sabato 30 aprile 2016

Punkondannato



Ieri a Savona alla serata di Sonic Reducer. Quanti ricordi, quanta energia, che ancora cova sotto le ceneri del tempo, come brace che riscalda l'anima e mantiene vivi.

E mi è "tornata su" (perchè ce l'ho dentro, per sempre) questa canzone-inno del mitico Papalla:

Sensazioni che si espandono su un letto di cemento
Condannato a prendere la loro verità
Problemi che nascono dal muro dell'incomprensione
Voglia di cambiare
Speranze mal riposte
Lottare per sopravvivere
Combattere per dire no!
Condannato a vivere
Condannato a subire
Condannato morire
Condannato a sperare
Condannato
Condannato!

venerdì 29 aprile 2016

Foto che dicono tante cose



Simbolismi, iconologie low cost: il mare mosso, la barriera prima della spiaggia, il cielo pieno di luce, il legno su cui camminare che scricchiola, un posto dove vent'anni fa fui incoscientemente felice...quante cose si possono dire con una foto, quante da vedere, quante da pensare. 
Arriverà la prossima estate.

giovedì 28 aprile 2016

La divisione della gioia



Dal 1979 che questo pezzo mi mette i brividi, ma anche voglia di correre, di fare, di essere. E oggi come allora "I've got the spirit, but lose the feeling".

lunedì 25 aprile 2016

When routine bites hard


When routine bites hard,
and ambitions are low,
and resentment rides high,
but emotions won't grow,
and we're changing our ways,
taking different roads.
Then love, love will tear us apart again.
Love, love will tear us apart again.

Why is the bedroom so cold?
You've turned away on your side.
Is my timing that flawed?
Our respect runs so dry.
Yet there's still this appeal
that we've kept through our lives.
But love, love will tear us apart again.
Love, love will tear us apart again.

You cry out in your sleep
all my failings exposed.
There's a taste in my mouth,
as desperation takes hold.
Is it something so good
Just can't function no more.
But love, love will tear us apart again.
Love, love will tear us apart again.
Love, love will tear us apart again.
Love, love will tear us apart again.

Sentire queste parole cantate da Adrian Borland, e guardare i treni che passano.

lunedì 18 aprile 2016

Il "nuovo" disco di Bob Mould



Eccolo qui, un altro dei miei eroi musicali, che seguo dal 1984 (i tempi degli Husker Du). Questo Patch the sky sarà quasi inevitabilmente nella mia top ten del 2016: Bob è una eterna conferma, mi piace il suo "suono" e le sue parole, anche se devo ammettere a malincuore che da qualche disco (da District line) non mi entusiasma più come un tempo. Però CI voglio bene come a un fratello maggiore, cosa ci posso fare: ha dato voce e suono a troppe parti ed emozioni della mia vita, e il mio sguardo in questa foto dice tutto :-)

domenica 17 aprile 2016

Che fretta c'era



Maledetta primavera. Arrivi sempre all'improvviso, mi cogli sempre impreparato. Sia fisicamente (esplode l'allergia con riniti imbarazzanti, e lo specchio alla prova-costume rimanda l'immagine di un uomo di mezza età sovrappeso, sfibrato, stancamente e autoironicamente rassegnato alla sua decadenza), sia psicologicamente (giornate lunghissime! la luce! i ricordi! il futuro sempre incerto o invisibile!). Che fretta c'era. Quest'anno poi il giro di boa della Pasqua è arrivato in anticipo assurdo, sui miei bioritmi tarati sugli anni 70-80. 
Ma mi organizzo, respiro nel mio profondo (per quanto superficiale sia o sembri), e ti sorrido. Maledetta primavera (questo video è così trash che non potevo non linkarlo, haha).

sabato 16 aprile 2016

Quanti amici che hai



Prova a fare un esperimento psicosociale (o forse psicopatico, o sociopatico). Prova a non postare più niente su Facebook, Twitter, et cetera. Prova a non scrivere più a nessuno su Whatsapp e Telegram. Ai più anziani non scrivere più mail nè sms. Non telefonare più a nessuno se non per lavoro o dovere famigliare-parentale. Prova. Prova a sparire per un po' dalla "piazza" virtuale.
E capirai chi sono i tuoi amici, chi davvero si preoccupa per te, chi ti vuole bene, chi ti apprezza. Ti stupirai nel constatare che non ti cercherà più neanche il 5% delle tue centinaia di "amici". E scoprirai quanto, e come, sei molto più solo di quando non esistevano neanche i cellulari.

venerdì 15 aprile 2016

Provarci sempre (no remorse)






















