domenica 20 luglio 2014

Cosa leggo, come leggo


Io leggo sempre tre libri, contemporaneamente, alternandoli: uno di narrativa contemporanea soprattutto italiana, uno di saggistica, un classico.
Per esemplificare, ora sto leggendo "Le scelte che non hai fatto" di Maria Perosino (ed. Einaudi), "La forza del carattere" di Hillman (ed. Adelphi), "Il maestro e Margherita" di Bulgakov.
Leggo soprattutto italiani contemporanei perche' parlano di situazioni e posti che posso capire e conoscere. Nella saggistica prediligo filosofia e psicologia ma comincio ad essere attirato da scienze ed economia. I classici sono spesso latini e greci, rispolverati o non apprezzati dal liceo classico, o mostri sacri di 800 e 900 mai dovuti affrontare (quanto sono importanti i libri dati da leggere dagli insegnanti!!).
Questo e' quello che leggo ora: solo dieci anni fa erano diversi i generi e gli interessi, ma ho sempre letto piu' libri contemporaneamente. Un po' per aggiornamento professionale, un po' per sentirmi vivo e attivo intellettualmente e culturalmente. Proprio non capisco come sia possibile che meta' degli italiani non legga neanche un libro all'anno.


1 commento:

violaop ha detto...

Fisica e metafisica di un lettore:un post perdutamente suggestivo! Gli studi classici producono menti temprate
un pò di sano campanilismo :-)-
Ma il modo in cui il liceo (o qualsiasi altro istituto superiore) orienta l'approccio alla lettura è avvilente:
la propongono in modo brumoso, come ortodossia del dovere, una fatica solo vagamente gratificante. Dovrebbero chiarire invece
che si tratta di un piacere intenso e che, in quanto tale, richiede concentrazione e abbandono
(ma forse è un approccio troppo epicureo,troppa gaudenza per le giovani menti!)
che è una faccenda per esploratori,che ti costruisce ali simboliche sulle scapole
permettendoti una visione vasta, gravitazionale con pochissimi punti ciechi.Beh, è come la vedo io, perciò ampiamente opinabile.
Nella vita adulta poi la lettura diviene anche altro, si addensa,ma questo lo si scopre da soli, sul metro delle proprie
esperienze:
ricerca di senso, rifugio della mente, una forma di resistenza ... Uhm, mi sono già trattenuta ben
oltre l'opportuno, infliggendoti il mio bislacco ragionare e gli
obblighi dell'ospite educato andrebbero osservati ben più scrupolosamente, anche se mi dispiace perchè gli spunti su cui
soffermarsi sono molti e allettanti.A presto spero (magari commenterai Hillman - "La forza del carattere" l'ho trovato
incoraggiante nella sua visione estetizzante-immaginifica di
come invecchiamo o "duriamo" e commovente la sua teoria della ghianda da "Il codice dell'anima" - e BULKAKOV ...)
Buone letture e cerca di star bene.