Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
lunedì 30 gennaio 2006
A cosa serve questo blog?
A me, serve.
Cazzi miei.
Per lasciare tracce di vita e pensiero,
per lanciare messaggi nella bottiglia,
per informare i miei amici,
al posto di una mailing list,
per testimoniare la mia esistenza.
Tutto qui.
Chi mi ama mi segua.
Per ora cerco di seguirmi da solo.
Non mi voglio perdere.
sabato 28 gennaio 2006
A Milano c'è tutto
Sono stato due giorni a Milano per un bel lavoro di responsabilità commerciale ma persino culturale, pensa te, alla Effelunga. Sono andato sui Navigli col mio vecchio amico Aldo. Ho conosciuto dei taxisti pazzi-simpatici furiosi. E ho capito che forse "Milano non è la verità" (come dicono gli Afterhours), però, FIGA, a Milano c'è tutto, il bello e il brutto. Il problema è che se non hai o fai i soldi è un inferno. Tutto ha un prezzo, e molto caro. Però questa sensazione di possibilità, di lavoro concreto, di centro del mondo, è micidiale, velenosa, ma affascinante. Capisco i miei amici che ci lavorano. Ma viverci? Morirci? E a Genova, a cosa serve vedere il mare tutto il tempo, se non lo solchi mai, neanche ci fai il bagno? "Ma io guardavo il mare, con la gran voglia di fare un'altra vita" (Ottavo Padiglione)...
venerdì 20 gennaio 2006
Non si esce (vivi) dagli anni 80
In questi giorni sono ossessionato da "Two more years" dei Bloc Party e "Juicebox" degli Strokes, due grandi canzoni. Ma quanti anni 80, ovunque. Ben vengano Franz Ferdinand, Rakes, Maximo Park, Kaiser Chiefs, Interpol (grandi) ma ho un problema: sanno di "già sentito". Ok, sono vecchio, al liceo consumavo i vinili di Cure, Gang of Four, XTC, Jam, Clash, Stranglers, il primo Costello, Bauhaus, Joy Division...e il confronto non regge, per me. Ma perchè fare confronti? Forse bisogna accontentarsi dell'ispirarsi a quelle sonorità, quelle emozioni sono sempre attuali! O è solo una moda passeggera? Fra un po' recupereremo gli anni 90? E come, cosa? Per me il "botto", la sensazione di "novità originale" si è fermata a metà anni 80. C'è poco da fare, al cuore (delle orecchie) non si comanda. And love, love will tear us apart, again...
giovedì 12 gennaio 2006
Giorgio Gaber
Per Natale mi sono regalato i 2 dvd di Gaber, ristampa di un cofanetto vhs di oltre 10 anni fa. Che dire, sempre emozionante, un gigante. Negli anni 70 e primi 80 non sopportavo i cantautori, li trovavo verbosi e barbosi (soprattutto la musica), vuoi mettere Clash e Ramones?
Gaber era/è l'eccezione, un caso a parte. Lo vidi più volte, a teatro, teatralizzare belle canzoni con testi da paura, per me era uno psicodramma. E' sempre stato fuori dal coro, critico e tormentato ma costruttivo e profondo come nessuno, secondo me, spaziando dalla coppia alla politica senza essere mai noioso o retorico. Ce n'era, e ce n'è sempre per tutti, dagli alternativi ai fascisti, dagli impegnati ai "polli di allevamento", fino a scavare dentro se stessi.Certo, la moglie (Ombretta Colli) era una cosa imbarazzante, quando entrò in Forza Italia, poi, dio mio...Questi dvd sono un pezzo di storia dello spettacolo e della cultura direi del secondo Novecento italiano.
Anche se molti pezzi riaprono nell'anima e nella mente ferite malcurate o rimosse, fanno "pensare" TROPPO. Devo agire, fare, e pensare meno. Si sta meglio, così.
lunedì 9 gennaio 2006
Questione di autoipnosi
Gia', sta tutto li'. Nel sapersi autoconvincere, raccontarsela, crederci, ripetersela. Dalla programmazione neurolinguistica al training autogeno, dal rosario di mia nonna al "gonghio" dei buddisti al pesto (ridicoli), dai corsi di vendita alle riunioni degli alcolisti anonimi, il successo, o almeno il sorriso si ottiene cosi'. Fissare degli obiettivi, delle immagini, delle parole, delle convinzioni, delle fedi (grazie a Dio sono ateo, diceva Bunuel), per impostare la propria vita, i propri gesti, persino il proprio umore. Una commedia, una farsa, una tragedia, una fiction esistenziale. Mi spiace, preferisco la non-fiction (anche se a volte e' piu' finta della realta' romanzata, ma qui poi si deraglia...). E cosi' sono un perdente, un beautiful loser, forse. Non me la racconto. Mi pongo degli obiettivi, ho delle belle intenzioni, soprattutto all'inizio dell'anno, ma non riesco a fingere, lo si vede subito se dico-vivo delle sacrosante palle. E' piu' dura, ma non so vivere diversamente. Io sono vero. Dormo poco per sognare tanto. Sono stanco, ma non mi fermo, non mi fermero' mai, fino alla fine. Non sto impazzendo. Mai stato cosi' lucido. Sara' un anno memorabile. Paura, eh?
Ognuno ha la sua droga
Mi collego al precedente post. Ognuno ha il suo mantra, la sua visualizzazione, il suo obiettivo, il suo rosario di preghiere/intenzioni. Ma e' anche innegabile che ognuno ha la sua droga. Tutto sta nel trovare quella giusta, che non fa male al fisico e al cervello. Io ho il caffe' solubile, da un po' di tempo, e il te'. C'e' chi ha le canne, la coca, internet, il calcio, la palestra, il sesso, l'alcool, la religione, il lavoro, i soldi. A ognuno la sua cosa/sostanza che lo fa andare avanti meglio. No antidoping, vale tutto: purche' non arrechi danno a seconde e terze persone. Liberi tutti. Ma senza dare fastidio al prossimo, ok?
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