mercoledì 31 dicembre 2008

Memorabilia 2008

Tradizionale post di fine anno, bilanci e top ten. Raggiunti 26 obiettivi su 52, forse 52 erano troppi, ma più probabilmente è stata una brutta annata (l'anno scorso 39 su 57!). Quelli del 2009 (quelli pubblicabili), le buone intenzioni, i progetti, i sogni (no, quelli li tengo per me), in un post nei prossimi giorni.
Le "classifiche" sono tutte in ordine cronologico e non di preferenza.

Magic moments:
con la famiglia a Sant'Apollinare
al cinema con Aldo a vedere "Into the wild"
sciare
l'uscita del mio disco
la spiaggia di Sa Conca in Spagna
mio padre uscito dal coma
la spiaggia della Pelosa alle 6 del mattino
gli amici sardi
le serate "da fidanzati" con mia moglie
la giornata ad Acqui.

Bad moments:
l'incidente coi cani in autostrada
la depressione di fine aprile
la stanchezza e la gelosia di mia moglie
mio padre in ospedale
la morte dello zio

Libri (letti solo 30):
Maggiani, Mi sono perso a Genova
McCarthy, La strada
Jodorowsky, Cabaret mistico
Labranca, 78.08
D'Arino, Manuale di sparizione
Latouche, Breve trattato sulla decrescita serena
Marcoaldi, Il tempo ormai breve
Demetrio, Raccontarsi
Pozzi, Parole
Bianchi, Il pane di ieri

Dischi più ascoltati (oltre al mio, ovviamente):
Bob Mould, District line
Baustelle, Amen
Ligabue, Secondo tempo
REM, Accelerate
Afterhours, I milanesi ammazzano il sabato
AA.VV., The Trojan Dub box set
Coldplay, Viva la vida
Steve Wynn, Crossing Dragon Bridge
Joy Division, tutto
PJ Harvey, tutto

Film preferiti (ben 8 al cinema, ma visti in tutto solo 40: i ragazzi vanno a dormire sempre più tardi...):
Into the wild
The future is unwritten (Joe Strummer)
Onora il padre e la madre
Tutta la vita davanti
The Truman show
This is England
Kung Fu Panda
Changeling (Eastwood)
Funeral party
Redacted (De Palma in Iraq)

Alla TV:
Desperate housewives
MTV brand:new
Parla con me (Dandini)
Crozza Italia live
David Letterman
Passepartout
AnnoZero
Glob l'osceno del villaggio
TG3
The office (BBC)

Gli oroscopi dicono che il 2009 sarà per me l'anno del Cambiamento: non dicono se in meglio, però, stronzetti. Comunque è già un buon auspicio, il pensiero di poter cambiare, rinnovarsi, ripartire, ricominciare. Vedremo. Spero (ma non ci scommetto) che sarà un anno migliore. Lo auguro anche ai miei "blogsimpatici", che considero quasi degli amici veri e propri, ormai, e anche a quel centinaio di persone che ogni giorno mi leggono senza lasciare commenti.
Buon anno, e buon capodanno.

venerdì 26 dicembre 2008

Il gusto dell'ultima volta

Da qualche tempo (da quando è stato male mio padre) mi conforta il cosiddetto "pensiero apocalittico", ossia fare le cose (vivere) con la consapevolezza, o anche solo la sensazione che potrebbe essere l'ultima volta. Tutto assume un gusto diverso, anzi migliore. Una situazione piacevole viene goduta più intensamente, diventa indimenticabile, e una spiacevole viene vissuta con più leggerezza ("forza, chè tanto è l'ultima volta"). Senza andare nel panico da apocalisse, ovviamente (tipo "Oddio mi restano pochi giorni da vivere").
Due esempi personali. 1) La sensazione (la probabilità) che fosse l'ultima volta ha reso indimenticabile la mia vacanza in Sardegna a settembre, anche senza tante foto, souvenir e filmati, è un ricordo che scalda il cuore. 2) La consapevolezza che fosse l'ultima volta in quel posto ha reso meno pesante il lavoro di dicembre in libreria (l'anno prossimo cambio location). Sorridendo rincuoravo i colleghi dicendo "Dai che è l'ultima volta". Ma la maggior parte mi guardava male, non capisco perchè ;0)

