mercoledì 21 aprile 2010

Non essere ingrato

Spesso perdo il senso della misura, la visione del bicchiere mezzo pieno. E mi dimentico l'aneddoto delle palle da golf, che può aiutare a dare una sistematina alla prospettiva che ho della mia vita. Così può essere utile prendere un foglio bianco, dividerlo in due colonne, e da una parte scrivere le cose belle che ho/vivo, e dall'altra le stesse cose nella loro luce negativa. E constatare che non mi devo lamentare, anzi. E ricominciare a sorridere la mattina ed essere grato, persino orgoglioso, la notte. Se no si sprofonda nelle sabbie mobili di un malcontento non giustificato che diventa un'abitudine, una routine. Non parlo di "accontentarsi", non dico "pensa a quelli che invece", ma di vedere le cose più oggettivamente.

Può essere utile rileggere spesso quell'elenco.

E mi scuso di nuovo per la banalità di queste mie riflessioni.

martedì 20 aprile 2010

The Stooges - No Fun

Dice tutto.

NEW TROLLS - PRIMA C'ERA LUCE

Anche questa, fanno i FENOMENI. Figate archeologiche.

Anteprima di un bilancio

Un anno che ho cambiato lavoro.
Un anno in cui sono cambiate e successe alcune cose (non pubbliche).
Come stavo un anno fa? Come sto adesso? Sto meglio? Non so, ancora.
Tutto cambia, anche quando sembra essere piatto e tranquillo.
Mio figlio è più alto e forte di me.
I primi capelli bianchi.
I primi segnali di cedimento psicofisico.
L'entusiasmo, la Spinta, c'è sempre, è il feedback che manca.
A maggio il bilancio vero e proprio.
Questa era un'anteprima.
La primavera non è ancora arrivata.

domenica 18 aprile 2010

Hoodoo Gurus - What's My Scene (1987)

Come loro, me ne sono sempre fregato di mode, look, generi musicali, mode. Mi mancano.

Immagine pubblica

Odio le marche, gli status symbol. Appena qualcosa diventa trendy, di moda, costosa (=status symbol) io ne rifuggo, non mi piace più (se mi piaceva). Questo è essere "alternativo", questo è lo stile punk, questo è essere bastian contrario, questo è non volersi accodare.

mercoledì 14 aprile 2010

Il dovere di bloggare

"Sai, la prima cosa che faccio quando accendo il computer è andare a leggere il tuo blog". "Non scrivi più molto sul blog?". Me lo hanno già detto in diversi. Per non pensare ai 49 sostenitori che ricevono in automatico i miei post. E io che da un po' lo trascuro, lo ammetto, a favore di quella nullaggine di Facebook. Sento come un senso di dovere, verso gli amici e i blogger che mi seguono. In fondo ho anche dedicato a loro l'ultimo disco (quello sui Clash).
Chiedo scusa, e ricomincerò a scrivere di più (e magari meglio) su questo blog. Giusto ieri sera guardavo una fantastica puntata di Ugly Betty blogger. Ed è vero: il blog, il sito, è un'altra cosa. Più lunga, autoindulgente, certo, ma quanto più profonda e pregnante.
Bentornato, blogger Zaio.

Rust never sleeps

Aprile dolce dormire?! Mica tanto. Notti insonni, mal di testa da piangere, sonno e malessere diffuso e indefinito. Sarà l'arrivo della primavera, dopo tutto sto freddo. E poi è arrivato il tempo del bilancio del mio primo anno nella nuova azienda. E poi tanti progetti, lavorativi, famigliari, musicali.
...
Certe mattine mentre aspetti la metro ti rendi conto che ogni volta hai tre possibilità di scelta: salirci sopra, lasciarla passare, buttartici sotto.
Ci sarebbe la quarta possibilità: uscire dalla metro. Ma l'uscita non si trova.

