Cosa ho pensato, fatto, visto, sentito, messaggi nella bottiglia, notizie, curiosità, cose inutili e necessarie, il mio piccolo mondo antico, dal 2005 al 2022. E soprattutto tanta musica, come colonna sonora ma anche come espressione di ciò che non sapevo, non volevo e soprattutto non potevo scrivere. Dal 2023 mi trovate su Facebook (sono un boomer!) come FRANCESCO ZAIO.
martedì 28 novembre 2006
Disco Club
Finalmente on line Disco Club, in via San Vincenzo, negozio di culto (alla Hornby) e meeting point di un'umanità disparata e disperatamente "attaccata" alla musica come valore, come cosa che dà un senso alla vita (ricordiamoci Nietzsche: "La vita senza la musica sarebbe un errore"). Da DC capita di assistere a dibattiti e teatrini incredibili, con personaggi tipo il collezionista di rock polacco o il fan dei Tuxedomoon israeliano (giuro). Gian dovrebbe scriverci un libro! E capita di sentire rispondere all'incauto cliente "Non teniamo dischi di Laura Pausini nè Gigi D'Alessio". Un must, per gli amanti della musica "non commerciale" (non usa più questa definizione eh?). Magari dopo un panino al Gallese, altro luogo cult delle mie pause-pranzo.
Task manager, reset, restart
Arrivano dei momenti nella vita , in genere di stanchezza e disillusione, in cui emerge la fatidica domanda Ma chi me lo fa fare? oppure Che cosa ci guadagno da tutto questo? Non parlo del blog, parlo della vita "sociale", pubblica ma anche privata. Fai questo e quello, ti prendi responsabilità e impegni, investi a fondo perduto denaro e soprattutto tempo, creatività, energie, persino salute, ma cosa ritorna da tutto questo sbattimento, che feedback hai? Gratificazione personale? Soldi? Gloria, stima, affetto? Giusto qualche pat pat sulle spalle (grosse ma doloranti).
Allora calma. Userò il pc come metafora. Ctrl+Alt+Canc: task manager. Quali attività, quali programmi sono bloccati/obsoleti/not responding? Cancellare, "termina operazione", lavorare con quello che è responding, valorizzarlo aggiornandolo, potenziarlo. Svuotare l'hard disk, tutte quelle canzoni mai riversate, quei film mai visti, quei documenti vecchi di anni, tutte quelle foto mai stampate. E poi riavviare. Il pc (alias il cervello) funziona meglio se è più leggero/pulito/vuoto. Svuotare e alleggerire, che quasi sembra di volare. Quasi sembra di fare quello che vuoi, che ti piace, che ti gratifica concretamente. Che ti svegli la mattina con serenità e hai un sorriso istintivo e spontaneo.
Tiro fino a Natale, poi faccio un bel task manager, ok?
mercoledì 22 novembre 2006
I Clash in autoradio
Il cd più ascoltato sulla mia macchina nel 2006 è stato sicuramente London calling. Pensare che lo ascolto da 26 anni, ormai! Eppure mi emoziona e diverte sempre. E' una specie di enciclopedia della musica rock: c'è tutto, persino il reggae (impossibile resistere alla gioiosità di Revolution rock). Sicuramente uno dei dischi fondamentali della mia vita. C'è una canzone per ogni stato d'animo, ogni momento storico: la voglia di far festa, la ribellione (o il ribellismo), la rabbia per il fottuto lavoro (Clampdown), la storia (Spanish bombs), l'orgoglio e la resistenza (I'm not down), lo squallore, la violenza (Guns of Brixton), l'amore (Train in vain), il sogno amerikano...Ho deciso di scrivere questo post dopo essermi ritrovato all'uscita dal discount a canticchiare Lost in a supermarket : -Mi perdo completamente al supermarket, non riesco più a fare la spesa serenamente, ero venuto qui per quell'offerta speciale, "Personalità garantita"...
Canzoni stampate nel cuore, nell'anima e nel cervello, con le quali vado avanti un po' più a testa alta, caricandomi di energia e rabbia consapevole. "Sono stato battuto, sono stato buttato fuori, ma non sono a terra. Sono stato messo alla berlina, ma sono cresciuto, e non sono a terra, non sono giù...Non ho intenzione di arrendermi". Capito?
martedì 21 novembre 2006
Senza patria
SMS di A., ore 8.14, martedì: Nebbia e palazzi scrostati. Cammino e mi sembra di non appartenere a questa città, è una vita che vado e ancora non so quale è il mio posto. La mia risposta: Idem, nonostante sole e mare. Siamo apolidi, eterni stranieri senza patria (e poco Dio). Anche E. domenica mi comunicava la stessa sensazione. Mio padre, anche se ha cambiato una dozzina di città per fare carriera, aveva sempre il paese natìo come centro di gravità permanente, la casa della sua infanzia/gioventù come luogo a cui tornare, indipendentemente dalla bellezza del posto. E io e i miei amici? Niente, non sapremmo dire, nominare un solo posto in cui ci sentiamo a casa, o almeno non uno solo, ne abbiamo diversi. Io potrei dire le colline del Monferrato, le Saline e Cosciadidonna a Stintino, oppure mete di vacanze come certe zone sperdute dell'Irlanda, Bali, Rodi, persino Londra. Sostanzialmente posti dove siamo (o pensiamo di essere) stati felici, forse è quello a renderli luoghi dell'anima. Anche a Genova sono stato felice, per carità, ma non mi sento "a casa mia", non c'è niente da fare.
PS Nella foto Cosciadidonna: ecco, è lì che mi piacerebbe fossero sparse le mie ceneri, se possibile.
PPS Sì, sono un po' ossessionato dalla morte, o per meglio dire dalla vita vissuta poco e male. Sorry somehow (struggente canzone degli Husker Du che rifacevamo coi Lost 15 anni fa...).
martedì 7 novembre 2006
La Bocca della verità?
Ma avete sentito Bocca ospite da Fazio? Impressionante, soprattutto in quella trasmissione, sempre molto garbata e sostenuta a un certo livello culturally e politically correct. Riassumendo, Bocca, che già qualcuno definisce "il Fallaci di sinistra", ha detto che:
-la maggior parte degli italiani è fascista
-per Napoli non c'è niente da fare, citando anche lo slogan leghista "Forza Vesuvio"
-Fazio è un buonista (perchè, visibilmente imbarazzato, cercava di stemperare i toni polemici, dicendo anche che a 85 anni uno dice quello che gli pare).
Sarei curioso di sapere come hanno reagito i napoletani, soprattutto i miei colleghi di Feltrinelli!
Secondo me su Napoli ha davvero sbroccato: i napoletani che non sono complici neanche culturalmente della delinquenza e dell'illegalità prepotente sono la stragrande maggioranza. Certo, se si riuscisse a imporre una cultura del rispetto delle regole anche più banali e quotidiane, come ha suggerito la sera dalla Dandini l'ottimo Carofiglio, qualcosa cambierebbe.
Sul fascismo degli italiani, beh, non ha tutti i torti. Basti vedere chi abbiamo avuto al governo negli ultimi tempi. Sabato a Genova abbiamo dato il permesso di manifestare a Forza Nuova! Con la polizia a proteggerli dalle proteste. Un mio cliente ieri sosteneva che siamo fascisti culturalmente, nei valori, nei gesti: il campanile, la volgarità sessuale maschilista, la convivenza con la Chiesa, il nonnismo/mobbing, il voler essere furbi, cialtroni, guasconi e prepotenti...Se non siamo sotto minaccia di manganello (metaforicamente) non rispettiamo regole, non paghiamo tasse, non facciamo la fila, non rispettiamo niente e nessuno. Triste, squallido, pessimista, ma vero, ammettiamolo.
Vale sempre il ritornello di Gaber: "Io non mi sento italiano, ma per fortuna o purtroppo lo sono"...
domenica 5 novembre 2006
Il Festival della Scienza...
