venerdì 12 febbraio 2016

Il peso di queste distanze



"Il ghiaccio si confonde
con il cielo, con gli occhi
e quando il buio si avvicina
vorrei rapire il freddo
in un giorno di sole
che potrebbe tornare in un attimo solo.
Forse stanotte,
se avro' attraversato
la strada che non posso vedere
poi in un momento
copriro' le distanze
per raggiungere il fuoco
vivo sotto la neve.
I nostri occhi impauriti
nelle stanze gelate,
al chiarore del petrolio bruciato
e oltre il muro il silenzio,
oltre il muro solo ghiaccio e silenzio.
Aspettero' questa notte pensandoti,
nascondendo nella neve il respiro,
poi in un momento diverso dagli altri
io copriro' il peso di queste distanze.
Di queste distanze. Di queste distanze.
Di queste distanze."
(Diaframma, 1984)

Stasera vado a vedere i Diaframma, autori di questa canzone (qui ben interpretata dai Marlene Kuntz) che tanto restò nel mio cuore di ventenne triste. Avevo (ho!) il long-playing in vinile bianco, di "Siberia". Era prorio un altro mondo, era proprio un altro Franco Zaio (anche se canzoni come questa toccano delle corde ancora vive, evidentemente). 

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