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venerdì 14 agosto 2020

Due anni fa



















Il crollo del ponte Morandi è stato un altro G8, un altro undicisettembre. In molti ci siamo sentiti più sconfitti e disillusi sulla nostra società, sul mondo, sulla nostra umanità così fragile e impotente, proprio come nel 2001.

In questi giorni ho letto un bellissimo libro che proprio dal crollo di un fantomatico ponte prende spunto: Ilaria Rossetti, Le cose da salvare (Neri Pozza).

Buona estate 2020.

lunedì 11 maggio 2020

lunedì 31 ottobre 2016

A volte mi vergogno
















Quando vedo alla televisione certi drammi come il terremoto o le tragiche odissee dei migranti (vedi la vicenda del Baobab di Roma), mi vergogno delle mie paturnie personali, dei miei rovelli da occidentale col pavimento fermo sotto i piedi, un tetto che non crolla, un mare che non ti inghiotte. Forse non è neanche giusto, nei momenti difficili, pensare a chi sta davvero male, però aiuta a dare una dimensione diversa ai nostri "problemi", una visione più aperta e completa, un sospiro, perfino un sorriso. Il passo successivo sarebbe aiutare, dare una mano, ma siamo troppo presi dal nostro piccolo(borghese) mondo antico.
E domani ci arrabbieremo per la coda in tangenziale, per i treni in ritardo, per l'autobus affollato, per i piccoli fallimenti, le piccole cattiverie, e la grande stanchezza fisica e mentale che la nostra routine ci infonde.

giovedì 24 dicembre 2009

Disoccupati e morti


I miei più accorati auguri di buone feste, per quanto possibili, vanno a tutti quelli (tra cui due miei vecchi amici) che hanno perduto o stanno perdendo il lavoro in questi tempi, e anche ai famigliari di chi lavorando ha perso la vita, come a Genova ieri sera. Spero che non si sentano e non rimangano soli nella difficoltà e nella tragedia. Mi sento impotente e anche un po' impaurito e inaridito. Nel frattempo il premier invita all'ottimismo e all'amore. All you need is love, don't worry be happy. Andatelo a dire ai cassintegrati, e agli amici-colleghi dei morti sul lavoro. Vorrei potere, o almeno saper fare qualcosa, per queste persone. Quelli sì che sono problemi, e non le mie crisi esistenziali di mezza età. Speriamo che il 2010 sia migliore, ossia che giustifichi l'ottimismo con fatti concreti, e non solo slogan e retorica.
(Vignetta tratta dal blog Salamandra).

lunedì 5 gennaio 2009

Venti di guerra, bandiere di pace

E se rispolverassimo le bandiere della pace?! Quando si leggono notizie come questa, quando ci arrivano immagini come queste (occhio: sono un pugno nello stomaco, VM 18), si viene presi da un brutto senso di rabbia e impotenza. L'altro ieri Grillo ha trovato delle parole più misurate del solito per commentare la vicenda di Gaza, parole che sottoscrivo. Troppi civili innocenti stanno morendo (al momento 541 morti di cui 90 bambini): come evitare un'ondata di ritorno di vendetta/terrorismo, come arginare l'antisemitismo dilagante?
E noi, da quassù, cosa possiamo fare? Rispolverare le bandiere della pace sarebbe un primo piccolo gesto, ricordate il fenomeno dell'altra volta? (Sì, non è servito a molto, se non a far vedere che sono moltissime le persone che NON se ne fregano di certe cose). Giusto per dire: non sono indifferente, ci sto male, cessate il fuoco. EBBASTA.
Chissà dove l'ho messa: vado a cercarla, va.

PS Senza dimenticare tutti gli altri conflitti in corso nel mondo!
2°PS Si parla di premio Nobel per la pace a Gino Strada e Emergency : mi sembra una bella idea. Potete documentarvi e firmare qui.

giovedì 10 aprile 2008

Anche "Attila" va a votare

Su Repubblica oggi Corrado Augias pubblica una lettera del mio simpatico collega Davide detto "Attila" che dice: Caro Augias, sono partito con lo scoramento davanti al politichese, ai privilegi, alla deriva del "tanto non cambia nulla". Poi l'ho visto crescere, ha preso forma, è tornato Berlusconi. Ricordo quando alle redini del carro c'era lui e mi sono convinto. Torno anche stavolta a votare non tanto per i contenuti dei programmi, deficitarii tutti anche quelli dalla mia parte, ma perchè non posso immaginare altre corna, altri kapò, altri "amici" a Mosca e a Washington. Vedo altre depenalizzazioni, giudici sottoposti a test di sanità mentale. Torno a votare solo perchè è chiaro che un candidato o l'altro non è la stessa cosa.
Al che Augias chiosa, rivolto a chi non voterà: La politica si fa con quello che c'è, non con quello che si vorrebbe. La buona politica è prendere ciò che c'è (comprese le materie immonde) e cercare di farne il miglior uso possibile nelle condizioni date. Prima ancora è cercare di evitare che le cose peggiorino. Ipotesi di cui sono ampiamente visibili le premesse.