lunedì 5 febbraio 2018

Made in Italy



Il nuovo film di Ligabue è molto meno "musicale" e più drammatico del Radiofreccia che mi piacque tanti anni fa: storia e ambientazione credibile, bravi attori (la Smutniak su tutti), alcune scene hanno toccato alcune mie ferite profonde (su tutte il rapporto col padre e la perdita del lavoro), ma tutto il film è un onesto e brillante quadretto della mia generazione, in questa strana Italia del 2018, in cui tutto è così difficile, se si ha un minimo di sensibilità e di etica.
Consigliato, soprattutto se si naviga fra i 40 e i 55 anni.

P.S. Sentire risuonare Song to the siren (fatta dai Cocteau Twins) in una delle scene più drammatiche: erano anni che non piangevo così al cinema.

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