E in fin dei conti: cos'è la nostra vita? Una testimonianza, un tentativo fallito, o un fallimento tentato. Provare, provarci sempre. Provare a essere qualcuno o fare qualcosa. "Provarci" significa anche: provare a noi stessi, metterci alla prova, dare una prova. Che ce la possiamo fare. Se solo ci proviamo. Forse. Ma se non ci proviamo non lo sapremo mai.
Che cosa, chi ci ferma, nel "provarci"? Principalmente noi stessi. Il cinismo, la disillusione, il passato triste e amaro, il presente che ci sfugge come sabbia tra le mani, il futuro insicuro, invisibile, incerto.
Quello che ci conforterà, fra qualche tempo, sarà il pensiero che, nonostante tutto e tutti, noi ci avevamo provato.
No remorse.

martedì 12 aprile 2016

Steve Wynn al Lo-fi di Milano

Steve Wynn è uno dei miei "eroi musicali" fin dagli anni 80 dei Dream Syndicate. L'ho visto dal vivo ben cinque volte: due a Genova (Diva e Sala Garibaldi), due a Mezzago (Gutterball e reunion dei Dream Syndicate), una a Milano (acustico con Chris Cacavas). Quella di domenica era la sesta, ed è stata la migliore. Con l'aiuto prezioso del violino di Rodrigo D'Erasmo (degli Afterhours, Manuel Agnelli in sala), una chitarra distorta come si deve, un ampli vintage, Steve ha reinterpretato al meglio diverse gemme della sua lunga produzione. Iniziando con una versione Dylaniana della ormai trentennale Tell me when it's over,  arrivando alla recentissima Benedikt blues, passando per una straziante Punching holes in the sky, una apocalittica versione di Coney Island baby di Lou Reed, per chiudere con una Merritville da lucciconi agli occhi e una delicatissima Sunday morning dei Velvet. Presente una sessantina di persone entusiaste (età media 50 anni: mio figlio era il più giovane), dopo il concerto Steve si è subito fiondato al banchetto del merchandising a fare foto, autografi, chiacchiere sempre gentili e divertenti, col suo raffinato "understatement" da eterna anti-rockstar. Impossibile non rispettarlo, se non volergli bene, per le emozioni che ci ha dato e tuttora ci dà, con la sua musica che mette insieme Lou Reed, Neil Young, John Lennon, i REM, i Thin White Rope, il punk-rock, la psichedelia, il country, il blues, il noise...See you soon, Steve. There will come a day.

domenica 10 aprile 2016

Helter skelter

Ormai ho capito che la vita, o almeno la mia storia (per quanto banale e insignificante possa sembrare a chi vive su Facebook) è un continuo avvicendarsi di alti e bassi, benessere e malessere, speranze e delusioni, allegrie e tristezze, preoccupazioni eccessive e leggerezze irrazionali. E anche un continuo e sempre più veloce ritorno, per ricominciare sempre. Come in Helter skelter dei Beatles: si arriva in fondo allo scivolo, e subito si risale in cima per rivedersi ancora riprovare ad essere felici, o almeno sorridenti. E rifarsi promesse, riproporsi intenzioni, che eluderemo piano piano, per tornarci sopra, altre volte, all'infinito. Quando non ci saranno più promesse da fare e progetti da inseguire, quando non ci saranno più alti e bassi, e il mare sarà calmo e piatto come un lago, vorrà dire che sono diventato saggio (o malato gravemente). 

venerdì 8 aprile 2016

Dream Syndicate - The side I'll never show



Questa è una delle canzoni più importanti e "sentite" della mia vita. Tra l'altro domenica prossima Steve Wynn è a Milano, non escludo spedizione, visto che una volta mi ha dedicato (a me e Luana, the nice couple I met before the show) l'epica "Burn".

Nel frattempo karaoke e singalong:

Doctor, can't you see that I'm trying
The explination just hasn't been found
Doctor, no one knows when I'm crying
I slam the door when the feeling comes 'round and
Every cloud has a silver lining
Every doubt has an answer, I know
But in my heart there's no light shining
Just emptiness and faded glow
Raining down on the side I'll never show
Doctor, it's the hardest season
I sit and wait for the down to let go
Doctor, without the slightest reason
I've become a man that I don't want to know and
Every cloud has a silver lining
Every doubt has an answer, I know
But in my heart there's no light shining
Just emptiness and faded glow
Raining down on the side I'll never show
Yeah, every cloud has a silver lining
Every doubt has an answer, I know
But in my heart there's no light shining
Just emptiness and faded glow
Raining down on the side I'll never show
Doctor, I believe that I heard her
Calling out from beyond the flood
Doctor, in my heart there was murder
There wasn't no body and there wasn't no blood and
Every cloud has a silver lining
Every doubt has an answer, I know
But in my heart there's no light shining
That's a side I'll never show
That's a side that I'll never, never, never, never show