Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
martedì 11 febbraio 2014
Selfie ergo sum
Facciamo e abbiamo troppe foto. Ora che si possono vedere anche senza "svilupparle" (stamparle) accumuliamo un fiume (a volte una fogna) di immagini, nei pc, sui telefonini, nella testa. Come spesso accade, la quantità inficia la qualità. Una volta ci pensavi tre volte prima di fare una foto, la dovevi fare bene, doveva essere "bella", per meritare di essere messa su carta. E anche noi spesso avevamo ritrosia a farci fotografare: sia perchè non ci sentivamo-vedevamo belli, sia perchè la nostra vita non aveva bisogno di immagini per esistere, per scorrere, per manifestarsi, per comunicare. Tralasciando il valore artistico-estetico delle immagini, oggi il "selfie" (l'autoscatto) sembra essere una forma di autocertificazione di esistenza sociale condivisa (soprattutto virtualmente). Conosco persone che fotografano e postano sui social networks la loro vita reale quasi in diretta. Perchè? Forse per esibizionismo, ma anche per avere delle gratificazioni che la realtà "materiale" non da'. Come a dire: Vi piaccio? Vi piace quello che faccio? Almeno a voi, piace?
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