mercoledì 25 maggio 2005

La recensione perfetta

Sull'ultimo numero di "World music" (!) compare la seguente recensione del mio disco "Le canzoni nel cassetto", io di meglio non avrei saputo dire:
"Un tempo Franco Zaio era un galvanizzante vocalist che potevi trovare in giro, nei locali genovesi, a cantare con rabbia e dolcezza di un futuro possibile e decente, un futuro annidato nel "no future" che una generazione in nero non sapeva vedere. Sono passati tanti anni, Zaio non ha piu' una band intorno, ma non si estingue il fuoco della sincerita', anche se non ci sono piu' palchi ad accoglierlo: 44 ore di lavoro in studio, registrando uno strumento alla volta, il basso, la batteria, la chitarra, qualche tocco di tastiera; su tutto una voce che aveva voglia di tirar fuori antiche rabbie, nuove dolcezze, inediti smarrimenti per un mondo cambiato, e in peggio. Ascoltate queste canzoni autentiche come un pugno o una carezza, dedicate a Joe Strummer e Joey Ramone. E ascoltate Something must break, nobile ditta Joy Division, per capire quanto senso abbia ancora oggi."
Non ho altre parole, dice tutto lui. Come minimo gli dedico il prossimo cd, a Guido Festinese. Una botta di incoraggiamento esterno ogni tanto fa un gran bene. Alla facciazza di chi non ha saputo o voluto sentire-apprezzare-capire.

martedì 17 maggio 2005

L'importanza dei Clash

L'altro giorno ho rispolverato il primo dei Clash, e mi sono reso conto di quanto siano stati importanti, non solo per me. Comprai il 45 giri di con White riot/1977 quando usci', e fu uno shock. Andavo alle medie, qualcosa del punk aveva fatto vedere Arbore all'Altra Domenica, Michel Pergolani, ricordate? Bene, io e il mio amico Geppi Sanna (che poi formo' i mitici Punk Sound Against, PSA) ci vestimmo da punk per andare a una festa in una mansarda, una domenica pomeriggio: pantaloni di finta pelle, magliette strappate, svastica, capelli in piedi, tenore etilico alto, il 45 giri da mettere. E mi ricordo i "compagni", Ah ma siete nazisti, ma vaffanculo. Sparammo nel bel mezzo della discomusic quel dischetto, scatenandoci in un pogo selvaggio, e tutti che ci guardavano come pazzi/drogati/poveri scemi. La vita, mia e di molti, non fu piu' la stessa. I Clash mi hanno insegnato/trasmesso tantissime cose, gia' nel primo disco c'e' tutta una vita: l'orgoglio della sottocultura (Clash City rockers), il rifiuto del mito USA (I'm so bored), il reggae da combattimento (White man e Police and thieves), la voglia di suonare in una garageband , l'insofferenza per il mondo del lavoro (Career) e della legge (I fought the law), la crisi d'identita' (What's my name), il controllo sulla creativita' (Control), l'energia, la gioia e la violenza del punk-rock (White riot e' proto-hardcore!), la passione (come dimenticare quando Joe Strummer dal vivo attacco' urlando "Milano's burning, London burns" al concerto del 1980, che, merda, non trovai nessuno che ci veniva, fra i miei compagni di scuola a Biella)...
E poi le lotte internazionali, un marxismo un po' approssimato e cialtrone, il rap, l'hip-hop, la musica nera (Sandinista e London Calling sono enciclopedie!), il dub...
Li rividi a Genova, periodo This is England, belli scoppiati, deludenti, invasione di palco...
Restano un mito luminoso. Soprattutto Joe e Paul. Una generazione ha avuto i suoi Beatles e Stones fusi in una band sola, che meraviglia. Rimpiango quella energia, quella sensazione di cambiare il mondo, di essere run rivoluzionario (comunque la pula mi fermava tutti i giorni, quando mi vestivo da punk, negli anni 80...che tempi).
Tuttora riascoltare i Clash mi da' carica ed energia, mentre faccio i letti prima di andare a lavorare...ha ha ha.
Un bel sito e' www.radioclash.it.

venerdì 6 maggio 2005

Beppe Grillo

Ieri sono andato a vedere Beppe Grillo, che e' sempre un evento. E' stato grande, ma io non riuscivo mica tanto a ridere: nelle cose che diceva, nelle informazioni che dava, c'era ben poco da ridere. Io non lo trovo piu' un comico, come invece fa la Genova-bene-abbronzata che va a vederlo per farsi due risate per come te le racconta...Lodevole la sua strigliata a Genova: giocando "in casa", temevo un clima di complicita', e invece no. "Altro che citta' turistica: la verita' e' che ci stanno sui coglioni tutti", grande verita' sui genovesi. E' il colmo che certe informazioni su finanza, ambiente, la rete, dobbiamo averla da uno dello spettacolo. Comunque ormai la sua funzione e' molto piu' politica che di intrattenimento. Se la cosiddetta sinistra propugnasse anche solo la meta' delle sue tesi...Visitate www.beppegrillo.it, ci sono anche i commenti agli show, e' un blog. Tra biglietti, babysitter e spuntino ho speso 100 euro, ma questo e' un altro doloroso discorso...