Sto guardando Live in London 2007 di Amy Winehouse, sul canale Live di Sky (302, consigliato). Colpito, quasi commosso da questo personaggio, al di là della proposta musicale di gran classe. Guardate questo video, e scioglietevi. Il "problema", se di problema è giusto parlare, è lei, la Amy: fragile, disperata, commovente, piena di talento ma in balia completa della sua autodistruttività. Che peccato, che spreco, si potrebbe dire. Più cinicamente, si dovrebbe sempre separare l'artista dalla persona, dal suo inferno privato, ma si diventa ipocriti, perchè forse Amy canta come vive, così come Jimi hendrix suonava la sua vita, esprimeva la sua vitalità, con la chitarra. Com'è difficile separare la persona dall'opera d'arte. Umanamente, forse, non è giusto. A volte il privato invade la sfera artistica, straborda nel pubblico, così come il pubblico invade il privato.
Io, stasera, mi auguro solo che Amy riesca ad arrivare ad incidere un altro disco. Lo spero per le mie orecchie, ma anche per lei, per la sua fragile, naufragante vita.
PS Come se non bastasse, fa sempre qualche sgangherata cover degli adorati Specials, tra l'altro.
3 commenti:
Anche secondo me il vero artista "è" la sua arte; artista e persona non si possono separare; l'uomo (in senso lato lol) non si può giudicare senza l'artista, anche se non è vero il contrario. Certo, tutto ciò è molto difficile per chi vive con l'artista e/o lo/la ama, come persona dico.
Lique-fatto. Che classe (tutti) e che strumentazione :-)
Andrea
E' la mia canzone preferita della Winehouse anche se il personaggio nn mi piace molto! Ciao. Ste.
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