martedì 20 novembre 2012

Uno straniero nella nostra città


Da una settimana mi gira in testa questa canzone del compianto e mai dimenticato Jeffrey Lee. Per ragioni diverse. Ogni tanto (spesso) rispolvero il catalogo Gun Club, uno dei gruppi che più mi ha influenzato ed emozionato (ho imparato a suonare la batteria con "Fire of love"). Il ricordo di un concerto straziante ad Alessandria: eravamo venti persone, e c'era anche Kid Congo alla chitarra; JL era "fuori come un poggiolo" (dicono a Genova), spaziale, il suo punk-blues aveva assurde venature quasi jazz. E poi mi fa ripensare alla sensazione del sentirsi (se non essere proprio) stranieri sempre, ovunque, comunque, anche nella propria città, nella propria terra. Chissà se troveranno mai un posto, una patria, un approdo, tutte le anime in pena di questo mondo. Mi sa di no.