domenica 30 giugno 2019

Il Grande Baratto



"Non barattiamo la certezza di non morire di fame con la certezza di morire di noia" (Raoul Vaneigem).

E tu, l'hai fatto, il Grande Baratto?

sabato 29 giugno 2019

L'intervista su tomtomrock.it

Franco Zaio e gli Hüsker Dü: Those Important Years.

Franco Zaio - Hüsker Dü

Franco Zaio è un maître à penser di lungo corso di quella scena alternativa italiana che si è mossa (e si muove) fra punk, post-punk e psichedelia. A questa tipica miscela indie Zaio aggiunge una componente letteraria che gli deriva anche dal suo mestiere ‘serio’: il libraio. Per dare un’idea del campo d’azione del nostro possiamo spiegare, ad esempio, che ha dedicato un album-tributo ai Clash (Know Your Clash) e un altro a un personaggio apparentemente assai diverso, Cesare Pavese (Last Blues).  Poi ci sono stati i due dischi dal fascino obliquo e slowcore a nome Anaïs  (insieme a Francesca Pongiluppi)  e la militanza come batterista ne  I Fenomeni, vivace combo psichedelico autoammantatosi di leggenda (“Eravamo un po’ i Dukes Of Stratosphere italiani”).
Da poco Franco Zaio, in questo caso Francö Zaiö, ha pubblicato un  omaggio a una delle band da lui più amate: gli Hüsker DüNegli anni ’80 il trio di Minneapolis (Bob Mould, Grant Hart – scomparso nel 2017- e Greg Norton) ha rappresentato l’aspetto più viscerale, acre ma anche struggente del circuito alternative e ha fatto da guida a decine di giovani fan con chitarre nervose e ritmica travolgente. Il cd si intitola Those Important Years, citazione con variazione di una delle canzoni più intense degli Hüskers, These Important Years. Contiene 14 pezzi in veste quasi del tutto acustica, quindi con ardito cambiamento di approccio rispetto alle stesure originali, e un solo momento ‘rumoroso’ collocato a fine programma.
Non prima di aver ricordato che Franco Zaio è valente collaboratore di Tomtomrock, gli lasciamo ora la parola affinché ci racconti un po’ di cose a proposito di Those Important Years.

Franco Zaio

Ci vuole un certo coraggio ad affrontare in chiave sostanzialmente acustica il repertorio di un gruppo di grande impatto sonico come gli Hüsker Dü. Hai mai pensato “ma cosa sto facendo?”

No, perché è un esperimento già fatto con i Clash anni fa… Mi sono sempre piaciute le versioni unplugged dei gruppi rock. E anche come Johnny Cash “denudava” le cover che faceva. Mi rendo conto che ci vuole coraggio, soprattutto se non si è Johnny Cash…

La scelta dei pezzi come è avvenuta. Ci sono outakes o assenze forzate?

Sono rimaste fuori molte canzoni amatissime (su tutte Whatever e Makes No Sense At All) che non “venivano fuori” come volevo o non avevano una melodia precisa (molti pezzi furiosi di Zen Arcade, per esempio). È rimasta fuori anche Celebrated Summer perché già magnificamente coverizzata da Mark Kozelek…
Husker Du

Un merito del tuo disco è quello di avere messo in evidenza la naturale melodicità di pezzi come These Important Years o Sorry Somehow, perfetti anche per la chitarra acustica. Non pensi che potresti avere successo come Hüsker Busker?

In effetti inizialmente il titolo era BÜSKER DÜ! Poi però ho messo più chitarre e strumenti che nel disco sui Clash: quello sì era solo chitarra e voce! Ma ho voluto fare una cosa più “piena”, meno scarna.
Se pensassi a una qualsiasi forma di successo musicale non farei queste cose. Alla mia età, suvvia! Per me “successo” significa fare cose che mi garbano, che mi emozionano, sperando (ma neanche tanto) che garbino ed emozionino anche altre persone.

In due pezzi si ascolta la voce di Francesca Pongiluppi. Una scelta interessante se si pensa al suono molto aspro degli Hüsker Dü.

