Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
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lunedì 20 novembre 2017
"Tramonto"
Fili neri di pioppi -
fili neri di nubi
sul cielo rosso -
e questa prima erba
libera dalla neve chiara
che fa pensare alla primavera
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.
E guardare
se ad una svolta
nascano le primule -
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri -
la nebbia addormenta i fossati -
un lento pallore devasta
i colori del cielo -
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.
(Poesia di Antonia Pozzi, foto di Francesco Bodria)
martedì 8 luglio 2014
Il bello della fragilita'
Piccolo grande libro che ci fa scoprire la fragilita' come stato di grazia, non di disgrazia e debolezza, ma come valore di "sensibilita', delicatezza, gentilezza, dignita', intuizione dell'indicibile e dell'invisivile" (cit.) spaziando, nello stile di Borgna che gia' conosco e apprezzo, tra letteratura, poesia, filosofia, spiritualita' e psicologia-psichiatria.
Hillesum, Weil, la mia amata Antonia Pozzi (di cui ho musicato diverse poesie, come feci con Pavese), Giacometti, Pascal, Nietzsche, Rilke...Tutti personaggi e scritti da scoprire o riscoprire. Quando un libro ti porta a volerne leggere diversi altri penso sia un grosso risultato, soprattutto in saggistica.
"Le fragilita' riconosciute, accolte nella loro significazione umana, pesano infinitamente meno che non quelle ignorate, o rifiutate, che si trasformano in pietre dalle quali non sempre e' possibile liberarsi".
(La collana Vele della Einaudi quasi sempre coglie nel segno, degli argomenti e dei tempi.)
domenica 3 marzo 2013
Noi siamo come l'erba dei prati
"Forse non è nemmeno vero
quel che a volte ti senti urlare in cuore:
che questa vita è,
dentro il tuo essere,
un nulla
e ciò che chiamavi la luce
è un abbaglio,
l'abbaglio supremo
dei tuoi occhi malati -
e che ciò che fingevi la meta
è un sogno,
il sogno infame
della tua debolezza.
Forse la vita è davvero
quale la scopri nei giorni giovani:
un soffio eterno che cerca
di cielo in cielo
chissà che altezza.
Ma noi siamo come l'erba dei prati
che sente sopra sé passare il vento
e tutta canta nel vento
e sempre vive nel vento,
eppure non sa così crescere
da fermare quel volo supremo
né balzare su dalla terra
per annegarsi in lui."
(Milano, 31 dicembre 1931. Tratto da Antonia Pozzi, Parole, ed. Garzanti, pag.68).
venerdì 30 ottobre 2009
Musiche di Franco Zaio, parole di Antonia Pozzi
Ho avuto l'ok da Garzanti per l'utilizzo delle poesie di Antonia Pozzi per le mie canzoni. Dichiaro iniziati i lavori: in pratica bisserò l'esperimento fatto con Pavese (che mi ha dato numerose soddisfazioni). Anche la Pozzi, guarda caso, è un'allegrona suicida, ma tant'è, le sue poesie sono bellissime, per me.
Questa è quella del momento.
Tramonto
Fili neri di pioppi -
fili neri di nubi
sul cielo rosso -
e questa prima erba
libera dalla neve chiara
che fa pensare alla primavera
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.
E guardare
se ad una svolta
nascano le primule -
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri -
la nebbia addormenta i fossati -
un lento pallore devasta
i colori del cielo -
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.
E' novembre, gente, è novembre.
Questa è quella del momento.
Tramonto
Fili neri di pioppi -
fili neri di nubi
sul cielo rosso -
e questa prima erba
libera dalla neve chiara
che fa pensare alla primavera
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.
E guardare
se ad una svolta
nascano le primule -
Ma il ghiaccio inazzurra i sentieri -
la nebbia addormenta i fossati -
un lento pallore devasta
i colori del cielo -
Scende la notte -
nessun fiore è nato -
è inverno - anima -
è inverno.
E' novembre, gente, è novembre.
domenica 21 dicembre 2008
A Genova non si butta via niente

sabato 1 novembre 2008
La "Lieve offerta" di Antonia Pozzi
Oggi vi propongo questa "Lieve offerta" (riscritta metricamente come la canto io) del 5 dicembre 1934:
Vorrei che la mia anima ti fosse leggera
come le estreme foglie dei pioppi
che s'accendono di sole
in cima ai tronchi fasciati di nebbia
Vorrei condurti con le mie parole
per un deserto viale
segnato d'esili ombre
fino a una valle d'erboso silenzio, al lago
ove tinnisce per un fiato d'aria il canneto
e le libellule si trastullano
con l'acqua non profonda
Vorrei che la mia anima ti fosse leggera
che la mia poesia ti fosse un ponte
sottile e saldo,
bianco
sulle oscure voragini della terra.
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