In occasione del Primo Maggio, ripubblico un mio post di 5 anni fa: è ancora attuale e sentito, perchè la ferita della perdita del lavoro non si cancella mai, resta una cicatrice nell'anima, che ogni tanto si riapre e brucia.
"Il Primo Maggio è la festa di un Lavoro che e' sempre piu' difficile da conservare, figuriamoci da trovare. Restare senza lavoro, soprattutto dopo i 40 anni, e' un trauma, un dramma, a volte una tragedia. Penso al cinquantenne disoccupato morto d'infarto durante un trasloco in nero. Penso al mio amico M. che si e' buttato dalla finestra. Penso a chi si ammala di depressione. Penso a chi e' pieno di rabbia e voglia di vendetta contro chi lo ha estromesso ingiustamente. Penso al mio amico, padre di due figli, licenziato per "riorganizzazione aziendale" da uno con la falcemartello d'oro al collo e una collezione di auto sportive. Penso a chi era convinto di avere un lavoro tranquillo e si vede il posto di lavoro delocalizzato in Romania. Penso all'imprenditore onesto che si impicca. Penso ai figli dei disoccupati, e al futuro che possono sperare, vedendo i genitori a casa."
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