E questo potrebbe essere l'ultimo post che scrivo. Lo trovo bellissimo.

mercoledì 24 dicembre 2008

Regali, solitudine, stanchezza

Fatti tutti i regali? E soprattutto: avete qualcuno a cui fare dei regali? Penso che non ci sia maggior momento di solitudine del Natale, e anche del Capodanno. Intendo: oltre i parenti e le formalità (spesso ipocrite), a Natale la solitudine si sente di più. Non c'è persona più sola di chi non ha nessuno a cui fare un regalino, un pensierino a Natale. So benissimo che è una riflessione indotta dal consumismo amerikano, dalla pubblicità, dalla tv, ma è così.

Anche stavolta arrivo al giorno di Natale molto stanco. Non come qualche anno fa, forse, vuoi per la Crisi, vuoi per una certa cinica amara saggezza arrivata con gli anni. Spero almeno che siano due giorni di serenità famigliare, oltre che cibo+alcool e relax assoluto. Auguri a tutti, comunque. Non magnatebevete troppo chè poi state male, vi conosco. Ci risentiamo poi a fine anno, bilanci-classifiche-progetti.

domenica 21 dicembre 2008

A Genova non si butta via niente

Finalmente è arrivato il nuovo numero di Compost, valorosa free-zine genovese a cura di Disorder Drama. Su questo numero lunga intervista "consuntiva" al sottoscritto (oggi ho visto Husker , autore dell'articolo, e gli ho detto: Beh, ora non mi resta che morire..). Dategli una letta on line oppure procuratevi la versione cartacea da Disco Club in Via San Vincenzo 20r, Books In The Casba in Via Prè, Grrrzetic Editrice in Vico Valoria. In effetti fa impressione (e anche un po' malinconia) vedere riunite le cose (e le stronzate, dirà qualcuno) combinate in campo musicale e paramusicale in oltre 20 anni. Tutto concorre a far presumere una svolta, o una fine. Per ora vado avanti. Esempio? Ore 8, metro di domenica mattina: strano 45enne registra al cellulare una melodia per una poesia di Antonia Pozzi. Cose così. Finchè se ne ha l'ispirazione e la forza necessaria. Finchè la Stanchezza non prende il sopravvento. Grazie Husker, grazie Matteo, e grazie al cielo che sono ancora qui a raccontare la mia storia, con la dovuta modestia, ma anche con il dovuto orgoglio.

venerdì 19 dicembre 2008

Anche questo mi nuoce

"L’intelligenza non avrà mai peso, mai, nel giudizio di questa pubblica opinione. Neppure sul sangue dei lager tu otterrai da una delle milioni d’anime della nostra nazione un giudizio netto, interamente indignato.
Irreale è ogni idea, irreale ogni passione di questo popolo ormai dissociato da secoli, la cui soave saggezza gli serve a vivere e non lo ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza, alzare la mia sola puerile voce non ha più senso. La viltà, avvezza a vedere nel modo più atroce gli altri con la più strana indifferenza.
Io muoio e anche questo mi nuoce."
Ascoltare queste parole dalla voce di Pier Paolo Pasolini mi fa sempre venire i brividi.

giovedì 18 dicembre 2008

Non parlo di politica

Meglio che non parlo di politica, in questi giorni, anzi in questi anni. Se no va a finire come nel bar di "Ecce bombo" (1978). Comunque NON sono tutti uguali. Però sempre più spesso mi chiedo: OK, ma dove sono, quelli diversi?

mercoledì 17 dicembre 2008

"Ma cosa fa Zaio nella pausa?!"


