad accettarli purché non gli manchi la sua quota di Grande Fratello - e di molte vicende politico-sessuali sa in fondo pochissimo, perché una informazione in gran parte sotto controllo non gliene parla neppure?
Già, perché farlo? Il perché è molto semplice. Nel 1931 il fascismo aveva imposto ai professori universitari, che erano allora 1.200, un giuramento di fedeltà al regime. Solo 12 (1 per cento) rifiutarono e persero il posto. Alcuni dicono 14, ma questo ci conferma quanto il fenomeno sia all’epoca passato inosservato lasciando memorie vaghe. Tanti altri, che poi sarebbero stati personaggi eminenti dell’antifascismo postbellico, consigliati persino da Palmiro Togliatti o da Benedetto Croce, giurarono, per poter continuare a diffondere il loro insegnamento. Forse i 1.188 che sono rimasti avevano ragione loro, per ragioni diverse e tutte onorevoli. Però quei 12 che hanno detto di no hanno salvato l’onore dell’Università e in definitiva l’onore del Paese.
Ecco perché bisogna talora dire di no anche se, pessimisticamente, si sa che non servirà a niente.
Almeno che un giorno si possa dire che lo si è detto.

(dall'Espresso di ieri)

giovedì 9 luglio 2009

Placebo - Song To Say Goodbye (Uncut)

Sì, l'avevo già postata, questa canzone, in versione ridotta. E' sempre un pugno nello stomaco, per noi papà stressati ;-)

Mi perdo tutto

A giugno i Social Distortion, ieri gli U2, domani Nick Cave gratis a Torino, poi i Kraftwerk e i Placebo a Livorno...ma sì, lo stesso, mi prenderò i cd o i DVD. Bono pare sia in grande forma vocale, ma proprio non ho più la forza per fare certe spedizioni e in contesti così esagerati. Ultraviolet mi dà sempre i brividi, però.

lunedì 6 luglio 2009

Meno male che ogni tanto un film, un disco, un libro...

Ieri sera al Cineplex a soli 3 euro Gran Torino, memorabile (anche se Clint era spesso un po' grottesco, un altro gran film, stavolta su razzismo, odio, violenza, orgoglio, famiglia), stasera (per quanto infarcito di pubblicità e notiziari ridicoli) Mio fratello è figlio unico, altro livello (molto più basso, ok) ma comunque un interessante percorso di un tipico fasciocomunista italiano (e ci sarebbe da approfondire sul fascino che il fascismo ha avuto e ha, in forme meno violente, sulle classi meno abbienti in Italia...).
E' sempre un bel modo di passare due ore, il cinema. Ricordo un mio amico cinebulimico che riusciva a vederne tre al giorno: per me, invece, è un evento uno ogni tanto. Ma quando sarò in pensione...(sic).
Un disco (stamattina i Current 93, ehm, a colazione, ebbene sì, e i Green Day a cena), un film, un libro: cosa sarebbe la vita senza questi piaceri? "Un errore", direbbe Nietzsche. "Appigli nelle sabbie mobili", direbbe quell'asino.

venerdì 3 luglio 2009

The Jam - Start

"Non è importante che tu sappia il mio nome,
nè per me sapere il tuo
Se comunichiamo per due minuti soltanto sarà già abbastanza
Per sapere che qualcuno in questo mondo
si sente disperato come me
E quello che dai è quello che ricevi
Non importa se non ci incontreremo mai più
Quello che abbiamo detto rimarrà per sempre
Se comunichiamo anche solo per due minuti sarà un inizio
Per sapere che qualcuno in questa vita
ama on una passione chiamata odio
E quello che dai è quello che ricevi"

Questa canzone è del 1980. Ho consumato il vinile di "Sound affects" nella mia cameretta a Biella, mi sentivo molto solo e disperato, ma i Jam mi davano una carica e una lezione di stile. Rileggendo adesso le parole, vedo che potrei applicarle al mio scrivere questo blog, al mio insistere a comunicare e condividere qualcosa con "someone, somewhere, in summertime" ;-)
PS Nello stesso disco "That's entertainment", "Monday", "Boy about town" e "Going underground", per me veri e propri inni.

Pink Floyd - Nobody Home

Stasera dormo da solo, la famiglia è al mare tre giorni, la casa è così vuota. Ho fatto un'ora e mezza di treno, e un'ora di autobus, circondato da personaggi per cui avrei voluto avere una candid camera. Ma prima di crollare nel sonno, mi è venuta in mente questa canzone, grazie a Mister Interferenza. Sogni d'oro a tutti, ma la canzone dice:
"Ho un libretto nero con le mie poesie
Ho una borsa con un spazzolino da denti e un pettine
Quando faccio il bravo a volte mi buttano un osso
Ho elastici che mi tengono insieme le scarpe
Ho i blues delle mani gonfie
Ho tredici canali di merda da scegliere alla televisione
Ho luce elettrica
Ho sorprendenti capacità di osservazione
Ed è questo che so
Che quando cerco di mettermi
in contatto con te per telefono
Non trovo mai nessuno
Ho l’obbligatoria pettinatura alla Hendrix
E l’inevitabile foro di spillo brucia
Sul davanti della mia camicia preferita
Ho macchie di nicotina sulle dita
Ho un cucchiaio d’argento su una catenella
Ho grandi progetti per i miei resti mortali
Ho occhi spenti
E un gran bisogno di volare
Ma non so dove
Oh ma quando alzo la cornetta del telefono
ancora non c’e’ nessuno in casa
Ho un paio di stivali Gohills
E radici che svaniscono"
e penso che sarà un'estate indimenticabile.

giovedì 2 luglio 2009

In questo mondo di ladri




















Nel giro di una settimana mi hanno rubato la macchina fotografica appena comprata (al mare) e il cellulare di mio figlio (in palestra).
Oltre ad augurare anni di dolore e malattie inguaribili ai ladri, voglio dire: ma che vita è, non essere mai sicuri, tranquilli, da nessuna parte, chè ti portano via qualunque cosa lasci disattesa, non ti puoi mai sentire rilassato, sereno, tranquillo, da nessuna parte, neanche in casa? Capisco perchè in certe zone hanno buon gioco le forze politiche che promettono la famigerata "sicurezza".
In un mondo in cui i furbi e i ladri la fanno franca, cresce la paura, la rabbia, la violenza.
Hai voglia a fare il comunista, in questo mondo di ladri.