domenica 29 agosto 2010

Inquinamento estetico

Per (ri)apprezzare la quotidianità, le cose che vediamo tutti i giorni, abbiamo (plurale minoritatis) bisogno di più bellezza, in tutto, dagli oggetti più banali alle strutture che vorremmo definitive ed eterne (salvo calamità naturali). Sarebbe importante (bello) che le cose pubbliche fossero fatte con un gusto che unisca il funzionale all'estetico, e non solo fatte tanto per farle, interessandoci a malapena della funzionalità (e neanche duratura). Parlo di strade, spiagge, palazzi, marciapiedi, lampioni, muri, aiuole, rotonde, tombini, semafori...In Catalogna ogni anno noto una cura del dettaglio in questi ambiti che mi rattrista al confronto del ritorno in Italia. Un esempio macroscopico: le spiagge. Là sono pubbliche, e ciononostante ogni mattina vengono pulite come neanche le nostre private. Raccolta differenziata dei rifiuti, un mezzo che pettina la sabbia, docce gratuite. La natura, nelle sue espressioni, viene accompagnata o addirittura evidenziata, quando crea cose curiose, e non fatta fuori di brutto, tagliata, estirpata.
Per farvi un esempio guardate questa foto: sono i bidoni della spazzatura e il recipiente per la cacca dei cani. Ora pensate alla nostra spazzatura e alla cacca dei nostri marciapiedi: non vi viene da piangere? Ma l'Italia non era detta "il Bel Paese"? Forse siamo in pochi a notare queste cose, queste brutture, queste sottili cattiverie che a poco a poco ci avvelenano la vista, e la vita, abituandoci al brutto, allo sporco, al guasto, al decadente. Alla morte. Non è solo l'inquinamento atmosferico ad avvelenare e uccidere. Anche così, ci uccidono lentamente. 

7 commenti:

Arimondi ha detto...

Concordo. Sai quanto valore attribuisca alla "bellezza" intesa come insieme di cose e persone che stanno in armonia con il resto.
E' proprio questo che rende così difficile il ritorno. Circondati dalla natura e da persone amate, con la mente libera di apprezzare entrambi si vive semplicemente meglio.
La vita quotidiana lo concede invece troppo raramente.
I ripetuti propositi di portarsi dietro frammenti di bellezza, almeno per me, si infrangono con la durezza della vita di città e con l'ansia di prestazione e di priorità verso cui siamo condotti, nonostante io sia (e lo siamo) comunque un privilegiato.

Comunque ben tornato! Anche io oggi rientro (l'orrore di rimettersi i calzini...).

listener-mgneros ha detto...

beh è una bruttura accessoria, da aggiungere in coda alla lista...tra Fiat, processi brevi e visite di statisti illuminati sulla tirannia..

mirko72 ha detto...

L'Italia si può sembre definire il belpaese, gli italiani NON si possono definire bellepersone...

Mik

Anonimo ha detto...

Espressione visibile di un bruttura interiore che in questi giorni sta sommergendoci ....
saremo salvati dall'islam?

mau76 ha detto...

Queste brutture mi risultano evidenti ogni volta che vado e vengo dalla svizzera (sto in zona Como), tu arrivi alla dogana ed è italia al 100% passi dalla parte svizzera ed è tutto stracurato nei minimi dettagli. Non c'è una carta a terra, asfalto perfetto, verde curatissimo e potrei andare avanti per ore. Il dubbio del perchè di tutto questo, mi sorge spontaneo e purtroppo non trova soluzione. Si Franco, eravamo il Bel Paese, si è persa la memoria di quando lo siamo stato ma lo eravamo...

Arimondi ha detto...

Chissà, se ci fosse più educazione alla bellezza che definisci "accessoria" magari sarebbe scontato considerare ributtante la bruttezza sociale che tu citi.
Forse si autocensurerebbe da sé, per mancanza di consensi, per mancanza di "audience".

Certo che in effetti per quanto riguarda le brutture non c'è fine al peggio.

listener-mgneros ha detto...

Pretendere il bello da un popolo che nemmeno sa essere brutto e cattivo ha poco senso. Al massimo qui può produrre populismo purgante.