lunedì 13 ottobre 2014

Come siamo fragili (e fortunati)





Le calamità, i disastri, le disgrazie, come la recente alluvione di Genova, ci fanno rendere conto della nostra fragilità, di fronte alla natura (e al destino). Ci mettono di fronte anche alle responsabilità, le colpe, gli sbagli e le mancanze che abbiamo, nell'avere a che fare con la natura stessa (e anche col nostro destino). E quando queste disgrazie non ci toccano direttamente, ma le vediamo da lontano, ci rendiamo conto di come e quanto siamo e siamo (stati) fortunati, di come dovremmo saper apprezzare quello che abbiamo e viviamo, esserne contenti (che è diverso dall'accontentarsene), quasi orgogliosi.
Un altro aspetto che queste disgrazie portano alla luce è di come sappiamo essere generosi e altruisti: mi riferisco agli "angeli del fango" (tra cui c'era anche mio figlio Alessandro, orgoglioso ed emozionato) che sono scesi in strada per aiutare Genova a risollevarsi.
C'è molta rabbia e disperazione a Genova, in questi giorni, ma anche momenti, riflessioni e gesti che fanno ben sperare per il futuro.
(Ma forse sono il solito illuso ottimista buonista et cetera, a cui la vita poi dà dei sonori schiaffoni. Pazienza.)


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