martedì 20 giugno 2017

Sono come in attesa


No non muovetevi
c’e un'aria stranamente tesa
e un gran bisogno di silenzio
siamo come in attesa
No non parlatemi
bisognerebbe ritrovare
le giuste solitudini
stare in silenzio ad ascoltare
L'attesa è una suspence elementare
è un antico idioma che non sai decifrare
un'irrequietezza misteriosa e anonima
è una curiosità dell'anima
E l'uomo in quelle ore
guarda fisso il suo tempo
un tempo immune
da avventure o da speciale sgomento
No non muovetevi
c’e un'aria stranamente tesa
e un gran bisogno di silenzio
siamo come in attesa
Perché da sempre l'attesa
è il destino di chi osserva il mondo
con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo
Senza sapere
se sarà il momento
della sua fine
o di un neo rinascimento
Non disturbatemi
sono attirato da un brusio
che non riesco a penetrare
non è ancora mio
Perché in fondo anche il mondo nascente è un pò artista
predicatore e mercante e pensatore e automobilista
il nuovo qualunquista guarda anche lui il presente
un pò stupito di non aver capito niente 
L'attesa è il risultato il retroscena
di questa nostra vita troppo piena
è un andar via di cose dove al loro posto
c’è rimasto il vuoto
Un senso quieto e religioso
in cui ti viene da pensare
e lo confesso c'ho pensato anch'io
al gusto della morte o dell'oblio
No non muovetevi
c'è un’aria stranamente tesa
e un gran bisogno di silenzio
siamo tutti in attesa
(Giorgio Gaber, L'attesa, 1981)

Nessun commento: