Gaber, in un ritornello spesso citato, diceva che "la libertà non è star sopra un albero, non è uno spazio libero, libertà è partecipazione". A cosa, ai profitti, forse?! No, io penso che la libertà sia tirarsi fuori, sparire, andarsene. Lo so, "eh ma così fuggi, non cambi niente". Affuttiddinni, cambio la mia vita, se non altro. Anche Internet pensavo fosse uno spazio di libertà a cui partecipare: le balle! Ormai è una vetrina, in cui esponiamo con stile quello che possiamo esporre, una vetrina che tutti, anche i nemici hanno sott'occhio. Conoscete l'aneddoto di quel ragazzo inglese che aveva messaggiato dei titoli di canzoni dei Clash da coverizzare col suo gruppo (Tommy gun, Guns of Brixton) ed è stato arrestato dai Servizi Segreti, passando dei bei momenti? Io sul mio blog mi espongo in prima persona, ma non sono libero di dire proprio tutto quello che mi pare, potrei andare nei casini. Metterò su un blog anonimo, forse, per sputare il veleno e il sangue marcio. Ma non so se ne ho voglia/tempo/coraggio. Come capisco De Andrè in Gallura! O Paolo Villaggio in Corsica. Ma bisogna avere dei bei soldi, per uscire dalle gabbie. E poi forse è impossibile oggettivamente sottrarsi. E allora mordo il morso, tiro avanti, non preoccupatevi. Faccio anche del mio meglio, non mi tiro indietro nei miei doveri professionali, sociali, famigliari. Ma certi giorni, che voglia di tirare i remi in barca.
Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
mercoledì 20 settembre 2006
Spazi liberi?
Gaber, in un ritornello spesso citato, diceva che "la libertà non è star sopra un albero, non è uno spazio libero, libertà è partecipazione". A cosa, ai profitti, forse?! No, io penso che la libertà sia tirarsi fuori, sparire, andarsene. Lo so, "eh ma così fuggi, non cambi niente". Affuttiddinni, cambio la mia vita, se non altro. Anche Internet pensavo fosse uno spazio di libertà a cui partecipare: le balle! Ormai è una vetrina, in cui esponiamo con stile quello che possiamo esporre, una vetrina che tutti, anche i nemici hanno sott'occhio. Conoscete l'aneddoto di quel ragazzo inglese che aveva messaggiato dei titoli di canzoni dei Clash da coverizzare col suo gruppo (Tommy gun, Guns of Brixton) ed è stato arrestato dai Servizi Segreti, passando dei bei momenti? Io sul mio blog mi espongo in prima persona, ma non sono libero di dire proprio tutto quello che mi pare, potrei andare nei casini. Metterò su un blog anonimo, forse, per sputare il veleno e il sangue marcio. Ma non so se ne ho voglia/tempo/coraggio. Come capisco De Andrè in Gallura! O Paolo Villaggio in Corsica. Ma bisogna avere dei bei soldi, per uscire dalle gabbie. E poi forse è impossibile oggettivamente sottrarsi. E allora mordo il morso, tiro avanti, non preoccupatevi. Faccio anche del mio meglio, non mi tiro indietro nei miei doveri professionali, sociali, famigliari. Ma certi giorni, che voglia di tirare i remi in barca.
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1 commento:
remi in barca? a volte vorrei proprio tagliare la corda e mollare tutti gli impegni e le scadenze. spesso mi chiedo come ho fatto ad arrivare a questo punto. sicuramente me lo sono andato a cercare e certe volte mi è pure venuto bene. il dramma, però, è quando vorresti prenderti un break e non puoi farlo.
diego husker
"makes no sense at all!"
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