Con Francesca collaboro da quasi 20 anni, ho fatto due dischi come Anaïs e diversi concerti. Anche con lei ho sempre fatto cover unplugged o scarnificate. La sua partecipazione è la ciliegina sulla torta, e come sempre il pezzo cantato da lei sarà il più apprezzato. Successe anche in Last Blues, il mio disco sulle poesie di Pavese.

Mi incuriosisce (e mi piace) l’idea del sitar per Book About UFOs. Come ti è venuta in mente?
Il testo parla di una ragazza che passa le giornate a leggere libri sugli UFO e a guardare il cielo, e di omini grigi che la guardano negli occhi coi loro telescopi… Quindi ho immaginato ci stesse bene un tappeto di sitar psichedelico alla Beatles. Penso che Grant Hart avrebbe apprezzato questo arrangiamento.

Bed Of Nails è l’unico pezzo ‘distorto’ e sta in chiusura di disco. Piccolo sfogo elettrico finale dopo tanta chitarra acustica?

Il testo di Bed Of Nails (letto di chiodi) è particolarmente doloroso e straziante, per me. Quindi ho fatto scatenare Berna con la sua metal machine guitar, e distorto il più possibile chitarra e voce. Più che uno sfogo è un urlo disperato, una richiesta di aiuto soffocata dal rumore, un altoparlante tritato dallo sfasciacarrozze.

Sei riuscito a far avere il tuo disco a Bob Mould? O a Greg Norton che non se lo fila più nessuno?

Non ancora, né a Bob né a Greg. Voglio farlo, ma non essendo “social” sarà complicato, soprattutto per Greg! Bob lo vedrò al suo prossimo concerto, glielo consegno a mano…

Altri artisti a cui vorresti rendere omaggio? 

Con Francesca abbiamo in programma da sempre due “tribute” in stile Anaïs (ossia al rallentatore, acustici e quasi silenziosi): Smiths e Cure. Si possono già sentire su YouTube come gli Anaïs suonavano There Is A Light That Never Goes Out e Boys Don’t Cry.
Personalmente invece farò nel 2020 i Joy Division. Addirittura pensavo di tradurre i pezzi in italiano, ma è una impresa titanica rendere in italiano la poeticità e la profondità delle parole di Ian Curtis. Spero di farcela.

La solita domanda: il rock e i giovani d’oggi. Hai dato, o cercato di dare, un’educazione rock ai tuoi figli? Ascoltano gli Hüsker Dü?

I miei figli sono cresciuti a pane e rock, ascoltando/assorbendo la musica che sentivo a casa e in auto. Devo aver seminato abbastanza bene, considerato il fatto che grazie a loro ho scoperto i Radiohead, i Sigur Ros, gli XX… C’è stato negli anni un bellissimo scambio di storia da me e aggiornamento da loro. Molto utile nella loro formazione musicale i suggerimenti di YouTube e Spotify (“Potrebbe piacerti anche”).
Credo che il problema principale dei giovani d’oggi nell’approccio alla musica rock siano i suoni: vedo che sono poco portati ad apprezzare le chitarre e gli strumenti acustici e molto più propensi ai suoni elettronici. Sono quasi infastiditi dalle chitarre distorte degli Hüskers…
D’altronde io da ragazzino detestavo i suoni pomposi e pop degli anni 70 preferendo l’espressività grezza ed essenziale del punk-rock e del reggae… Dopo gli anni 80 di plastica tornarono le chitarre del grunge; sono bioritmi del gusto musicale. Forse i miei nipotini torneranno al twang e al fuzz, chissà.

Domanda  finale da risposta secca: Bob Mould o Grant Hart?  

È come chiedere a un Beatlesiano se preferisce Lennon o McCartney: è l’accoppiata a fare la bellezza! Mould e Hart separati non hanno mai raggiunto la bellezza degli Hüsker Dü, soprattutto Hart (Mould invece ha sfornato molte canzoni superbe da solo o con gli Sugar).
Come musicista preferisco Bob, come persona mi sta(va) più simpatico Grant, batterista svalvolato e basso profilo, il Ringo Starr del punk psichedelico!

