martedì 7 ottobre 2008

"Ai sogni" di Charles Simic























Ancora vivo in tutte le mie vecchie case
e porto occhiali neri anche dentro
e divido in segreto il mio letto
con i fantasmi, e vado in cucina
dopo mezzanotte a controllare il rubinetto.
Esco in ritardo e quando arrivo a scuola
nessuno ha l'aria di riconoscermi.
Mi siedo, rinnegato, segregato, appartato.
Solo di notte aprono questi piccoli negozi
in cui faccio i miei acquisti discreti,
questi cinematografi clandestini in quartieri brutti
che ancora proiettano sgranati film della mia vita.
L'eroe sempre pieno di speranza eccessiva
che alla fine perde tutto? - qualunque cosa fosse -
e poi esce al freddo, dove l'incredula luce
aspetta a labbra strette.

Segnalo questo piccolo grande libro di poesia (ed. Adelphi, 2008). Certa Poesia sa "trovare le parole" che non troviamo, nel nostro affannarci disperato, e sa "fotografare" cosa siamo e cosa pensiamo. O no?
Abbiamo ancora dei sogni, o evitiamo di farli, perchè arrivano solo incubi?

6 commenti:

  1. Cosa me ne faccio dei sogni li sognano già gli altri.

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  2. x listener
    Prova ad ibernarti . cosi' forse trovi la pace !

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  3. ...... non e' venuta la firma .....
    il messaggio precedente e' di
    fritz

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  4. porvato per sei anni, non ha funzionato, sognavo.
    ;o)

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  5. per me gli incubi arrivano solo quando i sogni non si decidono ad avverarsi...
    buon giorno :)

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  6. sogno nonostante qualche incubo...Ma sogno:)

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