mercoledì 30 giugno 2021

Un'altra recensione SFAVILLANTE

 ANAÏS, LA POETICA DI EMILY DICKINSON INTRISA DI ROCK SFAVILLANTE

Di Giandomenico Morabito –

Capitanata da Franco Zaio, la band genovese degli Anaïs si è prodigata nella pubblicazione di un cd, per la Viceversa Records, dedicato ad Emily Dickinson (because I could not stop for death). L’iniziale Good morning midnight brilla d’innocenza ed è intrisa di rock sfavillante.

I am nobody è stavolta rock melodico per un testo relativamente sarcastico. Sunday all the time è piena lucentezza poetica per note adeguate a questo leggero fervore espressivo.

We grow è un frame più cupo in cui fa leva un guitarism di spessore ‘90s. Wild nights è una ballad emotiva per un testo che si basa su certe notti che si fondano sulla solitudine.

I felt a funeral alza il tasso di emozioni profonde di un Io riflessivo. Love è nuovamente pura melodia con una testualità dolorosa sull’idealità dell’amore.

She dealt si contorna di un pianoforte che sorregge l’usuale sound chitarristico Anaïs, per parole sulla femminilità. I found the words è semplice indie rock italiano che ha ancora una sua forte validità.

After great pain è un brano sul malessere emozionale: un’altra ballad che si forgia su un suono collaudato, senza che possa subire però rimandi a qualche altra band. La finale Much madness si evidenzia per la sua caratterizzazione sui sentimenti cosiddetti negativi.

Emily Dickinson (because I could not stop for death) degli Anaïs, album per fini intenditori di rock alternativo italiano e per amanti della poesia d’eccezione.

domenica 27 giugno 2021

Ecco perchè



















Io canto per consumare l’attesa,

allacciare la cuffia, chiudere la porta di casa.

Non mi resta nient’altro da fare,

fin quando, all’avvicinarsi del passo finale

viaggeremo verso il Giorno

raccontandoci di come abbiamo cantato

per tenere lontana la Notte. 

(Emily Dickinson)

Ecco perchè alla mia veneranda età insisto a fare musica, a cantare. Grazie anche alla Emily che ha sempre le parole giuste.

giovedì 24 giugno 2021

Hai presente quella canzone di Tenco?

Ho risposto così all'amico che mi chiedeva come stavo.

Un giorno dopo l'altro
Il tempo se ne va
Le strade sempre uguali
Le stesse case
Un giorno dopo l'altro
E tutto è come prima
Un passo dopo l'altro
La stessa vita
E gli occhi intorno cercano
Quell'avvenire che avevano sognato
Ma i sogni sono ancora sogni
E l'avvenire è ormai quasi passato
Un giorno dopo l'altro
La vita se ne va
Domani sarà un giorno uguale a ieri
La nave ha già lasciato il porto
E dalla riva sembra un punto lontano
Qualcuno anche questa sera
Torna deluso a casa piano piano
Un giorno dopo l'altro
La vita se ne va
E la speranza ormai è un'abitudine

domenica 20 giugno 2021

Come siamo cambiati?

Ora che piano piano stiamo tornando alla "normalità di PRIMA" (ma era una normalità sana?), ora che inizia calorosamente (mannaggia) un'altra estate in cui ci sembra di uscire da un incubo distopico, ora che la burrasca/paranoia sanitaria sembra sfumare, è proprio il caso di chiederci se e come/quanto siamo cambiati. La "Pandemia" (chiamate come vi pare il periodo che abbiamo appena passato) ci ha toccati tutti, nessuno escluso, a volte feriti, a volte distrutti, quasi sempre costretti a una revisione dei conti, o almeno, con lo stop forzato, a una riflessione, un bilancio al quale non eravamo mai arrivati, nella corsa quotidiana, nel girone Dantesco in cui eravamo immersi più o meno volontariamente negli ultimi 20 anni.

Vogliamo tornare COME PRIMA, o questo incubo ci ha insegnato qualcosa, ci ha cambiati, abbiamo capito cose che non avevamo il tempo nè il coraggio di dirci, nè allo specchio nè ai nostri amici, e vogliamo un futuro diverso?

C'è un futuro? O ci siamo rassegnati/condannati a vivere un giorno dopo l'altro?



giovedì 3 giugno 2021

Tornare al cinema

Questo è un altro film che mi è piaciuto tantissimo per quanto doloroso e destabilizzante.

Vedere i film al cinema anzichè alla tv o peggio ancora sul pc è proprio tutta un'altra storia, un'altra esperienza sensoriale e oserei dire sociale. Ho paura però che la Pandemia abbia invece abituato tantissimi a stare a casa sul divano: nelle due prime sale da me frequentate dopo la Pandemia gli spettatori si contavano sulle dita di una mano, e sono filmoni da Oscar.

P.S. anche qui come in Nomadland molto belle le musiche di Einaudi.


 

mercoledì 2 giugno 2021

Casa dolce casa











"Nomadland", sia il film (valorizzato dalle belle musiche di Ludovico Einaudi), sia il libro (pubblicato dalle ottime Edizioni Clichy), ci fanno riflettere, come già ha fatto il lockdown, sul valore delle nostre piccole cose, su dove siamo stati, a che punto siamo, e se mai troveremo un posto da poter chiamare Casa (no: Patria mai, giammai, grazie).

Colonna sonora consigliata: Can't find my way home.