giovedì 15 dicembre 2005

Come se stessi per morire


Molti manuali di autoaiuto e pensiero positivo suggeriscono di fare le cose, viverle come se fosse l'ultima volta, o perlomeno con la consapevolezza che potrebbe esserlo. Questo atteggiamento servirebbe a godersi di piu' tutto quanto, ad apprezzare, essere grati. SARA'. A me sembra solo una sensazione di morte permanente, immanente, che genera solo ansia e paranoia. Ok apprezzare ed essere grati di tutto, pensando a chi e' piu' sfigato, ma "vivere cosi' non somiglia un po' a morire? Tutto fa un po' male" (Afterhours). Anche io quest'anno ho avuto una mania di recupero/riordino del mio passato (vecchi amici ritrovati e riscoperti, per esempio), e ho avuto la sgradevole sensazione di PREPARARMI a qualcosa, mettere a posto tutto, essere pronto, ma per cosa poi? No, non voglio vivere cosi'. Mi e' sempre mancata una progettualita' esistenziale, questo si', ma voglio vivere/fare cose per il gusto di farle, vivendole dentro, e non "prima che sia troppo tardi". Non sono Joey Ramone. Non preoccupatevi di me, comunque. STO BENONE. Ricordate la vecchia canzone dei Lost? "Giorno per giorno, domani e' ieri e forse e' mai"...

1 commento:

Anonimo ha detto...

live fast die young diceva qualcuno... meglio che live fast diarrea...
per quanto mi riguarda cerco di prendere le cose come vengono e di combattere per tutto ciò che ritengo importante. non è che ci riesca sempre...
diego
www.husker.splinder.com