I miei colleghi sono perplessi. Vi dirò le possibili risposte:
-passeggiata fino a Disco Club con panino in piedi al Gallese
-giro da Ricordi o FNAC per sentire qualche disco "in ascolto"
-lettura di libretti come questo a fianco (a proposito, consigliato: quando eravate giovani e gaudenti regalavate con 1000 lire la Lettera sulla felicità di Epicuro, ora che siete giovanili e decadenti spendete 3 euro per queste 19 pagine meravigliose) in magazzino-rese o al cinese dal leggendario Chan
-d'estate gelato in piazza delle Erbe
-a dicembre in galleria Mazzini per la Fiera del Libro o in giro per regali
-a fare la spesa alla vicina Coop o commissioni varie
-a mangiare qualcosa con mia moglie, le pochissime volte che può venire a trovarmi.

Allora, calcolando una media di 8 ore di lavoro e 7 di sonno, restano ben 9 ore di vita privata. 2 partono di viaggio (autobus/metro/a piedi) andata e ritorno dal lavoro, ma si possono utilizzare benissimo per leggere e sentire musica. Restano altre 7 preziose ore: la pausa-pranzo è una di queste.
Con questo veloce calcolo rispondo anche alla frequentissima domanda "Ma dove lo trovi il tempo?!".

martedì 16 dicembre 2008

Farina del mio sacco

"Ogni successo che si rispetti chiama almeno un sequel, come sanno bene Omero, i Dumas e Federico Moccia, e Il fu Mattia Bazar (Orme, 2007) non poteva restare da solo a difendere l'onore degli stupidari da libreria. Ecco quindi Il buio oltre le seppie che deve il titolo a un'acrobazia linguistica carpiata e rovesciata (quel buio che allude a neri intingoli da risotti) e il contenuto alla acribia filologica e allo scrupolo collezionistico di diversi appassionati del genere: Paolo Di Stefano, Alberto Rollo, Stefano Furini, Lino Apone, Brunella Schisa, Gianluigi Zecchin, Giovanni Mipa Moliterni della libreria dell'Arco di Matera, i librai della libreria il Trittico di Milano, Romina Scotto della libreria Feltrinelli di Napoli, i librai di www.bookavenue.it e di neurolibreria.blogspot.com e naturalmente Franco Zaio della Feltrinelli di Genova che anche quest'anno ha aperto gli scrigni del suo infinito archivio di scemenze ascoltate sul posto di lavoro e registrate con l'amorevole disciplina del ricercatore.
Il buio oltre le seppie (non mi stancherei mai di ripeterlo, ogni volta mi fa ridere) si distingue rispetto a Il fu Mattia Bazar (neanche questo era male, però) perché a quella degli autori e dei titoli di libri storpiati, aggiunge la categoria delle "scene da libreria". Dialoghi poco platonici fra librai e clienti, surreali e fulminanti Tragedie in due battute (di Carlo Campanini, giusto?) che descrivono, meglio di un trattato di marketing editoriale, la vita quotidiana nelle librerie italiane.
Due parole sull'autenticità dei contenuti del Buio oltre le seppie. Come per Il Fu Mattia Bazar qualche lettore sosterrà che alcune delle sue perle non possano essere vere. Le due parole sono giurin e giuretta. Tutto quello che abbiamo scritto è stato pronunciato in libreria da un cliente o da un libraio . Giurin giuretta. Va bene così? Cos'altro si pretende da noi? Un atto notarile?
Bene, buon divertimento e alla prossima raccolta (che potrebbe intitolarsi, chissà, Il maestro e la pizza Margherita, di Bulgakov naturalmente)." Questa l'introduzione di Stefano Tettamanti.
E ora sapete quale libretto spiritoso regalare a Natale ;-)

domenica 14 dicembre 2008

"Ti devo parlare"

