Questo libro mi ha colpito al cuore, perche' ho in comune col protagonista il trasferimento, il compagno di banco (il mio a Sassari scriveva sul diario a matita, per riutilizzarlo, per dire, ed era studioso e orgogliosissimo), e soprattutto la Sardegna, la sua magia, la sua scorza, i suoi silenzi, i suoi odori, i suoi spazi. A parte il mio punto di vista autobiograficamente parziale, e' scritto davvero bene, con immagini e frasi che ti stendono. Tipo "Era come quegli insetti che vedono la liberta' dietro una finestra chiusa: non sanno cosa e' dentro ne' cosa e' fuori, ma continuano a sbattere le ali contro il vetro, attirando lo schiaffo che mettera' fine ai loro giorni".
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