martedì 13 aprile 2010

Le prime due recensioni


Sono di due miei amici, quindi forse non molto oggettive, però d'altronde io l'ho detto che questo è un disco per amici e fans :-)
Quella di Andy era sul sito di Disco Club e dice:
Il nuovo progetto di Franco Zaio è molto ambizioso: rivisitare in chiave acustica le canzoni dei Clash. Ci vuole molto coraggio per cimentarsi con un repertorio del genere, ma affrontandolo con la giusta dose di incoscienza si può centrare il risultato, tenuto conto di quanto i Clash siano stati importanti nella formazione musicale e di vita di Franco. Il progetto ha già avuto una sua presentazione pubblica (prima dell'incisione vera e propria) durante la mostra organizzata lo scorso ottobre per il trentennale di "London Calling" dai curatori del sito "Sonic Reducer"; c'è stata anche una recente succinta replica per l'anniversario del Circolo Viaggiatori del Tempo. Può risultare strano sentire i pezzi più punk in queste versioni scarne, ma questo permette di apprezzare di più le canzoni nella loro essenza, ad esempio "Should I Stay Or Should I Go?" molto dylanesca o "Complete Control". "Rock The Casbah", spogliata della sua impalcatura fracassona, risuona di un'inaspettata nota dolente, mentre "Bankrobber" diventa una protest song alla Woody Guthrie. Inevitabile anche qualche sapore country, conoscendo la passione di Franco per Johnny Cash, in "Jimmy Jazz" e "Janie Jones", più western "Hateful". Tra i brani a me più sconosciuti ho apprezzato molto "Up In Heaven", con tanto di glockenspiel; la mia preferita "Guns Of Brixton" risulta ottima anche in questa versione più tranquilla. E per una volta considero la pronuncia "italiana" , in alcuni momenti, un valore aggiunto, questa è la lettera d'amore di un fan, non la tesi di un professore d'inglese. Il disco, totalmente autoprodotto, è richiedibile presso: http://zaio.blogspot.com/. Oppure nel migliore negozio di dischi di Genova.
Quella di Fritz è sul fantastico sito-database Sonic Reducer e dice:
FRANCO ZAIO HA REINTERPRETATO QUESTI CLASSICI DEI CLASH IN UNA AFFASCINANTE VERSIONE MELODICA. IL SAPIENTE USO DEL TAMBURELLO , DEL GLOCKENSPIEL , DEI CORI NE ESALTA ULTERIORMENTE L'ATMOSFERA RAREFATTA E LO RENDE UNICO. L'HO RIASCOLTATO PIU' VOLTE NEL TENTATIVO DI INDICARE LA CANZONE PREFERITA , MA NON SONO RIUSCITO A DECIDERE . IN UN PRIMO TEMPO HO SCELTO LA 05 , LA 10 E SUCCESSIVAMENTE LA 12 .  POI MI SONO SOFFERMATO A LUNGO SULLA 19 ....MA HO ANCORA DUBBI PERCHE' SENTO DI AMARE TUTTE LE CANZONI DI QUESTO DISCO !

Grazie! Ora vediamo cosa ne pensano i vari Guglielmi, Frazzi, Gilardino, Festinese...

lunedì 5 aprile 2010

L'ennesimo inizio



Io da oggi cambio. Come, si vedrà (forse). L'ennesimo nuovo inizio. Vedrai, vedrai, vedrai che cambierà.  

venerdì 2 aprile 2010

Banalità pasquali

Pasqua è sempre un giro di boa, per me, e in particolare in quest'anno di stress da cambiamento di lavoro (il ritornello è stato "Chissà se arrivo a mangiare la colomba", come già il panettone a natale). Ci sono arrivato con una settimana di stacco dal lavoro per badare ai figli a casa da scuola, e a parte le dormite narcolettiche non mi sono riposato molto, però ci sono arrivato, insomma.
E' molto bello il concetto della pasqua come passaggio e addirittura risurrezione. Senza andare nel mistico o nel surreale, mi piacerebbe che questa pasqua significasse la resurrezione, la rinascita, il passaggio in meglio di tanti cristi, non solo del figlio del capo, JC Superstar. I poveri cristi senza lavoro, senza cibo, senza salute, senza affetti, senza futuro. E sono tantissimi, checchè ne dicano gli ottimisti alla Berlusconi o gli egoisti-ignoranti alla Lega Nord. Quindi è a loro che vanno i miei auguri di buona pasqua, e anche al cristo che, volenti o nolenti, tutti abbiamo dentro (quello che soffre, prende schiaffi, perdona, lo mettono in croce).
La pasqua da 9 anni è anche la ricorrenza della morte di mio suocero, una persona speciale che mi manca ancora tanto. La sua scomparsa mi ha cambiato tantissimo, nell'approccio alla vita, così come la malattia di mio padre. E due lezioni ho imparato: 1) mai smettere di sorridere, coltivando il senso dell'umorismo e la consapevolezza dell'essere in qualche modo fortunati 2) deve esserci qualcosa fuori dal lavoro, e i soldi non danno la felicità.
Mamma mia, invecchiando divento sempre più banale e ingenuo. Scusate.
Auguri.

giovedì 1 aprile 2010

Bambino triste come me, ha ha


Questa mia foto, risalente più o meno al 1974, mi ha portato ad alcune riflessioni personali. Innanzitutto la faccia che ho in tutte le poche foto che ho dell'epoca: tristissima! Eppure spesso si dice "Bei tempi", quando si ripensa a quella età, che dovrebbe essere stata spensierata. Ma io che faccia ho, invece?! (Sono quello in basso a destra).
In effetti non ho moltissimi ricordi di spensieratezza e allegria. Una causa oggettiva per il calcio potrebbe essere stata la miopia galoppante affrontata senza occhiali, che rifiutavo (e stavo pure in porta!). Un'altra ragione, più generale, è il fatto che ho fatto le elementari in tre città diverse: Casale Monferrato, Parma, e Sassari (!), al seguito dei trasferimenti per lavoro di mio padre. Risultato: anche quando tornavo al paesello dei nonni (e dell'infanzia) mi sentivo sempre un po' forestiero, sradicato, strano.
Questa è la ragione per cui non ho mai voluto emigrare o girare per fare carriera: non ho voluto far passare un'infanzia così ai miei figli, che per ora infatti, grazie al cielo, sono spensierati, allegri e radicati in questi posti davanti al mare (come direbbe Fossati). Chissà se me ne saranno mai grati, sic.
Mio padre io l'ho perdonato e giustificato da un pezzo, però: ma che faccia ho nelle foto da bambino e ragazzo?!!