domenica 29 novembre 2009

Gli altri, la minoranza, i diversi, i perdenti




"Gli altri siamo noi. Siamo noi i diversi. Persone che quando dicono: "albero" intendono dire solo e proprio: "albero". E quando dicono: "disonesto" vogliono dire solo e proprio: "disonesto". Chiamiamo le cose, i delinquenti con il loro nome. Siamo noi: "The others". Ci troviamo senza neppure sapere le ragioni alieni in una realtà separata, stranieri di QUESTA realtà. Loro, gli altri a noi, ci credono, ci vivono, ci stanno bene in questa Italia disperata e alla deriva. Gli è sufficiente pensarsi in Paradiso per negare l'Inferno. Noi, gli altri, non ci riusciamo. E' più forte di noi. Rompiamo amicizie, legami familiari, rapporti di lavoro perché, pur con tutto l'autocontrollo di cui siamo capaci (che è molto poco), non riusciamo a stare zitti. Noi siamo altrove. Non possiamo vedere ciò che non esiste. Gli altri a noi invece possono, vogliono credere all'informazione che li lega al suolo. Sono dotati di super poteri all'incontrario e portano una corazza che non si può scalfire. Potrebbero volare, ma non sanno di avere le ali. Se gli altri siamo noi, gli altri a noi sono la maggioranza assoluta degli italiani. L'altro è infatti tale solo se è in minoranza, per questo è altro, per questo è un diverso. E' minoranza di una maggioranza. La sua voce può sembrare sgradevole, ciò che dice antipatico. E' un ufo sociale, un marziano. Uno che nega l'evidenza condivisa da tutti, che parla per partito preso. Chi è altro è un sopportato al pranzo della domenica, alle discussioni tra amici, alla macchinetta del caffè aziendale, nella sala d'aspetto del medico. Un rompicoglioni, un attaccabrighe, uno che mette in discussione i telegiornali, la Chiesa, il Governo. Uno che è altro si sente spesso un po' solo. Sul Titanic vede l'iceberg dove gli altri a lui scorgono banchi di nebbia. Lo sconforto lo prende più per non essere creduto che per il fatto di finire contro una montagna di ghiaccio. Uno che è altro qualche volta vuole rientrare nel gruppo. Occuparsi delle solite cose per bene di nessuna importanza. Tirare a campare. La vita scorre e chi segue la corrente finisce sempre in qualche fogna. Ma questo lo viene a sapere solo dopo."

Non sono parole mie, e non vi dirò di chi sono, in quanto personaggio molto famoso e controverso, per non causare pregiudizi nella lettura e nella riflessione. Dirò solo che sono parole che mi hanno colpito e sorpreso, e mi ci ritrovo, in gran parte, ahimè, senza snobismo nè complessi di superiorità o persecuzione. Giusto un po' di amarezza, e una rabbia ormai stemperata in malinconia.

20 commenti:

  1. Ma non ce lo dici neanche tra un po'? Comunque pensavo proprio che fossi tu a scrivere lol.

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  2. Zaio, conosco queste parole e chi le ha pronunciate e ti dirò che quando le ho lette ne sono rimasta colpita anch'io. E, come te, mi ci ritrovo con una grande, grande sofferenza.
    Buona serata.

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  3. Come fai a conoscermi così bene?

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  4. Fra qualche giorno svelerò l'autore di quelle parole.

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  5. Non volevo e non pensavo di esserlo ma ci sono finito ad essere altro.

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  6. Adesso, definirmi personaggio molto famoso e controverso mi sembra eccessivo... (A parte gli scherzi, non so chi sia ma concordo.)

    Mik

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  7. Ah, quando saprete chi è l'autore!

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  8. Devo dirti che mi ci ritrovo anch'io e mi ha sorpreso che a dirle sia stato "quel" personaggio, ma come è giusto, mai avere pregiudizi.

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  9. Mi sembrano considerazioni molto familiari, in questo periodo dolorosamente vissute...

    ma dicci, dai!
    ciao

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  10. Trovo buffo lo stupore per "l'autore" di queste parole.
    Più o meno sono cose lette e scritte in mille libri e mille film...e forse qualcuno prima di lui le ha pensate e affermate e vissute molto più coerentemente rispetto al suddetto predicatore dell'Alabama.
    Il quale poi ha il vizio di dire una "verità" e dopo un paio di anni-mesi-giorni contraddire e negare l'affermazione, che so...tipo: "internet è il diavolo! "Di Bella è un genio".
    Mi aspetto di conseguenza una adesione ai non-altri appena farà comodo, per lui.

    Per cose un po' più serie mi rileggo Pasolini, Cioran, Bukowski, Dick e molti "altri"...

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  11. Listener ha ragione. E' solo che mi ha sorpreso questo post di BEPPE GRILLO, tutto qui. Sono concetti ed emozioni forse banali e facilmente condivisibili ma sorprendenti se arrivano dal suo blog.
    Alla prossima sorpresa

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  12. non era una critica a te Zaio, e poi in quanto a rompicoglioni ho un Cv invidiabile ;oP

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  13. cazzo pensavo fosse Brunetta....

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  14. E io intendevo dal suo blog di Grillo, non dal tuo.

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  15. Sottoscrivo in pieno (5 secondi per trovare l'autore con google), sono sentimenti comuni. Ma perché ti sorprendono?

    Andrea

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  16. Mi aveva stupito un post così nel blog di Grillo, tutto qui.

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  17. Mi sarei stupito di vederlo sul blog di Vespa... ;)

    Andrea

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  18. L'altro giorno un deficente Mi ha detto che sono un fomentatore di disordini,un agitatore.......se non mi fermava un mio vicino di ufficio lo agitavo per benino!

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  19. Non so, sai?
    I commenti li leggo dopo e mi esprimo prima di sapere di chi siano queste parole, per non essere condizionata (che se poi è qualcuno che ammiro rischio di essere indulgente o ipercritica).
    Ma la sensazione è che anche questo difendere a spada tratta un proprio modo di essere sia, alla fine, l'ennesimo atteggiamento ipocrita, la solita vecchia e logora "spada tratta" per proteggere un ruolo, un personaggio.
    Questi ipocriti duri e puri che hanno poco di puro (sul duro non indago).
    No, secondo me si può essere onesti con se stessi, consapevoli, adamantini, coerenti e corretti senza per questo aggredire gli altri e definire chi si comporta diversamente come "sbagliato".
    Lo so, mi sto spiegando malissimo, è tardi e ho sonno. Ma in sostanza l'idea è che i rompicoglioni per principio non siano davvero dei nobili d'animo, ma degli ottusi presuntuosi.
    Quindi no, non mi ci riconosco. E a dirla tutta non riconosco neanche te, in questa descrizione.

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