...è una figata! Davvero. Sono sempre stato negato in scienze e matematica, ma questo festival incuriosisce e intriga chiunque. Genova in questi giorni sembrava in festa, fra turisti e genovesi meno perplessi e diffidenti del solito. C'erano tante di quelle cose da vedere, fare, sentire...Gran bella cosa, speriamo che diventi un'appuntamento che duri negli anni.
Aneddoto attinente: mattina, colazione in casa Zaio. Ale (9 anni): -Papà, tu sai cos'è la teoria del caos? FZ:- Ehm... Ale:- E quella della complessità? FZ:-Ehm...facciamo una ricerca su Wikipedia, magari, un giorno di questi...E poi sai Ale, io ho una formazione umanistica, non scientifica. (Ale mi ha guardato come fossi una foto dell'800) :-))
Adesso chiudo questo post e faccio la ricerca con lui. Tempi duri per chi ha fatto il classico! Mio padre diceva però che alla distanza poi emergono...Sarà. Io galleggio, e annaspo un bel po'. Anche gli stronzi galleggiano, e non annaspano mica.
Sanguineti sindaco
E perchè no? L'altro giorno era in libreria per parlare con Antonio Gnoli del suo libro Sanguineti's song (le cose belle del mio lavoro sono queste!), e si è parlato anche della sua candidatura alle primarie. L'amato Professore ha spiegato la sua visione della politica: non promesse/obiettivi/interessi da difendere, ma ascolto della gente e condivisione delle scelte. Aumentare i prezzi di un servizio, per es. gli autobus? Prima si consulta l'utenza, e non fare scelte autoritarie che cadono "dall'alto". Il Terzo Valico? Prima risolviamo i problemi dei pendolari. Lo so, i politicanti di mestiere sorridono, considerano questo atteggiamento utopistico. A me sembra invece che la gente, anche a Genova che è una roccaforte della Sinistra, sia stufa di questi "carrieristi in politica", dei loro giochi di potere, della loro lontananza dalla realtà di chi li vota.
Sarebbe triste che la candidatura di Sanguineti facesse la fine di Dario Fo a Milano, Genova potrebbe dare un segnale nuovo, oserei dire rivoluzionario. Voglio però vedere quanti voti prenderanno i candidati "di partito", rispetto al Prof. e soprattutto la Vincenzi ("il partito" non si rassegna alla sua popolarità). Concludo questo mio eccezionale post "politico" con le parole sentite da Sanguineti: La piccola e media borghesia è stata spazzata via. Il mondo è diviso tra capitalisti e proletari. Anche se il 98% dei proletari non sa, non si rende conto di esserlo.
Io voterò Sanguineti. E vado a leggermi i vari Marx, Gramsci, Benjamin e Adorno citati dal mio candidato.
Tommaso Labranca
Sono un fan di TL fin dai tempi di Andy Warhol era un coatto (Castelvecchi editore), in cui trovò le parole per definire/descrivere quel gusto del trash/pecoreccio che, da vecchio punk in pectore, ho sempre avuto. TL scrive benissimo, secondo il mio umile parere, e soprattutto pensa davvero con la sua testa, è culturally scorrect, non solo politically. Se uno è noioso o cialtrone lui te lo scrive, con garbo e stile, anche se è un intoccabile, una icona culturale-artistica-politica. Credo che ebbe dei guai per Chaltron Hescon, se non ricordo male. Dopo il post-pasoliniano (pardon) Neoproletariato ora con questo nuovo bellissimo libro sintetizza il suo pensiero sarcastico su società, musica, letteratura, tutto. Con amarezza, a volte, ma spesso con un tono poetico-malinconico che mi ha quasi commosso. Riesce a fare filosofia/poesia/critica musicale parlando di Kraftwerk, Cerrone, Donna Summer, la tangenziale di Milano, i bauscia sui suv, il papa, il suo papà, la nostalgia per il mondo degli Abba, gli Intellettuali Accettati...Queste pagine comunicano scoramento, solitudine, sarcasmo, ma anche dolcezza e nostalgia, senza essere mai svenevole o intellettualoide ipercolto e autocompiaciuto. Insomma, l'avete capito: uno dei libri dell'anno, per il sottoscritto.
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