sabato 28 gennaio 2006

A Milano c'è tutto


Sono stato due giorni a Milano per un bel lavoro di responsabilità commerciale ma persino culturale, pensa te, alla Effelunga. Sono andato sui Navigli col mio vecchio amico Aldo. Ho conosciuto dei taxisti pazzi-simpatici furiosi. E ho capito che forse "Milano non è la verità" (come dicono gli Afterhours), però, FIGA, a Milano c'è tutto, il bello e il brutto. Il problema è che se non hai o fai i soldi è un inferno. Tutto ha un prezzo, e molto caro. Però questa sensazione di possibilità, di lavoro concreto, di centro del mondo, è micidiale, velenosa, ma affascinante. Capisco i miei amici che ci lavorano. Ma viverci? Morirci? E a Genova, a cosa serve vedere il mare tutto il tempo, se non lo solchi mai, neanche ci fai il bagno? "Ma io guardavo il mare, con la gran voglia di fare un'altra vita" (Ottavo Padiglione)...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

a milano ci vado solo per concerti. tra un po' mi sa che dovrò farci un salto per rifornirmi di qualche disco visto che qui non si trova niente. per il resto zena vince. vicoli e mare rule!
diego (husker)

Anonimo ha detto...

Anche io quando andavo a Milano per lavoro ero eccitato da questa frenesia, da questo movimento accelerato. Usavo dire che nell'aria veniva distribuito gas energizzante, oppure che nelle condutture dell'acqua potabile veniva fatta circolare cocaina diluita (cosa che poi si è scoperto essere quasi vero, anche se solo per quanto riguarda gli scarichi...).
Ora che ci vivo, senza fiato per la fatica e per lo smog, ne riconosco il fascino ammaliatore (invero molto molto appannato negli ultimi anni), ma ogni volta che arrivo al casello di Sampierdarena, respiro profondamente il profumo salmastro inconfondibile dell'aria(che voi genovesi forse non sentite più) e in un attimo mi rendo conto del paradiso in cui vivete. Così come mi rendo subito conto dei sui limiti e capisco perché non avrei potuto viverci senza farmi prendere dal senso di impotenza.
Per chi sa viverci, e sono molti, Genova è bella anche sulla terraferma, e non è necessario solcarne il mare. E nel profondo spero di tornarci stabilmente.
Adolfo