Purtroppo, non lo possiamo negare, la cultura contemporanea sembra non aver più nulla da dire né ai giovani né agli adulti, perché pare non credere al valore dell'uomo: la libertà è identificata col capriccio individuale, la felicità con il successo, il piacere e il denaro. La ragione – capacità di conoscere la verità delle cose e dei valori – è sfiduciata. Il senso del limite e delle regole sembra un insulto alla dignità: l'individuo è il centro di se stesso. La vita viene presentata come il mito dell'eterna giovinezza, fatta di trionfi e soddisfazioni, dove tutto è facile e spesso dovuto, dove la fatica e il sacrificio sono banditi, dove l'essenziale è apparire, essere visti e ammirati. E' l'affermazione del nulla: nulla di senso, nulla di valore, nulla di rapporti veri e costruttivi. È il nichilismo.
Ma la vita non è così e se non siamo educati alla vita reale – non a quella virtuale – saranno delusioni gravi e pericolose per i singoli e per la società intera.
Non indovinereste mai chi ha scritto queste belle parole: Bagnasco, l'arcivescovo di Genova. E io le condivido, ma mi preoccupo anche un po'.