Ho già scritto altre volte che le cose, soprattutto se importanti, vanno dette/comunicate al più presto, senza essere impulsivi, forse, ma bisogna "togliersi il rospo", "svuotare il sacco". Perchè le cose che si devono dire (o che si vogliono sentire) col tempo sbiadiscono, perdono significato e pregnanza, spesso cambiano e scompaiono le condizioni per dire/sentire certe cose. Lo stesso vale per i concetti, i progetti, i valori: il passare del tempo li cambia, li consuma, li rende irriconoscibili e inutili. Anche i Valori che si pensano fondamentali e indistruttibili.
Ora pensate di avere una persona che ha un ruolo molto importante nella vostra vita (amore, lavoro, famiglia, tempo libero, whatever) che vi dice "Ti devo parlare (di una cosa importante)". Vi dà un appuntamento per questo rendez-vous e lo rimanda di mese in mese. Quando le coincidenze poi ve lo mettono di fronte, questa persona sfugge, scusandosi sentitamente, dando un altro appuntamento e promettendo un colloquio decisivo. Cosa pensate di questa persona?
1. non ha niente (più niente) da dirvi
2. vi tiene in sospeso per interesse (personale o professionale)
3. non ha il coraggio o non trova le parole
4. non è più credibile nè affidabile.
E col passare del tempo, a furia di rimandare, anche voi non siete più gli stessi, per esperienza e stanchezza. E viene il giorno in cui non ve ne frega più niente, di quello che vi doveva dire. Avete perso anche la curiosità. E voi avete perso l'ispirazione e la voglia di dirgli quello che volevate dirgli. Ve lo siete addirittura dimenticato (se non l'avete scritto da qualche parte pro memoria). Ecco perchè da sempre scrivo un diario privato (oltre a questo blog): per non dimenticare. E non dimenticherò.

venerdì 12 dicembre 2008

Bastian contrari

Mentre riscoprivo Billy Bragg ho visto il film di Hal Ashby Questa terra è la mia terra, scoprendo la figura di Woody Guthrie, che conoscevo (confesso l'ignoranza) solo per sentito dire come vate antesignano di Bob Dylan, Billy Bragg, Springsteen, e tutto il folk-rock americano. Davvero un Personaggio, quasi un Eroe. Potere della musica.
E mi sembra un accostamento azzeccato parlare di lui il giorno dello storico sciopero generale della CGIL in solitudine, uno sciopero a cui ho aderito. "Credo che sia il contrario di ciò che bisognerebbe fare e che non può avere nessun effetto", ha dichiarato Berlusconi: bene, ora so cosa fare. E l'effetto lo vedremo.

martedì 9 dicembre 2008

Billy Bragg - Sexuality

E in vista del gay Pride a Genova, beccatevi questo inno delizioso. Quando dico che è un idolo!

Billy Bragg - Waiting for the great leap forward

Billy Bragg introdotto da Henry Rollins, scusate se è poco. Billy Bragg è uno dei miei Eroi musicali. Vi invito a scoprirlo/conoscerlo. E' il mio Woody Guthrie, il mio Bob Dylan, il mio Guccini, il mio De Gregori. Uno che faceva i Clash e i Jam, nei bis. Uno che ha fatto un disco di canti socialisti (nel senso bello del termine). Uno che non si è mai rassegnato (anche se un po' intristito). Uno che crede ancora nel "messaggio2 che la musica può dare. Un Eroe, ripeto. E ho una gran voglia di suonare dal vivo come lui, diretto, semplice, onesto. Chissà, l'anno prossimo. "Aspettando il grande salto in avanti".

