Anche se da molti anni non vivo più il Natale come quando lavoravo in libreria, e Dicembre era un lungo tunnel di lavoro per cui arrivavo al 24 come dopo una maratona, permane da sempre un velo di tristezza e malinconia, nelle feste natalizie. Col passare degli anni ci sono persone che mancano all'appello, e piano piano le amicizie e le parentele sfumano in ricordi non sempre belli. Lo stesso dicasi per il Capodanno. Aggiungiamo le paranoie pandemiche degli ultimi due anni: è proprio difficile godersi le feste come un tempo.
Il Natale non era blue quando avevo i figli piccoli: la magica credenza che "Babbo Natale esiste solo se ci credi", le letterine, il fantastico cartone animato di Raymond Briggs, il risveglio del 25, le tavolate rumorose con nonni e bisnonna, ravioli fatti a mano ovunque, le tombolate dai vicini...
Chissà se tornerà mai quella sensazione di festa e riunione. Forse quando la pandemia passerà, e io sarò nonno (è un mio sogno).
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