Alla soglia dei 50 anni, un curioso sentimento di fatalismo sorridente, che assomiglia alla saggezza ma anche alla rassegnazione. Accettare quello che (mi) succede, per quanto non passivamente, accettare i limiti e perdonarmi gli errori (questa è la cosa più difficile). Come diceva quel tale: comincio ad avere la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare quelle che posso cambiare, e la saggezza di distinguerne la differenza.
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