lunedì 8 dicembre 2008

Solonle, solonle, solonleee

"Mi avevano avvisato. Ma io li mandavo a quel paese, discorsi da vecchi amareggiati, dicevo. Poi un giorno ho cominciato a fare degli esperimenti, e ho capito quanto fossi stato sempre solo. E' che col tempo, diventando più vecchi e stanchi, cominciando a morire, insomma, il senso di solitudine è più evidente, palpabile. L'esperimento più efficace è quello di diradare fino a interromperli i contatti umani e sociali. Basta lettere (ora mail), SMS, telefonate rituali periodiche, inviti, chiacchierate, commenti, anche i saluti per strada. Quelli che mi cercavano, dopo qualche giorno di sparizione, o che mi chiedevano spiegazioni con un minimo di preoccupazione e turbamento, ecco: quelli erano o sono veri amici, quelle sono persone che mi volevano o vogliono ancora bene. Loro ci tengono davvero. Indipendentemente dal lavoro, dalle cose in comune, dall'interesse. Tanto che sono arrivato alla conclusione che i miei migliori amici sono quelli con cui non ho niente in comune, se non l'amicizia e la stima reciproca" (dalla mail di un vecchio vero amico).

sabato 6 dicembre 2008

La domenica a messa



















Those - dying then,
Knew where they went -
They went to God's Right Hand -
That hand is amputated now
And God cannot be found -
The abdication of Belief
Makes the Behaviour small -
Better an ignis fatuus
Than no illume at all -
(Emily Dickinson, 1882)
Una volta - chi moriva
sapeva dove andava -
Si andava alla destra di Dio -
Ora però questa mano è amputata
e Dio, introvabile -
La rinuncia alla fede
fa assumere atteggiamenti meschini -
Meglio un fuoco fatuo
che l'assenza - completa - di luce
(trad. di Barbara Lanati)
Ed ecco spiegato perchè, quando posso (non lavoro), ogni domenica accompagno volentieri a messa i miei figli. Nonostante le piazzate in campo sociale della Chiesa, nonostante le ipocrisie, nonostante i conformismi, nonostante i benpensanti e i malpensanti. Meglio un fuoco fatuo, in questo buio.

giovedì 4 dicembre 2008

Nick Drake - Place to be

When I was younger, younger than before
I never saw the truth hanging from the door
And now I'm older see it face to face
And now I'm older gotta get up clean the place.
And I was green, greener than the hill
Where the flowers grew and the sun shone still
Now I'm darker than the deepest sea
Just hand me down, give me a place to be.
And I was strong, strong in the sun
I thought I'd see when day is done
Now I'm weaker than the palest blue
Oh, so weak in this need for you.

A volte una canzone dice tutto. Tanto vale postarla.


Antonio Cassano e Genova

Servizio di TeleNorba, tv locale pugliese, in missione a Genova sulle tracce di Fantantonio.
NB: avevano intervistato anche un mio collega genoano ma lo hanno "tagliato". Così impara a dire che "Cassano è forte QUASI come Milito" :o)

martedì 2 dicembre 2008

Io e la musica "suonata a caso"

Grazie al buon Mario "Uriah Heep" ho potuto assistere a un concerto memorabile, ieri sera al Teatro della Corte. Conoscevo la musica di Rava (mi piacque un sacco Easy living) e Bollani ("un funambolo in bilico tra genio e follia"), ma la combinazione divertita, emozionante e divertente dei due non la conoscevo. Mi ha impressionato soprattutto l'approccio molto fisico di Bollani allo strumento, e ho provato i momenti di vertigine che la musica, quando si spinge "oltre", mi dà (come quando ascolto Coltrane, per esempio).
Io e il jazz: un rapporto difficile e diffidente, direi di timore reverenziale. La sua libertà di espressione quasi mi spaventa, mi sembra che ci sia da impazzire, da perdersi, in certe improvvisazioni, in certi arrangiamenti, in certe divagazioni. Per non parlare della manifesta capacità tecnica (la ricerca della nota della tromba, la velocità sulla tastiera), che mi lascia basito e ammirato. Pelle d'oca per la versione della seppur inflazionata Estate di Bruno Martino. Grande serata, grazie Mario!