mercoledì 28 ottobre 2020

Giorgio Gaber - L'attesa

"No non muovetevi
c’è un'aria stranamente tesa
e un gran bisogno di silenzio
siamo come in attesa
No non parlatemi
bisognerebbe ritrovare
le giuste solitudini
stare in silenzio ad ascoltare
L'attesa è una suspence elementare 
è un antico idioma che non sai decifrare 
un'irrequietezza misteriosa e anonima 
è una curiosità dell'anima
E l'uomo in quelle ore 
guarda fisso il suo tempo 
un tempo immune
da avventure o da speciale sgomento
No non muovetevi
c’e un'aria stranamente tesa
e un gran bisogno di silenzio
siamo come in attesa
Perché da sempre l'attesa 
è il destino di chi osserva il mondo 
con la curiosa sensazione di aver toccato il fondo
Senza sapere 
se sarà il momento
della sua fine 
o di un neo rinascimento
Non disturbatemi 
sono attirato da un brusio 
che non riesco a penetrare
non è ancora mio
Perché in fondo anche il mondo nascente è un po' artista 
predicatore e mercante e pensatore e automobilista
il nuovo qualunquista guarda anche lui il presente 
un po' stupito di non aver capito niente
L'attesa è il risultato il retroscena
di questa nostra vita troppo piena
è un andar via di cose dove al loro posto
c’è rimasto il vuoto
Un senso quieto e religioso
in cui ti viene da pensare
e lo confesso c'ho pensato anch'io 
al gusto della morte o dell'oblio
No non muovetevi
c'è un’aria stranamente tesa 
e un gran bisogno di silenzio
siamo tutti in attesa"

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