Fa troppo caldo



Le "temperature record", il "caldo da morire", mi hanno un po' rotto le palle, francamente. State più ignudi, bevete tanta acqua, fatevi delle docce, ma basta lamentarsi del caldo. Pensate piuttosto che segnale ci dà la natura, il clima. E pensate a che punto siamo arrivati, nella distruzione del pianeta, e di noi stessi.

Quello che si è


venerdì 14 giugno 2019

Parole non spiegano



Chissà dove sei, mia dolce anima
forse sulla luna a bere un caffè
e non mi fa male che più non ci sei
tengo il tuo amore qui dentro di me
Grande mistero il cielo è
come l'amore che ho per te
che gli occhi non vedono
parole non spiegano
mia dolce anima
dentro di me

mercoledì 12 giugno 2019

Non ci sono parole



Qui
Tutto il meglio è già qui
Non ci sono parole
Per spiegare ed intuire
E capire, Madeleine
E se mai ricordare
Tanto, io capisco soltanto
Il tatto delle tue mani
E la canzone perduta
E ritrovata
Come un'altra
Un'altra vita
Allons, Madeleine
Certi gatti o certi uomini
Svaniti in una nebbia o in una tappezzeria
Addio addio, mai più ritorneranno
Si sa, col tempo e il vento tutto vola via
Tais-toi, tais-toi, tais-toi
Qualche volta è così
Che qualcuno è tornato
Sotto certe carezze
E poi la strada inghiotte subito gli amanti
Per piazze e ponti ciascuno se ne va
E se vuoi, laggiù li vedi ancora danzanti
Che più che gente sembrano foulards
Tutto il meglio è già qui
Non ci sono parole

martedì 4 giugno 2019

No Love Lost - Joy Division



So long sitting here,
Didn't hear the warning.
Waiting for the tape to run.
We've been moving around in different situations,
Knowing that the time would come.
Just to see you torn apart,
Witness to your empty heart.
I need it.
I need it.
I need it.
Through the wire screen, the eyes of those standing outside looked in
At her as into the cage of some rare creature in a zoo.
In the hand of one of the assistants she saw the same instrument
Which they had that morning inserted deep into her body.
She shuddered
Instinctively.
No life at all in the house of dolls.
No love lost. 
No love lost.
You've been seeing things,
In darkness, not in learning,
Hoping that the truth will pass.
No life underground, wasting never changing,
Wishing that this day won't last.
To never see you show your age,
To watch until the beauty fades,
I need it.
I need it.
I need it.
Two-way mirror in the hall,
They like to watch everything you do,
Transmitters hidden in the walls,
So they know everything you say is true,
Turn it on,
Don't turn it on,
Turn it on.

domenica 2 giugno 2019

L'amore futuro


Davvero bellissimo (a mio modesto parere) il nuovo singolo dei Ride, anteprima di un disco che uscirà il 16 agosto e si preannuncia come uno dei miei dischi dell'anno.

I see you
Are we drunk on morning dew?
'Cause I can't say your name
But you've got me going
Yeah, you've got me going
Skies are blue
And I can do anything
And the days seem so long
Now you've got me going
Yeah, you've got me going
You had me from the start
Pulling all the stops out
On the down low, secretly
But I think you knew
Your psychology was working on me
Infatuated
And doing this all wrong
You've got my number and my name
And you've got me going
Yeah, you've got me going
Can I see you every day?
Do you love me like I love you?
Ah, you've got me going
Yeah, you've got me going
Ah, oh a future love can never fail
Ah, oh a future love can never fail
You've got me going
You've got me going

sabato 1 giugno 2019

Vedremo domani



Vedremo domani
Se il momento era giusto
Per chiudere gli occhi
O sparare nel mucchio
Domani sapremo
Quello che oggi ci sfugge
Il senso nascosto
Di certe scelte assurde
Domani sapremo
Ne sono quasi sicuro
Se poi sarà troppo dura per noi
Incolperemo qualcuno
Troveremo domani
Il centro e la luce
La risposta che manca
Il discorso perduto
Domani sapremo
O ce lo inventeremo
Per riposare sereni
Prima che cali il buio
Domani sapremo
Ne sono quasi sicuro
Se poi ci farà troppo male
Potremo sempre condannare qualcuno

(Compositori: Emidio Clementi.
Testo di Vedremo domani © Sony/ATV Music Publishing LLC)