Quest'anno sul mio blog niente auguri pasquali ne' tiritere pseudomistiche spirituali ne' appelli alla Resistenza che non finisce mai, quella quotidiana. Quest'anno penso al Primo Maggio, la festa di un Lavoro che e' sempre piu' difficile da conservare, figuriamoci da trovare. Restare senza lavoro, soprattutto dopo i 40 anni, e' un trauma, un dramma, a volte una tragedia. Penso al cinquantenne disoccupato morto d'infarto durante un trasloco in nero. Penso al mio amico M. che si e' buttato dalla finestra. Penso a chi si ammala di depressione. Penso a chi e' pieno di rabbia e voglia di vendetta contro chi lo ha estromesso ingiustamente. Penso al mio amico, padre di due figli, licenziato per "riorganizzazione aziendale" da uno con la falcemartello d'oro al collo e una collezione di auto sportive. Penso a chi era convinto di avere un lavoro tranquillo e si vede il posto di lavoro delocalizzato in Romania. Penso all'imprenditore onesto che si impicca. Penso ai figli dei disoccupati, e al futuro che possono sperare, vedendo i genitori a casa.
Spero l'anno prossimo di scrivere un post meno amaro. Anzi: sono SICURO che l'anno prossimo scrivero' cose diverse. Perche' nonostante tutti e tutto io sono ottimista, non posso non esserlo. L'anno prossimo andra' meglio.
"Vedrai, vedrai, Vedrai che cambiera'. Non so dirti come e quando, ma un bel giorno cambiera'".
(L'immagine è la copertina di un bel libro dell'editore Feltrinelli).